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Parlamento Europeo - 12 giugno 1992
Diritti del popolo curdo

RISOLUZIONE A3-0192/92

Risoluzione sui diritti della popolazione curda

Il Parlamento europeo,

-vista la proposta di risoluzione dell'on. Langer sui diritti del popolo curdo (B3-1961/90),

-vista la relazione del relatore speciale sui diritti umani in Irak, elaborata nel febbraio 1992 per la Commissione ONU per i diritti dell'uomo,

-viste le risoluzioni 612 e 688 del Consiglio di sicurezza dell'ONU,

-viste le proprie risoluzioni del

a)14 aprile 1988 sull'utilizzazione di armi chimiche nella guerra Iran-Irak G.U. n. C 122 del 9.5.1988, pag. 122.,

b)15 settembre 1988 sulla tregua fra Iran e Irak G.U. n. C 262 del 10.10.1988, pag. 123. e sull'offensiva irachena contro i curdi G.U. n. C 262 del 10.10.1988, pag. 124.,

c)17 novembre 1988 sull'eccidio in massa dei curdi G.U. n. C 326 del 13.12.1988, pag. 208.,

d)25 maggio 1989 sul pericolo che minaccia i curdi in Iraq G.U. n. C 158 del 26.6.1989, pag. 204.,

e)17 maggio 1990 sui diritti dell'uomo in Turchia G.U. n. C 149 del 18.6.1990, pag. 136.,

f)14 marzo 1991 sulla situazione dei curdi G.U. n. C 106 del 22.4.1991, pag. 120.,

g)18 aprile 1991 sulla situazione dei curdi G.U. n. C 129 del 20.5.1991, pag. 140.,

h)16 maggio 1991 sulla situazione dei profughi curdi G.U. n. C 158 del 17.6.1991, pag. 247.,

i)11 luglio 1991 sul mancato rispetto da parte dell'Irak delle risoluzioni dell'ONU G.U. n. C 240 del 16.9.1991, pag. 173.,

j)21 novembre 1991 sulla situazione umanitaria in Iraq G.U. n. C 326 del 16.12.1991, pag. 183.,

k)12 marzo 1992 sull'aiuto umanitario alla popolazione curda dell'Irak Processo verbale della seduta in tale data, parte seconda, punto 9.,

l)9 aprile 1992 sulla situazione dei curdi in Turchia Processo verbale della seduta in tale data, parte seconda, punto 1.;

-vista la relazione della commissione per gli affari esteri e la sicurezza (A3-0192/92),

A.considerando i tragici sviluppi della storia del popolo curdo nel Medio Oriente dopo la disintegrazione dell'Impero ottomano,

B.considerando che oltre 25 milioni di curdi vivono in quattro Stati della regione, vale a dire Irak, Iran, Siria e Turchia, nonché, in misura minore, in talune repubbliche dell'ex URSS,

C.considerando che le ex potenze coloniali europee sono sostanzialmente corresponsabili dell'attuale situazione del popolo curdo,

D.sconvolto dalle vessazioni con cui il regime di Saddam Hussein opprime le popolazioni curde dell'Irak e che hanno provocato la morte - spesso a seguito di torture - di migliaia di uomini, donne e bambini,

E.ricordando il riuscito intervento militare, nella primavera del 1991, di alcuni Stati membri e degli Stati Uniti operanti nel quadro della risoluzione 688 del Consiglio di sicurezza, volto a creare "rifugi sicuri" per i curdi,

F.esprimendo la propria soddisfazione per il fatto che il 19 maggio 1992 nel Kurdistan iracheno si sono svolte le prime elezioni democratiche, cui hanno potuto partecipare liberamente e pienamente i curdi, gli assiri cristiani, i turkmeni e le altre popolazioni che vivono in questa regione,

G.convinto che, mentre in Iran in Siria e in Turchia ai curdi sono negati i diritti umani individuali e i diritti delle minoranze, in Irak tale popolazione sia minacciata di genocidio,

H.sottolineando che, qualora si consentisse al governo iracheno di perpetrare un genocidio, le speranze di un "nuovo ordine mondiale" più civile si rivelerebbero del tutto fallaci,

I.profondamente turbato per la situazione ancora catastrofica della popolazione che vive nel Kurdistan iracheno, a causa delle cattive condizioni di approvvigionamento, delle difficili condizioni climatiche, della mancanza di medicinali e di alloggi nonché dei numerosi morti e feriti gravi provocati dalle mine,

J.riconoscendo che le democrazie occidentali, compresi gli Stati membri, devono assumersi le responsabilità che loro competono in Irak e negli Stati limitrofi a seguito della guerra del Golfo,

K.riconoscendo che le irresponsabili vendite massicce di armi all'Irak e ad altri paesi del Medio Oriente da parte di taluni paesi della Comunità europea e di altri Stati hanno contribuito in ampia misura a mettere in pericolo la pace nella regione e a rendere così distruttive le guerre che vi hanno avuto luogo,

L.riconoscendo che le irresponsabili vendite massicce all'Irak e ad altri paesi del Medio Oriente, da parte di industrie tra cui alcune aventi sede negli Stati membri, di prodotti chimici e di altro genere suscettibili di impiego per lo sviluppo di armi di distruzione di massa mettono in pericolo la vita di milioni di persone,

M.considerando che sono finiti gli aiuti di urgenza dell'UNHCR per i profughi curdi nell'Irak settentrionale, ma che tali aiuti sono stati ripresi dall'UNICEF,

N.deplorando l'assassinio di civili curdi da parte tanto delle forze armate curde quanto dei terroristi del PKK,

O.condannando l'assassinio a Vienna nel 1990 del leader curdo-iraniano Ghazamlou e il ricorso al terrore nei confronti dei curdi da parte delle autorità iraniane,

P.ricordando che il governo turco non ha tuttora revocato la sospensione degli articoli 5, 6, 8, 10, 11 e 13 della Convenzione europea per i diritti dell'uomo,

Q.deluso per il fatto che le dichiarazioni del nuovo governo turco in materia di democratizzazione, rispetto dei diritti umani e riconoscimento della realtà curda non sono ancora state tradotte in pratica e non hanno pertanto comportato un miglioramento della situazione ma che anzi squadroni della morte, unità speciali e gruppi antiguerriglia uccidono, rapiscono e fanno sparire persone innocenti e che violenza e terrore aumentano nella regione,

R.riconoscendo gli sforzi esplicati dagli iraniani e dai turchi per aiutare i profughi curdi fuggiti dall'Irak, la maggior parte dei quali sono ora tornati nella parte di quel paese sotto controllo curdo, ma preoccupato per le sofferenze dei curdi provenienti dall'Irak che languono in campi profughi in Turchia o si trovano tuttora in Iran,

S.richiamando l'attenzione sul problema specifico dei 500.000 curdi provenienti da altre parti dell'Irak, che hanno cercato rifugio nelle zone sotto controllo curdo e che sono tuttora senzatetto,

T.mortificato per gli aiuti carenti destinati ai profughi provenienti dall'Irak che vivono già da anni in Turchia e in Iran e per il rifiuto di accoglierli anche nella Comunità,

U.riconoscendo che è quanto mai necessario migliorare in misura sostanziale e al più presto le condizioni di vita e il rispetto dei diritti individuali e collettivi dei curdi in tutti i loro territori di origine, senza che ciò implichi automaticamente il concetto di uno Stato curdo indipendente,

V.convinto che la sicurezza duratura della popolazione curda in Irak, Iran, Turchia e Siria venga garantita solo riconoscendo i loro diritti culturali, sociali e politici,

Z.insistendo sulla necessità che siano pienamente rispettati i diritti umani individuali nonché il diritto di questo popolo a esprimersi liberamente a livello culturale e democratico e a godere di una propria autonomia nell'ambito degli attuali Stati in cui esso vive se questo è il desiderio espresso dalla maggioranza,

Irak

1.condanna i reiterati attacchi a mano armata ai curdi e l'embargo economico su tale popolazione in Irak da parte di Saddam Hussein e del suo apparato terroristico, che costituiscono una flagrante violazione della risoluzione 688 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite;

2.invita gli Stati membri a prendere iniziative, ai sensi delle risoluzioni adottate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, volte a fornire una protezione militare ai curdi in territorio iracheno, con la facoltà di contrastare le forze di Saddam Hussein in caso di attacco contro i curdi e in grado di rendere inefficace il blocco imposto nei loro confronti e riconosce che a tal fine svolge un ruolo fondamentale l'approntamento di una tutela dagli attacchi aerei;

3.invita le Nazioni Unite, la Comunità e gli Stati membri a sostenere attivamente a qualsiasi livello politico le rivendicazioni autonomistiche dei curdi in Irak e a garantire i loro diritti sul piano internazionale,

4.insiste sull'esigenza di prorogare il mandato ONU, conferito ai sensi della risoluzione 688 del Consiglio di sicurezza e in base al quale sono state create zone rifugio per i curdi, fin tanto che durerà il blocco nei confronti di tale popolazione da parte di Saddam Hussein, quest'ultimo avrà la capacità militare di attaccare i curdi e la pace non sarà stata riportata nella regione;

5.insiste sull'esigenza che le Agenzie ONU e le ONG che forniscono aiuto umanitario ai curdi e agli sciiti in Irak nell'ambito del Memorandum d'intesa siano in grado di continuare le loro attività dopo il 30 giugno 1992 e che vengano fatte cessare le pressioni esercitate nei loro confronti dalle autorità irachene;

6.chiede la piena cooperazione della Turchia e dell'Iran per garantire un libero e spedito passaggio degli aiuti umanitari attraverso le loro frontiere con l'Irak;

7.invita la Comunità europea e gli Stati membri a fare tutto quanto è in loro potere per fornire maggiori aiuti umanitari ai curdi che si trovano sia in Irak sia nei campi profughi dell'Iran e della Turchia o che cercano rifugio nei paesi limitrofi e per offrire assistenza nella riattivazione e nel riassetto dell'agricoltura e dell'economia;

8.ritiene che la priorità vada attribuita alla predisposizione di ripari e alla fornitura di combustibili per proteggere le popolazioni dai rigori del clima, ovunque ciò sia necessario, e all'approvvigionamento di acqua potabile nonché di generi alimentari e medicinali, e sostiene in particolare le organizzazioni umanitarie e i programmi improntati all'idea dell'"aiuto all'autosostegno" e che contribuiscano a una effettiva ricostruzione dei villaggi distrutti e delle loro infrastrutture, ovvero pozzi, scuole, centri sanitari, e aiutino a rendere nuovamente possibile la produzione agricola, come base di uno sviluppo autonomo nella regione;

9. invita le forze di coalizione della guerra del Kuwait a fornire aiuti per la rimozione delle mine nei territori minati da Saddam Hussein;

10.invita la Commissione ad appurare quali ditte comunitarie hanno fornito mine all'Irak e ad accertare in quale misura tali ditte possano essere chiamate in causa per un risarcimento delle vittime;

11.accoglie con favore lo svolgimento delle elezioni in Kurdistan, nella regione controllata dai partiti democratici curdi;

12.chiede ai leader curdi di assumersi le proprie responsabilità in materia di rispetto dei risultati, allo scopo di rispondere alla sfida di Saddam Hussein e procedere verso l'autonomia della loro regione;

Turchia, Iran e Siria

13.condanna gli attacchi delle forze armate turche contro insediamenti curdi tanto in Anatolia quanto in Irak, nonché il terrorismo praticato dal PKK contro i curdi e i turchi;

14.condanna inoltre i bombardamenti aerei compiuti dall'aviazione turca su villaggi curdi in Anatolia e in Irak in quanto mettono in pericolo la popolazione civile;

15.ritiene che le misure a livello economico e di espressione culturale adottate sinora dal governo turco in ordine alla composizione del problema curdo siano insufficienti; afferma che solo un dialogo politico tra il governo turco e i rappresentanti eletti del popolo curdo può portare alla soluzione del problema curdo in Turchia, sempreché il governo turco continui a manifestare una sincera volontà di negoziato; sollecita il nuovo governo turco a fare dei passi avanti nella politica di cooperazione positiva e di riconoscimento culturale dei curdi che vivono in Turchia, in linea con la Convenzione europea sui diritti dell'uomo e con la dichiarazione sulle minoranze; accoglie con favore i suoi progetti per ovviare alla povertà dell'Anatolia sudorientale e le sue proposte di riforme democratiche e giuridiche;

16.invita il governo e il parlamento turchi a eliminare dalla legislazione vigente ogni norma diretta o indiretta (presente nella costituzione, nelle leggi o nei codici) che abbia come effetto la discriminazione di persone, gruppi o associazioni a causa della loro lingua o delle loro origini etniche;

17.ritiene che occorra rispettare la diversità culturale del popolo curdo e che la garanzia a esso di diritti specifici dovrebbe includere la facoltà di esprimersi, scrivere, pubblicare, stare in giudizio in lingua curda e ricevere un insegnamento in tale lingua;

18.ritiene indispendabile lo sviuppo di adeguate misure economiche a effettivo beneficio della popolazione curda, volta a migliorare lo sviluppo economico e sociale della regione dell'Anatolia;

19.condanna la recente recrudescenza degli attacchi terroristici, il cui unico effetto è di mettere in pericolo le riforme, che sono di vitale importanza per i curdi;

20.sollecita le associazioni di curdi turchi che vivono all'estero ad astenersi da atti di violenza a sostenere positivamente la politica in materia di diritti umani e a mostrarsi disponibili alla cooperazione;

21.incarica la sua sottocommissione "Diritti umani" e la commissione parlamentare mista CE-Turchia, che si riunisce nell'ambito dell'Accordo di associazione, di vigilare attentamente sul rispetto dei diritti umani dei curdi in Turchia, la cui violazione deve ripercutersi negativamente sulle relazioni tra la Comunità e la Turchia;

22.raccomanda alla Comunità e ai suoi Stati membri di vigilare sul rispetto dei diritti umani tanto individuali quanto collettivi dei curdi in Iran e in Siria e insiste affinché lo sviluppo delle relazioni della Comunità con tali paesi sia subordinato, fra l'altro, al trattamento dei loro cittadini curdi;

23.sollecita la Siria a por fine alla strategia di sistematica arabizzazione, a revocare lo stato d'emergenza nei territori curdi, ad avviare il processo di democratizzazione, a tenere libere elezioni democratiche, a rilasciare immediatamente i prigionieri politici, tra i quali si trovano anche molti bambini e giovani curdi;

Misure nella Comunità europea

24.riconosce che gli Stati membri hanno il dovere di offrire asilo ai curdi che fuggono dalle persecuzioni;

25.esorta gli Stati membri a garantire alle immigrate e agli immigrati turchi nella Comunità i loro diritti culturali, a promuovere la loro lingua, a consentire trasmissioni radiofoniche e televisive nella lingua curda e a eliminare gli ostacoli che impediscono ai genitori curdi di dare ai loro figli nomi curdi;

26.chiede alle organizzazioni curde in esilio di respingere in modo inequivocabile il ricorso alla forza in tutti i paesi in cui i curdi non sono sottoposti ad attacchi fisici e di cessare gli atti di intimidazione nei confronti dei propri connazionali curdi che dissentono da loro;

27.insiste sull'urgente esigenza che la Comunità europea e i suoi Stati membri, possibilmente in cooperazione con altri paesi, sviluppino e attuino una politica congiunta di controllo delle vendite internazionali di armi e delle esportazioni di materiali che possono essere usati per produrre armi di distruzione di massa;

o o o

28.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, alla Cooperazione politica europea, ai governi dell'Iran, dell'Irak, della Siria, della Turchia e degli Stati Uniti, al parlamento del Kurdistan iracheno recentemente eletto a suffragio universale e al governo di unione nazionale che verrà formato in seguito a tali elezioni, nonché al Segretario generale delle Nazioni Unite.

 
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