Testo adottato il 13.2.92Il Parlamento europeo,
A. considerando l'ultima relazione di Amnesty International
sulle continue violazioni dei diritti umani in Cina e in
Tibet e l'elevato numero di detenuti politici ancora in
carcere,
B. richiamando l'attenzione sull'intensificarsi delle
persecuzioni nei confronti di quanti praticano la propria
religione, buddisti, cattolici, protestanti e musulmani,
C. consapevole del problema della sovrappopolazione in Cina,
che deve essere affrontato e risolto nel pieno rispetto
dei diritti umani, e scandalizzato pertanto dalle notizie
di donne costrette ad abortire contro la loro volontà,
D. considerando la dichiarazione del Consiglio del 17
dicembre 1991 concernente le relazioni con la Cina,
seconda la quale gli Stati membri e la Commissione si
asterranno dall'avviare iniziative commerciali con la
Cina,
E. ricordando le sue precedenti risoluzioni sul mancato
rispetto dei diritti umani in Cina e la propria
risoluzione del 22 novembre 1991 sui diritti umani, la
democrazia e lo sviluppo ,
1. chiede il rilascio di tutti coloro il cui solo reato
consiste nella pratica della propria fede religiosa, in
conformità dell'articolo 36 della Costituzione cinese del
1982, nonché di quanti chiedono pacificamente
l'introduzione di diritti democratici;
2. chiede al governo cinese di garantire l'immediata
cessazione degli aborti coatti e di perseguire i
responsabili degli stessi;
3. sollecita in particolare il rilascio: a) del Vescovo
cattolico Paul Li Zhenrong, condannato a 15 anni di
carcere nel 1957 ma detenuto fino al 1980 per essere
nuovamente arrestato il 20 novembre 1991; b) dei monaci
Lobsang Tsondrue e Terpa Wangdrak, del contabile Terpa
Phulchung, e dell'artista Bhu Penpa, tutti tibetani che
stanno scontando in condizioni di estremo disagio lunghe
pene detentive per reati quali il possesso di una bandiera
tibetana o di manifesti inneggianti all'indipendenza del
Tibet e per aver preso parte a pacifiche manifestazioni;
chiede inoltre la liberazione del quarantacinquenne Tamdin
Sithar, tibetano, che sta scontando una pena detentiva di
12 anni inflittagli nel 1984 dalle autorità cinesi perché
trovato in possesso di una dichiarazione del Dalai Lama;
4. esprime la propria preoccupazione per le condizioni in cui
sono detenuti i prigionieri, in particolare per quanto
concerne le possibilità di trattamento medico, che
sembrano spesso quasi inesistenti;
5. invita tutti gli Stati membri ad attenersi scrupolosamente
alla posizione presa dal Consiglio del 17 dicembre 1991;
6. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente
risoluzione alla Commissione, al Consiglio, alla
Cooperazione politica europea, al governo della Repubblica
popolare cinese e al Dalai Lama.