Una politica comune dell'energia
Il Parlamento europeo,
- viste le proposte di risoluzione presentate dagli onn.
a) Pierros sull'esigenza di adottare una politica energetica
comune nella CEE (B3-1668/90),
b) Bandrés Molet sulla costruzione di una nuova centrale
termoelettrica con annesso porto industriale a S'Estalella
(Maiorca) (B3-2112/90),
c) Regge (e altri) sull'apertura di una fascia libera per la
produzione e il commercio di elettricità nei paesi della
Comunità (B3-0173/91),
- visti i Trattati che istituiscono la Comunità europea, ivi
compreso l'Atto unico europeo e le modifiche concordate in seno
al Consiglio europeo di Maastricht del 10 dicembre 1991,
- visti i successivi documenti della Commissione su una strategia
e una politica energetica comunitaria, nonché sugli obiettivi
comunitari a medio termine in materia di energia,
- visto l'obiettivo di realizzare il mercato interno dell'energia
alla fine del 1992 e visto l'inventario degli ostacoli che a ciò
si oppongono, redatto dalla Commissione,
- viste le conclusioni della serie di Congressi della Conferenza
mondiale per l'energia, in modo particolare quello di Montreal
del settembre 1989,
- vista la comunicazione della Commissione su "Energia e ambiente"
(1990),
- viste le numerose proposte relative ai Trattati CECA e CEEA,
- visto lo sviluppo normativo comunitario in materia di trasparenza
dei prezzi del consumo industriale finale di gas e di
elettricità; visti i progetti di investimento di interesse
comunitario nei settori del petrolio, del gas naturale e
dell'elettricità, del transito di elettricità e gas naturale per
le grandi reti, dell'efficienza di impiego dell'elettricità,
della deroga alla limitazione dell'uso del gas naturale nelle
centrali elettriche, dello sviluppo dello sfruttamento delle
energie rinnovabili, ecc.,
- visti i programmi nel campo dell'energia contenuti nei successivi
programmi quadro di ricerca scientifica e di sviluppo
tecnologico, le azioni in questo campo del Centro comune di
ricerca e i programmi specifici di valutazione e dimostrativi
come quelli relativi all'efficienza energetica e i progetti di
energia rinnovabile; liquefazione e gasificazione di combustibili
solidi, sostituzione di idrocarburi con combustibili solidi;
RECHAR, ecc.,
- visto il programma legislativo 1990 e i principi della
cooperazione interistituzionale approvati congiuntamente dal
Parlamento e dalla Commissione nell'aprile 1990,
- viste le valutazioni della Commissione sullo sviluppo del
petrolio e l'industria di raffinazione (1988) e sulle industrie
nucleari (1990) nella Comunità e le audizioni organizzate dal
Parlamento su temi energetici,
- viste le conclusioni della Conferenza su "L'energia del prossimo
secolo: la prospettiva europea" organizzata dalla Commissione a
Bruxelles nel maggio 1990,
- viste le comunicazioni della Commissione relative a "Una Carta
europea dell'energia" (1991) e a "La programmazione energetica
nella Comunità europea (su scala regionale)" (1991),
- visto l'accordo infine raggiunto per la creazione dello Spazio
economico europeo,
- visto l'impegno politico assunto con la Carta europea
dell'energia, sottoscritta a L'Aja il 17 dicembre 1991,
- viste le proprie risoluzioni del 13 giugno 1991 sulla Carta
europea dell'energia ; sull'energia e l'ambiente ;
del 16 gennaio 1992 sull'integrazione degli obiettivi dei
Trattati CECA e CEEA nel Trattato CEE ; del 16 gennaio 1992
sulle modifiche del Trattato CECA conformemente al relativo
articolo 96 e del Trattato CEEA conformemente al relativo
articolo 204 ,
- viste le relazioni parlamentari elaborate in alcuni Stati membri
e in particolare quella esaminata dal Senato francese "sui
recenti sviluppi della politica comunitaria dell'energia"
(relazione Rouvière, a nome della delegazione del Senato per le
Comunità europee, seduta del 18 dicembre 1991),
- vista la propria risoluzione del 16 gennaio 1992 sulla
relazione annuale della Commissione concernente la situazione
economica 1991-1992, in particolare il punto 14 relativo a "Una
politica energetica comune" inserito nel capitolo "Rafforzamento
della competitività della Comunità",
- vista la relazione della commissione per l'energia, la ricerca e
la tecnologia (A3-0094/92),
A. considerando la nota carenza di una politica energetica
comune (PEC), il che costituisce un ostacolo grave al cammino
verso l'integrazione,
B. considerando che per la Comunità europea è di vitale
importanza la sicurezza del proprio approvvigionamento
energetico,
C. considerando le specificità del settore dell'energia in vista
delle norme di concorrenza: compiti dei servizi pubblici,
necessità di razionalizzare gli investimenti e di controllare
gli sbocchi a termine molto lungo;
D. considerando i benefici che devono risultare dal mercato
interno dell'energia,
E. considerando l'interesse generale che la Comunità consegua
una migliore integrazione di obiettivi concernenti le
risposte ai bisogni economici, sociali e ambientali nel
quadro della PEC,
F. considerando il valido contributo che ci si può aspettare
dalla scienza e dalla tecnologia nel campo energetico e il
ruolo crescente che a questo fine devono continuare a
svolgere le Istituzioni comunitarie,
G. considerando le notevoli differenze che sussistono con
riguardo alla pressione fiscale applicata all'energia dai
vari Stati membri e gli effetti molto diversi che ne
derivano,
H. considerando le importanti complementarità che si presentano
nel campo dell'energia nel quadro delle nuove relazioni con
i paesi dell'Europa centrale e orientale,
I. considerando che la Comunità deve contribuire a risolvere i
problemi mondiali posti dalle richieste di uno sviluppo
economico e sociale che sia compatibile con la conservazione
dell'ambiente e con il principio di una più equa
utilizzazione delle risorse del pianeta,
J. considerando la necessità di una valutazione comunitaria
della funzione dell'energia nucleare alla luce delle
aspettative energetiche mondiali, della valutazione dei
rischi e delle garanzie di sicurezza in considerazione degli
incidenti avvenuti e dei problemi non ancora risolti, tutti
aspetti che mettono in evidenza il particolare interesse di
una previsione a medio e lungo termine dell'offerta e della
domanda di energia,
K. considerando l'opportunità di promuovere in tutta la Comunità
la transizione verso fonti energetiche rinnovabili, provate
e tecnologicamente mature (eolico, biomassa, fotovoltaico e
idrogeno),
L. considerando che è necessario che la Commissione aumenti il
livello della ricerca e dello sviluppo nel settore energetico
in generale, nonché in quelli della ricerca, dello sviluppo
e della dimostrazione di fonti energetiche nuove, alternative
e rinnovabili, per promuovere in questo senso la transizione
energetica,
M. constatando che nel documento della Commissione su "La
politica industriale europea degli anni '90", elaborato sulla
base del COM(90) 556, SEC(91) 565 e SEC(91) 629, sono assenti
i dati relativi all'energia necessaria per qualunque attività
industriale,
In ambito comunitario
1. deplora che il processo di revisione del trattato CEE
conclusosi a Maastricht il 10 dicembre 1991 non abbia
condotto all'introduzione di alcun principio su cui basare
un'autentica politica energetica comune (PEC);
2. deplora inoltre che la Conferenza intergovernativa abbia
respinto nella sua totalità il contributo della Commissione
in materia di energia con il quale si intendeva introdurre
nella revisione del trattato sull'Unione politica quattro
articoli relativi alla politica comune dell'energia, e più
precisamente agli obiettivi di questa, alle misure necessarie
per conseguirli, al tipo di norme giuridiche destinate a tal
fine e ad altri aspetti del settore energetico comunitario;
3. sottolinea in questo contesto che il riferimento nell'art.
3, lettera T, alla politica energetica - congiuntamente alla
protezione civile e al turismo - rappresenta una soluzione
assolutamente inadeguata per conseguire gli obiettivi
economici e sociali di cui all'art. 2 del suddetto progetto
di trattato, il tutto nel contesto del sistema di
"passerelle" che prevede un trasferimento di competenze
dall'ambito intergovernativo a quello comunitario;
4. ribadisce che le materie attualmente regolamentate dai
trattati CECA e CEEA dovranno rientrare nella sfera di
competenze del trattato CEE (Unione politica) ai sensi
dell'articolo 32 del Trattato che nel 1965 ha istituito un
Consiglio unico e una Commissione unica delle Comunità
europee;
5. ricorda che una PEC deve non soltanto essere basata su
criteri di efficacia (concorrenza) e di adeguamento della
produzione alle esigenze (mercato) ma anche su criteri di
dipendenza (sicurezza di approvvigionamento), di conoscenze
(ricerca di nuove energie), di sicurezza (tecniche senza
rischi) e di durabilità (sviluppo ecologicamente
sostenibile);
6. chiede che vengano consolidate le misure volte a istituire
il mercato interno dell'energia e intensificati i tentativi
di giungere a una politica energetica comune nell'immediato
futuro nell'interesse a breve, medio e lungo termine dei
consumatori europei senza dimenticare i più piccoli di loro;
7. chiede che il Consiglio e gli Stati membri, ricorrendo
efficacemente al principio della sussidiarietà, riconoscano
una dimensione comunitaria sostanziale alla ricerca della
sicurezza dell'approvvigionamento energetico a condizioni
economiche, sociali e ambientali accettabili;
8. chiede inoltre che, in ordine alla sicurezza di
approvvigionamento, siano definite chiaramente le competenze
relative ad azioni della Commissione in caso di nuove
situazioni critiche;
9. chiede che per compensare la debolezza energetica comunitaria
sia rafforzata la capacità di negoziazione internazionale
mediante strumenti comunitari;
10. invita il Consiglio ad adoperarsi per ottenere un consenso
che permetta di applicare le norme comunitarie al settore
dell'energia, tenendo conto delle sue specificità
particolari;
11. chiede, in particolare, che la nuova PEC lasci in mani
comunitarie i correttivi necessari a favorire lo sviluppo
industriale compatibile, la politica di coesione economica
e sociale e la difesa dell'ambiente;
12. esige che siano scrupolosamente rispettati gli impegni
assunti in campo ambientale, in particolare la drastica
riduzione delle emissioni di CO2;
13. chiede anche che la PEC valorizzi gli aspetti sociali, che
possono essere significativi nel contesto di determinate
regioni e richiedere misure a carattere regionale, nazionale
e comunitario;
14. chiede che vengano anche considerati come obiettivi
strategici della PEC la trasparenza e la stabilità dei
prezzi, nonché la priorità da attribuire alle esigenze
energetiche a lungo termine di ogni Stato, allo scopo di
assicurare uno sviluppo economico e sociale rispettoso
dell'ambiente, il risparmio energetico e la promozione della
programmazione, nonché una razionale gestione energetica;
15. chiede che la Commissione, nell'assumere queste competenze,
rafforzi la sua politica di informazione dei cittadini per
contrastare gli effetti della lontananza dai centri
decisionali;
16. auspica che questa politica - il cui obiettivo è
un'informazione esatta e precisa - abbia particolare
risonanza nell'ambito dell'Anno comunitario dell'energia, la
cui celebrazione è stata sollecitata dal Parlamento;
17. chiede alla Commissione di adottare e trasmettergli quanto
prima una proposta di direttiva che, alla luce di quanto
affermato anche dal Consiglio, contenga misure fiscali
rigorose ed efficaci per la riduzione delle emissioni di CO2
e che sia corredata da scenari;
18. propone che vengano studiati gli effetti delle suddette
misure fiscali sulla competitività estera della Comunità;
19. chiede inoltre l'applicazione di un trattamento fiscale più
omogeneo in tutti i settori connessi all'energia e in tutti
gli Stati membri;
20. chiede alla Commissione di incrementare il suo appoggio alle
reti di infrastrutture comunitarie e, nel campo dell'energia,
di applicare il principio della coesione economica e sociale
a favore delle regioni meno sviluppate;
21. auspica un maggiore impegno della Comunità in ambito
scientifico e tecnologico per il settore energetico e
appoggia l'importante lavoro realizzato in questo campo dal
Centro comune di ricerca (CCR);
22. invita la Commissione ad adoperarsi senza indugio per
sviluppare lo sforzo di ricerca e dimostrazione nel campo
delle energie rinnovabili, al fine di far assumere alle
imprese comunitarie un ruolo leader nel mercato mondiale del
settore;
23. chiede altresì che vengano portati avanti i lavori intrapresi
nel campo della normalizzazione e che il programma indicativo
nucleare della Comunità venga aggiornato costantemente;
24. propone che, viste le prospettive dell'energia derivanti
dalla fusione termonucleare, si mantenga l'iniziativa di
ricerca e di sviluppo assunta dalla Comunità in quanto tale
e in cooperazione con altri paesi, iniziativa bilanciata da
un analogo impegno in termini di ricerca, applicazione e
nuovi finanziamenti nel campo delle energie rinnovabili;
25. chiede l'istituzione di strumenti efficaci per promuovere gli
investimenti nel settore delle energie nuove e rinnovabili,
in particolare lo sviluppo, tanto promettente, dell'energia
eolica e solare;
26. propone che si tragga profitto dell'esperienza di
cooperazione tra Stati membri per fissare obiettivi a medio
termine e per articolare programmi scientifici e tecnologici,
in modo che questa cooperazione possa continuare e
intensificarsi;
27. chiede che in tutti questi campi si tenga conto delle nuove
prospettive aperte dall'accordo su uno spazio economico
europeo (SEE);
Nel quadro della cooperazione con i paesi dell'Europa centrale e
orientale e delle relazioni Nord-Sud
28. chiede che - dopo la sottoscrizione all'Aja della Carta
europea dell'energia, documento di natura politica - si
proceda risolutamente alla negoziazione degli accordi
specifici giuridicamente vincolanti che dovranno essere
sottoposti quanto prima al Parlamento;
29. raccomanda di portare al massimo livello gli investimenti
comunitari nei paesi dell'Europa centrale e orientale nonché
la cooperazione tecnologica e ambientale in campo energetico,
ivi compresa la sicurezza nucleare;
30. chiede, alla luce dei recenti avvenimenti, che si definisca
con precisione la titolarità dei diritti sulle risorse
energetiche di cui dispone la Comunità di Stati indipendenti
(CSI);
31. raccomanda di tenere in debito conto i rischi di una
situazione che non permetta un adeguato controllo degli usi
civili e militari della nuova energia nucleare, come a suo
tempo si dovette constatare in occasione della catastrofe di
Cernobyl;
32. chiede che la Comunità si disponga ad appoggiare i piani
energetici dei paesi in via di sviluppo con sufficienti
investimenti e adeguati trasferimenti di tecnologia, in
particolare nell'ambito delle energie rinnovabili;
33. invita la Commissione a predisporre quanto necessario per
estendere i programmi JOULE e THERMIE ai paesi dell'Europa
centrale e orientale e ai paesi in via di sviluppo con
appositi ulteriori adeguati finanziamenti;
34. chiede di essere informato in tempo utile sui contributi che
la Commissione sta preparando per la Conferenza delle Nazioni
Unite sull'ambiente e lo sviluppo che si terrà l'anno
prossimo a Rio de Janeiro e per il XV Congresso della
Conferenza mondiale dell'energia che si svolgerà a Madrid nel
1992;
o o
o
35. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente
risoluzione alla Commissione e al Consiglio.