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Parlamento Europeo - 10 giugno 1992
Dall'Atto unico al dopo Maastricht

RISOLUZIONE A3-0209/92

Risoluzione sulla Comunicazione della Commissione "Dall'Atto Unico al dopo Maastricht - I mezzi per realizzare le nostre ambizioni"

Il Parlamento europeo,

-viste le decisioni adottate a Maastricht dai Capi di Stato e di governo circa la creazione di un'Unione europea,

-viste le proposte della Commissione per fornire all'Unione i mezzi per realizzare le sue ambizioni, vale a dire COM(92) 2000 e COM(92) 2001,

-vista la sua risoluzione del 7 aprile 1992 sui risultati delle Conferenze intergovernative Processo verbale della seduta in tale data, parte seconda, punto 2.,

-visti la relazione della commissione temporanea "Dall'Atto unico al dopo Maastricht" nonché i pareri delle seguenti commissioni: commissione per gli affari esteri e la sicurezza; commissione per l'agricoltura, la pesca e lo sviluppo rurale; commissione per i bilanci; commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale; commissione per l'energia, la ricerca e la tecnologia; commissione per le relazioni economiche esterne; commissione per gli affari sociali, l'occupazione e le condizioni di lavoro; commissione per la politica regionale, l'assetto territoriale e le relazioni con i poteri regionali e locali; commissione per i trasporti e il turismo; commissione per la protezione dell'ambiente, la sanità pubblica e la tutela dei consumatori; commissione per la cultura, la gioventù, l'istruzione e i mezzi di informazione; commissione per lo sviluppo e la cooperazione; commissione per il controllo dei bilanci; commissione per gli affari istituzionali; commissione per i diritti della donna;

A.concordando con le considerazioni alle quali sono pervenuti i Capi di Stato e di governo nel parere favorevole da essi espresso circa la creazione di un'Unione europea,

B.considerando che la Comunità europea, in un mondo di instabilità e di crisi, costituisce un fattore di sicurezza, pace e stabilità per il mondo e per i cittadini dei nostri Stati membri, che deve fondarsi sulla solidarietà e la democrazia,

C.considerando che le sfide derivanti

-dagli sviluppi tecnologici, dalla concorrenza internazionale e dalle sue conseguenze economiche e sociali,

-dall'instabilità politica ed economica dell'Europa orientale e del Bacino mediterraneo,

-dalla povertà dei paesi più svantaggiati,

-dagli accresciuti rischi ambientali,

possono essere affrontate solo rafforzando la Comunità europea,

D.considerando che il completamento del mercato interno, la creazione di un'Unione politica e l'ulteriore sviluppo dell'Unione economica e monetaria e dell'Unione sociale possono fornire, sul piano sia politico che economico, un elevato contributo al bene dei cittadini,

E.considerando che tali progressi comporteranno per ogni Stato membro un saldo globale positivo sul piano economico, al di là del livello puramente finanziario e in un contesto macroeconomico, grazie in particolare all'aumento degli scambi, alla crescita economica generale, alle economie di scala e agli investimenti,

F.considerando che in rapporto a tale referente i necessari stanziamenti, inferiori all'1,5% del prodotto nazionale, sono estremamente contenuti e che un più cospicuo sforzo finanziario sembra però oggi indispensabile per dotare l'Unione dei mezzi per realizzare le sue ambizioni,

G.considerando che una politica del "laissez faire" e il libero mercato non sono sufficienti a garantire uno sviluppo dell'Europa economicamente positivo e socialmente equilibrato,

H.considerando che il parallelo sviluppo della dimensione politica e sociale, insieme al completamento del mercato interno, rappresentano una condizione preliminare per il successo dell'integrazione europea e che è quindi indispensabile fornire il necessario sostegno finanziario per promuovere la dimensione politica e sociale ed evitare un approccio semplicemente basato sul mercato interno che avrebbe conseguenze intollerabili a livello regionale e sociale e minerebbe le fondamenta della Comunità, e che gli effetti benefici si faranno sentire in modo valido e duraturo solo qualora tutte le politiche messe in atto dalla Comunità europea siano informate al fondamentale obiettivo dello sviluppo sostenibile,

I.considerando che la proposta della Commissione riflette l'importanza della solidarietà nel processo di costruzione dell'Unione europea,

J.considerando che nella fase di preparazione della moneta unica occorre conseguire un elevato livello di convergenza delle economie nazionali e della coesione economica e sociale, cui l'Unione deve contribuire con un opportuno adeguamento dell'insieme delle sue politiche e, in particolare, con un rafforzamento dei Fondi strutturali e con un nuovo Fondo di coesione nell'ambito di un programma di convergenza,

K.considerando che lo sforzo richiesto in materia di convergenza economica alle regioni e agli Stati membri più poveri per poter accedere all'Unione economica e monetaria è molto superiore ai benefici che essi possono ottenere tramite le nuove proposte in materia strutturale e a titolo del Fondo di coesione e che, senza tale appoggio, gran parte della Comunità europea ritarderebbe in modo indefinito il suo accesso all'Unione economica e monetaria configurandosi in tal modo un'Europa a due velocità con maggiori divergenze e scompensi di quella attuale,

L.considerando che la convergenza delle economie nazionali deve essere valutata non solo con un'analisi ponderata del rispetto dei criteri stabiliti per l'ingresso nella terza fase dell'UEM, ma anche in base ad altri criteri rappresentativi e, in particolare, al livello di emarginazione sociale e di degrado dell'ambiente,

M.considerando che negli ulteriori sforzi in materia di convergenza e coesione a favore degli Stati membri meno prosperi non vanno trascurati l'impatto positivo in termini di crescita e occupazione nell'intera Comunità e l'incidenza sugli scambi intracomunitari,

N.considerando che sono indispensabili sforzi comunitari e concentrati volti a rafforzare la capacità concorrenziale delle nostre economie nazionali, segnatamente nel settore industriale, e che, al fine di preparare l'ingresso nella terza fase della UEM, vari Stati membri devono adottare una politica fiscale restrittiva,

O.considerando che tale politica comporta rischi deflazionistici in un momento di ridotta crescita e di crescente disoccupazione, pur rimanendo convinto dell'esigenza economica e politica di creare l'UEM,

P.ritenendo quindi essenziale che la Comunità ottenga, durante questo processo di convergenza, i necessari mezzi finanziari per assistere gli Stati membri che versano in difficoltà economica tramite programmi comunitari,

Q.considerando che a Maastricht la costituenda Unione europea è stata investita di una serie di nuove competenze, il cui finanziamento dovrà essere reperito entro i necessari limiti di una sana finanza pubblica:

a) politica economica

b) politica monetaria

c) spazio sociale

d) politica industriale

e) ricerca e sviluppo tecnologico

f) politica ambientale

g) formazione professionale

h) cultura

i) sanità

j) tutela dei consumatori

k) reti transeuropee

l) cooperazione allo sviluppo

m) politica estera e di sicurezza comuni

e che sono stati creati inoltre nuovi organismi,

R.considerando che è auspicabile un rafforzamento della politica della pesca che tenga conto della proposta di creare un nuovo obiettivo della politica strutturale,

S.sottolineando che, fatti salvi i nuovi compiti, l'attuale Accordo interistituzionale scade alla fine del 1992 e che è pertanto necessaria una nuova base per il futuro finanziamento della Comunità,

T.considerando che la Commissione deve fornire regolari informazioni in merito agli effetti esercitati sulla coesione da tutte le politiche finanziate dalla Comunità e che le istituzioni comunitarie devono garantire la riduzione delle disparità fra le regioni e il rafforzamento della coesione socio-economica non solo tramite le spese di bilancio, ma anche nell'ambito della riforma del sistema delle risorse,

U.considerando che il principio di sussidiarietà, del quale è ormai necessaria una metodologia di applicazione, rappresenta il criterio fondamentale per definire se la Comunità possa intervenire nei settori che non sono di sua esclusiva competenza e che nei settori nei quali essa interviene le sue azioni devono essere realizzate in base al principio di una sana gestione finanziaria (art. 205 del Trattato CEE) e tenendo conto dei "costi e dei benefici per le pubbliche autorità degli Stati membri e per l'insieme degli interessati" (dichiarazione 18 dell'Atto finale),

V.considerando che occorrerebbe concordare nel dettaglio la demarcazione tra impegni della Comunità e quelli degli Stati membri e che è necessario raggiungere un elevato livello di coordinamento tra Comunità e Stati membri, compito al quale dovrà partecipare il Parlamento europeo; che tale coordinamento, in caso di implicazione delle spese pubbliche comunitarie, abbinate all'intervento delle finanze pubbliche nazionali, sarà effettivo per mezzo di una programmazione a vari livelli,

W.considerando che il trasferimento di competenze dagli Stati membri alla Comunità non deve comportare una dilatazione delle spese pubbliche ma che l'aumento delle spese comunitarie dovrà invece essere compensato con riduzioni nei bilanci nazionali,

X.considerando che gli accordi di Maastricht sulla UEM comportano drastiche limitazioni alla libertà di azione agli Stati membri in materia di bilancio, senza che venga però trasferito alla Comunità l'insieme di strumenti e mezzi necessari per l'attuazione di un'efficace politica di stabilizzazione economica,

Y.considerando che la politica estera comune rende necessarie norme specifiche per un'utilizzazione flessibile di determinate risorse proprie,

Z.considerando che l'Unione europea deve essere messa in condizione di disporre di adeguate risorse proprie sotto la propria responsabilità e libera dal concorso dei bilanci nazionali,

AA.considerando che l'evoluzione delle finanze pubbliche comunitarie dovrebbe basarsi su un opportuno sistema statistico; che le informazioni fornite da tale sistema, in particolare riguardo al calcolo del P.I.L. e a quello dell'imponibile IVA, dovrebbero soddisfare le esigenze della comparabilità dei dati e rispettare le scadenze procedurali del bilancio comunitario,

AB.considerando che il progresso sulla via del controllo di bilancio costituisce un elemento essenziale della legittimazione democratica delle istituzioni comunitarie,

AC.considerando che è giunto il momento di rafforzare la disciplina di bilancio nel quadro di un accordo interistituzionale, garantire la continuità e la prevedibilità delle finanze comunitarie, eliminare il deficit democratico esistente nell'ambito della procedura di bilancio e superare i conflitti strutturalmente indotti tra quadro legislativo e autorizzazioni di bilancio nonché tra i rami dell'autorità di bilancio,

1.sottolinea che l'aumento delle risorse di bilancio è la conseguenza indispensabile delle decisioni di Maastricht; ritiene, in particolare, che la conversione delle decisioni in materia di politica di convergenza e coesione nonché di politica estera imponga un immediato aumento delle risorse proprie e raccomanda vivamente ai Capi di Stato o di governo di adottare quanto prima opportune decisioni affinché il Parlamento e il Consiglio siano in grado di trasporle in atti legislativi e di bilancio entro il 31 dicembre 1992;

2.è del parere che la tempestiva adozione di un accordo interistituzionale per la conversione delle proposte della Commissione nell'ambito del "Pacchetto Delors II" costituisca uno degli strumenti indispensabili per realizzare gli ambiziosi obiettivi che la Comunità si è posta a Maastricht;

3.approva in linea generale gli orientamenti e le priorità contenuti nel Pacchetto Delors II, ma ritiene che il proposto aumento delle risorse proprie di 10,5 miliardi di ECU, che porterà la quota sul P.I.L. dall'1,2% all'1,37%, non sia sufficiente per finanziare gli obiettivi e gli impegni concordati a Maastricht;

4.fa presente che le decisioni concrete sull'utilizzazione degli stanziamenti incombono all'autorità di bilancio nel corso della procedura di bilancio, ma si dichiara comunque disposto a concordare orientamenti globali politicamente opportuni nel quadro di una previsione finanziaria per il periodo 1993-1997;

5.ricorda la necessità di proseguire il potenziamento degli strumenti di controllo e di sanzione del Parlamento in materia di bilancio e di costringere la Commissione a eseguire correttamente e completamente il bilancio;

6.si pronuncia, nel quadro della presente risoluzione, soltanto sulle grandi linee della futura politica comunitaria e si limita a prendere atto con interesse delle numerose iniziative proposte dal pacchetto Delors II; limita pertanto la portata della sua presa di posizione a questi aspetti nonché a quelli di cui è necessario tener conto nel decidere delle future risorse proprie e nel concordare una previsione finanziaria per il periodo 1993-1997;

I.FONDI STRUTTURALI E FONDO DI COESIONE

7.tenuto conto delle gravi disparità che persistono tra molte regioni degli Stati membri, aderisce alle decisioni del Consiglio europeo che hanno posto l'accento politico sulla coesione economica e sociale in quanto condizione preliminare per la realizzazione del mercato unico e, di conseguenza, sulla necessità di una solidarietà rafforzata;

8.accetta l'aumento delle risorse dei Fondi strutturali secondo cui gli stanziamenti destinati all'Obiettivo 1 saranno aumentati di due terzi rispetto al 1992, mentre quelli destinati all'Obiettivo 2 e agli altri obiettivi lo sarebbero della metà, ma dubita che questi importi raggiungano la massa critica necessaria affinché gli obiettivi della politica strutturale vengano realizzati con efficacia;

9.sottolinea l'importanza socio-economica della pesca nella Comunità, approva la creazione di un nuovo Obiettivo 6 per la pesca e chiede che la dotazione che gli sarà attiribuita tenga conto delle esigenze di ristrutturazione del settore;

10.appoggia la flessibilità proposta per tener conto di nuovi approcci in materia di politica strutturale e anticipare nuovi processi di trasformazione industriale, come quelli provocati, per esempio, dal disarmo a livello mondiale, ma chiede che questa flessibilità si accompagni a una scrupolosa verifica della complementarità;

11.sostiene che gli indicatori statistici dei Länder dell'ex RDT debbono essere considerati ininfluenti rispetto alla classificazione economica delle regioni della Comunità, e ciò al fine di evitare improprie e artificiose esclusioni di talune di esse, comprese nella lista dell'Obiettivo 1, dalla fruizione di aiuti comunitari e nazionali;

12.si compiace della creazione di un consistente Fondo di coesione tenuto conto della convergenza sociale ed economica e si dichiara sostanzialmente d'accordo sul proposto volume del Fondo di coesione e l'opportunità di tenerne conto già nel bilancio 1993; sottolinea che ciò si ricollega alla compensazione finanziaria da esso auspicata;

13.chiede che il Fondo di coesione non venga concepito soltanto come uno strumento di compensazione ma che sia espressione della solidarietà comunitaria e venga utilizzato in collegamento con gli altri strumenti finanziari, nel rispetto dei principi e delle priorità della politica strutturale comunitaria, nonché in applicazione del criterio dell'efficacia degli investimenti finanziari;

14.si eprimerà comunque a tempo debito in merito alle proposte legislative concernenti il rafforzamento dei Fondi strutturali e la creazione del Fondo di coesione ma chiede fin d'ora che le proposte relative ai fondi strutturali salvaguardino i principi fondamentali della riforma del 1989, ossia la concentrazione, la complementarità, la compartecipazione e la sussidiarietà, prevedendo nel contempo un uso delle risorse naturali compatibile con l'ambiente nonché sorveglianza, controllo e valutazione permanenti delle misure finanziarie e della loro durevolezza;

II.POLITICA ESTERA, DI SICUREZZA E DI SVILUPPO

15.condivide l'idea di considerare le azioni esterne come priorità politica per il periodo 1993-1997, al fine di consolidare il ruolo della Comunità in quanto importante garante della pace, della democrazia e della crescita al Sud e all'Est;

16.chiede che si faccia inoltre ricorso anche agli strumenti e alle normative per una PESC previsti dal Trattato di Maastricht e che il loro impatto finanziario venga preventivato in bilancio;

17.appoggia la proposta di predisporre in bilancio significativi fondi alla luce degli sviluppi nell'Europa centro-orientale nonché nel Bacino mediterraneo; dubita però che il proposto volume finanziario sia sufficiente a rispondere alle sfide internazionali della Comunità e propone pertanto un aumento della categoria 4 pari a 1 miliardo di ECU;

18.richiama l'attenzione sul fatto che il fabbisogno di tali stanziamenti a favore della politica estera potrebbe acuirsi già nel periodo 1993-94 e propone pertanto di prevedere, già dal 1993, un significativo aumento dei fondi;

19.sottolinea nel contempo che occorre rafforzare anche il tradizionale impegno in materia di politica allo sviluppo mediante una riforma delle politiche e degli strumenti, così come attraverso un aumento delle risorse finanziarie;

20.ritiene che la protezione dell'ambiente in generale richiederà negli anni futuri un crescente contributo finanziario e tecnico da parte della Comunità perché sia possibile raggiungere e portare avanti gli obiettivi definiti dal Parlamento, come la creazione dell'Agenzia dell'ambiente e l'azione da avviare per la conservazione delle foreste tropicali;

21.auspica, a fronte dell'aumento della fame nel mondo, un rafforzamento delle scorte alimentari, di cui si deve tener conto in bilancio, superiore al livello degli esercizi 1988-92 e sollecita la Commissione a presentare una nuova stima, pur sottolineando che soltanto delle politiche di sviluppo di carattere strutturale possono condurre a una duratura autosufficienza alimentare del Terzo mondo;

22.ritiene imperativo inserire dal 1995 l'ottavo Fondo europeo di sviluppo nel bilancio della Comunità e si attende che la Commissione proponga quanto prima un corrispondente aumento dell'importo globale delle risorse proprie attribuite all'Unione fino al 1997, onde tener conto dell'integrazione del FES nel bilancio per il periodo 1995-1997;

III.POLITICHE INTERNE

23.ritiene prioritario sviluppare ulteriormente le politiche interne; prende atto delle nozioni elaborate dalla Commissione circa la futura organizzazione delle politiche interne e a tempo debito si esprimerà dettagliatamente in materia;

24.non è in grado di riconoscere nelle proposte finanziarie della Commissione un adeguato rafforzamento dell'efficienza del mercato interno e della concorrenzialità dell'economia;

25.auspica un rafforzamento significativo della ricerca e dello sviluppo tecnologico; sottolinea inoltre l'esigenza di un nuovo impegno finanziario per il rafforzamento della competitività industriale della Comunità; ritiene che l'obiettivo da perseguire sia che la Comunità compia sforzi comparabili con quelli dei principali concorrenti, per cui giudica essenziale che le politiche comunitarie e nazionali siano coordinate in funzione di obiettivi precisi;

26.accoglie in linea di principio la priorità delle reti transeuropee, inclusi i trasporti pubblici e quelli combinati, integrata tuttavia dal requisito di una maggiore efficienza nell'ambito dell'utilizzazione delle attuali capacità di trasporto e del riequilibrio territoriale, e si riserva di esprimere al riguardo un parere dettagliato;

27.auspica un maggiore impegno finanziario della Comunità soprattutto per quanto riguarda

a)un uso più razionale dell'energia, con la ricerca di fonti rinnovabili;

b)una protezione dell'ambiente e un'utilizzazione pulita ed economica delle materie prime,

c)uno sviluppo e un'utilizzazione delle tecnologie pulite,

d)una qualificazione professionale volta a migliorare il potenziale industriale nell'ambito della concorrenza internazionale;

28.propone pertanto un aumento di almeno 1 miliardo di ECU delle previsioni di spesa per le politiche interne nel 1997 rispetto alle proposte della Commissione, il che, dopo l'esaurimento di tutte le possibilità di risparmio, consentirebbe al Parlamento di tener adeguatamente conto delle priorità finanziarie da essa proposte;

IV.POLITICA AGRICOLA

29.sottolinea l'estrema urgenza di procedere a una fondamentale riforma della politica agricola comune, conformemente alle proposte del Parlamento europeo;

30.constata che il funzionamento della disciplina di bilancio e degli stabilizzatori si è rivelato inadeguato e propone che venga rafforzato; ritiene una sana gestione finanziaria indispensabile per le spese agricole quanto in altri settori del bilancio;

31.può aderire alla proposta correzione della linea direttrice agricola solo purché sia realizzata una riforma della politica agricola soddisfacente dal punto di vista economico, ecologico e sociale - e conforme ai principi enunciati dal Parlamento - e purché, correggendo la decisione del 1988 concernente la disciplina di bilancio, le spese agricole effettive siano chiaramente soggette alle previsioni finanziarie e alle autorizzazioni di bilancio e siano adottati tempestivi provvedimenti, qualora le effettive spese agricole minaccino di superare le autorizzazioni di bilancio;

32.raccomanda pertanto che gli 1,5 miliardi di ECU aggiuntivi previsti vengano iscritti nella categoria 6 delle previsioni finanziarie;

33.auspica che le componenti strutturali della linea direttrice agricola vengano iscritte nella categoria 2 delle previsioni finanziarie, insieme agli importi previsti; sollecita pertanto che la direttrice agricola si applichi alle spese connesse alle politiche soggette ai vincoli di mercato, ivi comprese le spese a carico del ritiro dei seminativi e dell'estensivazione, alle spese del Fondo di garanzia per la pesca e alle spese per gli aiuti al reddito;

34.chiede di adeguare la campagna agricola all'esercizio finanziario; invita pertanto la Commissione a presentarne l'impatto finanziario nonché le relative proposte circa il Regolamento finanziario;

V.SPESE AMMINISTRATIVE

35.approva l'importo globale relativo alle spese amministrative, pur richiamandosi al fatto che le proposte non sono state concordate in dettaglio con le altre Istituzioni né tengono conto delle innovazioni istituzionali decise a Maastricht, cosicché potrebbero rendersi necessarie talune correzioni;

VI.RISERVE E GARANZIE

36.si compiace dell'iniziativa della Commissione di assicurare finalmente nell'ambito del bilancio comunitario, nel quadro di una riserva per le spese straordinarie, la copertura dei rischi connessi alle garanzie finanziarie prestate dalla Comunità a Stati terzi ricordando che la prevedibile, futura espansione dell'attività di erogazione di prestiti della Comunità comporterà un aumento del volume globale degli impegni; ritiene tuttavia scarsa la riserva del 20% a garanzia di tali rischi nell'ambito del bilancio comunitario; auspica l'introduzione di uno speciale sistema di preallarme che comporti, eventualmente, una revisione delle previsioni finanziarie;

37.si esprime a favore dell'istituzione in bilancio di una riserva speciale per aiuti internazionali di emergenza della quale possano disporre d'intesa entrambi i rami dell'autorità di bilancio;

VII.RISORSE PROPRIE

38.deplora che le attuali proposte della Commissione continuino ad allontanare il sistema delle risorse proprie dall'obiettivo fissatogli in occasione della sua creazione nel 1970: assicurare l'autonomia della Comunità attraverso un legame diretto tra il contribuente e la Comunità europea; condivide tuttavia le critiche espresse circa gli elementi di regressività che caratterizzano l'attuale sistema delle risorse proprie;

39.individua fra le critiche più rilevanti al sistema delle risorse proprie anche lo squilibrio e la regressività dei pagamenti FEAOG (nel 1997 ancora equivalenti al 46% degli stanziamenti proposti), che non possono essere corretti dal lato delle entrate; ritiene quindi importante, nell'ambito della riforma della politica agricola, fare in modo che il loro effetto sia ripartito più equamente e che la politica agricola stessa risponda ai principi della coesione economica e sociale;

40.riconosce che le proposte di riforma della Commissione vanno nella giusta direzione ma le ritiene marginali e inadeguate, per cui raccomanda a medio termine la trasformazione progressiva della cosiddetta quarta risorsa propria (risorsa P.I.L.) in un sistema di compensazione che ponga pienamente rimedio alle discrepanze esistenti tra le entrate dell'IVA e il criterio di distribuzione del P.I.L.; in vista del conseguimento di tale obiettivo sarebbe necessario procedere immediatamente a una riduzione delle entrate IVA più radicale di quella proposta dalla Commissione; propone, per quanto riguarda gli squilibri di bilancio in taluni Stati membri, di rivedere a breve termine l'Accordo di Fontainebleau per rendere più equo l'attuale sistema della risorse proprie e delle spese e far sì che i pagamenti e le entrate degli Stati membri rispecchino il rispettivo benessere;

41.ritiene che l'autonomia finanziaria dell'Unione europea contribuirà a ridurre il deficit democratico di cui attualmente soffre la politica di bilancio della Comunità; ritiene peraltro assolutamente indispensabile introdurre quanto prima una quinta risorsa, all'occorrenza un'imposta comunitaria che liberi il finanziamento della Comunità dal paralizzante vincolo con le entrate dei bilanci nazionali;

42.constata comunque che, attualmente, né l'opinione pubblica né gli Stati membri conoscono tale problema; propone di conferire a una speciale Conferenza intergovernativa l'incarico di elaborare adeguate proposte sulla base delle quali si decida, nel 1994, circa un'efficace riforma delle risorse proprie;

43.chiede alla Commissione, in preparazione di questa conferenza:

-di migliorare gli strumenti statistici di cui dispone la Comunità, in particolare onde garantire che informazioni fornite circa il P.I.L. e la base imponibile dell'IVA rispondano agli imperativi della comparabilità dei dati e alle scadenze delle procedure di bilancio;

-di mettere a punto nuovi strumenti che consentano di rendere il sistema delle risorse proprie maggiormente trasparente per quanto riguarda i suoi aspetti redistributivi tra gli Stati membri e all'interno degli stessi;

-di presentare proposte per un sistema di finanziamento completo, equilibrato e giusto che garantisca l'autonomia finanziaria dell'Unione europea;

VIII. COOPERAZIONE INTERISTITUZIONALE

44.ribadisce il giudizio negativo sulla risposta assolutamente insoddisfacente data dal Trattato di Maastricht al problema del deficit democratico e soprattutto sul fatto che in materia di bilancio tutte le proposte del Parlamento sono state ignorate dalle Conferenze intergovernative; ritiene che il nuovo Accordo interistituzionale debba consentire di rafforzare l'efficacia e la democraticità delle decisioni comunitarie in materia finanziaria;

45.giudica fondamentalmente positivi gli effetti dell'Accordo interistituzionale del 1988; ritiene che la carenza fondamentale, che ha comportato una ripetuta incapacità decisionale della Comunità nell'ambito della politica finanziaria, sia costituita dall'insistenza dimostrata dal Consiglio sull'unanimità nelle revisioni delle previsioni finanziarie e denuncia in questo fatto una sostanziale violazione dell'accordo del 1988;

46.esprime la propria disponibilità a concludere nuovamente un Accordo interistituzionale con una previsione finanziaria per il periodo 1993-1997, purché

a)venga eliminato il deficit democratico nell'ambito della procedura di bilancio, con una più equa codecisione sugli elementi sostanziali del bilancio e delle finanze che rispetti gli impegni comunitari e garantisca la coerenza tra la programmazione politica e la programmazione finanziaria delle attività comunitarie;

b)venga riservata alle decisioni di bilancio priorità rispetto agli effetti vincolanti degli atti legislativi, in considerazione del livello delle spese;

c)si accetti la possibilità di far ricorso, nelle decisioni di revisione, al margine di volta in volta esistente tra il massimale globale delle risorse proprie e il massimale di spesa delle previsioni finanziarie, in base alle regole di maggioranza di cui all'articolo 203, paragrafo 9, del trattato CEE;

d)si garantiscano le competenze della Commissione ad eseguire il bilancio a norma dell'articolo 205 e tali competenze non vengano svuotate da organismi intermedi (comitatologia);

47.ritiene che una rassegna intermedia sarà necessaria nell'autunno del 1994 prima della nomina della nuova Commissione e dell'ulteriore ampliamento della Comunità;

IX.CONCLUSIONI

48.propone al Consiglio europeo di adottare i seguenti orientamenti:

a)approvazione di massima delle proposte finanziarie della Commissione in merito ai Fondi strutturali e al Fondo di coesione da avviare nel 1993, la cui conversione legislativa dovrà rispondere ai seguenti principi:

-rafforzamento dei principi fondamentali della riforma del 1988, quali la concentrazione e la complementarità, la compartecipazione, la sussidiarietà e il controllo, sulla base di una valutazione dell'esecuzione che ha finora avuto luogo;

-finalizzazione dell'attività del Fondo di coesione agli obiettivi della convergenza, in applicazione non soltanto di un criterio di perequazione, ma anche dei principi e delle priorità della politica strutturale comunitaria;

b)aumento di un miliardo di ECU del quadro degli stanziamenti per il settore delle azioni esterne con una contestuale opportunità di predisporre sin dal 1993 un cospicuo aumento degli stanziamenti;

c)aumento di un miliardo di ECU degli stanziamenti per il settore delle politiche interne nel 1997;

d)la linea direttrice agricola rimane per il momento immutata; per il periodo 1994-1997 viene costituita una riserva per riforme pari a 1,5 miliardi di ECU che potrà essere inserita nella linea direttrice agricola, previa adozione della riforma della politica agricola, con l'accordo di entrambi i rami dell'autorità di bilancio; la disciplina di bilancio viene precisata nel senso che gli impegni giuridici della politica agricola comune trovano un limite inequivocabile negli stanziamenti autorizzati;

e)approvazione del quadro degli stanziamenti per le spese amministrative, fatte salve le osservazioni delle altre I!tituzioni;

f)le garanzie ai prestiti destinati a paesi terzi devono essere controllate tramite uno speciale sistema di preallarme che impedisca alle altre categorie delle previsioni finanziarie di essere travolte in situazioni di crisi;

g)il massimale degli stanziamenti di impegno nel 1997 sarà complessivamente pari a 89,5 miliardi di ECU;

h)il massimale globale delle risorse proprie viene portato all'1,40% del P.I.L., illustrando nel contempo al contribuente comunitario in quale misura i trasferimenti alla Comunità consentono corrispondenti riduzioni delle spese nazionali;

i)la ripartizione delle risorse proprie tra gli Stati membri dovrà essere basata in maggior misura, a parte le proposte della Commissione, sulla chiave di ripartizione del P.I.L.;

j)dovrà essere convocata una Conferenza interistituzionale incaricata di elaborare entro il 1994 proposte circa una sistematica riforma delle risorse proprie, al fine di conseguire un'equa ripartizione degli oneri e mettere in grado la Comunità di disporre liberamente di risorse proprie e di risponderne in prima persona di fronte al cittadino;

k)per consentire un'efficace e armoniosa cooperazione delle istituzioni nell'ambito della procedura di bilancio, occorre concludere un nuovo accordo interistituzionale che garantisca il rispetto della disciplina di bilancio e delle previsioni finanziarie, elimini il deficit democratico nell'ambito della procedura di bilancio, riservi al Parlamento europeo un ruolo paritetico e garantisca il rispetto degli impegni finanziari tramite atti legislativi;

o o o

49.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, alla Commissione, al Consiglio e ai parlamenti degli Stati membri.

 
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