RISOLUZIONE B3-0239, 0273 e 0277/93
Risoluzione sulla situazione in Bosnia-Erzegovina
Il Parlamento europeo,
A.costernato per le violenze di cui continua a essere teatro la Bosnia-Erzegovina, per la recrudescenza del conflitto in Croazia e per la minaccia che le ostilità si estendano al Kosovo, alla Macedonia e addirittura alla Vojvodina, infiammando regioni confinanti con l'ex Jugoslavia,
B.ribadendo la sua più ferma condanna per i tremendi atti di violenza di cui sono vittime le donne, i bambini e gli uomini della Bosnia-Erzegovina, come conferma la relazione Warburton,
C.condannando con la massima fermezza gli attacchi contro i convogli umanitari, unica speranza di una popolazione minacciata dalla carestia e dal freddo,
D.constatando l'incapacità dell'ONU a imporre l'accordo concluso un anno fa sulla Crajna e su altre regioni croate occupate dai Serbi e deplorando gli attacchi croati in questa regione,
E.tenendo conto della necessità di riconoscere l'ex repubblica jugoslava della Macedonia, in modo da assicurare la stabilità della regione, nonché del Memorandum presentato dal governo ellenico alle Nazioni Unite,
F.plaudendo alle misure adottate dal Consiglio nell'intento di favorire l'ingresso nell'ONU e in altre organizzazioni internazionali della ex repubblica jugoslava della Macedonia,
G.ricordando le sue precedenti risoluzioni sulla Bosnia-Erzegovina, soprattutto quella del 21 gennaio 1993 ,
1.riafferma il proprio interesse per una soluzione diplomatica del conflitto, sottolinea la necessità di garanzie effettive per l'esecuzione di qualsiasi accordo raggiunto e considera utile la proposta americana;
2.invita i membri del Consiglio di sicurezza dell'ONU a presentare quanto prima proposte costruttive in grado di sbloccare la situazione di stallo creata dal piano Vance-Owen; considera ancora possibili talune modifiche di questo piano ma mette in guardia da qualsiasi iniziativa che abbia come risultato la necessità di ricominciare tutto da capo;
3.decide di inviare una propria delegazione nelle zone della Bosnia-Erzegovina dove la convivenza multietnica non è stata ancora distrutta e va pertanto difesa, come per esempio, a Sarajevo, nella regione di Tuzla, nella Vojvodina, nelle zone UNPR, nonché nel Kosovo e nella ex repubblica jugoslava della Macedonia, soprattutto allo scopo di studiare le implicazioni dell'accordo di Ginevra per la Comunità europea;
4.invita i governi della Grecia e della ex repubblica jugoslava della Macedonia a sfruttare le presenti possibilità per discutere, alla presenza di un arbitro, tutti i problemi menzionati nella dichiarazione del governo ellenico all'ONU nonché altri aspetti importanti, al fine di pervenire ad accordi per una cooperazione pacifica e costruttiva;
5.invita la Comunità a predisporre le misure necessarie per una rapida partecipazione della ex repubblica jugoslava della Macedonia ai programmi di aiuti e ad altri progetti internazionali della Comunità;
6.chiede che nel Kosovo vengano ristabilite condizioni minime di vivibilità civile e ripristinate le garanzie costituzionali illegalmente revocate e chiede a tal fine che vengano inviati nel Kosovo osservatori internazionali;
7.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al Consiglio di sicurezza dell'ONU, ai negoziatori della Conferenza di Ginevra, al governo della Grecia e al governo dell'ex repubblica jugoslava della Macedonia.