L'aiuto medico, tecnico e alimentare d'urgenza alle vittime di
Cernobyl in Bielorussia, in Russia e in Ucraina
Il Parlamento europeo,
A. ricordando la sua risoluzione al riguardo in data 17 maggio
1990 ,
B. considerando le nuove informazioni ricevute da membri della
propria delegazione per le relazioni con le Repubbliche della
Comunità di Stati indipendenti sulle conseguenze dirette,
indirette e sempre più estese della catastrofe di Cernobyl in
Bielorussia, in Ucraina e in Russia,
C. richiamando l'attenzione sull'assoluta inadeguatezza delle
misure di sicurezza nelle centrali nucleari delle Repubbliche
della CSI, come l'assenza di sistemi sofisticati d'allarme per
la popolazione civile e di servizi d'emergenza antincendio
adeguatamente addestrati ed equipaggiati,
D. allarmato dalle prove di crescente inquinamento idrico dovuto
ai rifiuti nucleari che vengono scaricati nell'Artico, nel
Baltico e nel Mar Nero, mentre per altre ragioni sia il Lago
d'Aral che il Mar Caspio sono anch'essi gravemente inquinati,
E. considerando che a motivo di un'assistenza medica
insufficiente, della mancata evacuazione di popolazioni
residenti nel territorio contaminato e del difficile accesso a
un'alimentazione sana la situazione sanitaria si va aggravando
nelle tre Repubbliche interessate,
F. considerando che soltanto ora si stanno evidenziando le
conseguenze indirette del disastro di Cernobil, come dimostra
il forte aumento dei casi di cancro, di tumori maligni e di
malformazioni congenite, e si hanno le prove del fatto che fino
all'agosto 1991 si è taciuto sull'ampiezza della contaminazione
della catena alimentare in Bielorussia,
G. considerando che le conseguenze mediche e socio-economiche, in
termini di terreni agricoli inutilizzabili, di cure sanitarie
e di reinsediamento, superano ampiamente le possibilità
finanziarie delle Repubbliche,
H. considerando che gran parte della popolazione è stata colpita
dalla catastrofe, la cui reale portata è stata tenuta segreta
dalle autorità fino all'agosto 1991,
I. considerando che in Russia circa un milione di persone vive in
territori contaminati, che potranno essere decontaminati
soltanto con una spesa valutata a cinque miliardi di dollari
USA,
J. considerando che finora l'aiuto medico e umanitario è stato
frammentario, episodico e inadeguato alle effettive necessità,
1. deplora che la sua precedente risoluzione non sia stata
pienamente attuata;
2. incarica la sua commissione per la protezione dell'ambiente, la
sanità pubblica e la tutela dei consumpatori di organizzare
un'audizione sulle conseguenze a lungo termine dell'incidente
di Cernobyl;
3. insiste sul fatto che qualsiasi politica sovvenzionata dalla
Comunità deve tener conto degli effettivi risultati
dell'industria nucleare nell'ex Unione Sovietica e delle loro
implicazioni per l'ambiente oltre che per la fornitura
d'energia;
4. invita la Commissione a proporre urgentemente, e in ogni caso
entro la fine del 1992, un programma globale a lungo termine di
assistenza alle vittime della catastrofe di Cernobyl che
preveda
(i) il monitoraggio della contaminazione ambientale,
(ii) un sistema permanente di controllo dell'irradiazione
delle derrate alimentari e delle risorse idriche,
(iii) un aiuto economico e sociale per il reinsediamento,
(iv) assistenza tecnica ed economica per la
decontaminazione dei terreni,
(v) assistenza tecnica alla produzione locale di
forniture e di attrezzature mediche di base;
5. chiede che in tale quadro l'assistenza medica sia
prioritariamente diretta ai numerosi soccorritori che hanno
partecipato ai lavori di decontaminazione all'indomani
dell'incidente e alle 150.000 persone (tra cui 60.000 bambini)
che sono stati esposti a dosi elevate di radiazioni alla
tiroide;
6. ritiene che il progetto dell'Agenzia spaziale europea relativo
alla raccolta e alla diffusione dei dati ambientali via
satellite (CDEDS) contribuirebbe attivamente al rilevamento e
al monitoraggio dell'impatto locale e globale delle emissioni
radioattive provenienti da tale tipo di impianti;
7. invita la Commissione e gli Stati membri a considerare se una
collaborazione tra gli impianti nucleari e le stazioni
antincendio degli Stati membri e delle Repubbliche della CSI
potrebbe contribuire a un rapido miglioramento delle condizioni
di sicurezza nelle centrali nucleari della CSI che hanno la
possibilità di raggiungere il livello di sicurezza delle
centrali dell'Europa occidentale;
8. chiede la chiusura delle centrali nucleari manifestamente
pericolose e di quelle che hanno più di vent'anni;
9. reclama l'avvio di un ampio studio epidemiologico, che dovrà
essere effettuato congiuntamente da gruppi di scienziati della
Comunità europea, delle tre Repubbliche interessate e
dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica;
10. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente
risoluzione alla Commissione, al Consiglio, ai governi degli
Stati membri, ai presidenti e ai parlamenti delle Repubbliche
di Bielorussia, di Ucraina e di Russia e all'AIEA.