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Parlamento Europeo - 13 febbraio 1992
PARTECIPAZIONE DELLA COMUNITA' ALL'UNCED - PROTEZIONE DELLE FORESTE
Testo adottato il 13.2.92

a) RISOLUZIONE A3-363/91

sulla partecipazione della Comunità europea alla Conferenza delle

Nazioni Unite sull'ambiente e lo sviluppo (UNCED)

Il Parlamento europeo,

- vista la proposta di risoluzione dell'on. Staes e altri sulla

partecipazione della CE alla Conferenza delle Nazioni Unite

sull'ambiente e lo sviluppo (B3-682/91),

- vista la risoluzione n. 44/228 dell'Assemblea generale ONU

concernente una Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente

e lo sviluppo,

- visto il rapporto della Commissione mondiale per l'ambiente e

lo sviluppo ("rapporto Brundtland", 1987) nonché i rapporti

elaborati dalla commissione Brandt e dalla commissione Palme,

- viste le conclusioni della Conferenza dei Ministri europei

dell'ambiente svoltasi nel giugno 1991 a Dobrís, in

Cecoslovacchia,

- vista la comunicazione della Commissione intitolata "Una

piattaforma comune: orientamenti per la Comunità in vista

dell'UNCED 1992" ,

- vista la comunicazione della Commissione intitolata "Una

strategia comunitaria per limitare le emissioni di anidride

carbonica e migliorare l'efficienza energetica" ,

- vista la relazione della sua commissione per la protezione

dell'ambiente, la sanità pubblica e la tutela dei consumatori

(A3-363/91),

A. considerando che lo sviluppo sostenibile è un processo di

evoluzione in cui lo sfruttamento delle risorse, la

destinazione degli investimenti, le linee di sviluppo

tecnologico e le modifiche istituzionali debbono rispondere

alle esigenze presenti e future,

B. considerando che è assolutamente necessario delineare una

strategia tale da garantire uno sviluppo sostenibile e che ciò

comporterà il coinvolgimento dei cittadini e delle istituzioni

democratiche, oltre a un approccio politico che evidenzi

l'interdipendenza dei fattori ambientali, sociali, economici

e sanitari,

C. riconoscendo la precipua responsabilità dei paesi ricchi del

nord per il sottosviluppo del sud e per le minacce che gravano

sugli equilibri naturali del pianeta,

D. considerando che esiste un nesso chiaro e inequivocabile tra

povertà, malattia, degrado ambientale e sviluppo inappropriato

e insostenibile,

E. considerando che la conferenza ha per oggetto, almeno secondo

quanto si desume dal titolo, l'ambiente e lo sviluppo, aspetto

quest'ultimo che, per quanto importante, rimane sempre più in

secondo piano,

F. considerando che l'effetto serra è un pressante problema di

dimensioni planetarie la cui soluzione richiede la

disponibilità a collaborare da parte di tutti i paesi della

terra, sia quelli industrializzati che quelli in via di

sviluppo,

G. considerando che è urgente affrontare le questioni ambientali

e di sviluppo mondiali, in particolare la crescente povertà di

gran parte dell'umanità, i mutamenti climatici, l'erosione

della diversità biologica, le ripercussioni ambientali e socio-

economiche dell'ingegneria genetica, la difesa della fascia di

ozono e la gestione equilibrata delle foreste in tutto il

pianeta,

H. considerando che nell'ambito dell'UNCED è necessario definire

in modo molto più preciso le strategie da seguire, motivo per

il quale il Parlamento propone che i partecipanti all'UNCED

concentrino la loro attenzione sui temi seguenti: conservazione

delle foreste e loro futuro, regolamentazione internazionale

delle biotecnologie, commercio e ambiente, interrelazione tra

politica ambientale e salute, ambiente urbano,

I. considerando il ruolo fondamentale del Consiglio e dell'attuale

e futura Presidenza europea per la riuscita della Conferenza

e delle iniziative in applicazione della stessa,

1. riconosce che l'UNCED rappresenta un'opportunità unica per la

comunità mondiale ai fini dell'identificazione e della messa

a punto di politiche che tengano conto della fondamentale

interdipendenza tra la vita e le attività umane da un lato e

le condizioni ambientali dall'altro, nonché del rapporto

esistente tra sfruttamento economico e degrado ambientale;

2. fa rilevare che il rapporto esistente tra sviluppo,

sfruttamento economico e degrado ambientale favorisce i paesi

più ricchi e sottolinea che le disparità nello sviluppo non

costituiscono una base equa per lo sfruttamento dell'ambiente

mondiale in quanto ciascun individuo, in linea di principio,

ha diritto a partecipare in identica misura a tale

sfruttamento;

3. ritiene indispensabile che nell'ambito dell'UNCED si concludano

nel giugno 1992 convenzioni mondiali sul mutamento climatico,

sulla varietà biologica e sulla conservazione e la gestione

delle foreste e sollecita la rapida adozione di decisioni

esecutive e di piani concreti di azione non limitati a

programmi sperimentali e pilota;

4. riconosce che, ai fini della tutela dell'ambiente, è

assolutamente necessario affrontare il problema della fame nel

mondo, delle conseguenze della crescita demografica e della

povertà e che l'interdipendenza a livello planetario va di pari

passo con il concetto di sviluppo sostenibile e la

responsabilità morale dei paesi industrializzati;

5. auspica che si definisca chiaramente la nozione di "sviluppo

sostenibile", rileva il profondo legame fra sottosviluppo,

sfruttamento, povertà e inquinamento ambientale e giudica

quanto mai auspicabili, oltre che indispensabili per la

salvaguardia dell'ambiente sul piano mondiale, le seguenti

misure: annullamento del debito dei paesi del Terzo mondo,

abolizione dei sussidi comunitari all'esportazione per i

prodotti agricoli e attuazione nel Terzo mondo di profonde

riforme agrarie in senso democratico e sociale;

6. ritiene altresì fondamentale che l'UNCED adotti nel giugno 1992

disposizioni concrete, rapidamente attuabili, per far fronte

alla povertà e allo sviluppo distorto e deplora che a questi

aspetti le conferenze preparatorie abbiano annesso scarsa

importanza;

7. ritiene che l'UNCED avrà successo solamente se si tradurrà in

impegni giuridicamente vincolanti in termini di obiettivi

specifici e trasferimenti di risorse e invita la Commissione

e il Consiglio a far presente agli altri partecipanti alla

Conferenza che la Comunità riterrà la stessa un fallimento

qualora non verranno decise misure vincolanti;

8. richiama l'attenzione sullo stato allarmante del degrado

ambientale del pianeta, il che rende assolutamente necessaria

tutta una serie di decisioni vincolanti e non semplici

enunciazioni di principi;

9. considera che un ambiente sano e vivibile sia un diritto

dell'individuo e debba pertanto essere inserito nella

Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo;

10. auspica l'adozione, in sede UNCED, della cosidetta "Agenda 21",

un programma di lavoro concernente l'ambiente e lo sviluppo

destinato alla comunità internazionale e proiettato verso il

XXI secolo, nonché della "Carta della Terra", una dichiarazione

di principi fondamentali e di diritti del singolo in materia

di ambiente e sviluppo;

11. pone l'accento sulle seguenti questioni fondamentali che

dovrebbero essere affrontate in sede UNCED:

a) conservazione e futuro delle foreste, inclusa la

negoziazione di una Convenzione mondiale sulle foreste; la

Comunità europea dovrà contribuire al successo di tale

Convenzione vietando le importazioni di legname proveniente

dalle foreste pluviali tropicali entro la fine del 1992 e

varare, nel 1993, un vasto programma di rimboschimento

all'interno del suo territorio (FOREST);

b) adozione di disposizioni rigorose a livello internazionale

in materia di produzione, utilizzazione e immissione

nell'ambiente di organismi geneticamente modificati,

tenendo conto per quanto concerne il commercio

internazionale in questo e in altri settori dei principi

dell'"assenso preliminare in conoscenza di causa" e

dell'equivalenza tra gli standard comunitari e quelli di

paesi terzi;

c) pressante necessità di garantire che gli accordi

commerciali internazionali, per esempio il GATT, tengano

pienamente conto di considerazioni di tipo ambientale e

siano compatibili con la nozione di sviluppo sostenibile,

prevedendo in particolare regimi specifici ogniqualvolta

una minaccia gravi su ecosistemi o popolazioni fragili; a

questo proposito chiede alla Commissione di elaborare

quanto prima idonee proposte in campo commerciale, per

esempio dazi all'importazione su manufatti non prodotti in

base a criteri di "sostenibilità";

d) ruolo della politica dell'ambiente in relazione al

miglioramento della salute dell'uomo, considerando in

particolare il nesso tra salute, alimentazione, ambiente

e sviluppo;

e) responsabilità della comunità mondiale di prendere in esame

politiche volte a migliorare l'ambiente urbano nei paesi

in via di sviluppo;

f) conservazione della diversità biologica, conciliando le

azioni di salvaguardia con schemi produttivi sostenibili,

adattati alla realtà regionale, con accesso, controllo e

preservazione in situ delle risorse genetiche locali;

12. ritiene inoltre necessario che l'UNCED metta a punto strumenti

volti a rafforzare la cooperazione internazionale in materia

di gestione dei rifiuti, inclusi la riduzione, il riciclaggio

e lo smaltimento in condizioni di sicurezza degli stessi;

13. invita l'ONU a vietare sul piano internazionale ogni tipo

d'intervento che turbi deliberatamente l'equilibrio ambientale;

14. rileva l'attuale eccessiva debolezza dei controlli, delle

sanzioni e dell'applicazione delle stesse a livello di diritto

internazionale, propugna il rafforzamento, a livello mondiale,

del diritto internazionale e auspica a tal fine l'istituzione

di un Tribunale ambientale internazionale presso la Corte

internazionale di giustizia dell'Aja o presso i servizi delle

Nazioni Unite a New York;

15. ritiene che in occasione dell'UNCED debbano essere messi in

atto nuovi meccanismi decisionali internazionali, di cui sia

tutelato il carattere democratico, onde garantire la protezione

dell'ambiente e uno sviluppo sostenibile per tutti;

16. accoglie con favore la comunicazione della Commissione

concernente una strategia comunitaria per limitare le emissioni

di anidride carbonica, pur ritenendo che le misure fiscali ivi

proposte dovrebbero essere intese unicamente come misure

complementari a disposizioni di carattere regolamentare, al

miglioramento dell'efficienza energetica e a una conseguente

riduzione nel lungo periodo dell'impiego di combustibili

fossili;

17. ritiene che l'intento della Commissione di rendere "fiscalmente

neutre" (e quindi tali da non portare a un aumento complessivo

dell'imposizione) le misure fiscali proposte in materia di

produzione di energia ed emissione di CO2 sia estremamente

difficile da realizzare in concreto;

18. rileva che l'applicazione del principio "chi inquina paga" può

favorire un comportamento ecologico ma non offre una soluzione

soddisfacente ai vari problemi, giacché pagare un prezzo per

l'inquinamento risulta sovente per i responsabili più economico

che prevenirlo, mentre nessun tipo di risarcimento può

legittimare tali comportamenti;

19. riconosce la necessità, nell'ambito di un regime fiscale volto

a ridurre le emissioni di CO2, di riservare un trattamento

particolare alle produzioni ad alto consumo energetico di

notevole rilevanza a livello di scambi internazionali (vetro,

acciaio, prodotti chimici, metalli non ferrosi) e propone

pertanto l'introduzione di contributi straordinari temporanei

a favore di misure volte a risparmiare energia nell'ambito

delle suddette produzioni ad alto consumo energetico;

20. rileva che le intenzioni legislative della Commissione in

merito alle misure fiscali e alle altre misure proposte per

ridurre le emissioni di CO2 continuano a non essere chiare e

deplora l'eventualità che la Commissione presenti proposte in

merito solo dopo che si sia raggiunto un consenso in seno al

Consiglio, tendendo in questo modo a svuotare di significato

il ruolo democratico del Parlamento;

21. ritiene tuttavia che la comunicazione della Commissione sulle

misure volte a contrastare l'effetto serra costituisca un

contributo valido, significativo, addirittura ineguagliato da

parte della Comunità, anche nell'ottica della Convenzione

mondiale sul clima che dovrà essere adottata in sede UNCED nel

1992;

22. è dell'avviso che occorra definire una strategia energetica a

livello mondiale che fornisca gli strumenti per soddisfare in

modo responsabile e duraturo il nostro futuro fabbisogno

energetico; tale nuova strategia dovrà puntare a un consenso

globale su un "pacchetto" di risorse destinato a durare nel

tempo e dovrà offrire opzioni di politica energetica che

soddisfino il requisito dello sviluppo sostenibile; in

particolare occorre analizzare le possibilità di impiego

dell'energia solare e della tecnologia dell'idrogeno sul piano

della fattibilità tecnica così come nei loro aspetti economici;

chiede l'istituzione di una Agenzia internazionale per

l'utilizzo sostenibile dell'energia;

23. ritiene opportuno che l'UNCED 1992 riconosca la necessità di

un cospicuo trasferimento di risorse e tecnologie dai paesi

industrializzati verso quelli in via di sviluppo contribuendo

così all'introduzione di tecnologie e processi industriali

rispettosi dell'ambiente;

24. ritiene necessario promuovere a tutti i livelli azioni concrete

finalizzate a un'utilizzazione sostenibile dell'energia e

giudica che, a tale fine, occorre assolutamente accrescere i

fondi destinati ai relativi progetti e programmi; sono

ipotizzabili al riguardo numerosi progetti concreti, dalla

grande centrale solare nel Sahel all'impiego di piccoli forni

a basso consumo energetico;

25. sottolinea che il debito e i programmi di adeguamento

strutturale rafforzano la pressione sull'ambiente e ribadisce,

di conseguenza, la sua richiesta di azzerare il debito dei

paesi ACP e di applicare meccanismi finanziari che combinino

l'alleggerimento dell'onere del debito e la protezione

dell'ambiente nel rispetto della volontà e delle culture delle

popolazioni locali;

26. considera necessario attuare, a livello mondiale, piani di

riforestazione su larga scala orientati alla diversità

biologica (abbandonando quindi le monoculture), soprattutto

nelle aree soggette all'erosione dei suoli; tali iniziative

sono urgenti e necessarie anche negli Stati della Comunità, al

fine di incentivare la produzione comunitaria di legname e

ridurre drasticamente le importazioni di legno tropicale, con

notevoli benefici dal punto di vista economico e ecologico;

27. incarica il suo Segretario generale di preparare un elenco

delle principali risoluzioni approvate dal Parlamento in

materia di ambiente e sviluppo a partire dal 1979 per

sottoporlo all'UNCED in occasione della IV riunione

preparatoria che si terrà a New York nel marzo 1992;

28. si compiace per le conclusioni sull'UNCED adottate dal

Consiglio lo scorso 12 dicembre 1991, nelle quali si riconosce

il principio della coresponsabilità tra paesi industrializzati

e paesi in via di sviluppo in materia di degrado ambientale,

per cui i paesi sviluppati si impegnano a stanziare nuovi fondi

destinati ad ovviare ai problemi globali dell'ambiente

aumentando al contempo l'aiuto ufficiale allo sviluppo fino a

raggiungere l'obiettivo dello 0,7% raccomandato dalle Nazioni

Unite;

29. ribadisce la volontà di essere rappresentato in seno alla

Conferenza del 1992, non da ultimo per sottolineare il fatto

che soltanto istituzioni politiche democratiche e aperte

possono garantire uno sviluppo sostenibile determinando un

impegno a favore della protezione dell'ambiente;

30. si compiace del significativo ruolo che la Comunità svolgerà

in seno all'UNCED 1992, ribadisce le sue aspettative circa una

partecipazione particolarmente attiva della Commissione ai

negoziati di preparazione alla Conferenza, a prescindere dal

ruolo che svolgerà la presidenza del Consiglio, e ricorda

altresì che il Parlamento ha un importante contributo da dare

all'UNCED 1992;

31. esprime la volontà di partecipare anche alla fase successiva

al vertice UNCED del giugno 1992, in particolare per quanto

concerne il controllo dell'attuazione degli impegni presi in

tale sede e gli altri compiti che ne derivano;

32. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente

risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli

Stati membri.

b) RISOLUZIONE A3-24/92

sulla necessità di dar vita ad una Convenzione per la salvaguardia

delle foreste

Il Parlamento europeo

- vista la proposta di risoluzione dell'on. Chanterie e altri

sulla necessità di dar vita a una convenzione a tutela delle

foreste (B3-666/91),

- viste le proprie risoluzioni del 25 ottobre 1990 sulla

conservazione delle foreste tropicali , in cui si sollecita

la Commissione ad adoperarsi per l'entrata in vigore di una

convenzione mondiale sulla protezione delle foreste,

- vista la Dichiarazione del G-7 sottoscritta dalla Commissione

(Houston, 1990) in cui si manifesta la disponibilità ad avviare

negoziati per una convenzione internazionale in materia,

- vista la propria risoluzione del 26 maggio 1989 sulla

regolamentazione del commercio di legname tropicale ,

- visti la relazione della commissione per la protezione

dell'ambiente, la sanità pubblica e la tutela dei consumatori

e il parere della commissione per lo sviluppo e la cooperazione

(A3-24/92),

A. ritenendo che dispositivi e strumenti internazionali per la

tutela delle foreste, quali la convenzione CITES, il Programma

d'azione per le foreste tropicali (TFAP), l'Accordo

internazionale sul legname tropicale (ITTA), le convenzioni sul

clima e la varietà biologica (in preparazione), denotino ancora

nella loro globalità troppe carenze e lacune per poter

garantire un'adeguata protezione e gestione delle foreste sul

piano internazionale,

B. considerata l'impasse in cui si trovano attualmente i colloqui

sulla prosecuzione del programma TFAP,

C. considerando che l'accordo ITTA, già prorogato a due riprese,

dovrà essere rinegoziato nel 1993,

D. persuaso che, ai fini del coordinamento e della cooperazione

internazionale, della definizione di priorità e di norme,

nonché per finanziare la salvaguardia e la gestione delle

foreste, sia indispensabile uno strumento giuridico universale,

onnicomprensivo e vincolante per le varie iniziative nazionali

e internazionali,

E. persuaso che il quadro giuridico più idoneo consista in una

Convenzione per la conservazione e lo sfruttamento razionale

delle foreste in tutte le regioni del mondo,

F. considerando che, se ispirata al principio dell'impiego

multiplo, questa convenzione può rappresentare un esempio di

corretta gestione di risorse naturali,

G. ritenendo che i punti qualificanti di detta convenzione vadano

individuati nella protezione delle foreste e nel loro

sfruttamento oculato, in funzione delle esigenze delle

popolazioni indigene (in particolare i popoli che vivono nelle

foreste),

H. rinviando, per una più ampia analisi degli argomenti che

giustificano una convenzione in materia, alla motivazione

contenuta nella relazione A3-24/92,

I. ricordando che la Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente

e lo sviluppo (UNCED) in programma nel 1992 in Brasile è, in

linea di principio, la sede appropriata (ma non l'unica) per

giungere a un consenso mondiale in fatto di tutela delle

foreste,

J. considerando che i lenti progressi dei colloqui nel quadro

delle riunioni preparatorie (PrepComs) dell'UNCED in materia

di foreste richiedono un impegno ancora maggiore della Comunità

europea e dei suoi Stati membri,

K. constatando che numerosi paesi africani, a causa fra l'altro

di problemi linguistici, non hanno beneficiato di una piena

partecipazione alle discussioni nel quadro dei PrepComs,

L. rilevando che la Commissione non ha elaborato attivamente le

posizioni espresse nella Comunicazione sulla conservazione

delle foreste tropicali, con la conseguenza che le attività

avviate e sostenute dalla Comunità in materia di foreste

tropicali si svolgono tuttora senza un quadro preciso, senza

una base giuridica definita, senza scala di priorità e senza

meccanismi e criteri di valutazione,

M. considerando che un obiettivo quantitativo dell'estensione

delle foreste nella Comunità sarebbe strumentale per una

politica forestale europea, e allo stesso tempo fungerebbe da

segnale necessario alla luce delle deliberazioni dell'UNCED;

N. constatando che la Commissione non dispone di un organico fisso

con competenza specifica in fatto di foreste tropicali, fatto

tanto più sorprendente se si considera il volume delle attività

sostenute dalla Comunità che intervengono sul patrimonio

forestale,

O. allarmato per la carenza di competenze presso la Commissione

in materia di foreste tropicali e per il fatto che la

collaborazione di due degli attuali tre esperti, distaccati

presso la Commissione da Stati membri, si concluderà nel marzo

1992;

P. ritenendo che la Comunità possa anticipare una futura

convenzione sulle foreste, recependone per quanto possibile i

principi in sede legislativa, nel quadro sia della sua politica

forestale interna che in quella (da elaborare) relativa alle

foreste situate fuori della Comunità,

Q. ritenendo che, stanti le odierne attività nel quadro

dell'Organizzazione internazionale per il legname tropicale

(ITTO) e del meccanismo di cooperazione offerto dal TFAP a

livello nazionale, sussistono le condizioni perché la Comunità

europea elabori accordi di cooperazione con i paesi produttori

di legname (tropicale) ai fini di una regolamentazione del

commercio di tale prodotto e di una gestione sostenibile delle

risorse forestali, prevedendo eventualmente la relativa

assistenza tecnica e finanziaria,

R. rilevando che, in sede ITTO, la Comunità annette soprattutto

importanza all'aspetto della salvaguardia delle foreste,

compito che può però difficilmente essere assolto dalla

Commissione finché essa sarà costretta, nelle riunioni ITTO,

ad attenersi esclusivamente alle direttive impartite dal gruppo

di lavoro "Materie prime" del Consiglio (PROBA) e non p.es. dal

Consiglio "Ambiente",

S. rilevando con soddisfazione di avere approvato, nel corso della

procedura di bilancio per l'esercizio 1992, due linee (B7-

3000 e B7-3010) che stanziano cospicui fondi per la conser-

vazione delle foreste tropicali,

I. raccomanda alla Commissione di

1. continuare ad adoperarsi attivamente alla conferenza UNCED e

in ogni altra sede per l'adozione di una Convenzione sulla

conservazione e lo sfruttamento razionale delle foreste

mondiali (i cui principî conduttori possono individuarsi nel

progetto di convenzione allegato e nella relativa motivazione);

2. adoperarsi nel corso di futuri colloqui per una convenzione in

materia di tutela delle foreste, innanzitutto per l'adozione

di norme rigorose in materia di salvaguardia e sfruttamento

razionale delle foreste in funzione delle esigenze delle

popolazioni indigene (in particolare i popoli che vivono nelle

foreste);

3. adottare una strategia in materia forestale, prima della

Conferenza UNCED del giugno 1992, con l'obiettivo di realizzare

entro il 2000 un'espansione forestale netta di almeno 12

milioni di ettari rispetto al 1991;

4. sostenere attivamente i paesi dell'emisfero meridionale, quali

quelli partecipanti all'accordo di Lomé IV, nell'apertura di

colloqui relativi a una convenzione in materia;

5. impegnarsi affinché meccanismi, iniziative e negoziati

internazionali (ITTA, TFAP, CITES, colloqui relativi a future

convenzioni in materia di foreste, clima e varietà biologica),

siano reciprocamente armonizzati e coordinati;

6. elaborare politiche e normative specifiche per definire

orientamenti, priorità e criteri di valutazione per gli

interventi, sostenuti dalla stessa Comunità, a favore delle

foreste situate fuori della Comunità, in particolare quelle

tropicali;

7. assumere stabilmente almeno tre esperti in fatto di foreste

tropicali;

8. fare in modo che le direttive impartite alla Commissione per

le riunioni ITTO non siano esclusivamente elaborate dal PROBA

ma siano definite a livello interdipartimentale;

9. intensificare le consultazioni ufficiali regolari degli esperti

nazionali, governativi e non governativi;

10. attuare, già a partire dal 1992, le raccomandazioni di cui

sopra, attingendo a tal fine alle apposite linee di bilancio

B7-3000 e B7-3010;

o

o o

II. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente

risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli

Stati membri.

 
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