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Parlamento Europeo - 14 febbraio 1992
PROGRAMMI INTEGRATI MEDITERRANEI
Testo adottato il 14.2.92

a) RISOLUZIONE A3-0388/91

sulla terza relazione di attività della Commissione delle Comunità

europee sui Programmi integrati mediterranei (PIM) nel 1989

Il Parlamento europeo,

- vista la proposta di risoluzione presentata dall'on. Welsh

sulla terza relazione di attività della Commissione delle

Comunità europee sui Programmi integrati mediterranei (PIM) nel

1989 (B3-1056/91),

- vista la terza relazione di attività della Commissione delle

Comunità europee sui Programmi integrati mediterranei (PIM) nel

1989 (SEC(91) 0553),

- visto il regolamento (CEE) n. 2088/85 del Consiglio del 23

luglio 1985 relativo ai Programmi integrati mediterranei ,

- viste le proprie risoluzioni del 26 maggio 1989 sulla prima

relazione d'attività (1986-87) e del 14 dicembre 1990 sulla

seconda relazione di attività della Commissione sui Programmi

integrati mediterranei (1988) ,

- vista la relazione speciale della Corte dei conti n. 4/90 sui

Programmi integrati mediterranei (PIM) ,

- vista la sua risoluzione del 14 febbraio 1992 sui programmi

integrati mediterranei (A3-0340/91) ,

- vista la relazione della commissione per la politica regionale

e l'assetto territoriale (A3-0388/91),

A. considerando che, a norma dell'articolo 18 del regolamento

(CEE) n. 2088/85 relativo ai PIM, una relazione di esecuzione

dettagliata deve essere redatta a partire dal 1987, relativa

sia agli aspetti finanziari e alla loro esecuzione sia alla

valutazione economica e sociale dei risultati ottenuti,

B. ricordando che i PIM sono stati concepiti quale strumento

destinato ad aiutare talune regioni a far fronte ai problemi

derivanti dall'ampliamento del 1986 e che i programmi hanno una

durata massima di 7 anni,

C. ricordando che il 1989 è stato il primo anno di applicazione

della riforma dei fondi strutturali,

Per quanto riguarda la relazione

1. ritiene che la terza relazione di attività sia nettamente

migliore delle precedenti dal punto di vista della

presentazione, per cui risulta di più agevole lettura, e che

il suo contenuto sia più completo e adeguato all'argomento

della relazione; apprezza lo spirito e il tono talvolta

autocritico della relazione e il desiderio della Commissione

di risolvere le difficoltà;

2. esprime una certa soddisfazione per quanto riguarda lo sforzo

fatto dalla Commissione di rispondere alla richiesta del

Parlamento europeo di valutare in modo più preciso i risultati

economici e sociali ottenuti e di mettere maggiormente in

evidenza gli effetti concreti dei programmi;

3. constata tuttavia che la relazione sul 1989 offre sì una

presentazione abbastanza particolareggiata delle misure

concrete che sono state finanziate dai PIM francesi, ma

fornisce una sintesi molto meno precisa sui PIM greci e nessuna

informazione per quanto riguarda le misure concrete finanziate

dai PIM italiani;

L'esecuzione dei programmi

i) esecuzione reale

4. nota con preoccupazione che i problemi connessi all'esecuzione

dei PIM, che sono stati segnalati nelle relazioni precedenti,

sussistono; constata che l'esecuzione dei PIM nel loro insieme

nel 1989 deve essere ritenuta poco soddisfacente a causa

soprattutto della cattiva esecuzione dei programmi italiani e

delle difficoltà di esecuzione del programma "Tecnologie e

Informazione" nel quadro dei programmi greci;

ii) esecuzione di bilancio

5. nota che nel loro insieme i 29 PIM approvati dalla Commissione

prima del 31 dicembre 1989 comportano una spesa totale di 8,8

miliardi di ECU, di cui 3,8 di concorso comunitario, il che

rappresenta 92,3% della dotazione di bilancio comunitario (4,1

miliardi di ECU) prevista dall'articolo 10 del regolamento n.

2088/85;

6. deplora che soltanto il 44% degli impegni della linea 551

(Apporto addizionale) sono stati utilizzati e constata che in

relazione al 1988, anno in cui il tasso di assorbimento è

risultato vicino al 100%, l'anno 1989 si rivela deludente dal

punto di vista dell'assorbimento del bilancio; riconosce

tuttavia che questo tasso deludente è dovuto essenzialmente

alla non utilizzazione dell'aliquota italiana;

7. si rammarica che durante l'esercizio 1989 l'effettiva

utilizzazione dei prestiti BEI inclusi direttamente nei

programmi PIM si riveli modesta in relazione alle previsioni,

in quanto risulta sottoscritto soltanto il 30% del totale

previsto pari a 2.500 MECU; ricorda le osservazioni contenute

a tale riguardo nelle sue risoluzioni sulle due precedenti

relazioni e si rammarica che i dati per il 1989 evidenzino

scarsi progressi tra il 1988 e il 1989; chiede alla Commissione

e alla BEI di informare il Parlamento in merito ai risultati

della loro collaborazione, qualora essa esista, a tale

proposito;

iii)attività amministrativa nel 1990

8. nota con soddisfazione che nel 1989 la Commissione ha svolto

un'intensa attività amministrativa in merito ai PIM,

concludendo i negoziati della seconda fase dei PIM francesi,

l'adeguamento dei PIM greci e prendendo un certo numero di

iniziative relative ai PIM italiani;

Attuazione della partneship

9. constata che la Commissione sembra soddisfatta del

funzionamento amministrativo dei comitati di sorveglianza dei

PIM, a parte talune eccezioni in Italia, nonostante diverse

difficoltà concrete che si sono presentate sia in Grecia che

in Italia, e si dichiara soddisfatto del modo in cui detti

comitati sono riusciti a superare i problemi di ordine

finanziario e amministrativo riuscendo a dare un incentivo ai

programmi nonostante la renitenza di taluni governi;

10. si rammarica tuttavia del funzionamento di taluni comitati, che

non rispettano lo spirito del regolamento di base e, quindi,

per il fatto che taluni comitati non svolgono i compiti loro

assegnati per la realizzazione di alcuni PIM francesi, come

quello della regione Corsica;

Francia

11. si dichiara soddisfatto per quanto riguarda il buono

svolgimento dei PIM francesi e si rallegra con la Commissione

per la sua esauriente relazione sugli aspetti concreti di

questi programmi, che gli dà la possibilità di valutare

l'effettivo impatto dei PIM in Francia; si chiede tuttavia

quale sia la finalità di questi programmi in relazione agli

obiettivi generali che sovraintendevano alla creazione dei PIM

e si preoccupa del fatto che ci si sia voluti ispirare a

programmi il cui risultato è spesso contestabile per attuare

la riforma dei Fondi strutturali;

Grecia

12. si compiace del fatto che globalmente l'esecuzione dei

programmi greci è stata buona nel 1989; tuttavia constata che

le misure che sono state meglio eseguite sono state quelle

connesse alla fornitura di infrastrutture;

13. nota i riferimenti fatti dalla Commissione all'insufficienza

di taluni enti, quali l'EONMEX (organismo per le PMI) e l'EOT

(organismo per il turismo), che hanno ostacolato la messa in

opera del sottoprogramma PMI;

14. deplora che i comitati di sorveglianza in Grecia non abbiano

sempre avuto i mezzi, soprattutto in termini di personale, per

assolvere efficacemente il proprio ruolo;

Italia

15. deplora i ritardi che sussistono nell'esecuzione dei PIM

italiani e nota che il loro stato di esecuzione nel 1989 era

tale che la Commissione ha ritenuto di non poter fare una

valutazione qualitativa dei programmi italiani limitandosi a

riferire in merito agli aspetti finanziari della loro

attuazione e a effettuare una valutazione delle strutture di

sorveglianza e di valutazione;

16. si interroga sulla differenza che sembra esistere tra i

finanziamenti previsti al titolo dei PIM italiani e gli

stanziamenti di impegno e di pagamento reali;

17. constata con preoccupazione che nelle regioni del Mezzogiorno

l'avvio dei PIM è stato rallentato da tre elementi

fondamentali:

- la ripartizione delle competenze politiche e amministrative

a livello regionale (che ha talvolta frenato le decisioni

locali),

- le condizioni di bilancio necessarie all'applicazione dei

PIM non sono state sempre soddisfatte tempestivamente

(ritardo nell'adozione del bilancio regionale, difficoltà

nella trascrizione del PIM nel bilancio regionale),

- la mancanza di un fondo di acconti che consentisse di

accelerare i flussi finanziari a favore dei beneficiari

finali;

18. si rammarica che i programmi maggiormente in ritardo siano

quelli relativi alla Calabria, alla Sicilia, alla Campania,

alla Sardegna e alla Puglia, regioni tra le più povere della

Comunità;

19. riconosce che nel Centro-Nord l'attuazione è stata

relativamente soddisfacente e che taluni ritardi potrebbero

essere ulteriormente recuperati; si stupisce del fatto che nel

Centro-Nord la principale difficoltà risieda nella mancata

disponibilità dell'aliquota nazionale;

Misure prese dalla Commissione per rimediare alla situazione

20. riconosce che la Commissione ha preso diverse iniziative di

carattere politico e amministrativo nei confronti delle

autorità italiane in modo da rimediare alla cattiva

utilizzazione degli stanziamenti a favore del PIM, ma constata

che la relazione sul 1989 non attesta l'eventuale successo di

queste iniziative;

21. nota con preoccupazione che la relazione si dichiara anche

dubbiosa in merito alla capacità dei PIM italiani di assorbire

i crediti loro destinati; constata che queste difficoltà in

effetti hanno indotto la Commissione nel 1991 a destinare gli

stanziamenti, in origine destinati ai PIM italiani, ad altri

PIM per i quali il tasso di esecuzione risultava migliore;

Azioni future

22. nota le conclusioni della Commissione nelle quali essa

afferma che "la valutazione costante" dei risultati dei PIM ha

messo in luce tre serie di problemi di portata generale:

- l'incidenza delle procedure finanziarie nell'attuazione di

un programma,

- le difficoltà cui devono far fronte le nuove misure

inserite in un programma;

- le difficoltà obiettive di varare una politica di sviluppo

regionale nelle zone più sfavorite;

23. chiede vivamente alla Commissione di agire conformemente alla

sua analisi del merito dei problemi; aspetta con interesse le

proposte della Commissione derivanti dalla sua esperienza

dell'attuazione dei PIM, soprattutto per quanto riguarda i

seguenti aspetti:

- miglioramento dei circuiti finanziari e amministrativi;

- utilizzazione e valore delle varie forme di assistenza

tecnica;

- vantaggi che i PIM hanno portato alle piccole e medie

imprese basandosi sui programmi francesi che, secondo la

relazione, avrebbero avuto un grande successo;

24. nota che la terza relazione di attività conferma talune delle

osservazioni espresse nella relazione sul 1988, in particolare

per quanto riguarda i conflitti tra autorità regionali e potere

centrale per l'attuazione e quindi lo stato di avanzamento dei

programmi;

25. ritiene che non sia possibile in base all'esperienza dei soli

PIM trarre conclusioni di ordine generale, ma invita la sua

commissione competente a esaminare gli effetti dei vari sistemi

governativi e in particolare la struttura dell'amministrazione

regionale e locale sull'esecuzione dei programmi di sviluppo

regionale compresi i PIM;

26. insiste sul fatto che nella situazione attuale sarebbe

pericoloso proseguire in questo senso per quanto concerne gli

altri programmi di azione comunitari;

27. invita la Commissione a verificare la sinergia dei PIM con le

altre politiche comunitarie al fine di evitare le

contraddizioni constatate in passato (come, per esempio, le

conseguenze negative sull'ambiente di alcuni progetti PIM);

o

o o

28. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente

risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli

Stati membri nonché alle autorità delle regioni interessate dai

PIM.

*********

b) RISOLUZIONE A3-0340/91

sui Programmi integrati mediterranei

Il Parlamento europeo,

- vista la relazione speciale della Corte dei conti sui Programmi

integrati mediterranei (P.I.M.) ,

- vista la relazione d'attività 1989 sui P.I.M. presentata dalla

Commissione ,

- visto l'articolo 121 del proprio regolamento,

- vista la relazione della commissione per il controllo di

bilancio (A3-0340/91),

A. considerando che i programmi integrati mediterranei hanno

segnato una svolta nella politica strutturale della Comunità,

con l'abbandono del criterio di finanziamento dei progetti

individuali e l'instaurazione del metodo di programmazione

degli interventi,

B. considerando che l'approccio programmatico rappresenta il

cardine della riforma dei Fondi strutturali, rispetto alla

quale i P.I.M. si presentano dunque come una necessaria

esperienza propedeutica,

C. considerando che si rende pertanto opportuno esaminare i

problemi presentati dalla preparazione e dall'esecuzione dei

P.I.M. e prospettare soluzioni che possano giovare sia a tali

programmi che alla connessa esperienza dei Fondi strutturali

nel quadro della riforma,

1. nota con preoccupazione che i P.I.M. hanno evidenziato gravi

ritardi di esecuzione e che un miglioramento sostanziale non

è registrato nel corso degli ultimi esercizi;

2. osserva che se gli impegni non potessero essere assunti entro

il termine fissato nei contratti di programma, la disciplina

del regolamento 2088/85, istitutivo dei P.I.M., non sarebbe più

applicabile e l'adozione di impegni ulteriori avverrebbe al di

fuori dei programmi, in un quadro operativo non più integrato;

3. osserva che alle cause occasionali dei ritardi (carattere

innovativo dei programmi; iniziale difficoltà di conciliare le

aspettative delle regioni con le disponibilità finanziarie

effettive) se ne sono accompagnate altre di carattere

strutturale, connesse non solo all'efficienza di funzionamento

delle amministrazioni, ma anche alle divergenze politiche e

ai problemi di competenza tra istanze nazionali, regionali e

locali;

4. ritiene che tali osservazioni non mettano tuttavia in causa la

validità del concetto di partenariato Comunità-regione, ma

rendono piuttosto necessario stimolare le regioni ritardatarie

a svolgere il loro ruolo e obbligare le autorità nazionali a

collaborare in maniera costruttiva;

5. invita pertanto la Commissione a fare uso della sua facoltà di

trasferire stanziamenti assegnati a regioni gravemente

ritardatarie verso regioni che hanno già completato i loro

programmi e che siano in grado di presentare programmi

complementari;

6. ricorda che i P.I.M. hanno comportato un decentramento di

funzioni agli organismi regionali e locali e che un tale

decentramento deve essere controbilanciato da una accresciuta

presenza comunitaria a livello di sorveglianza dell'esecuzione

e di controllo sulla regolarità, sul merito e sulla

sostenibilità degli interventi;

7. nota con rammarico che la sorveglianza ha presentato lacune

suscettibili di inficiare l'efficacia della gestione, poiché

i comitati amministrativi preposti a questa attività non hanno

potuto avvalersi di un valido sistema di monitoraggio

informatico e di indicatori fisici dello stato di avanzamento

dei lavori e non hanno inoltre potuto esercitare alcuna

influenza concreta sulle singole amministrazioni incaricate

della gestione;

8. chiede dunque alla Commissione

- di adoperarsi per far funzionare i sistemi informatico e

di indicatori fisici dello stato di avanzamento dei lavori;

tali indicatori fisici debbono fornire elementi di

apprezzamento della qualità e della sostenibilità di quanto

realizzato grazie ai P.I.M.;

- che negli accordi con le amministrazioni nazionali,

centrali e regionali siano previsti per i comitati

amministrativi i poteri gerarchici e di decisione nei

confronti delle varie amministrazioni gestorie;

9. ritiene che una maggiore trasparenza nella gestione di bilancio

dei P.I.M. richieda che

- il sistema degli anticipi, che rischia di falsare i dati

sull'esecuzione, sia accompagnato dal già citato complesso

di indicatori fisici sulle realizzazioni effettive;

- l'assunzione degli impegni per quote annuali sia

accompagnata da dati sugli oneri potenziali assunti con le

decisioni sui programmi;

10. invita la Commissione a rafforzare il coordinamento dell'azione

tra i Fondi strutturali e tra questi ultimi e la BEI;

11. osserva che i prestiti della BEI svolgono un ruolo molto

limitato nel finanziamento dei P.I.M., come è dimostrato

dall'assai modesto utilizzo del plafond di 2,5 miliardi di ECU

previsto all'articolo 10 del regolamento 2088/85;

12. invita pertanto la Commissione e la BEI a studiare meccanismi

per un migliore coordinamento dell'azione reciproca, in

particolare

- inserendo i prestiti BEI nei piani di finanziamento,

- studiando la possibilità di fornire alle imprese garanzie

del rischio di cambio e bonifici di interessi,

- rafforzando la partecipazione di rappresentanti della BEI

all'attività dei comitati amministrativi;

13. constata che l'addizionalità degli interventi, presupposta

dall'articolo 10 del regolamento 2088/85, è mancata in Italia

e in Grecia, dove i finanziamenti hanno spesso avuto carattere

sostitutivo dell'intervento statale e considera tale fenomeno

come un precedente preoccupante per la corretta applicazione

di tale principio nel quadro della riforma dei Fondi

strutturali; ritiene che si possa assicurare un'effettiva

addizionalità degli interventi qualora all'atto della

conclusione dei contratti di programma o dei quadri comunitari

di sostegno si prendano accordi con gli Stati membri anche in

merito ai finanziamenti nazionali che dovranno essere

disponibili per la regione interessata;

14. considera inaccettabile la pretesa della Commissione di non

potere effettuare valutazioni di impatto se non dopo 3-5 anni

dalla chiusura dei programmi e chiede alla Commissione di far

svolgere valutazioni intermedie indipendenti; tali valutazioni

dovranno analizzare l'impatto dei programmi sotto il profilo

sociale, economico e ambientale;

15. ritiene che la Commissione non abbia finora rafforzato i propri

controlli sul posto in misura proporzionale all'ampiezza del

decentramento di funzioni effettuato nel quadro dei P.I.M.;

16. invita pertanto la Commissione a intensificare i controlli sul

posto fino a raggiungere almeno la soglia critica del 10% delle

operazioni finanziate;

17. chiede alla Commissione, in occasione delle proposte

concernenti la riforma dei Fondi strutturali e del pacchetto

finanziario Delors, di tenere conto di queste raccomandazioni;

18. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente

risoluzione alla Commissione, al Consiglio e alla Corte dei

conti.

 
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