Sul tema "Le Regioni negli anni '90" - Quarta relazione periodica
sulla situazione socioeconomica e sullo sviluppo delle regioni
della Comunità
Il Parlamento europeo,
- visto l'articolo 8 del Regolamento (CEE) n. 4254/88 del 19
dicembre 1988 sulla riforma del FESR ,
- vista la quarta relazione periodica sulla situazione
socioeconomica e sullo sviluppo delle regioni della Comunità
(COM(90) 0609 - C3-0053/91),
- visti la relazione della commissione per la politica regionale,
l'assetto territoriale e le relazioni con i poteri regionali e
locali e i pareri della commissione per i problemi economici e
monetari e la politica industriale e della commissione per gli
affari sociali l'occupazione e le condizioni di lavoro (A3-
0065/92),
1. rileva che la quarta relazione periodica mostra un sensibile
miglioramento del livello di analisi e un ampliamento dei
temi trattati rispetto a quelle precedenti,
2. rileva che i principali risultati della ricerca possono
essere riassunti come segue:
a) le disparità regionali nella Comunità sono immutate
nonostante il positivo sviluppo globale dell'economia avutosi
alla fine degli anni '80; il prodotto interno lordo pro
capite nelle dieci regioni più sviluppate è, in media, tre
volte più alto di quello delle dieci regioni meno sviluppate,
quasi tutte situate in Portogallo e Grecia;
b) durante il periodo esaminato la Grecia non ha beneficiato
della crescita positiva della produttività che ha portato a
una stabilizzazione nelle disparità di reddito pro capite in
Spagna, Portogallo e Irlanda; la Grecia ha ora il più basso
PIL pro capite e il più basso PIL per persona occupata della
Comunità;
c) vi sono forti disparità anche per quanto concerne la
disoccupazione: in circa venti regioni della Comunità delle
171 esaminate, situate prevalentemente in Spagna, Italia e
Irlanda, il tasso di disoccupazione è superiore al 15%;
d) anche la disparità regionale nel settore dell'istruzione e
della formazione professionale, fattore fondamentale per la
competitività regionale, è eccessiva: in Portogallo e in
Grecia, meno del 10% dei giovani fruisce di formazione
professionale;
e) nell'interesse di un'efficace utilizzazione degli
stanziamenti a favore dello sviluppo regionale è necessario
spostare l'accento dagli aiuti all'infrastruttura verso aiuti
all'investimento che sostengano le imprese;
f) nelle regioni e negli Stati membri meno sviluppati il FESR
finanzia tra il 5 e il 7% degli investimenti globali;
g) un superamento delle disparità regionali è possibile solo a
lungo termine (20 anni e più) e presuppone tassi di crescita
sensibilmente al di sopra della media, il che richiede
prospettive ad ampio respiro;
h) l'aumento della popolazione attiva (eccedenza delle nascite
e migrazioni) entro il 2000 renderà più difficile lottare
contro la disoccupazione, soprattutto nelle regioni
dell'obiettivo 1;
3. deplora che la Commissione non abbia dato seguito alla
richiesta formulata nella sua risoluzione dell'8 luglio 1988
sulla terza relazione periodica di fornire dati
statistici dettagliati, compilati a livello NUTS III, su
aspetti quali la situazione del mercato occupazionale nelle
regioni, il loro livello di formazione, la struttura e la
composizione dell'assistenza regionale e i punti di forza e
quelli deboli delle regioni, per fornire un profilo di queste
ultime;
4. deplora che la Commissione non abbia valutato di propria
iniziativa le conseguenze sulle regioni delle politiche
comunitarie sull'ambiente e la sua protezione;
5. deplora inoltre che praticamente non siano state svolte
analisi della situazione femminile, un aspetto che
rappresenta una grande sfida nelle regioni meno sviluppate;
6. accoglie con favore, visti i risultati estremamente
insoddisfacenti in materia di convergenza della Quarta
relazione periodica, l'idea, accolta nel Consiglio europeo
di Maastricht, di rafforzare nei trattati la coesione
economica e sociale e di creare un fondo di coesione;
considera però come assolutamente decisivo, al momento di
dare un nuovo assetto ai fondi strutturali e di assegnare la
dotazione finanziaria del fondo di convergenza, che i nuovi
impegni assunti trovino efficace attuazione sia sul piano
operativo che su quello finanziario;
7. propone che una revisione dei regolamenti dei Fondi
strutturali contenga disposizioni giuridiche per le sanzioni,
qualora le misure di controllo rivelassero usi impropri dei
fondi pubblici e non venissero rispettati i principi
fondamentali su cui poggiano i regolamenti dei Fondi
strutturali, come, per esempio, il principio
dell'addizionalità;
8. sottolinea che la responsabilità politica per la coesione
economica e sociale della Comunità ricade sulle regioni, sui
governi degli Stati membri e sulla Comunità, e prende atto
dei tagli finanziari operati da quasi tutti gli Stati membri
nel settore del sostegno alle regioni a partire dal 1983; fa
rilevare che questa diminuzione reale degli stanziamenti di
sostegno nazionali non ha potuto essere compensata da un
raddoppio delle risorse dei Fondi strutturali comunitari;
9. non condivide la valutazione ottimistica della Commissione
sui futuri effetti del mercato interno e dell'Unione
economica e monetaria sulle regioni meno sviluppate della CE
nonché sulle zone di frontiera che vivono dell'attività
doganale e invita la Commissione a elaborare una dettagliata
analisi delle conseguenze che tenga conto dei lavori
preliminari del Parlamento e dei pareri formulati in
occasione della seconda Conferenza del Parlamento europeo e
delle regioni della Comunità;
10. condivide l'opinione della Commissione che il rinnovamento
strutturale dei cinque nuovi Länder tedeschi rappresenta una
grande sfida, ma ritiene troppo ottimistiche le analisi
svolte in questo contesto sullo sviluppo economico e sociale
di tali regioni, visto che i dati raccolti nel frattempo
mostrano un andamento notevolmente peggiore;
11. invita la Commissione, in vista di tale andamento, alquanto
peggiore di quello previsto nei cinque nuovi Länder tedeschi,
a rivedere la politica di sostegno da essa finora condotta
e a tenerne conto al momento di dare un nuovo assetto alla
politica strutturale dopo il 1993;
12. ricorda che la coesione economica e sociale non può essere
raggiunta esclusivamente mediante i Fondi strutturali, ma
deve anche essere soprattutto un obiettivo di tutte le altre
politiche comunitarie, in settori quali la ricerca e lo
sviluppo, l'energia, i trasporti, le telecomunicazioni e
l'agricoltura, che possono apportare un contributo
significativo;
13. è convinto che nelle regioni insulari ultraperiferiche la
coesione economica e sociale sarà possibile soltanto qualora,
di pari passo con l'applicazione delle politiche comunitarie
suddette, venga attuata contemporaneamente, per un congruo
periodo di tempo, anche una politica fiscale idonea; solo in
tal modo sarà possibile far sì che risorse finanziarie in
esse create non vengano trasferite verso altri luoghi della
Comunità, ma che si concentrino in tali zone, costituendo
così risorse e disponibilità finanziarie necessarie e
indispensabili allo sviluppo e alla crescita economica, come
del resto già accade in altre regioni insulari
ultraperiferiche non comunitarie;
14. rileva che i Fondi strutturali, soprattutto dopo la
revisione, apportano un importante contributo al superamento
delle disparità, ma ritiene comunque necessaria una revisione
delle misure strutturali sulla base delle conclusioni della
quarta relazione periodica nei seguenti campi:
a) ulteriore concentrazione degli stanziamenti, sia geografica
che finanziaria, verso le regioni meno sviluppate della
Comunità, tenendo particolarmente conto della promozione dei
fattori locali più "deboli",
b) revisione dei criteri per la scelta delle regioni da
sostenere; oltre alla disoccupazione e al PIL si dovrebbero
in futuro tenere in considerazione anche la portata
dell'istruzione scolastica e della formazione professionale,
soprattutto dei giovani tra i 15 e i 19 anni, e i livelli del
patrimonio infrastrutturale quali nuovi criteri addizionali
per le regioni da sostenere;
c) un maggiore spostamento degli stanziamenti di sostegno
dell'infrastruttura all'economia privata nel settore
secondario come in quello dei servizi, visto che quest'ultimo
aumenterà d'importanza in prospettiva sia per la creazione
diretta di posti di lavoro che come notevole fattore
"debole";
d) i deficit di formazione scolastica e professionale dei
giovani si perpetuano sotto la forma di deficit di posti di
lavoro e di benessere; i fondi strutturali dovranno quindi
in futuro divenire più attivi nel settore dell'istruzione,
della formazione e dell'aggiornamento nonché nella messa a
disposizione di strutture d'istruzione e di aggiornamento;
e) considerando l'intreccio sempre più inestricabile dei
sostegni regionali, nazionali e comunitari, acquisiscono
sempre maggiore importanza l'informazione e la consulenza
nelle regioni da sostenere; i Fondi strutturali devono
attuare un'attiva politica dell'informazione;
f) considerazione degli effetti strutturali del disarmo;
g) rafforzamento dei controlli sui risultati delle misure di
sostegno regionali;
h) messa a disposizione di un importo fisso del bilancio
generale delle Comunità per poter prestare aiuto in
imprevedibili situazioni urgenti e di crisi, per esempio per
le conseguenze regionali di catastrofi ambientali e simili;
i) coinvolgimento istituzionale delle parti sociali più forte
e tempestivo;
15. auspica un rafforzamento del controllo sugli aiuti statali
forniti al di fuori delle regioni da sostenere, per dare
maggiore forza d'urto al sostegno degli investimenti nelle
regioni strutturalmente più deboli;
16. auspica che i finanziamenti addizionali eventualmente messi
a disposizione dai paesi EFTA nel quadro dello SEE siano
destinati ai fondi strutturali della Comunità per aiuti
strutturali alle regioni comunitarie meno sviluppate;
17. invita la Commissione a esaminare ulteriormente, nella quinta
relazione periodica, i seguenti elementi:
a) l'importanza del decentramento e della regionalizzazione,
tenendo in considerazione il principio di sussidiarietà come
fattore di sviluppo regionale,
b) le conseguenze della politica di sostegno degli Stati membri
(comprese le sovvenzioni indirette, le misure di sostegno
settoriali, le agevolazioni fiscali ecc.) sulle regioni meno
sviluppate della Comunità;
c) l'approfondimento dell'analisi per la valutazione della
capacità competitiva delle regioni;
d) un'analisi più dettagliata dei maggiori costi
infrastrutturali e sociali a carico delle regioni con
bassissima densità demografica;
e) i possibili modi di accrescere l'efficienza delle
amministrazioni regionali e comunali nelle regioni meno
sviluppate della Comunità;
f) la portata e il significato dell'economia sommersa negli
Stati membri;
g) l'incidenza socioeconomica e le ripercussioni sul mercato del
lavoro provocate dalla soppressione delle frontiere interne
della Comunità, rilevate a livello NUTS III;
h) l'integrazione di nuovi indicatori sociali e ambientali
tenendo conto della qualità della vita e della specificità
delle regioni nel contesto dei criteri di finanziamento dei
Fondi strutturali,
18. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente
risoluzione ai parlamenti degli Stati membri, ai
parlamenti/consigli delle regioni della Comunità, al
Consiglio, alla Commissione e ai governi degli Stati membri.