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Parlamento Europeo - 18 novembre 1992
Ratifica del trattato di Maastricht da parte della Danimarca

RISOLUZIONE B3-1508, 1509 e 1511

Risoluzione sulla ratifica del Trattato di Maastricht da parte della Danimarca

Il Parlamento europeo,

- vista la propria risoluzione del 10 giugno 1992 sulle conseguenze del referendum danese sul trattato del 7 febbraio 1992 ,

- viste le conclusioni del Consiglio europeo di Birmingham del 16 ottobre 1992,

- viste le proposte danesi in merito alla ratifica del trattato sull'Unione europea da parte della Danimarca e in modo particolare il "compromesso nazionale",

A. ricordando che il Belgio, la Francia, la Grecia, l'Italia, l'Irlanda e il Lussemburgo hanno già ratificato il Trattato secondo le proprie procedure costituzionali e che le procedure in corso in Portogallo, in Spagna, nei Paesi Bassi e nella Repubblica federale di Germania permetteranno di ratificare il trattato entro il 31 dicembre 1992,

B. preso atto con viva inquietudine degli ultimi sviluppi che incidono sul processo di ratifica del Trattato di Maastricht, in particolare in Danimarca,

1. rammenta l'obbligo - in diritto internazionale e in diritto comunitario - secondo il quale ogni governo firmatario di un trattato deve fare tutto ciò che è in suo potere per pervenire alla ratifica del trattato stesso,

2. comprende e condivide talune preoccupazioni dell'opinione pubblica danese quanto alla carenza di trasparenza e democrazia del sistema comunitario e deve ricordare a questo proposito di aver più volte formulato, da ultimo nella propria risoluzione del 14 ottobre 1992 sullo stato dell'Unione europea e della ratifica del trattato di Maastricht , proposte concrete volte a ovviare a tale situazione nel quadro del Trattato di Maastricht, proposte non sufficientemente prese in considerazione dal Consiglio europeo di Birmingham;

3. manifesta peraltro la sua profonda inquietudine di fronte allo spirito e ai termini del "compromesso nazionale" stipulato dai principali partiti danesi per fungere da base di un "accordo speciale" fra la Danimarca e gli altri 11 Stati della Comunità; dal momento che esso esso finirebbe per sottrarre definitivamente la Danimarca agli obblighi del Trattato relativi

. alla politica comune di difesa

. alla realizzazione della moneta unica

. alla cittadinanza comunitaria

. agli affari interni e alla giustizia;

4. conferma pertanto la volontà di escludere qualsiasi rinegoziazione del trattato sull'Unione europea, conformemente alle Dichiarazioni del Consiglio d'Europa di Lisbona e di Birmingham;

5. respinge fermamente il principio di un'Europa à la carte, che conseguirebbe all'accettazione integrale del compromesso nazionale danese;

6. riconosce peraltro l'interesse che potrebbe rivestire agli occhi dell'opinione pubblica danese l'adozione di una dichiarazione interpretativa del Trattato, purché quest'ultima miri a chiarire e democratizzare il processo decisionale comunitario e non a rimettere in discussione le disposizioni fondamentali del Trattato stesso;

7. più in generale, invita i capi di Stato e di governo a rendersi pienamento conto dei rischi che la persistente inerzia del Consiglio europeo di fronte al degrado del clima che circonda il processo di ratifica fa correre alla costruzione europea ed esorta il Consiglio europeo a riprendere a Edimburgo l'iniziativa politica onde rilanciare l'Unione europea con tutti i popoli che intendano portarla avanti;

in particolare il Consiglio europeo dovrebbe

- dare risposte precise, serie e complete alle nove proposte formulate dal Parlamento europeo per rendere la Comunità più democratica e più trasparente, proposte che dovrebbero formare l'oggetto di una dichiarazione interpretativa atta a convincere i cittadini danesi;

- associare il Parlamento europeo al dibattito sulla forma e i contenuti dell'accordo con la Danimarca, apportandovi il Parlamento l'espressione del suo mandato, frutto del suffragio universale dei popoli europei;

- manifestare la volontà comune di tutti gli Stati che avranno ratificato il Trattato alla data del 30 giugno 1993 di impegnarsi insieme, senza temere seri turbamenti dell'ordinamento giuridico comunitario, sulla strada dell'Unione europea, conformente alle disposizioni e allo spirito del Trattato di Maastricht;

- non avviare i negoziati per l'ampliamento prima che il Trattato di Maastricht sia stato ratificato e che il pacchetto Delors II sia stato accettato, conformemente alla Dichiarazione del Consiglio europeo di Lisbona;

8. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, agli Stati membri e al Parlamento danese.

 
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