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Parlamento Europeo - 8 ottobre 1991
Sostegno ai produttori di caffé del Terzo mondo.

Sostegno attivo ai piccoli coltivatori di caffé del Terzo mondo mediante una politica mirata di approvvigionamento e di introduzione di tale prodotto nelle istituzioni comunitarie

Il Parlamento europeo,

- vista la proposta di risoluzione degli onn. Aulas, Ernst de la Graete, Langer, Melandri, Santos e Telkämper su un'azione volta a modificare l'approvvigionamento di caffè nelle istituzioni comunitarie a profitto dei piccoli produttori di caffè del Terzo Mondo (B3-52/91),

- viste le risoluzioni sul mercato mondiale del caffè, sui prelievi gravanti su tale prodotto e sui canali commerciali alternativi, adottate all'unanimità dall'Assemblea paritetica ACP-CEE il 28 febbraio 1991 a Kampala e il 1 marzo 1990 a Port-Moresby,

- vista la propria risoluzione del 22 ottobre 1988 sulle cooperative e il movimento cooperativo nell'ambito della politica di sviluppo G.U. n. C 309 del 5.12.1988, pag. 420,

- vista la relazione della commissione per lo sviluppo e la cooperazione (A3-228/91),

A. considerando che, in seguito al forte divario fra domanda e offerta sul mercato mondiale, l'Accordo internazionale sul caffè, la cui finalità era di garantire entro certi limiti i proventi ai paesi esportatori, ha cessato di operare il 4 luglio 1989,

B. considerando che, come conseguenza, i prezzi mondiali del caffè sono precipitati al più basso livello da dieci anni a questa parte e che centinaia di migliaia di piccoli produttori sono ben lungi dal disporre del minimo vitale e rischiano di non poter più proseguire la loro attività come operatori autonomi,

C. considerando che, grazie alla loro posizione di monopolio, le maggiori società commerciali sul mercato mondiale trasferiscono interamente il calo dei prezzi sui produttori dei paesi in via di sviluppo, economicamente non più in grado di opporsi a tali pressioni,

D. considerando che molti consumatori comunitari sono disposti a pagare un prezzo un po' più elevato per il proprio caffè, se li si persuade che tale quota andrà interamente a beneficio dei piccoli produttori dei paesi in via di sviluppo,

E. considerando che il caffé commercializzato a condizioni "leali" - ossia acquistato direttamente e a prezzo più elevato dai piccoli produttori o dalle loro cooperative con rilevanti anticipazioni da parte dei torrefattori europei - è in vendita in vari Stati membri (quali Gran Bretagna, Irlanda, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Italia, Germania e Danimarca),

F. considerando che la fondazione olandese Max Havelaar ha introdotto un simbolo di qualità per il caffé commercializzato "leale" con il risultato che il caffé commercializzato secondo i criteri della Max Havelaar è nel frattempo in vendita in quasi tutti gli esercizi commerciali dei Paesi Bassi e del Belgio ed è ora disponibile anche nel Lussemburgo, e che nei Paesi Bassi esso copre circa il 2,5% del mercato di tale prodotto,

G. considerando che i paesi esportatori non possono compensare le flessioni dei prezzi con un aumento del volume dell'export a causa della saturazione del mercato (nel 1990, venticinque paesi esportatori africani hanno visto i propri proventi da esportazione di caffè diminuire del 66% pur avendo aumentato la propria produzione del 7,6%),

H. considerando che, nei soli Paesi Bassi, oltre 300 amministrazioni locali e 10 provinciali nonché il parlamento olandese ricorrono a questo canale di approvvigionamento e che anche questo Parlamento (a Bruxelles) e numerosi organismi pubblici belgi hanno adottato il caffè Max Havelaar,

I. considerando che, per il mercato olandese, sono interessati al progetto 11 paesi produttori e 250.000 coltivatori con le loro famiglie e che tale numero cresce di continuo,

J. considerando che tale politica diversificata di approvigionamento presso i paesi in via di sviluppo e la torrefazione del caffè effettuata localmente garantiscono un gusto e una qualità di prodotto conforme alle esigenze dei consumatori dei vari Stati membri,

K. considerando che un aumento sostanziale del reddito di tali produttori contribuirebbe a neutralizzarne la tentazione a riconvertirsi verso colture destinate alla produzione di sostanze stupefacenti,

L. considerando che il comportamento del consumatore fa ritenere alto e in costante aumento il numero di coloro che si interessano a questa forma di "leale commercio" e che iniziative in tal senso da parte della Comunità europea meritano ogni possibile sostegno, non solo per il caffè ma anche per altri prodotti, quali cacao, té, miele, ecc.,

M. considerando che non soltanto nei paesi del Benelux ma anche in vari altri Stati membri già si delinea una larga base di solidarietà civile, come nel Regno Unito, in Germania e in Danimarca, mentre analoghe iniziative fioriscono anche in Francia e Italia,

N. considerando che il progetto Max Havelaar potrebbe rappresentare una prima soluzione per i paesi produttori di caffè in una situazione in cui i soli paesi ACP hanno visto tra il 1987 e il 1989 diminuire i propri proventi di 6 miliardi di ECU, una somma assolutamente non compensabile con le limitate risorse del sistema Stabex,

O. considerando che le importazioni e il consumo di caffè nella Comunità sono tuttora soggetti a imposizioni dirette e indirette che non tengono conto delle modalità di approvigionamento del prodotto e fanno salire artificialmente i prezzi,

1. esprime preoccupazione per il basso livello delle quotazioni mondiali del caffè e le sue disastrose conseguenze, in particolare per il reddito dei piccoli produttori,

2. esprime apprezzamento per l'iniziativa Max Havelaar e per il modo in cui consumatori e industria torrefattrice della Comunità europea hanno reagito all'introduzione di tale sistema;

3. è lieto di constatare che nel Benelux il commercio al dettaglio ha aggiunto al proprio assortimento il caffè recante il simbolo di qualità Max Havelaar;

4. esorta le organizzazioni d'importazione operanti nel settore del commercio leale e solidale, esistenti in quasi tutti gli Stati membri, a introdurre, in collaborazione con i torrefattori locali e i rappresentanti del commercio al dettaglio, un simbolo di qualità secondo il modello di successo della Max Havelaar;

5. invita le autorità competenti degli Stati membri a fornire un sostegno attivo di carattere amministrativo e finanziario a tali iniziative a livello nazionale e comunitario;

6. sollecita la Commissione a favorire l'istituzione a Bruxelles di una base di coordinamento comunitaria, per estendere il modello Max Havelaar in tutti gli Stati della Comunità, e a prestare temporaneamente la relativa assistenza;

7. decide, seguendo l'esempio del parlamento olandese, di servirsi, a partire dal 1 gennaio 1992, all'interno dei propri edifici unicamente di caffè Max Havelaar e invita le altre istituzioni della Comunità ad adottare una decisione analoga;

8. si associa all'appello del Consiglio dei ministri e dell'Assemblea paritetica ACP-CEE perché vengano aboliti i prelievi all'importazione e le accise speciali su caffé, té e cacao in alcuni Stati membri e chiede alla Commissione e agli Stati membri in questione di avviare le opportune iniziative;

9. invita la Commissione a considerare, in attesa di tale abolizione, l'elaborazione di proposte che rendano possibile l'applicazione di un sistema tariffario differenziato a seconda dell'origine e dei modi di approvvigionamento del prodotto;

10. chiede alla Commissione di promuovere ricerche volte a individuare forme di assistenza ai paesi in via di sviluppo che perseguono la diversificazione economica;

11. invita la Commissione e gli Stati membri a non limitarsi a tradurre i risultati di detta ricerca in interventi concreti nel quadro della propria politica commerciale e di cooperazione allo sviluppo, ma a comunicarli anche in occasione dell'VIII Conferenza dell'UNCTAD che si terrà nel febbraio 1992 e a valutare e sostenere seriamente le proposte che i paesi in via di sviluppo sottoporrano in materia alla Conferenza;

12. invita la Commissione a fare quanto è in suo potere per ottenere la reintroduzione di un regime di quote che garantisca un livello minimo di proventi ai paesi esportatori, in occasione delle trattative per un nuovo Accordo internazionale sul caffè il cui inizio è previsto per il prossimo autunno;

13. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, alle altre Istituzioni della Comunità e all'Assemblea paritetica ACP-CEE.

 
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