AIUTO UMANITARIO ALLA POPOLAZIONE CURDA DELL'IRAK
Il Parlamento europeo,
A. vivamente preoccupato per la tragica situazione in cui
versano attualmente i curdi dell'Irak e altre popolazioni
della regione, che in un rigido clima invernale patiscono il
freddo e la fame in seguito al blocco delle forniture di
generi alimentari, combustibili e medicinali imposto dal
regime di Saddam Hussein in violazione della risoluzione n.
688 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite,
B. allarmato per i nuovi attacchi sulla popolazione curda a
opera delle forze armate di Saddam Hussein e per il rischio
di un loro intensificarsi dopo il 30 giugno 1992, data di
scadenza del Memorandum di intesa,
C. sottolineando la responsabilità che incombe all'Iran e alla
Turchia di fornire assistenza alle organizzazioni umanitarie,
affinché possano raggiungere quanto più facilmente e
rapidamente possibile le popolazioni colpite,
D. profondamente turbato dalle pressioni esercitate da Saddam
Hussein sui rappresentanti delle Nazioni Unite e delle ONG
in Irak,
E. profondamente preoccupato inoltre per le nuove incursioni
aeree effettuate dalle autorità turche contro i villaggi
curdi dell'Irak settentrionale,
F. richiamandosi ai resoconti degli operatori di varie
organizzazioni umanitarie nazionali e internazionali attivi
nel Kurdistan iracheno, secondo i quali nelle campagne della
regione sono tuttora disseminate innumerevoli mine - in parte
di fabbricazione europea - e il numero delle persone ferite
da tali ordigni ha subito un brusco aumento,
G. ricordando che la Comunità europea e i suoi Stati membri
hanno contribuito in misura notevole alla fornitura di aiuti
umanitari ai curdi iracheni dopo il loro massiccio esodo
verso la Turchia e l'Iran al termine della guerra del Golfo,
1. condanna il blocco imposto da Saddam Hussein, che impedisce
l'arrivo di approvvigionamenti di vitale importanza ai curdi
iracheni;
2. insiste sul dovere che hanno i dodici Stati membri di
garantire, se del caso nel quadro delle istituzioni
comunitarie, che sia applicata la risoluzione n. 688 del
Consiglio di sicurezza dell'ONU; chiede ai governi degli
Stati membri di richiamare l'attenzione del Consiglio di
sicurezza su tale violazione della risoluzione n. 688 e
sollecitare la comunità internazionale a garantire la ripresa
delle forniture destinate ai curdi iracheni;
3. chiede alle Nazioni Unite di garantire la sicurezza dei
profughi curdi e della popolazione dell'Iraq settentrionale
finché non venga assicurato in Irak il pieno rispetto dei
diritti umani, e di prorogare quindi, se del caso, il mandato
delle autorità militari alleate che scadrà nel giugno 1992;
4. invita la Commissione e i governi degli Stati membri a dare
immediatamente l'esempio riprendendo urgentemente gli
approvvigionamenti di generi alimentari, combustibili e
medicinali, restando inteso che ciò potrà richiedere
l'organizzazione da parte della Comunità europea di convogli
di soccorsi, se necessario scortati sotto il comando delle
Nazioni Unite;
5. invita i governi turco e iraniano a cooperare pienamente a
tale operazione;
6. invita la Commissione e i governi degli Stati membri a
prendere le misure necessarie perché siano forniti i
finanziamenti supplementari e l'assistenza diretta che tale
operazione di emergenza potrà richiedere;
7. sollecita vivamente la Comunità e i suoi Stati membri a
predisporre al più presto uomini e attrezzature per una
completa operazione di sminamento nel Kurdistan iracheno;
8. insiste affinché l'Ufficio europeo per gli aiuti di emergenza
recentemente istituito assolva pienamente il compito che gli
incombe, in virtù del suo statuto, di prestare assistenza ai
curdi iracheni, compresi quelli rimasti in Iran e Turchia,
e chiede alla presidenza del suddetto Ufficio di riferirgli
in modo esauriente su tale emergenza;
9. invita la Commissione a elaborare, in collaborazione con le
autorità locali, un programma di ristrutturazione della
regione, in particolare nei settori agricolo, abitativo e
idropotabile;
10. insiste affinché le autorità turche cessino le incursioni
aeree nei villaggi dell'Irak settentrionale, che hanno fatto
vittime fra i civili;
11. insiste affinché il PKK ponga fine alle sue azioni di
violenza;
12. invita la Comunità e gli Stati membri a fornire supporto per
le elezioni di organi politici in programma per il 3 aprile
1992 nel Kurdistan iracheno, assicurando un'idonea assistenza
tecnica d'intesa con le autorità curde, e a garantire lo
svolgimento della consultazione e il rispetto sul piano
politico dei relativi risultati;
13. chiede alla Commissione di riferirgli oralmente e per
iscritto, in occasione della prossima tornata, sulle azioni
intraprese per dar seguito alla presente risoluzione;
14. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente
risoluzione alla Commissione, al Consiglio, alla Cooperazione
politica europea e ai governi degli Stati membri, nonché al
Segretario generale delle Nazioni Unite, ai membri del
Consiglio di sicurezza e ai governi di Turchia, Iran e Irak.