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Parlamento Europeo - 29 novembre 1991
Criminalita' e narcotraffico nei Paesi Membri (2)

RELAZIONE della commissione d'inchiesta sulla diffusione del crimine organizzato collegato al traffico di stupefacenti negli Stati membri della Comunità europea

Relatore: on. Patrick COONEY

RACCOMANDAZIONI DELLA COMMISSIONE D'INCHIESTA

PREAMBOLO

PREFAZIONE

INTRODUZIONE

LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA CHE LA COMUNITA' DEVE AFFRONTARE

PRECURSORI CHIMICI ESSENZIALI E SOSTANZE CHIMICHE

CONSUMO DI STUPEFACENTI ILLECITI

RETI DI ORGANIZZAZIONI CRIMINALI

-La Mafia

-La Camorra

-La 'Ndrangheta

-Gli Yakusas

-Le Triadi

-I clan turchi

-Altri clan etnici

-Gruppi motociclistici organizzati

-Organizzazioni polacche

LE ROTTE DEL COMMERCIO DEGLI STUPEFACENTI ILLECITI

-La Rotta dei Balcani

-Africa

-America centrale e meridionale

LE DISPOSIZIONI LEGALI

ORGANIZZAZIONI DELLE FORZE DELL'ORDINE

-Servizi nazionali di polizia e dogana

-Il ruolo degli ufficiali di collegamento antidroga

-Interpol

-Consiglio di cooperazione doganale

"NARCO-DOLLARI" E RICICLAGGIO

ISTITUZIONI POLITICHE, ORGANIZZAZIONI CRIMINALI E TRAFFICO DI STUPEFACENTI

L'IMPEGNO DELLA COMUNITA' EUROPEA NELLA LOTTA CONTRO IL TRAFFICO DI STUPEFACENTI

-Raccomandazioni per il futuro

RACCOMANDAZIONI DELLA MINORANZA

PREFAZIONE

La decisione del Parlamento europeo di costituire una commissione d'inchiesta, presa il 24 gennaio 1991 in base alla proposta presentata dall'on. Luigi COLAJANNI e inizialmente sostenuta da 142 firmatari, dimostra le forti preoccupazioni avvertite dai membri in merito alle conseguenze per la Comunità europea delle attività della criminalità organizzata collegata al traffico di stupefacenti.

Tale preoccupazione non trae origine unicamente dalle devastazioni provocate dall'abuso di stupefacenti in molti settori della società europea, segnatamente tra i giovani nelle grandi aree urbane caratterizzate da livelli elevati di disoccupazione, ma anche dalla minaccia che i gruppi della criminalità organizzata coinvolti nel traffico di droga costituiscono per le istituzioni e i governi democratici.

La vulnerabilità dei membri più deboli della nostra società alle manipolazioni da parte di spietate bande organizzate di trafficanti di droga rischia di minare la società stessa, e il compito della commissione di identificare il legame tra il traffico di stupefacenti e il crimine organizzato è complesso, impegnativo e importante. Non esistono soluzioni semplici.

Non è soltanto il tossicodipendente a diventare vittima del comportamento criminale: le nostre stesse comunità, esposte in misura crescente ai ricatti criminali, stanno già pagando un tributo elevato al fenomeno della droga. Nessun individuo responsabile può ignorare la minaccia che i cartelli della droga rappresentano per la nostra società. I reati collegati all'uso di stupefacenti costituiscono al giorno d'oggi più della metà di tutti gli arresti effettuati dalle forze di polizia nella Comunità europea. Il Parlamento europeo, eletto allo scopo di esprimere la varietà dei punti di vista dei cittadini europei, non può tacere su una questione tanto importante.

Il mandato della commissione d'inchiesta ha avuto effettivamente inizio nel marzo 1991. L'oggetto delle sue analisi, nonché altri aspetti del problema della droga sono già stati discussi da altre istituzioni e in altri contesti. Il compito della commissione d'inchiesta non è dunque di duplicare gli sforzi necessari fatti da altri, bensì di integrare il loro lavoro ed aumentare l'impatto politico delle proposte che possono essere presentate non soltanto all'interno di questa relazione, ma anche dai membri delle "task forces" del G7, dai vari gruppi di lavoro del Consiglio e da altre istituzioni.

L'attuale inchiesta parlamentare non è la prima che viene svolta. Nel settembre 1986, il Parlamento europeo stesso ha pubblicato la sua relazione su "Il problema della droga negli Stati membri della Comunità" che ha avuto un impatto politico di rilievo sulla politica nazionale e comunitaria in materia. Anche se la relazione si occupava degli aspetti penali del problema, venivano messe in evidenza soprattutto le ripercussioni sociali del problema della droga, in particolare sui giovani.

Nel marzo 1988 il Parlamento italiano (Senato e Camera dei deputati) ha istituito una commissione d'inchiesta sulla mafia e su altre associazioni criminali analoghe. La commissione è presieduta da Gerardo Chiaromonte, e dovrebbe presentare la sua relazione finale nel marzo 1992. Essa ha già espresso il proprio parere su vari temi fondamentali, e alcuni membri della commissione d'inchiesta del Parlamento europeo hanno avuto l'opportunità di incontrare il sig. Chiaromonte per discutere temi di interesse comune.

Il Parlamento svizzero, mediante una commissione d'inchiesta costituita per indagare l'affare Kopp , ha analizzato alcuni aspetti relativi ai problemi del traffico di droga e al riciclaggio di denaro sporco nella Confederazione.

Nel corso dell'inchiesta, la nostra commissione ha potuto far ricorso alle conoscenze specifiche di molte persone, non ultime quelle dei suoi membri, degli istituti intergovernativi e non governativi e delle organizzazioni internazionali. Dato che i lavori si sono incentrati sugli aspetti penali del problema della droga, è opportuno analizzare con particolare attenzione il ruolo del programma di controllo degli stupefacenti delle Nazioni Unite, che ha sede a Vienna, dell'Interpol di Lione e delle autorità doganali e di polizia nazionali. Contemporaneamente ci si è serviti anche di altri fonti di informazione.

La commissione ha trasmesso un ampio questionario ai governi degli Stati membri le cui risposte, diversificate in termini di stile e di sostanza, hanno costituito un'importante fonte di informazione.

INTRODUZIONE

Uno dei problemi che si incontrano quando si cerca di determinare in quale misura il crimine organizzato sia coinvolto nel traffico di stupefacenti è che "le organizzazioni" criminali svolgono segretamente le loro attività e non rendono note le origini delle loro fonti di reddito, che possono essere collegate al traffico di droga, ma possono anche comprendere il contrabbando di armi, l'estorsione, la prostituzione e qualsiasi altra forma di comportamento criminale, ivi compresi l'assassinio, i rapimenti e le attività terroristiche.

Inoltre, le definizioni di ciò che costituisce il crimine organizzato variano in misura notevole. Anche se tradizionalmente il crimine organizzato viene identificato con la mafia, Cosa nostra, la camorra, la 'ndrangheta; le triadi, gli yardi, gli jakusa o uno dei tanti cartelli colombiani della droga, la nostra definizione deve andare oltre le suddette organizzazioni criminali di primo piano. Purtroppo, il crimine organizzato si presenta, come dimostreremo, sotto varie forme, rendendo difficile la formulazione di una definizione. Le attività criminali organizzate vanno dalle piccole e compatte organizzazioni familiari alle grandi imprese multinazionali che somigliano in molti aspetti alle imprese, legali, del settore commerciale o dei servizi.

Un fenomeno che la commissione è stata in grado di individuare è quello della professionalizzazione di quella che in passato era un'attività criminale dilettantesca. In altre parole, gruppi criminali relativamente ridotti a base familiare sono riusciti, in particolare con l'ausilio della tecnologia informatica, ad estendere le proprie attività e le proprie comunicazioni al di là di quanto era stato possibile in passato. Essi hanno così potuto occuparsi di un "settore di mercato" specializzato, come il trasporto, lasciando il magazzinaggio, lo spaccio al minuto ecc. ad altre organizzazioni altrettanto specializzate ma distinte.

In effetti, la differenza tra i tipi di organizzazione è tale che si deve distinguere fin dall'inizio tra il crimine organizzato, inteso come termine generico relativo a tutte le forme di attività criminali organizzate, e il crimine istituzionalizzato, che va piuttosto associato alle principali organizzazioni criminali o raket.

Il crimine istituzionalizzato può infiltrarsi nelle strutture delle moderne società industriali in un modo nemmeno ricercato dal crimine organizzato del primo tipo. Dato che il traffico di stupefacenti è la forma più redditizia di attività criminale, esso è diventato l'elemento portante delle attività criminali organizzate e istituzionalizzate. Il presidente MITTERRAND esprimeva proprio questo concetto nel luglio 1989 quando, nel discorso d'apertura del G7 a Parigi, dichiarò che i più grandi trafficanti di stupefacenti esercitavano un potere in concorrenza con il potere dello Stato.

Una definizione o descrizione del crimine organizzato potrebbe essere la seguente: crimine strutturato in modo tale da richiedere misure eccezionali di applicazione della legge, e con il potenziale per colpire non soltanto le comunità locali, bensì l'intera nazione.

Ciò nonostante, il crimine organizzato sembra rispettare i modelli di comportamento culturale tradizionali è spesso fondato sull'identità etnica.

Per forza di cose, le organizzazioni criminali sono società segrete e la loro sopravvivenza dipende da codici di condotta particolarmente severi, la cui trasgressione porta invariabilmente all'aggressione fisica o all'assassinio. Non sorprende scoprire che le organizzazioni criminali citate più di frequente hanno un evidente carattere familiare. Ciò è vero sia per la famiglia Kray dell'East End di Londra negli anni '60 che per la famiglia Corleone in Sicilia; vale per i Bonanno di New York negli anni '60 come per la famiglia Musullulu proveniente dalla Turchia. La fiducia che lega i membri di una stessa famiglia ovvia spesso alla necessità di ricorrere ad azioni repressive o coercitive ai livelli più alti delle organizzazioni criminali, sebbene gli omicidi tra gli appartenenti alla stessa famiglia non siano inconsueti. Nella presente relazione viene esaminato l'impatto delle attività criminali organizzate sulle istituzioni politiche e sugli enti pubblici negli Stati membri della Comunità europea.

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E' chiaro che mentre il mandato della commissione si riferisce al crimine organizzato coinvolto nel traffico di stupefacenti all'interno della Comunità, il problema è invece di portata mondiale, e la commissione ha dovuto pertanto affrontare alcuni aspetti esterni alla Comunità.

La produzione e il consumo di stupefacenti, ovvero la domanda e l'offerta, sono parti integranti di una qualsiasi inchiesta relativa alla droga. Si tratta di argomenti sufficientemente importanti e complessi da richiedere relazioni distinte, e pur essendo ovviamente pertinenti nell'ambito dei lavori della commissione, essi rimangono un pò ai margini. Del resto, sono già stati presi in esame nella relazione STEWART-CLARK del 1986.

La commissione rimarca e sostiene la richiesta espressa da un organismo comunitario, il comitato europeo per la lotta contro la droga (CELAD), di incrementare l'assistenza tecnica e finanziaria a favore dei paesi produttori e di transito, sia su basi bilaterali sia attraverso il fondo delle Nazioni Unite per il controllo dell'abuso di stupefacenti (UNFDAC). Ciò richiederà un impegno finanziario da parte della Comunità, che è nell'interesse sia dei paesi membri che dei paesi produttori e di transito.

Analogamente, in relazione all'esigenza avvertita in tutta la Comunità, la commissione fa notare e sostiene il programma proposto dal CELAD, invita gli Stati membri ad applicarlo rapidamente nel suo complesso e, nell'interesse della solidarietà comunitaria, rivolge un pressante invito a prestare aiuto a qualsiasi Stato membro non disponga del personale o delle conoscenze tecniche necessarie.

Nel maggio 1991, tutti i membri della Comunità europea hanno firmato e ratificato la Convenzione del 1961 (modificata) e la Comunità europea in quanto tale ha aderito alla Convenzione del 1988. Soltanto otto Stati membri hanno firmato e ratificato la Convenzione del 1971.

I precursori chimici utilizzati nella produzione di stupefacenti illeciti sono elencati nella Convenzione del 1988. Inoltre, la riunione delle sette democrazie più industrializzate e un rappresentante della Comunità europea (G7), tenutasi il 17 luglio 1991 a Londra, ha appoggiato le misure raccomandate dal suo gruppo di studio sulle sostanze chimiche, volte ad aggiungere altre 10 sostanze chimiche alle 12 elencate nella Convenzione del 1988. Tali composti chimici non sono di per sé illeciti, in quanto vengono ampiamente utilizzati per scopi del tutto legittimi, ma vengono regolati conformemente all'articolo 12 della Convezione del 1988. Tale aspetto verrà analizzato in una fase successiva della relazione.

L'allegato numero 1 della presente relazione riporta l'elenco degli stupefacenti e delle sostanze chimiche soggette alla Convenzione delle Nazioni Unite e le ulteriori 10 sostanze chimiche citate nelle raccomandazioni del gruppo di studio sulle sostanze chimiche del G7.

A questo punto è opportuno aggiungere che, tradizionalmente, si fa una distinzione tra gli stupefacenti leciti come l'alcol e il tabacco, ampiamente disponibili per la vendita e il consumo, sebbene possano provocare danni alla salute del consumatore, e di suddetti stupefacenti illeciti.

LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA CHE LA COMUNITA' DEVE AFFRONTARE

Punto di partenza ovvio per la commissione d'inchiesta è quello di determinare, per quanto possibile, la diffusione del traffico di droga nella Comunità. Il modo migliore, o forse l'unico, è quello di prendere in esame i dati relativi ai sequestri di sostanze stupefacenti e alla loro probabile origine. Le informazioni più recenti sulla valutazione dell'attività collegata al traffico di stupefacenti vengono fornite dal programma delle Nazioni Unite per il controllo degli stupefacenti (UNDCP), avente sede a Vienna. Per essere considerati validi, i dati devono provenire da fonti affidabili, e dunque ci si deve rammaricare del fatto che, nonostante gli impegni assunti a fornire informazioni, nel 1989 soltanto 72 paesi su 131 l'abbiano fatto .

Anche l'Interpol è stato una fonte preziosa di informazioni per i suoi Stati membri. La sottodivisione "narcotici" del Segretariato generale cura la stesura di relazioni e analisi particolareggiate sui sequestri di stupefacenti. Di conseguenza, la presente relazione ha utilizzato entrambe le fonti di informazione.

Senza dubbio l'Europa è un obiettivo prioritario dei trafficanti di droga i quali, negli ultimi tre anni, hanno intensificato le loro attività e in molti casi rafforzato le loro organizzazioni. Lo smembramento del blocco comunista e l'eliminazione delle frontiere interne della Comunità europea in programma per il 1993 costituiscono ora il nuovo scenario delle attività criminali.

In considerazione della sua natura, l'eroina rimane la preoccupazione principale. Tuttavia, l'aumento delle forniture di cocaina sembra essere rilevante in un momento in cui il mercato americano è vicino alla saturazione e i profitti sono certamente superiori, a livello potenziale, sul mercato europeo su cui i prezzi sono generalmente superiori a quelli degli Stati Uniti. Si riscontra anche un aumento del traffico di hashish e anfetamine. E' indicativo, per quanto non rappresetantivo in alcun modo, il fatto che il 1 novembre 1991 un quotidiano nazionale abbia riferito che 12 uomini e una donna sono stati arrestati a Londra e nell'Inghilterra sudorientale a seguito della scoperta di 1,3 tonnellate di resina di hashish nascoste all'interno di un autocarro frigorifero in entrata a Dover; allo stesso tempo, agenti doganali dell'aeroporto parigino Charles de Gaulle sequestravano 400 libbre di cocaina colombiana occultata all'interno di libri, il sequestro più importante finora effettuato da tali agenti. In Belgi

o, nella stessa settimana, sono state scoperte 50.000 dosi di ecstasy unitamente alle sostanze chimiche e alle attrezzature per la produzione di altri 2 milioni di dosi.

Eroina

La tabella I riporta la quantità di eroina sequestrata negli ultimi anni in Europa dalla polizia e dagli agenti doganali. I sequestri forniscono un'indicazione delle attività relative agli stupefacenti illeciti ma, in considerazione della loro natura, non possono essere utilizzati per determinare un livello quantificabile assoluto del traffico di stupefacenti. Dai dati della tabella I si può desumere che c'è stato un aumento del volume del traffico, oppure che le forze dell'ordine sono state più incisive nelle intercettazioni. Al fine di determinare le quantità probabili di eroina utilizzata in Europa, si devono prendere in esame altri indicatori, ivi comprese le stime sulla produzione di eroina/oppio e quelle relative al numero di consumatori.

TABELLA I

Fonte: ICPO-INTERPOL

SEQUESTRI DI EROINA IN EUROPA

Ciò che emerge chiaramente dai dati su elencati è un aumento costante tendenzialmente. La tabella II fornisce un raffronto particolareggiato paese per paese dei sequestri segnalati all'Interpol. E' opportuno notare che in Italia, nel Regno Unito e in Belgio come pure in Svizzera il livello di sequestri è cresciuto in maniera significativa.

Un aspetto di carattere generale da tener presente in merito al numero di sequestri è che essi non danno necessariamente un'idea dell'efficienza o meno dell'autorità preposta all'applicazione della legge in un determinato paese. Esso è dovuto piuttosto alla pratica delle "consegne controllate" (su cui ritorneremo più avanti), che comporta una stretta cooperazione tra le dogane e la polizia in diversi paesi al fine di giungere all'arresto dei "pesci grossi" e non semplicemente dei piccoli trafficanti. E'assolutamente indispensabile essere in grado di seguire i modelli di consegna e le reti criminali coinvolte nel traffico di droga.

TABELLA II

Fonte: ICPO-INTERPOL

EROINA IN EUROPA - 1989/1990

Cocaina

A differenza dell'eroina, la cocaina è uno stupefacente che non crea una grande dipendenza fisica. In generale si ritiene che essa venga utilizzata da una fascia socio-economica più o meno in grado di comprare la droga senza dipendere da altre attività criminali per procurarsi il denaro necessario. I consumatori di cocaina sono suscettibili di avere gravi problemi di salute unicamente a lungo termine.

Di recente, questa immagine abbastanza rassicurante è stata appannata da tre sviluppi distinti. In primo luogo, vi sono segnali chiari che indicano che i consumatori di cocaina sono ora più giovani e spesso appartengono ai gruppi svantaggiati della società. In secondo luogo, la cocaina viene utilizzata come componente di base per produrre "crack", una droga del tutto diversa ed estremamente pericolosa. In terzo luogo, essa costituisce frequentemente un primo passo verso il consumo d'eroina.

Nel 1990 sono state sequestrate più di 12 tonnellate di cocaina in Europa e si prevede che nel 1991 tale cifra sarà molto più elevata. I dati relativi al 1990 rappresentano già un raddoppio rispetto al 1989.

TABELLA III

Fonte: ICPO-INTERPOL

(tratta da "Cocaine situation in Europe, 1990")

SEQUESTRI DI COCAINA IN EUROPA

Ciò nonostante, è stato rilevato che il mercato è ben rifornito e che i prezzi rimangono relativamente costanti, anche se variano da paese a paese. A titolo d'esempio, in Spagna la cocaina è in vendita al dettaglio a circa 100 USD al grammo, mentre in Olanda il costo varia tra i 55 e i 70 USD al grammo e il suo grado di purezza è superiore. In Italia e in Svizzera i prezzi vanno dai 90 ai 120 USD al grammo a seconda della purezza. I prezzi più elevati si riscontrano in Danimarca, Francia e Lussemburgo.

La tabella riportata di seguito fornisce un quadro più chiaro dei sequestri di cocaina nei nove paesi più significativi d'Europa. Inoltre, dà un'indicazione del numero di sequestri e del numero di trafficanti coinvolti. (Le avvertenze relative all'analisi dei sequestri nel caso di traffico di eroina rimangono valide anche in questo caso).

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QUANTITA' (kg) SEQUESTRI TRAFFICANTI COINVOLTI

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PAESE 1990 1989 1990 1989 1990 1989

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Spagna 4.054 1.164 203 143 405 295

Paesi Bassi 4.021 783 154 84 234 149

Germania 2.076 1.284 197 146 388 301

Italia 678 466 143 163 294 393

Belgio 517 83 46 32 79 53

Francia 479 839 150 126 264 235

Regno Unito 470 455 132 84 196 149

Portogallo 287 681 32 52 57 84

Svizzera 229 246 87 56 145 104

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*Soltanto la Francia metropolitana

Nota: Nei territori francesi d'oltremare sono stati sequestrati 740 kg di coca destinati al mercato europeo.

Sono state fatte molte supposizioni sul fatto che i trafficanti di droga si stanno concentrando sul mercato europeo dato che il mercato americano della cocaina è vicino alla saturazione. Le statistiche avvalorano queste ipotesi. Inoltre, il prezzo della cocaina sul mercato statunitense è inferiore a quello europeo e quindi è possibile che le organizzazioni criminali ritengano che le vendite in Europa siano più redditizie.

La vendita di crack in Europa è in aumento e ciò provoca un'inquietudine marcata all'interno delle comunità locali. Tuttavia, è necessario analizzare tale aumento in quanto, al momento attuale, riguarda più in particolare il Regno Unito.

Secondo l'Interpol, in Europa dal 1986 sono stati sequestrati meno di 2 kg di crack e oltre un kg riguarda un unico sequestro effettuato l'anno scorso nel Regno Unito.

Alla luce dei danni provocati da questo tipo di droga negli Stati Uniti, non c'è certo da stare tranquilli. Inoltre, la produzione del crack a partire dalla cocaina è un'operazione relativamente semplice. Ne consegue che i sequestri di cocaina hanno ridotto - probabilmente in misura minima - la possibilità di produrre il crack.

Nel novembre 1990 si è svolta a Mosca sotto l'egida dell'UNDCP la prima riunione dei responsabili degli organi europei preposti all'applicazione della legge in materia di stupefacenti. La delegazione francese ha informato i presenti del fatto che l'86% dei reati rilevati nel 1990 era connesso agli stupefacenti. Diversi partecipanti hanno affermato che il traffico di stupefacenti illeciti è dominato in maniera crescente dalle organizzazioni internazionali di trafficanti di droga.

Anfetamine

Il problema delle anfetamine sembra essere più grave nell'Europa del nord che a sud. La Germania e il Regno Unito sono i principali consumatori di tali stupefacenti, seguiti dai paesi nordici. La natura del problema è diversa rispetto agli stupefacenti a base di vegetali, in quanto le sostanze chimiche necessarie per la loro produzione sono disponibili sul mercato "interno" e non devono essere importate da posti lontani o altri continenti. Una parte del problema è dunque riconducibile ai loro precursori.

Nel 1990 la quantità complessiva sequestrata in Europa è stata di 380 kg, contro i 184 kg del 1989.

I Paesi Bassi sono il principale paese produttore. Della suddetta quantità complessiva del 1990, 134 kg erano originari dei Paesi Bassi mentre il resto proveniva dal Belgio (16 kg), dal Regno Unito (13 kg) e dalla Germania (11 kg). La Francia e la Polonia sono anche essi tra i paesi d'origine di rilevanti quantità di stupefacenti sequestrati.

Sebbene le anfetamine siano considerate una droga pesante nei Paesi Bassi e il loro consumo non sia molto diffuso, l'Olanda rimane il maggior paese produttore. Nell'ultimo decennio le autorità olandesi hanno smantellato più di 30 elaboratori clandestini e hanno sequestrato sostanze chimiche quali il Benzilmetilchetone (BMK). Un laboratorio che è stato smantellato ha prodotto, tra il 1983 e il 1989, più di 9,5 tonnellate di anfetamine, cioè all'incirca i due terzi della produzione complessiva del periodo. Tuttavia, secondo le fonti olandesi, il mercato è stato rapidamente occupato da altri produttori.

Apparentemente, ora ci si sta concentrando in misura maggiore sulla produzione dell'"Ecstasy" (X.T.C.). Finora i dati relativi ai sequestri e al consumo rivelano che nel 1989 ne sono stati sequestrati 18 kg. Di recente, un importante laboratorio dedito alla produzione dell'"Ecstasy" è stato smantellato a Parigi.

La Polonia suscita timori crescenti in quanto da tale paese proviene una percentuale notevole degli stupefacenti sequestrati soprattutto in Germania. La Germania produce le sostanze chimiche utilizzate nella produzione di anfetamine e i dati disponibili suggeriscono che Polacchi residenti in Germania sono in gran parte responsabili di questo traffico (cfr. la sezione relativa alle "organizzazioni").

Hashish e Marijuana

Anche se l'hashish è una droga meno dannosa di molte altre, o forse proprio per questo, il suo traffico è più esteso rispetto a qualsiasi altra droga illecita. E' diffusa a tal punto che le forze dell'ordine affermano che i profitti dell'hashish sono molto probabilmente superiori rispetto a quelli derivanti dall'eroina e dalla cocaina.

Il traffico di hashish è collegato anche al traffico di altri stupefacenti, e alcuni sequestri a Rotterdam, Amburgo e Le Havre di hashish proveniente dalla Colombia hanno portato contemporaneamente anche al sequestro di cocaina. In genere, i commercianti di droga vendono hashish, nonché cocaina e altri stupefacenti. Anche quest'aspetto preoccupa, perché le persone che vengono tentate facilmente dall'idea di provare una droga leggera si ritrovano immediatamente in un ambiente in cui sono disponibili altre droghe più pericolose.

Nel 1990 sono state sequestrate più di 200 tonnellate di hashish in Europa, senza che ci sia stato un effetto rilevabile sulla sua disponibilità o sul prezzo di mercato.

Le partite sequestrate sono di volta in volta più grosse, e sembra che il traffico di hashish si stia organizzando in misura maggiore rispetto al passato. Di recente, le autorità portoghesi e olandesi sono state coinvolte da parte delle autorità canadesi in un sequestro di 47 tonnellate di hashish destinato al mercato americano. In Europa ci sono stati, nel 1990, 71 sequestri di più di 500 kg di hashish. In Spagna, Regno Unito, Belgio e Paesi Bassi non sono infrequenti sequestri superiori alle 2 tonnellate alla volta.

In base alle informazioni pervenute all'Interpol, i dati complessivi relativi ai sequestri nei paesi della Comunità europea sono i seguenti:

1990 1989

Paesi Bassi 53.517 kg 15.354 kg

Spagna 51.394 kg 24.290 kg

Regno Unito 28.657 kg 39.539 kg

Francia 18.124 kg 15.294 kg

Belgio 11.306 kg 9.625 kg

Italia 5.728 kg 14.510 kg

Portogallo 5.471 kg 3.690 kg

Grecia 4.896 kg 640 kg

Germania 3.297 kg 9.797 kg

Danimarca 932 kg 465 kg

(Vengono riportati unicamente sequestri superiori ai 10 kg. Di conseguenza, l'Irlanda e il Lussemburgo non compaiono nella tabella). Secondo fonti irlandesi, nel 1990 sono stati sequestrati 104 kg di hashish; il dato corrispondente per il 1991 (fino ad ottobre) è di 897 kg, buona parte dei quali sequestrati in due sole occasioni.

Il traffico illecito di hashish è in crescita in tutto il mondo. Nel 1990 ne sono state sequestrate 465 tonnellate rispetto alle 247 tonnellate del 1989 e alle 211 tonnellate del 1988. Quest'anno i dati sono già superiori a quelli dell'anno scorso. I dati relativi all'Africa sono aumentati di 5 volte nel 1990 rispetto al 1989 con sequestri di rilievo in Sudan e Marocco.

Con l'aumento della coltivazione dell'hashish negli Stati Uniti e nel Canada (i due consumatori principali), i trafficanti stanno volgendo la loro attenzione verso i paesi europei. Si registra un aumento costante delle spedizioni verso l'Europa dall'Afghanistan, dal Pakistan, dal Libano e dal Marocco. Le spedizioni ora avvengono più spesso mediante container che corrieri singoli.

Nei Paesi Bassi una quantità crescente di hashish, definita "nederweed", viene coltivata in serra per essere venduta ed esportata nei paesi vicini.

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Il Khat, una droga prodotta soprattutto nel Corno d'Africa (Somalia, Gibuti, Etiopia) si sta diffondendo nel mercato europeo in piccole quantità.

PRECURSORI CHIMICI ESSENZIALI E SOSTANZE CHIMICHE

Oltre a cercare di impedire la produzione e il commercio di papaveri da oppio, foglie di coca e piantine di cannabis, si tenta in misura crescente di controllare la fornitura, e in alcuni casi la produzione, delle sostanze chimiche necessarie per la raffinazione dell'oppio e della cocaina grezzi al fine di produrre morfina/eroina e cocaina. Ovviamente, le sostanze chimiche vengono utilizzate anche nella produzione di altre droghe sintetiche illecite quali le anfetamine, l'LSD, l'Ecstasy e così via.

E' chiaro che le difficoltà principali derivano dal fatto che la gran parte delle sostanze e dei composti chimici utilizzati nella produzione di stupefacenti sono sostanze del tutto lecite che vengono prodotte in grandi quantità per scopi legittimi.

In genere, le sostanze chimiche essenziali vengono utilizzate di più per la produzione di prodotti farmaceutici normali o altri prodotti rispetto ai precursori chimici. Di conseguenza, sono commercializzati più di frequente rispetto ai precursori chimici.

La DEA statunitense (Drug Enforcement Administration) definisce un precursore chimico come "una sostanza chimica che viene utilizzata nella produzione di una sostanza controllata, è fondamentale per la sua creazione e diventa parte della sostanza controllata".

La DEA definisce una sostanza chimica essenziale come "un solvente, un reagente o un catalizzatore utilizzato nella produzione di una sostanza controllata".

La Convenzione dell'ONU del 1988 elenca in un allegato 12 sostanze che sono soggette alla sorveglianza ed al controllo internazionali.

TABELLE I e II DELLA CONVENZIONE DELL'ONU DEL 1988

TABELLA I TABELLA II

Efedrina Anidride acetica

Ergometrina Acetone

Ergotamina Acido antranilico

Acido lisergico Etere solforico

1-fenilacetone Acido fenilacetico

Pseudoefedrina Piperidina

I sali delle sostanze I sali delle sostanze

su elencate ogni su elencate ogni

qualvolta essi esistano. qualvolta essi esistano.

In considerazione dell'evoluzione della situazione internazionale dal momento dell'entrata in vigore della Convenzione del 1988, il gruppo dei paesi industrializzati del G7 ha costituito, nel corso della riunione a Houston nel 1990, un gruppo di studio sulle sostanze chimiche (CATF). La relazione finale è stata approvata nel corso dell'ultimo vertice del G7, svoltosi a Londra nel luglio 1991. La CATF raccomanda che altre sostanze chimiche vengano poste sotto il controllo internazionale.

ELENCO COMPLETO DELLE SOSTANZE CHIMICHE DEL G7

CATEGORIA I CATEGORIA II CATEGORIA III

Efedrina* Anidride acetica* Acetone*

Ergometrina* Acido antranilico* Etere solforico*

Ergotamina* Acido fenilacetico* Netiletilchetone

Acido lisergico* Piperidina* Metilbenzene/Toluene

1-fenilacetone* Isosafrolo Permanganato di potassio

Pseudoefedrina* (cia+trans) Acido solforico

Acido N-acetilantranilico Piperonalio Acido idrocloridico

3,4 Metilendiossi-fenilacetone Safrolo

* Sostanze chimiche attualmente comprese nella tabella dell'allegato della Convenzione dell'ONU del 1988.

Da parte sua, il regolamento del Consiglio delle Comunità europee n. 3677/90 che attua le disposizioni della Convenzione di Vienna dell'ONU del 1988 è entrato in vigore nel luglio 1991. Alla luce delle raccomandazioni del CATF, la Comunità europea si è impegnata ad aggiornare il regolamento al fine di prendere in considerazione il nuovo elenco di sostanze controllate. Attualmente è all'esame del Parlamento europeo, in una relazione di Sir James SCOTT- HOPKINS, un sistema per controllare la produzione e il commercio interno (nella CE) di dette sostanze (COM 90.597).

La maggior parte delle sostanze chimiche essenziali e dei precursori chimici possono essere acquistati sul mercato libero, attraverso i canali normali. La relazione del CATF ha studiato i metodi mediante i quali tali sostanze chimiche vengono dirottate verso un utilizzo illecito nella produzione di stupefacenti. Non sorprende scoprire che tali metodi comprendono il furto, il contrabbando, l'utilizzazione di zone e porti franchi per procedere a reimballaggi e a rietichettature, la sostituzione di sostanze chimiche, la costituzione di società di copertura, la falsa descrizione delle merci sui documenti doganali ecc. Il passaggio di proprietà dopo la spedizione è anch'esso un sistema impiegato di frequente per sviare l'attenzione dalla destinazione finale. Un'altra pratica utilizzata consiste nell'effettuare un gran numero di piccole transazioni, inferiori al tetto massimo consentito, in modo da permettere il transito in piena libertà a grandi quantità di sostanze chimiche.

I produttori di droga latino-americani delle zone di coltivazione della cocaina in Colombia e Perù comprano le sostanze chimiche utilizzando tali metodi. A titolo d'esempio, il prezzo sul mercato nero di un barile da 200 l di etere può essere fino a 10 volte superiore al prezzo normale di 1.500 USD, un prezzo non di meno contenuto in considerazione dei profitti derivanti dal traffico di cocaina. Per fare un altro esempio, nel 1989 sono stati sequestrati in Colombia 650.000 galloni di etere, nonché 850.000 galloni di acetone e 170.000 galloni di permanganato di potassio.

E' opportuno rilevare che la produzione delle sostanze chimiche

essenziali e dei precursori chimici avviene nei paesi industrializzati dell'Europa, negli Stati Uniti e in Giappone. La gran parte dei produttori insiste sul fatto che essi già controllano in maniera adeguata le loro esportazioni. Tuttavia, tale affermazione non è seriamente credibile in quanto non soltanto tali sostanze vengono ritrovate in grandi quantità nelle zone di produzione dell'eroina e della cocaina, ma sono arrivate anche in Irak per la produzione delle armi chimiche, nonostante i dinieghi ufficiali.

Attraverso l'UNDCP, l'Onu fa il possibile per controllare il traffico di sostanze chimiche essenziali e precursori chimici, con un certo successo.

La Convenzione delle Nazioni Unite del 1988 si propone di controllare e impedire l'utilizzazione delle sostanze chimiche per la produzione di stupefacenti illeciti e considera un reato la produzione, il trasporto o la distribuzione delle sostanze elencate, qualora vi sia la consapevolezza del fatto che esse verranno utilizzate per la coltivazione, la produzione o l'elaborazione illecita di sostanze narcotiche o psicotrope.

La Convenzione impone ai firmatari di controllare la produzione e la distribuzione delle sostanze chimiche elencate e di impedire il loro cumulo.

E' chiaro che ora esiste la volontà politica di aumentare le risorse utilizzate per imporre controlli più severi sui precursori chimici e le sostanze chimiche essenziali, costantemente in aumento. Tali sforzi sono indispensabili in tutti i paesi produttori di sostanze chimiche perché, come in altri settori, le organizzazioni criminali faranno affari con le organizzazioni del paese in cui i controlli sono meno severi. Le società che dimostrano in varie occasioni di non esercitare un controllo severo sulle loro esportazioni (se possibile provato dai sequestri di sostanze chimiche di loro produzione) dovrebbero essere penalizzate per il loro lassismo.

CONSUMO DI STUPEFACENTI ILLECITI

Calcolare quanti siano coloro che fanno uso di droghe illecite è un compito assai arduo. Molti paesi, in cooperazione con l'Organizzazione mondiale della sanità, conducono indagini statistiche per valutare l'entità del fenomeno e le sue ripercussioni sulla società. A parte i pericoli sanitari collegati all'assunzione di droga in sé, i consumatori di stupefacenti, in particolare gli eroinomani, corrono maggiormente il rischio di contrarre AIDS o epatite, infettandosi sia scambiandosi le siringhe, sia conducendo un tipo di vita emarginata con comportamenti sessuali anomali.

Le statistiche relative al consumo di stupefacenti hanno, dunque, un valore indicativo e non assoluto: sono soggette ad un ampio margine d'errore ma, non di meno, denotano le tendenze generali. Questi dati sommandosi ad altri fattori, quali i sequestri di droga e i casi ricoverati in ospedale, producono un quadro ragionevolmente preciso .

Nei paesi CE più estesi (Francia, Germania, Gran Bretagna e Italia) si calcola che il numero medio di consumatori di droghe iniettate via endovena (eroina e anfetamine) sia di circa 100.000 unità. La cifra media corrispondente per gli Stati Uniti d'America è, secondo la maggioranza delle statistiche, 500.000; la Grecia pare abbia 40.000 tossicodipendenti regolari, il Portogallo 35.000. In Olanda sembra che siano 20.000 coloro che preferiscono questo tipo di droghe.

LUCKETT commenta uno studio svolto nel 1986 in varie città europee, da cui è risultato che il consumo di oppiati nella fascia di età compresa tra i 15 e i 39 anni oscilla fra il 5 e il 9%: Amsterdam è la prima nell'elenco con 20% e Dublino l'ultima con 3%. Nella sua relazione del 1989, la commissione ONU sui narcotici ha affermato, a proposito dell'Europa, che l'uso di eroina, cocaina e, in minor misura, anfetamine e sedativi continua a presentare gravi problemi nella regione. L'abuso di eroina, hashish e sostanze psicotrope, nell'anno, era stato per lo più stabile, mentre si era rilevato un leggero aumento dell'uso di cocaina .

Alcuni paesi hanno registrato un incremento dell'abuso di droghe combinate: per esempio nei Paesi Bassi il gruppo di età compreso fra 25 e 35 anni assume eroina insieme a metodone, cocaina, benodiazepine o alcol: apparentemente sono colpiti da questo tipo di dipendenza circa 15-20 mila giovani.

In Italia è stata segnalata la tendenza all'aumento dell'abuso di eroina: 45.000 persone, di cui 18.000 per la prima volta, erano sottoposte a trattamento per eroino-dipendenza.

Le autorità italiane registrano un incrememnto del consumo di droga a vari livelli paralleli: quantitativi di droga sequestrati, numero delle persone arrestate, numero dei tossicomani e numero dei decessi da overdose. Le cifre evidenziano un "effetto forbice", con un ravvicinamento del rapporto fra droghe leggere e pesanti, ed una chiara fase di transizione dalle prime alle seconde. Secondo il documento di lavoro redatto dall'on. Ferri per la nostra commissione, "dall'analisi di questo "effetto forbice" emerge drammaticamente che proprio l'iniziale consumo di hashish e di marijuana porti quasi inevitabilmente all'utilizzo di cocaina ed eroina e che, dunque, sia proprio l'area delle droghe leggere a causare un consumo più massiccio e progressivo di quelle pesanti".

Spagna, Portogallo, Belgio e Danimarca hanno definito il consumo di droga un problema sempre più "serio" o "di rilievo".

La situazione è stata descritta come "stabile", relativamente al consumo di sostanze psicotrope. Negli ultimi anni il numero dei decessi per overdose è aumentato considerevolmente. In Germania più di 1000 persone sono morte per overdose di eroina. In Italia si sono registrati dati analoghi, e tutti i paesi europei hanno constatato incrementi.

RETI DI ORGANIZZAZIONI CRIMINALI

Negli ultimi dieci anni si sono sensibilmente intensificati i rapporti internazionali della criminalità organizzata connesse al traffico illecito di droga. Per varie ragioni le autorità politiche non hanno reagito prontamente al fenomeno, mentre le forze dell'ordine non disponevano dei mezzi o delle risorse necessarie per combattere efficacemente la criminalità organizzata su scala così vasta. Sembra, comunque, che ora ci si renda meglio conto della situazione d'emergenza e, man mano che le priorità di politica estera si sono venute allontanando dalle tensioni est- ovest, i capi politici si sono mostrati sempre più intenzionati a congiungere le loro forze per affrontare la minaccia delle organizzazioni criminali internazionali. Molto resta comunque da fare, come si legge nel capitolo relativo ai sequestri.

La svolta è segnata dalla firma, ratifica ed entrata in vigore

della Convenzione ONU del 1988 sul traffico illecito di stupefacenti e sostanze psicotrope.

Le organizzazioni criminali, proprio come le imprese commerciali legali, variano per dimensione e struttura: la gamma parte da imprese familiari relativamente limitate, che "assumono" manodopera temporanea quando devono far fronte ad una domanda supplementare, ed arriva alle grandi holding, preoccupate di gestire efficientemente le varie sussidiarie.

Il fenomeno della criminalità organizzata può essere definito

come un complesso di attività illegali svolte su ampia scala da organizzazioni o gruppi altrimente strutturati, i cui moventi principali sono il profitto finanziario e l'acquisizione del potere. I racket non di rado cercano di corrompere politici o altre personalità di rilievo per ridurre i rischi di persecuzione penale e facilitare l'espansione delle loro operazioni criminali.

Le attività della criminalità organizzata hanno costituito il

tema di vari congressi internazionali. Per esempio, nell'estate 1990 a Cuba, l'ONU ha tenuto il suo ottavo convegno sulla prevenzione della criminalità e sul trattamento dei delinquenti, per discutere azioni, nazionali ed internazionali, che potessero essere efficaci nella lotta contro il crimine organizzato ed il terrorismo criminale.

In passato le organizzazioni criminali avevano generalmente una base regionale, il che limitava la portata della loro influenza ed attività. Oggi sono meno parrocchiali. Nella Comunità europea il crimine organizzato ha esteso le sue attività, e sebbene l'Italia possa essere considerata la culla della criminalità strutturata (essa è stata per più di un secolo uno stile di vita consolidato nelle regioni meridionale di Sicilia, Calabria e Campania) stanno arrivando ora organizzazioni analoghe dall'Asia, dall'America meridionale e dagli Stati Uniti d'America. Sono stati identificati anche gruppi criminali provenienti dall'Europa dell'Est e dall'Unione sovietica.

La mafia

Un secolo fa circa, la mafia di fatto governava la Sicilia, influenzandone significativamente lo sviluppo. Anche allora il contrabbando era una delle più frequenti occupazioni ed un'importante fonte di reddito per il Mezzogiorno, altrimenti diseredato.

Nel suo commento ad un'inchiesta del Parlamento italiano del 1985, Enzo FANTO afferma che il degenerare dello stato italiano aveva creato le condizioni materiali che avevano permesso alla mafia di accrescere il suo potere; per le stesse ragioni, la mafia aveva attivamente incoraggiato il processo e contribuito a scalzare le istituzioni democratiche e modificare i rapporti costituzionali dell'intera regione . Il ministro degli interni dell'epoca, Luigi SCALFARO, evidenziava sia le alterazioni verificatesi nell'organizzazione della mafia siciliana negli ultimi tempi, sia i nuovi rapporti che la mafia stava istituendo con altre organizzazioni criminali, non solo in Italia, ma anche al di là dell'Atlantico. Tra i vari clan citati, distinti, seppur collegati sono i Corleonesi, i Costa, i Cariolo e i Santapaola. All'epoca dell'inchiesta parlamentare, a Siracusa operavano nell'ambito del traffico di stupefacenti tre gruppi mafiosi: Belfiore, Schiavone e Urso-Cannizzaro.

Il professor Amato LAMBERTI, nel suo commento presentato alla commissione d'inchiesta, riferì che ben 300 clan criminali erano attivi nelle tre regioni del Mezzogiorno italiano, Sicilia, Calabria e Campania. Affermava, inoltre, che data la loro forza economica essi erano riusciti a trasformarsi in vere e proprie holding economiche e finanziarie, inserite nei più svariati settori dell'industria, del commercio, del mercato immobiliare, dei servizi, dell'edilizia e dell'agricoltura in generale. In pratica i clan producono una miriade di finanziarie tramite le quali esercitano il loro potere economico ad ogni livello, compreso quello della gestione del capitale, operando come vere e proprie banche. Oltre a ciò, le riserve liquide consentono ulteriori investimenti sul mercato della droga, spingendone il consumo a livelli sempre più elevati, anche lanciando anche nuovi prodotti sul mercato. Il denaro può essere utilizzato anche per finanziare investimenti in altri tipi di attività illecite, più tradizionali, qua

li contrabbando, gioco d'azzardo, prostituzione e contraffazione di marchi. Infine, e questo è il punto cruciale, i proventi del commercio di stupefacenti, se inseriti nel giro del finanziamento edilizio o dei servizi, possono permettere di estendere il controllo sulle spese degli enti locali, sia nelle regioni meridionali sia anche in altre regioni italiane in cui i gruppi in questione hanno allargato le proprie reti operative. Il mercato della droga ha ingrossato le file della mafia e di altri gruppi fuorilegge in tutte le parti d'Italia. In Campania, in dieci anni, si è passati da 16 clan camorristi a 120 clan e gruppi criminali, con una pari progressione esponenziale della gamma di attività illecite esercitate.

Nel 1963 si considerava che la Sicilia fosse il principale punto di transito al mondo per il commercio di eroina. Nel 1972 la mafia siciliana era già alleata con la camorra di Napoli e i clan Corsi che si valevano dei marsigliesi per il collegamento con la Francia ed era pesantemente coinvolta nelle attività di raffinazione e produzione. (Lo smantellamento virtuale della "connection" francese alla fine degli anni '70 non minò il potere della mafia, abile ad adattarsi velocemente a nuove circostanze). Le relazioni tra la mafia siciliana e la "pizza connection" statunitense negli anni '80, in cui erano coinvolti Salvatore AMENDOLITO, Gaetano BADALAMENTI, Giuseppe BONO, Cesare BONVENTRE e molti altri boss mafiosi, sono molto ben documentate e attestano la complessa rete criminale che è stata intessuta . La testimonianza fornita al processo sulla mafia seguito allo smembramento della "pizza connection" da Tommaso BUSCETTA, un capo mafioso diventato informatore, è considerata la più autorevole descrizione del f

unzionamento interno della mafia siciliana e dei suoi collegamenti americani. Un altro esempio di attività mafiosa è offerto dalla famiglia Cutaia di Catania che controllava il traffico di eroina, cocaina e hashish ed aveva istituito collegamenti in ben nove paesi su quattro continenti .

Da organizzazione criminale "onorevole" e conservatrice del secondo dopoguerra (aveva servito anche gli Alleati aiutandoli a sconfiggere il Fascismo italiano) la mafia si è trasformata in un'istituzione dinamica ma criminale e sanguinaria, capace di esercitare la sua influenza non solo su molti consiglieri ed amministratori locali, ma anche nelle alte sfere dell'apparato statale. Sembra che la mafia sia in grado di operare con notevole libertà ed autonomia "politica": può fornire aiuto finanziario a certi candidati per le elezioni, sia locali sia nazionali, e può incoraggiare l'elettorato a votare correttamente. Sebbene i recenti cambiamenti della legge elettorale italiana siano diretti proprio a ridurre tale influenza, la loro reale efficacia deve ancora essere dimostrata.

Nel 1982 è stata adottata e messa in vigore la legge LA TORRE contro la mafia. Essa stabilisce che le attività associate alla mafia o ad altre organizzazioni criminali costituiscono illecito penale. In termini legali essa avrebbe dovuto potenziare l'efficacia della lotta contro il crimine organizzato. In pratica ha avuto un successo molto modesto. Nell'ottobre 1991, il governo italiano ha ulteriormente rafforzato le competenze degli organismi preposti alla lotta contro la mafia.

La camorra

Prima di inserirsi nel settore del commercio di stupefacenti, la camorra napoletana, come la mafia sua corrispondente siciliana, era un fenomeno di dimensioni regionali relativamente contenute. In collegamento con i trafficanti del Sudamerica, controlla ora una buona fetta del mercato della cocaina in Italia e in Europa. Ha stabilito delle basi operative in Spagna, da dove i lotti di droga vengono spediti verso vari paesi dell'Europa settentrionale e verso l'Italia. Nuove esigenze operative hanno recentemente indotto vari clan camorristi ad allontanare i loro centri nervosi da Napoli e dall'Italia: Michele ZAZA e Mario TOVANE si sono stabiliti sulla riviera francese, Ernesto BARDELLINO fa il pendolare fra Santo Domingo e il Brasile, AMMATURO ha la sua base in Spagna, IACOLARE in Argentina, NUVOLETTA in Germania. Oltre a gestire vari rami del traffico della droga, questi personaggi hanno investito sui mercati finanziari e nel settore produttivo dei paesi in cui si sono stabiliti, ed hanno allacciato dei leg

ami con le istituzioni e le figure più eminenti del mondo politico e finanziario. Pare che il reddito legale della camorra, risultante dagli investimenti fatti con denaro riciclato, sia ora superiore ai loro proventi illeciti.

A Napoli quattro consiglieri sono stati riconosciuti colpevoli come membri della camorra ed uno di essi anche per coinvolgimento nel traffico della droga. Un alto funzionario del governo locale è stato condannato per avere indirizzato denaro pubblico a gruppi camorristi .

Le attività della camorra collegate al traffico della droga si incentrono sul mercato della cocaina. Secondo dati della DEA, la camorra controlla spedizioni di una tonnellata di cocaina alla settimana dalla Colombia. I fratelli MAZARELLA, nipoti di Michele ZAZA, sono i titolari della terza grande "impresa" di Napoli, dopo l'Alfa Romeo e le acciaierie statali. La camorra ha negoziato con la mafia siciliana una spartizione internazionale delle attività criminali, dividendo il mercato globale in eroina e cocaina. Comunque un'idea della portata tentacolare ci viene fornita dal corrispondente del Guardian che ha intervistato il giudice Paolo MANCUSO. Questi dice:

"Non contenti di fornire droga all'Europa, i camorristi si sono inseriti nel mercato nazionale statunitense, scontrandosi con i gangster dell'America meridionale. Hanno anche raggiunto un accordo con la mafia siciliana dividendo il mercato globale fra eroina e cocaina, est e ovest.

C'è un'intera serie di altre attività che contribuiscono ai redditi illegali della camorra: l'estorsione di vecchio tipo, il fiorente mercato nero, le scommesse calcistiche, e la produzione di merci firmate false: fonte, questa, di molti e benvenuti posti di lavoro, e una forma di legittimazione sociale.

I proventi legali della camorra arrivano soprattutto dal controllo del settore edilizio e abitativo ad ogni livello, dalla fornitura dei materiali all'attività costruttiva vera e propria. L'autostrada Roma-Napoli è disseminata di cantieri stradali perché la società che ha vinto la gara di costruzione (e ha utilizzato cemento iugoslavo di pessima qualità) faceva parte di un impero di società edilizie che vanno dalla Grecia, al Libano, a Panama appartenente a Lorenzo NUVOLETTA.

Spesso i servizi sociali e sanitari sono del pari controllati dalla camorra, inclusa un'impresa che ha l'appalto per la pulizia dei quartieri generali della polizia e dei tribunali di Napoli. Netturbini che raccoglievano i rifiuti a Napoli e non appartenevano alla camorra sono stati presi a colpi di fucile.

I clan si dedicano anche all'agricoltura nelle ricche pianure campane e nei centri di produzione frutticola e di carne. Anche l'industria turistica ed alberghiera, sviluppatesi recentemente lungo la costa dalla Calabria fino al confine francese, ed anche oltre, sono delle ulteriori specialità camorristiche.

L'industria del divertimento attira gli investimenti criminali: discoteche, case da gioco, video-game club richiamano tra l'altro i consumatori di droga .....

I proventi legali arrivano soprattutto dagli investimenti effettuati in Italia e all'estero. Due settimane fa le autorità hanno sequestrato i beni del Banco Scilla, una banca interamente posseduta dalla camorra.

Ora che l'Europa si avvicina al 1992, le autorità di Napoli parlano del "mercato comune ombra". Il giudice MANCUSO afferma "il mercato-comune della camorra ... si sta spostando al di là delle frontiere più rapidamente e più agilmente di quanto non stiano facendo le istituzioni ufficiali della CE".

La 'ndrangheta

La sua base è nella regione della Calabria, in particolare a Reggio Calabria: da qui la 'ndrangheta controlla la rotta del Medio Oriente dell'eroina diretta agli Stati Uniti d'America.

Essa ha anche esteso le proprie operazioni all'Italia settentrionale, di concerto con gruppi organizzati turchi. La 'ndrangheta è considerata il gruppo più aggressivo operante in Italia, ed ha strettamente cooperato con il cartello della droga colombiano, che con l'appoggio della 'ndrangheta si è installato in Spagna oltre che in Italia.

Finora poche persone sono state disposte a parlare contro la 'ndrangheta, la quale agisce come una struttura familiare particolarmente forte ed impenetrabile. Inoltre, raramente sono stati individuati nella regione calabra importanti quantitativi di droghe. Sembra che ora la 'ndrangheta sfrutti sempre più le zone urbane italiane, come quella di Milano (che è anche la capitale finanziaria, il che agevola il riciclaggio del denaro sporco) per l'organizzazione delle sue operazioni internazionali.

Gli Yakusas

Le origini degli Yakusas giapponesi risalgono al 15 secolo. Più recente, operando come società segreta che influenzava l'esercito giapponese durante l'occupazione della Manciuria e della Cina, gli Yakusas sono entrati nel traffico dell'oppio. Gli Yakusas controllavano (con dei racket di protezione) i porti giapponesi e le spedizioni, proprio come la mafia americana controllava i fondi di New York. Oggi gli Yakusas sono pesantemente coinvolti in attività finanziarie, commerciali e d'altro tipo, sia a livello illegale che a livello legale. Una recente serie di scandali bancario/politici in Giappone è direttamente collegata alle loro attività segrete. Notoriamente due ex-primi ministri giapponesi avevano legami con il potente clan Yakusa Yamaguchi-gumi.

Sul mercato della droga essi sono particolarmente potenti nel settore delle anfetamine come "Speed", "Meth" e altri prodotti , sebbene, dato il loro controllo delle attività portuali, sembrerebbe per loro relativamente facile esportare qualsiasi cosa in tutto il mondo.

La loro commistione con attività legali, commerciali e finanziarie permette loro di entrare nei consigli di amministrazione di molte grandi società giapponesi. Per esempio gli Yakusas hanno cercato, e non ci sono riusciti per poco , di entrare nel Gruppo Paribas nel 1986/87. Con la diffusione degli investimenti giapponesi in Europa e negli Stati Uniti d'America e con la sempre più frequente fondazione di società giapponesi sul continente europeo sarà possibile impedire la diffusione dell'influenza Yakusa in Europa?

A parte il clan Yamaguchi-gumi citato, ve ne sono numerosi altri attivi nel settore della criminalità della droga e contemporaneamente in attività economiche legittime, fra cui il clan Inagawa-Kai. Il padrino di questo gruppo è stato direttamente implicato nello scandalo finanziario che ha coinvolto le assicurazioni Nikko e Nomura. Boss criminali come Susumu ISHII ed altri hanno tratto grandi benefici dalle relazioni privilegiate con le banche giapponesi, che indubbiamente hanno facilitato il riciclaggio del denaro. A Tokyo, Sumiyoshi Rengo è un altro clan di grandi dimensioni implicato in vari settori della criminalità.

I capi Yakusa per penetrare nelle società legittime ricorrono ai "sokaiya" ovvero gruppi organizzati di azionisti che fanno uso di ricatto, corruzione ed altri metodi per poter controllare le assemblee degli azionisti, che in Giappone sono degli avvenimenti di grande importanza . Dal punto di vista della nostra commissione d'inchiesta, l'importanza degli Yakusas va identificata con il suo potenziale di espansione, tramite organizzazioni industriali legittime, e di conseguenza di penetrazione sul mercato europeo.

Le Triadi

Le Triadi cinesi sono tra i gruppi più "impenetrabili" della criminalità organizzata, in cui, date le marcate differenze linguistiche e somatiche, alle forze dell'ordine europee risulta particolarmente difficile infiltrarsi. Attualmente le basi principali sono Hong Kong e Taiwan. Si teme che quando Taiwan diventerà parte della Cina nel 1997, si verificherà un esodo di massa (peraltro già iniziatosi) dei membri delle Triadi verso l'Europa e in altre parti del mondo dove già esistono delle comunità cinesi. Esistono gruppi di Triadi in Gran Bretagna, in particolare a Londra, Manchester e Glasgow, ed in Olanda, specie ad Amsterdam. La loro principale fonte di reddito è l'eroina proveniente dal Triangolo d'oro del sud est asiatico. Il denaro viene frequentemente riciclato nei ristoranti cinesi, nelle case da gioco, e nei "video-shop", i cui proprietari vengono spesso costretti con mezzi intimidatori a fornire tale servizio. Una Triade può contare da 100 a qualche migliaio di membri. Ogni Triade ha il suo codi

ce e delle sue pratiche segrete. Non sono tutte coinvolte nel traffico della droga, ma ne hanno il potenziale. Il gruppo più grande è il San Yee On che conta 35.000 adepti. La loro struttura assomiglia a quella delle logge massoniche ed alcune delle loro attività fanno pensare ad un'etica di mutuo soccorso .

In Gran Bretagna sono stati identificati quattro grandi gruppi

triadici. Il Sui Fong è considerato il più diffuso ed il più sofisticato. Il 14 K, insediatosi già da qualche tempo nei Paesi Bassi, sta intensificando ora la sua attività in Gran Bretagna ed ha più, delle altre Triadi, intensi rapporti con il traffico di stupefacenti. Il gruppo 14 K fu fondato dal Kuomintang di Chiang Kai Shek negli anni '40 per sostenere la lotta anticomunista. Distinto da questi gruppi, il Wo Sing Wo ha un'ampia gamma di interessi criminali ed è conosciuto per essere una delle Triadi più violente. Non sono note le sue implicazioni con il contrabbando di droga. Un altro gruppo che si sta sviluppando nei dintorni di Londra è il Sun Yee On, originario di Hong Kong. L'organizzazione transcontinentale delle Triadi significa che esse sono implicate nel mondo della droga a tutti i livelli, dall'acquisto dei papaveri, alla preparazione di oppio e di eroina, al contrabbando - che si serve anche delle esportazioni di materiale elettronico - al commercio. L'esperienza ed il coinvolgimento conosci

uti nelle squallide case dell'oppio dell'Estremo Oriente non vanno perduti nel lavoro che essi svolgono ora nelle varie Chinatown europee. Verso la fine degli anni '70 sulla costa meridionale dell'Inghilterra, fu scoperto, a bordo di una nave ausiliaria della Flotta reale, un caso di contrabbando di droga in cui era coinvolto un capo triadico di nome Pi Yan Yee (o Georgie Pi). La nave faceva regolare servizio di trasporto vettovaglie ai soldati dell'esercito britannico del Reno, ed aveva un equipaggio composto in buona parte da cinesi.

In Gran Bretagna, nella zona di Manchester, si è insediata una numerosa comunità cinese in cui domina la Triade Wo Sing Wo. Non sono rare in quest'area le lotte di potere fra Triadi diverse. A Londra, fra le Triadi è più diffuso il traffico di narcotici, specie di eroina e oppio proveniente dal Triangolo d'oro. Sembrerebbe che ora le Triadi preferiscano dedicarsi al traffico del materiale in bulk, lasciando il mercato locale a "appaltatori". Di recente i membri della Triade 14 K hanno esteso la loro sfera di attività dai Paesi Bassi a Londra. La cooperazione tra le forze di polizia britannica, olandese, belga e lussemburghese ha consentito di individuare vari personaggi coinvolti soprattutto nel traffico di eroina. Negli ultimi tempi la Triade 14 K si è trovata in concorrenza con la Triade Tai Huen Tsai, la più potente in Olanda, ed è probabile un conflitto aperto fra i due gruppi, come già è accaduto anni fa tra altre Triadi.

La Triade Tai Huen Tsai comprende anche un nucleo di esuli della

Guardia rossa, ovvero personale addestrato militarmente proveniente dalla Repubblica popolare cinese. Questa banda deteneva il monopolio del commercio di eroina in Olanda, ed operava a livello sia di produzione che di distribuzione. Ha ramificazioni ed attività in Arnhem, Rotterdam, l'Aia, Eindhoven e Leeuwarden. I più forti concorrenti delle Triadi sono i clan turchi, che negli ultimi anni hanno notevolmente accresciuto la propria presenza e controllano ora almeno metà del mercato.

I clan turchi

Le Triadi, come si è detto, ricevono la loro eroina dal sud est asiatico. I clan turchi (e talvolta anche pakistani) che lavorano nei circuiti della droga ricevono l'eroina dal "Corno d'oro" dell'Afghanistan e del Pakistan nell'Asia sud-occidentale. Le cose, tuttavia, non stavano sempre in questi termini. Negli anni '70, la Turchia stessa era un forte produttore di oppio e di morfina. Questi venivano generalmente trasportati via mare a Marsiglia (sede della Mafia connection francese) dove venivano raffinati e trasformati in eroina. Grazie alle azioni del governo turco, però, la produzione di eroina è stata eliminata radicalmente ed è stato pertanto necessario spostare le coltivazioni di papaveri, appunto verso l'Asia sud-occidentale. Grazie alla sua posizione strategica (di cui parleremo ancora nel capitolo riservato alle grandi vie della droga) lungo le rotte terrestri e marittime dell'Asia, la Turchia è un paese di transito di fondamentale importanza. A ciò si aggiunge un altro fenomeno, ovvero la massi

ccia espansione delle comunità di emigranti turchi negli altri paesi europei, specie Olanda, Germania ed Italia. Oltre due milioni di Turchi vivono legalmente e legittimamente in vari paesi europei, fornendo, però, una copertura a numerose bande criminali organizzate, implicate non solo nel commercio della droga, ma anche nell'immigrazione clandestina e nel traffico d'armi in cooperazione con i gruppi mafiosi italiani. Nel 1990, 700 turchi sono stati arrestati in Europa per traffico di droga.

Sono state identificate varie organizzazioni turche, per lo più strutturate su rapporti di parentela. Il clan più noto è forse il Mussululu (di cui si parla molto in un'inchiesta parlamentare svizzera del novembre 1989).

Sono inoltre attive nel traffico di droghe (spesso in collegamento con la mafia e la 'ndrangheta) le seguenti organizzazioni: la famiglia Tirnovali, la famiglia Capan, la famiglia Baybassin, i fratelli Gueven, la famiglia Ekinci, la famiglia Unlu, il gruppo Sami Hostan, la famiglia Canturk, i fratelli Havar, la famiglia Epguler e il gruppo Erez e Uzun mehemet. Alcune di tali organizzazioni hanno operato anche da basi situate in Ungheria.

Altri clan etnici

Nel circuito che introduce stupefacenti in Europa, oltre alle organizzazioni familiari turche, sono stati individuati anche altri gruppi etnici. Fra tali gruppi, il più importante è quello dei baroni pakistani della droga, i quali operano prevalentemente dalle regioni tribali della frontiera nord-occidentale del Pakistan, svolgendo la loro attività in cooperazione con altri gruppi criminali basati in Europa occidentale. Il regime del generale Zia ha attribuito una considerevole protezione ai baroni della droga pakistani. Ciò è stato accertato nel contesto di processi penali in Norvegia. Un certo Hamid Hasnain non solo era coinvolto nell'organizzazione del traffico di droga, ma era anche vicepresidente della Habib bank pakistana, attraverso la quale venivano riciclati i proventi della droga. Per tali reati un tribunale norvegese ha condannato Hasnain a 14 anni di detenzione. Un altro banchiere, Anwarul Haq, riciclava denaro sporco tramite la BCCI di Dubai. Questi fatti sono emersi dal processo ad Abdul Rashid

il quale, lavorando per la Kreditkassen Bank di Oslo, aveva ritrasferito in Pakistan milioni di dollari incassati con il traffico di droga.

A seguito dell'elezione di Benazir Bhutto, sono emersi numerosi altri episodi di coinvolgimento dei pakistani nell'organizzazione della produzione illegale di oppio, morfina ed eroina nelle regioni tribali frontaliere. Tuttavia, dopo la deposizione di Benazir Bhutto, nuovi timori sono stati manifestati dalla DEA quanto alla continuazione della protezione dei baroni della droga da parte di alcuni esponenti dell'attuale maggioranza governativa pakistana. Nel settembre 1991, l'Ente francese per il coordinamento della lotta contro la droga (OCRTIS) ha comunicato di avere sgominato una rete di trafficanti di eroina guidata da pachistani, che forniva la Francia, la Spagna e il Regno Unito. Il capo dell'organizzazione, Abdul Rezik Mallil, di doppia cittadinanza britannico/pachistana, che è stato arrestato, era ricercato della polizia dal 1986. In tale occasione, sono stati sequestrati 10 kg di eroina. Va anche ricordato che la BCCI è nata nel Pakistan, e che la banca ritrasferiva in Pakistan gran parte dei suoi

profitti. Nel famoso processo BCCI/Noriega, svoltosi in Florida, la giuria d'accusa ha incriminato il rappresentante di Miami della banca per riciclaggio di denaro sporco.

E' stato scoperto anche un coinvolgimento iraniano nel traffico di droghe, ed è stata dimostrata la partecipazione delle seguenti organizzazioni: Ali Huseyin, Hali Cabbari e Haci Bozan - tutte persone in esilio in Turchia e nell'Europa occidentale. E' opportuno ricordare che le autorità iraniane hanno inflitto pene assai pesanti ai trafficanti di droghe. Spesso gruppi iugoslavi, abitanti del Bangladesh e di Sri Lanka, e Tamul sono maggiormente utilizzati come corrieri e trasportatori.

Negli ultimi due casi, sono stati combinati scambi di droga per armi allo scopo di fornire armi per l'attuale guerra civile in Sri Lanka. Quello nigeriano è il gruppo etnico più numeroso ad essere stato accusato in Europa di traffico di droghe, in particolare dall'Estremo Oriente e dalla Mezzaluna d'oro.

Bande motociclistiche organizzate

Parallelamente a numerosi club motociclistici europei che organizzano rally ed incontri per i fanatici del motociclismo, si è sviluppato il fenomeno di gruppi di motociclistici fuori legge, che vivono soprattutto dei proventi del commercio di stupefacenti.

Sono stati identificati come "Hells Angels" (senza peraltro confonderli con tutti gli altri gruppi omonimi), ma si stanno ancora raccogliendo informazioni sulla specifica struttura della loro organizzazione.

Queste bande motocicliste fuori legge sono riconoscibili per i loro "colori" e la frequente scelta del segno "1%", simbolo della loro storia e dei loro valori illeciti. Essi si dedicano al traffico di hashish ed anfetamine ed altri psicotropi quali LSD, ecstasy, angel dust e speed.

Nel giugno 1991 una banda di "Hells Angels" è stata arrestata dalla polizia francese, e trovata in possesso di considerevoli quantità di droghe ed armi. A Parigi, il 26 luglio 1991 una banda di "fuorilegge"è stata arrestata da DNRED e OCRTIS (cfr. infra) nei locali di un laboratorio per la produzione di "ecstasy", successivamente smantellato. I membri della banda sono in attesa di processo.

Organizzazioni polacche

Quantità crescenti di anfetamine confiscate in Germania ed in altri paesi dell'Europa settentrionale sono di produzione polacca. Si ritiene che gli ingredienti chimici essenziali, necessari per confezionarli, vengano acquistati in Germania e Belgio. Pare che la produzione ed il traffico di anfetamine e di altre droghe sintetiche particolarmente ricercate sia prerogativa dei Polacchi o di cittadini polacchi trasferitesi nell'Europa occidentale.

E' noto che in Polonia esistono numerose fabbriche, e 70 persone sono state arrestate perché implicate nel traffico della droga. Sembrerebbe che le organizzazioni criminali coinvolte siano in grado di produrre anfetamine ad elevato grado di purezza, il che significa che dispongono di equipaggiamento eccellente e di chimici altamente qualificati.

Queste organizzazioni oltre a dedicarsi al commercio degli stupefacenti operano anche in altri settori del crimine: falsificazioni, contraffazioni, furto organizzato di autovetture, rapine, ecc. La maggioranza dei loro prodotti viene esportata attraverso il Baltico o attraverso il confine di terra con la Germania.

Secondo fonti della polizia tedesca, le bande di criminalità organizzata della Polonia hanno una struttura gerarchica con numerose suddivisioni. I corrieri utilizzati per il trasporto delle anfetamine sono considerati sacrificabili dalle organizzazioni criminali.

LE ROTTE DEL COMMERCIO DEGLI STUPEFACENTI ILLECITI

Aree di produzione

Eroina: le piantagioni di papavero per la produzione di eroina sono situate soprattutto nel Triangolo d'oro del Sud Est Asiatico, nel Corno d'oro dell'Asia sud-occidentale e nella valle del Bekaa in Libano. L'oppio e la morfina che costituiscono la base dell'eroina possono essere trasportati per la raffinazione in Europa (Spagna e Italia), oppure raffinati direttamente vicino ai centri di produzione dei papaveri e dell'oppio. Un altro centro di coltivazione dell'oppio è il Messico, che esporta poi negli Stati Uniti.

Produzione annua: 400 tonnellate.

Cocaina: viene prodotta principalmente nell'America del Sud (Colombia, Perù e Bolivia) e da qui esportata in tutto il mondo. Produzione annua: oltre 1000 tonnellate. Hashish (cannabis): viene prodotto in Libano, Pakistan, Afghanistan, Giamaica, Colombia, Marocco e Messico e sempre più frequentemente negli USA. In Olanda viene coltivato in serra.

Di recente è emerso che hashish prodotto negli Stati meridionali dell'Unione Sovietica sta raggiungendo l'Europa occidentale. Sostanze psicotrope, anfetamine, ecc.: vengono in genere prodotte localmente con ingredienti chimici importati dagli stati della Comunità europea. Alcuni paesi, come la Polonia, si stanno specializzando nella produzione illegale di queste droghe.

La rotta balcanica

Questa consolidata via di collegamento fra l'Europa ed il Medio ed Estremo Oriente è storicamente anche un'importante rotta del traffico clandestino della droga. Viene utilizzata per trasportare consistenti quantitativi di eroina dall'Asia sudoccidentale e dal Libano, nonché altre droghe, specie hashish, da vari paesi del Medio Oriente. E' stato proprio il crescente numero di sequestri effettuati negli ultimi anni lungo questa rotta a confermare il timore che il traffico dell'eroina si stava espandendo sempre di più.

LA VIA DELL'EROINA ATTRAVERSO I BALCANI

LA ROTTA DEI BALCANI

DIVERSI ITINERARI, UGUALI DESTINAZIONI

SEQUESTRI DI EROINA IN EUROPA 1988 - 1990

(DATI PROVENIENTI DA VARI FONTI)

Diminuendo la produzione di eroina nel Triangolo d'oro agli inizi degli anni '80 (a causa della siccità) si è registrato un aumento della produzione di eroina nel Corno d'oro, ai confini dell'Afghanistan e del Pakistan. I proventi del commercio dell'eroina servivano all'acquisto di armi per la resistenza afghana impegnata contro il governo filosovietico di Kabul. Fino al 1985 la maggior parte dell'eroina originaria di quest'area veniva spedita in Europa via mare o via area confusa con il normale traffico commerciale. Per il contrabbando aereo si sfruttano soprattutto i corrieri nigeriani.

Man mano che i quantitativi crescevano, sono state utilizzate sempre più spesso le rotte terrestri, soprattutto quelle che percorrevano Iran e Turchia. Attualmente la Turchia è considerata il principale paese di transito per i derivati dell'oppio. Il commercio illegale dei narcotici si svolge soprattutto in primavera ed in estate, quando la merce attraversa la frontiera turco-iraniana agli impervi valichi di montagna di Gurbulak, Kapikoy e Essendere. Le aree di raccolta sono le città di Diyarbakir, Erzurum, Gazantiep e Van.

In Turchia, attraverso la Siria, arriva anche eroina libanese,

sebbene cospicue quantità della produzione del Libano vengano dirette in Europa via Cipro. Istanbul è il principale centro di smistamento per l'eroina destinata al mercato europeo.

EROINA DELL'ASIA S.O.

Aree di produzione

ROTTE COMMERCIALI VIA TERRA VIA MARE TRANSITO INTENSO

OCEANO INDIANO

Gli stupefacenti oppiati partono dai porti turchi e, attraverso Grecia e Italia, approdano a Marsiglia dove nel 1989 fu sequestrata una partita di ben 30 kg di eroina. Un'altra linea percorsa sempre più frequentemente conduce dalla Turchia alla Romania attraverso il Mar Nero. Le rotte marittime, tuttavia, sono utilizzate soprattutto per il traffico di hashish in bulk, mentre il contrabbando di oppiati e di eroina preferisce servirsi dei numerosissimi autocarri per trasporto merci o dei mezzi passeggeri.

E' stato registrato un notevole incremento del traffico regolare lungo le autostrade che dalla Turchia conducono in Europa; il BKA tedesco calcola che nel 1988 il movimento di veicoli lungo la rotta balcanica risultasse così composto: 4,3 milioni di auto private, 380.000 autocarri, 25.000 motociclette e 56.000 corriere.

E' molto comune l'impiego di autocarri TIR (Transport International Routier) che aderiscono ad un sistema doganale internazionale e non sono, pertanto, soggetti al controllo doganale a fini fiscali. Proprio a bordo di TIR nel 1990 sono state sequestrate partite di eroina per un totale superiore ad una tonnellata: la droga era nascosta in doppi fondi o confusa con il carico. Le autorizzazioni relative a questi autocarri, e l'accesso alle targhe TIR dovrebbero essere soggetti ad un controllo internazionale più rigoroso. Si dovrebbe invitare il Consiglio di cooperazione doganale a formulare raccomandazioni in materia.

SEQUESTRI DI EROINA - ROTTA BALCANICA

INCREMENTI

Le partite di eroina che partono dal Corno d'oro e percorrono la rotta balcanica arrivano nella Comunità europea in vari centri di raccolta come evidenziato nella tabella .... Per la polizia ed i funzionari di dogana l'intercettazione è un compito a dir poco arduo, in quanto le risorse assegnate ai punti doganali esterni, dove deve transitare un numero enorme di veicoli, sono assai limitate. Tuttavia, il ricorso a spedizioni controllate ed una crescente esperienza da parte di polizia e dogana si sta rivelando efficace in termini di arresti e sequestri. I contrabbandieri di stupefacenti sono costretti ad adeguarsi ad una sempre più massiccia presenza delle forze dell'ordine. La rotta tradizionale attraverso i Balcani ha però alcune varianti. Particolarmente importanti sono quelle che conducono dall'Iran, attraverso il sud dell'Unione Sovietica, fino alla costa baltica, dove il materiale viene imbarcato alla volta di Rotterdam e di altri porti europei (recentemente il ministro degli interni sovietico ha dichi

arato che nella prima parte del 1991 i crimini collegati alla droga sono aumentati del 40% rispetto allo stesso periodo nel 1990).

Il traffico balcanico regolare, turbato dalla crisi iugoslava, è stato in vasta misura deviato attraverso la Romania e l'Ungheria. I controlli doganali e i controlli all'interno di paesi quali Romania, Ungheria e Cecoslovacchia non sono particolarmente efficaci, a causa delle tensioni ai confini fra tali paesi. La scoperta di una rete albanese/iugoslava di traffico di droga e di armi ha evidenziato un altro esempio dello sfruttamento della droga per finanziare uno sforzo bellico. Questo nuovo sviluppo è a sua volta sufragato dai collegamenti croati con l'America meridionale (nell'agosto 1991 ha avuto luogo in Croazia il sequestro di un quantitativo considerevole di cocaina).

Africa

Anche l'Africa è diventata parte integrante dell'organizzazione dei narcotrafficanti. Dopo essere stata trascurata a lungo, appare ora, grazie alle sue deboli strutture amministrative, alla diffusa corruzione ed ai suoi rapporti con la CE che sono, nonostante tutto privilegiati, un'area di transito ideale sia per l'eroina dell'Asia sudorientale e sudoccidentale, sia per la cocaina proveniente dall'America del Sud.

L'esistenza di legami post-coloniali, inoltre, ha incoraggiato l'insediamento di molte famiglie africane nel nord Europa, specie in Gran Bretagna, Francia e Belgio. Queste comunità di immigrati, già esposte ad intimidazioni razziste ed a crescenti pressioni xenofobiche, vengono sfruttate crudelmente anche dai nuovi baroni del traffico della droga che hanno le loro basi in Nigeria, Zaire ed altri stati del continente africano. Del resto, la povertà che ancora opprime città come Lagos, Nairobi e Kinshasa è tale che singoli individui sono disposti ad assumersi il rischio di trasportare qualche ettogrammo di eroina al destinatario europeo pur di guadagnare l'equivalente di parecchi anni di lavoro. In certi paesi la corruzione ha raggiunto una tale diffusione che, notoriamente, anche importanti uomini d'affari o diplomatici si sono prestati a fare da vettori della droga.

Il paese più gravemente implicato nel traffico di stupefacenti sembra essere la Nigeria: il paese più esteso, più ricco e più popolato dell'Africa. L'areoporto di Lagos è il principale terminal di transito aereo dell'Africa occidentale. Per i Nigeriani, che in genere non producono droghe illecite, è molto facile recarsi nel subcontinente indiano a ritirare la droga e trasportarla quindi alla prevista destinazione europea. Alla fine del 1990, più di 2000 nigeriani erano stati arrestati per reati connessi al traffico di droga, 1800 dei quali nel Regno Unito.

Le più intense attività commerciali ed il frequente interscambio di studenti dei paesi del Sud, fra cui Nigeria ed India, hanno fornito un'utile copertura ai trafficanti di eroina nigeriani, che hanno sfruttato iniziative destinate ad una ben più nobile promozione dello sviluppo. L'India, in effetti, è la base di lancio dell'eroina prodotta nel Corno d'oro e destinata all'Europa (per vie diverse dalla rotta balcanica) ed agli USA. L'India coordina anche parte del traffico proveniente dal Triangolo d'oro, ovvero quella parte che non arriva alla costa occidentale degli Stati Uniti attraverso i canali delle Filippine, Singapore o Malaysia. Presenti in Gran Bretagna e negli USA (dove, a Boston e a Washington, sono stati individuati racket nigeriani già nel 1984), le reti della criminalità organizzata nigeriana forniscono soprattutto corrieri che consegnano le partite di droga agli operatori intermedi del mercato che provvedono poi allo spaccio "al dettaglio".

Le operazioni nigeriane sono ormai di portata globale. Ma, sapendo di essere oggetto di particolare attenzione da parte delle dogane e della polizia internazionale, i boss nigeriani si valgono anche di corrieri europei o di altre etnie africane, come gli abitanti del Togo, del Camerun (vicino della Nigeria) che hanno corrispondenze in Francia o in altri paesi europei.

EROINA DELL'ASIA SUD-OCCIDENTALE E SUD-ORIENTALE

ROTTE AEREE AFRICANE

SEQUESTRI DI EROINA AFRICANA

1984 - 7 kg

1985 - 7 kg

1986 - 80 kg

1987 - 140 kg

1988 - 220 kg

1989 - 260 kg

1990 - 210 kg

Sempre più numerosi sono i cittadini nigeriani arrestati, soprattutto in Gran Bretagna, per traffico di eroina. Spesso piccole quantità di droga vengono confenzionate dentro condom che vengono quindi nascosti negli orifizi anatomici o inghiottiti. I sequestri di eroina che hanno visto coinvolte le bande nigeriane sono aumentati dai 65 kg del 1987 ai 100 kg del 1990. L'Africa è un'area di transito sempre più frequente anche per il traffico di cocaina. Man mano che si sono diversificati i centri di esportazione dell'America centrale e merdionale (vedasi più avanti nel testo), i paesi africani di lingua portoghese, che hanno stretti contatti sia con il Brasile sia con il Portogallo, sono stati scelti come aree di transito per la cocaina. Si suppone che il più intenso traffico di merce conteinerizzata fra l'America meridionale e l'Africa serva a nascondere notevoli quantità di cocaina che le dogane di molti stati africani non sono in grado, con le dotazioni in loro possesso, di individuare. I numerosi punti di

uscita dall'Africa verso l'Europa - anche Europa orientale - sono utilizzati indifferentemente.

Al tempo stesso, molti paesi africani profondamente consapevoli della gravità del problema, stanno cercando aiuti per combattere il fenomeno dei trafficanti di stupefacenti. Ghana, Guinea, Madagascar, Nigeria, Senegal, Togo e Uganda hanno ratificato (nel maggio 1991) la Convenzione dell'ONU del 1988 (ratificata anche dalla CE) per consolidare la propria posizione ed assicurarsi una maggiore assistenza.

L'Africa risente anche dei problemi collegati al consumo degli stupefacenti, ed il contrabbando della droga sta cominciando a svolgersi, con metodologie diverse, anche lungo linee che vanno dall'Europa verso l'Africa. I prodotti più frequenti sono le anfetamine ed i sedativi. L'Ente Internazionale per il Controllo dei Narcotici (appartenente ora all'UNDCP) teme che prodotti farmaceutici vengano dirottati verso un commercio illegale in Africa, sopprattutto in quanto è noto che molte società farmaceutiche sono coinvolte in pratiche di dumping di medicinali sul mercato africano. L'UNDCP sta facendo il possibile per bloccare tale fenomeno ed è già riuscito ad impedire che circa 100 tonnellate di sostanze psicotrope, prodotte legalmente, venissero svendute in Africa. C'è, non di meno, il grave rischio che, come avviene nelle aree di produzione, anche molti paesi africani vedono la propria popolazione rimanere vittima delle droghe pesanti, mentre già fanno la loro comparsa campi di papaveri e di coca.

L'hashish si sta diffondendo in Kenya e Senegal dove operano, a quanto pare, organizzazioni olandesi e racket italiani. Il pauroso collo di prezzo subito dalla maggioranza dei prodotti tipici del continente africano (caffé, thé, zucchero, arachidi) non fa che incoraggiare gli agricoltori africani a passare a culture più lucrative. Tutti i porti dell'Africa sono virtualmente coinvolti anche in questo traffico con l'Europa.

Il crescente coinvolgimento di paesi africani nel traffico di droga si riflette anche nell'utilizzazione del sistema bancario quale strumento per il riciclaggio di denaro sporco. Sfruttando le agevolazioni offerte dalla zona del franco, dove non esistono problemi di convertibilità, i proventi della droga vengono riciclati nel sistema finanziario internazionale. A sua volta l'economia liberiana, basata sul dollaro, facilita (o facilitava) il riciclaggio del denaro sporco. Il gruppo di azione finanziaria del G7 è stato sensibilizzato a questo problema. La BCCI effettuava operazioni in Africa, e la DEA ha calcolato che la metà del fatturato della banca era realizzato in tale continente, dove dispone di 400 agenzie. Nell'agosto 1991 si è saputo che buona parte dei clienti della BCCI ere costituita da libanesi residenti in paesi della zona del franco, oppure da indiani o pachistani di paesi anglofoni .

America centrale e meridionale

All'ingegnosità dei più grandi produttori di cocaina nel mondo fa riscontro la capacità delle forze dell'ordine di intercettare i trafficanti. Per i cartelli colombiani di Medellin e Calì, l'Europa rappresenta potenzialmente il mercato più vasto e quello in grado di pagare i prezzi più alti per i loro prodotti. Non sorprende, pertanto, che vengano spese risorse cospicue per inoltrare hashish e cocaina in Europa.

Entrambi i principali cartelli colombiani hanno creato basi all'interno dell'Europa per facilitare il traffico di droga e il riciclaggio del denaro sporco. I loro principali collegamenti si trovano in Spagna e in Italia; i tentativi di creare o consolidare collegamenti nel Regno Unito e in altri paesi dell'Europa settentrionale si sono dimostrati più difficoltosi. Tuttavia, attualmente sei cause sono discusse di fronte ai tribunali lussemburghesi, e varie persone sono state accusate di riciclaggio di proventi della droga per conto dei cartelli di Medellin e di Cali. Le autorità bancarie lussemburghesi hanno congelato 130 milioni di dollari USA.

Come abbiamo illustrato in precedenza, le vie seguite dai cartelli della cocaina per arrivare in Europa passano attraverso l'Africa. Ma mentre in passato erano coinvolti solo pochi paesi latino-americani, ovvero i paesi produttori, è ora evidente che quasi tutti prendono parte al "business" dell'esportazione. E' difficile che sfuggano certi legami privilegiati tra Suriname e Olanda, o anche fra i paesi ispanici e la Spagna. Nel settembre 1991 il Ministro della giustizia olandese ha confermato che criminali del Surinam coinvolti nel traffico di droga si erano infiltrati nei ministeri e negli enti locali olandesi. Un recente studio dell'IRELA - Istituto per le relazioni tra l'Europa e l'America Latina - ha analizzato l'impatto politico del traffico della droga nei paesi dell'America Latina ed in generale l'importanza della "narcoeconomia" . Lo studio rivela chiaramente che i circuiti - latino-americani di commercio di stupefacenti sono ben finanziati ed armati poderosamente: è quindi facile per loro "comper

are" gli individui corruttibili e terrorizzare gli onesti. L'Argentina presenta recenti casi di questo tipo di corruzione, con collegamenti ai massimi livelli dello Stato. Altrettanto è accaduto nel Suriname dove i guerriglieri usavano la droga per acquistare armi, e inviavano la loro "roba" in Francia attraverso la Guyana francese. Altri, invece, seguivano una rotta più diretta, fra Paramaribo e Amsterdam/Rotterdam, spesso attraverso le Antille olandesi.

Le spedizioni brasiliane provenienti dalla regione amazzonica hanno facile accesso in Portogallo, che non dispone di forze doganali davvero efficienti e costituisce, insieme a Grecia ed Italia, il "ventre molle" delle difese antidroga dell'Europa. Dai Caraibi partono alla volta dell'Europa notevoli quantità di cocaina ed hashish. Non è solo il ricco movimento turistico ad essere interessato al trasporto aereo da un'isola all'altra: i collegamenti tra la terra ferma dell'America centrale e meridionale e le isole possono essere assicurati anche da piccole imbarcazioni o da aereoplani leggeri. Droga e denaro sono una facile accoppiata, e molte isolette caribiche sono anche porti sicuri per i profitti dei cartelli e dei trafficanti.

Le rotte della droga sono scontate e agevolmente identificabili: dalle Antille francesi alla Francia, dalle Antille olandesi all'Olanda, da Cuba a Lussemburgo e Spagna, dalla Giamaica e Trinidad e Tobago al Regno Unito.

 
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