Testo adottato il 13.2.92Il Parlamento europeo,
A.     ricordando le sue precedenti risoluzioni sulla situazione
       politica e dei diritti umani in Sudafrica,
B.     soddisfatto per i progressi compiuti verso lo
       smantellamento dell'apartheid,
C.     rallegrandosi soprattutto per i risultati raggiunti nella
       riunione della CODESA (Convenzione per un Sudafrica
       democratico) del dicembre scorso,
D.     considerando che, a seguito della sua prima riunione, la
       CODESA ha istituito una serie di gruppi di lavoro che
       dovranno presentare un rapporto nel marzo 1992,
E.     prendendo atto dell'invito rivolto alla Comunità europea
       di presenziare all'apertura dei lavori della CODESA,
F.     rilevando con preoccupazione che l'elettorato bianco avrà
       il diritto di respingere, mediante referendum, gli accordi
       raggiunti in seno alla CODESA sui mutamenti
       costituzionali,
G.     lamentando che il processo negoziale continua a essere
       minacciato dalla violenza e dal fatto che il governo
       sudafricano non ha liberato tutti i prigionieri politici,
H.     considerando positivamente l'iniziativa del proprio
       Presidente del 4 dicembre 1991 volta a ottenere dal
       Presidente in carica del Consiglio l'assicurazione che non
       vi saranno azioni di alleggerimento delle sanzioni senza
       la consultazione del Parlamento europeo,
I.     consapevole del potenziale di crescita sociale ed
       economica dell'Africa australe e convinto che l'era post-
       apartheid fornirà l'occasione per lanciare un programma
       concreto di cooperazione e sviluppo a partire dall'Africa
       del Sud,
1.     si congratula per i primi risultati positivi della
       riunione della CODESA, del dicembre 1991;
2.     ribadisce il suo pieno appoggio a un nuovo ordine
       costituzionale democratico non razzista, basato
       sull'universalità del suffragio, che rappresenta la base
       internazionalmente accettata di una soluzione politica
       negoziata nel Sudafrica;
3.     plaude agli attuali colloqui finalizzati all'instaurazione
       di un governo provvisorio rappresentativo di tutto il
       popolo sudafricano e auspica che essi vengano conclusi nel
       più breve tempo possibile;
4.     invita il Consiglio e la Commissione a non prendere
       nessuna nuova iniziativa in materia di sanzioni nei
       confronti del Sudafrica fintantoché non sarà stato
       raggiunto  un accordo sulla  costituzione di un governo
       provvisorio e non saranno noti i risultati dei gruppi di
       lavoro istituiti dalla CODESA;
5.     invita il Consiglio e la Commissione a riconoscere
       diplomaticamente il governo provvisorio fin dal suo
       insediamento e a elevare le loro rappresentanze in
       Sudafrica al rango di Ambasciata, ma di non assumere
       alcuna iniziativa in tale campo  fintantoché tale governo
       non si sarà insediato;
6.     lamenta di non essere stato consultato ma accetta la
       posizione adottata dal Consiglio per quel che riguarda la
       sospensione delle sanzioni del 1986, insistendo comunque
       sulla necessità di tener conto, a livello di applicazione,
       dei lavori dei gruppi di lavoro CODESA, i cui risultati
       saranno conosciuti a partire dal mese di marzo, nonché del
       parere del Parlamento europeo;
7.     chiede il rilascio immediato e incondizionato di tutti i
       prigionieri politici in Sudafrica nonché la piena
       attuazione dell'Accordo nazionale di pace del 14 settembre
       1991;
8.     riconosce l'importanza dello speciale programma della
       Comunità per le vittime dell'apartheid durante questo
       periodo di transizione;
9.     sollecita la Comunità a esaminare, a tempo debito, le
       modalità che consentano tanto di formalizzare rapporti di
       commercio e cooperazione con il nuovo Sudafrica emergente
       quanto di fare di tale paese l'interlocutore di una nuova
       iniziativa volta a promuovere la cooperazione e lo
       sviluppo nella regione dell'Africa australe;
10.    incarica il suo Presidente di trasmettere la presente
       risoluzione al Consiglio, alla Commissione, agli
       organizzatori della Convenzione per un Sudafrica
       democratico, al governo sudafricano, al Congresso
       nazionale africano e al Segretario generale delle Nazioni
       Unite.