RISOLUZIONE A3-0193/92
Risoluzione sulle relazioni tra la Comunità europea e la Turchia
Il Parlamento europeo,
- visto l'accordo di associazione tra la Comunità europea e la Turchia,
- viste le sue risoluzioni del 15 settembre 1988 sulla ripresa dell'associazione CEE-Turchia e del 17 marzo 1989 sulle relazioni economiche e commerciali tra la Comunità e la Turchia ,
- vista la domanda di adesione della Turchia alla Comunità europea del 14 aprile 1987,
- vista la sua risoluzione del 18 giugno 1987 su una soluzione politica del problema armeno ,
- visto il parere della Commissione sulla domanda di adesione ,
- viste le proposte della Commissione sulle relazioni con la Turchia ("pacchetto Matutes") del giugno 1990 ,
- vista la sua risoluzione dell'11 luglio 1990 sulla violazione dei diritti umani a Cipro nella quale
a) condanna la palese violazione dei diritti umani a Cipro,
b) accoglie con favore la decisione del Consiglio europeo di Dublino del 27 giugno 1990 secondo cui il problema di Cipro influisce sui rapporti tra la Comunità e la Turchia,
c) invita tutti gli organi istituzionali della Comunità ad adeguare corrispondentemente la loro politica,
- vista la comunicazione della Commissione al Consiglio intitolata "Un nuovo profilo per la politica mediterranea" ,
- vista la sua risoluzione del 12 luglio 1991 sul nuovo profilo per la politica mediterranea ,
- vista la sua risoluzione del 15 maggio 1991 sull'ampliamento della Comunità europea e le relazioni con altri paesi europei ,
- vista la sua risoluzione del 17 maggio 1991 sul ruolo dell'Europa ai fini della sicurezza nel bacino mediterraneo ,
- visto l'accordo di cooperazione tra la Comunità europea e la Turchia nel settore medico e sanitario ,
- visti la relazione della commissione per gli affari esteri e la sicurezza e i pareri della commissione per l'agricoltura, la pesca e lo sviluppo rurale, della commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale, della commissione per le relazioni economiche esterne, della commissione per gli affari sociali, l'occupazione e le condizioni di lavoro nonché della commisisone per la protezione dell'ambiente, la sanità pubblica e la tutela dei consumatori (A3-0193/92),
A. considerando che il funzionamento dei diversi organi istituiti dall'accordo di associazione del 1963 si è normalizzato solo recentemente a seguito della riunione del Consiglio di associazione del 30 settembre 1991,
B. considerando le relazioni commerciali ed economiche con la Comunità europea - relazioni di importanza tanto vitale per la Turchia - e l'ampio consenso nazionale che il tema dell'inserimento della Turchia nella grande famiglia europea ha suscitato nel paese traducendosi in una formale domanda di adesione nel 1987,
C. considerando che la Turchia è membro della NATO e del Consiglio d'Europa, firmataria della Carta sulla CSCE e ha appena stipulato un accordo con l'EFTA; che è pertanto firmataria di vari patti internazionali che essa è tenuta a rispettare,
D. considerando il ruolo significativo che la Turchia ha sempre svolto e dovrà inevitabilmente svolgere nella soluzione dei problemi del Vicino e Medio Oriente, dell'Asia minore e del Caucaso, a causa della sua posizione in Europa e in Asia, del suo interesse e della sua risolutezza a garantire e consolidare la pace in dette regioni,
E. considerando importante che la Turchia rimanga un elemento di stabilità in una regione caratterizzata da gravi problemi politici ed etnici e apprezzando l'atteggiamento positivo del governo turco nel conflitto che oppone gli Azeri e gli Armeni nell'alto Karabak,
F. considerando che è nell'interesse della Comunità europea e delle Nazioni Unite che nel Vicino e Medio Oriente oltre che nel Caucaso e in Asia centrale sia mantenuto un equilibrio fra le potenze regionali,
1. ritiene urgente riesaminare e migliorare la qualità delle relazioni con la Turchia
Per quanto riguarda la domanda di adesione della Turchia alla Comunita' europea
2. sottolinea che la Comunità è entrata in una nuova fase della sua integrazione con la prossima realizzazione del mercato interno e l'instaurazione di un'Unione economica, monetaria e politica, come deciso dal Consiglio europeo di Maastricht dell'8 e 9 dicembre 1991 e sottoscritto il 7 febbraio 1992 dai Capi di Stato o di governo;
3. sottolinea che questa nuova situazione comporta maggiori doveri e diritti per gli Stati membri;
4. constata che il problema fondamentale riguardante il futuro della Comunità si situa nel contesto molto più ampio della nuova architettura del continente europeo;
5. ricorda in proposito i diversi progetti organizzativi già esistenti: Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa, prossima instaurazione di uno Spazio economico europeo e Consiglio d'Europa;
6. ricorda che la domanda di adesione della Turchia dovrà inquadrarsi nell'ambito di una più ampia riflessione di insieme sulla Comunità;
7. fa proprie, per quanto riguarda la domanda di adesione della Turchia, le conclusioni della relazione della Commissione e ricorda che, senza pregiudicare l'eventuale futura adesione della Turchia alla Comunità, la questione non costituisce l'oggetto della presente risoluzione;
8. constata che attualmente i requisiti necessari all'adesione, in particolare quelli politici, non sono soddisfatti dalla Turchia, ma prende atto della volontà costantemente dimostrata da tale paese di integrarsi nelle strutture europee seguendo un approccio progressivo;
9. sottolinea l'importanza della Turchia quale partner economico, commerciale e politico e prende atto della sua complessa realtà culturale e religiosa, che rafforza il suo valore e il suo ruolo in quanto paese di cerniera tra l'Europa e l'Asia;
Per quanto riguarda la situazione politica e della democrazia in Turchia
10. constata che le elezioni legislative del 20 ottobre 1991, che hanno posto in evidenza il carattere multipartitico e la maturità politica della Turchia, hanno aperto la strada a una nuova era politica in questo paese, nell'ambito di una legge elettorale che limita ancora il diritto d'espressione politica,
11. si compiace del protocollo di coalizione tra il Partito della Giusta Via (DYP) e il Partito socialista democratico (SHP), così come del programma governativo, che sono presentati come una garanzia del processo di democratizzazione da portare avanti nello spirito della Carta di Parigi, e invita il governo a porre in atto le riforme annunciate oltre che il riconoscimento della realtà curda;
12. prende atto dell'auspicio della coalizione governativa di giungere, in prospettiva, a una revisione della Costituzione del 1982, che non consente attualmente l'instaurazione di uno Stato di diritto;
13. prende atto dell'adozione, da parte della Grande Assemblea nazionale di Turchia in data 21 maggio 1992, della legge che modifica le disposizioni del codice di procedura penale, della legge sull'instaurazione e la procedura delle corti di sicurezza dello Stato, della legge sui poteri e funzioni della polizia e della legge antiterrorismo;
14. esprime l'auspicio che vengano adottate misure legislative più ampie, come del resto ha già fatto l'attuale governo turco, onde assicurare la garanzia delle libertà di associazione ed espressione, la revisione della procedura penale, la procedura relativa alla detenzione, i diritti della difesa, la lotta contro la tortura e l'abrogazione di talune disposizioni della legge contro il terrorismo (che, in particolare al suo articolo 1, costituisce un effettivo pericolo per la democrazia), nonché della legge sulle responsabilità e i poteri della polizia; auspica che tali progetti di legge vengano finalmente approvati dalla Grande Assemblea nazionale turca;
15. approva la chiusura del carcere di Eskisehir ma è indignato per il persistente ricorso alla tortura e l'esistenza in Turchia di prigionieri politici, la cui amnistia generale, come auspicato dalle organizzazioni di difesa dei diritti dell'uomo, potrebbe instaurare un clima di riconciliazione tra lo Stato e i cittadini;
16. rivolge un appello alle forze militari e di sicurezza turche, che sono sempre presenti nella vita politica del paese, affinché non ostacolino gli sforzi esplicati dal governo di coalizione e garantiscano il diritto alla vita e l'immediata cessazione del ricorso alla tortura;
17. rivolge un appello alla Turchia perchè firmi, ratifichi e si uniformi a un certo numero di convenzioni internazionali, specie dell'UIL, sulla protezione dei diritti dei lavoratori (diritti sindacali), perché ratifichi le convenzioni sui diritti dell'infanzia e sulla parità delle donne e abolisca la pena capitale; plaude alla dichiarazione con la quale il governo turco, in data 5 maggio 1992, scioglie le sue riserve sugli articoli 6, 8, 10, 11 e 13 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo;
18. denuncia gli atti di terrorismo, perpetrati in particolare dal PKK, dal Dev-Sol e dagli Hezbollah, di cui sono vittime civili innocenti;
19. riconosce che il governo ha tutto il diritto di combattere il terrorismo purché si rispettino pienamente i diritti umani e l'esercizio di questo diritto non inneschi una spirale di violenza; sottolinea in proposito che la Comunità ha denunciato le incursioni aeree turche contro i curdi in territorio iracheno nonché la portata della risorsa militare turca contro la popolazione delle province curde in Turchia, che ha causato la morte e il ferimento di molti cittadini innocenti;
20. invita il governo turco a revocare immediatamente lo stato di emergenza nella regione sudorientale del paese e ad avviare un dialogo con la popolazione curda onde giungere a una soluzione pacifica che assicuri i diritti della popolazione curda essendo inteso che qualsiasi soluzione basata sulla repressione è condannata in partenza al fallimento;
21. incoraggia la campagna di istruzione che il governo intende varare a tutti i livelli della polizia, della gendarmeria e delle forze armate in materia di diritti dell'uomo;
22. è favorevole alla concessione di un aiuto finanziario comunitario alle associazione di promozione e difesa dei diritti dell'uomo in Turchia, in particolare ai centri di riabilitazione delle vittime della tortura, al fine di incoraggiarle nelle loro attività;
23. constata che precedentemente nessun governo turco aveva tenuto conto del problema curdo e che al contrario vari governi avevano commesso una serie di atti di repressione e di oppressione nei confronti di questo popolo;
24. è convinto che questa situazione sia stata una delle cause degli atti di terrorismo perpetrati dal PKK, organizzazione terroristica che ha sempre condannato e i cui atti serviranno veramente gli interessi della popolazione curda stessa solo quando diventeranno non violenti;
25. prende atto del fatto che il nuovo governo intende rispettare la diversità culturale di questo popolo nel quadro del processo di democratizzazione e di unità della nazione;
26. ritiene che tali diritti specifici dovrebbero comprendere la facoltà di esprimersi, scrivere, pubblicare, stare in giudizio in lingua curda, ricevere un insegnamento in tale lingua; che tali agevolazioni dovrebbero altresì essere accompagnate da un insieme di misure economiche ad effettivo beneficio della popolazione curda, volte a migliorare lo sviluppo economico e sociale della regione del Sud-Est, che costituisce, a causa dei sui problemi specifici (disoccupazione, alfabetismo), un terreno particolarmente fertile per lo sviluppo delle attività terroristiche;
27. auspica che tutte le minoranze che si trovano in Turchia possano vivere, secondo le disposizioni del Trattato di Losanna, la loro specificità culturale e religiosa senza paura di venire represse o discriminate e sostiene questa legittima rivendicazione anche per le minoranze turche sparse nei vari paesi del mondo;
28. chiede che, qualora siano costruite nuove dighe nell'Anatolia del Sud-Est, siano compiuti in via preliminare scavi archeologici onde preservare le testimonianze delle culture e delle civilizzazioni succedutesi, nel corso della storia, sull'altopiano anatolico; invita gli Stati membri della Comunità europea a sollevare questo problema in seno al Consiglio d'Europa e all'UNESCO;
29. si richiama alle sue risoluzioni concernenti in particolare la questione armena;
30. auspica che venga riconosciuto e giuridicamente tutelato il diritto di tutti i cittadini di professare e manifestare pubblicamente le proprie convinzioni religiose;
31. sottolinea l'ecumenicità e la missione panortodossa del Patriarcato di Costantinopoli quale massima istituzione dell'Ortodossia e si augura che in futuro ci si astenga dal compiere atti che ne minano l'autorità e la dignità;
Per quanto riguarda lo stato dell'associazione
32. constata che dalla ripresa delle relazioni d'associazione nel 1989, raccomandata nelle sue citate risoluzioni del 15 settembre 1988 e del 17 marzo 1989, relazioni che erano state interrotte a seguito del colpo di stato del 12 settembre 1980, uno degli organi di questa associazione, e cioè la commissione parlamentare mista, ha potuto di nuovo funzionare normalmente riunendosi tre volte l'anno; si congratula per il fatto che in tal modo sia stato "preservato" il dialogo tra i parlamentari della Grande Assemblea Nazionale turca e del Parlamento europeo;
33. si congratula per la riunione del 30 settembre 1991 del Consiglio d'associazione - la prima dopo il fallimento dell'incontro del 26 aprile 1988 a Lussemburgo - e auspica che questo organo porti avanti i suoi lavori in modo costruttivo e consenta di superare le difficoltà economiche, commerciali o politiche esistenti tra i due partner, cui sono stati dedicati i lavori del Comitato d'associazione riunitosi il 6 dicembre 1991;
34. prende atto dei dati relativi al notevole incremento degli scambi commerciali seppure grandemente deficitari per la Turchia e ricorda la sforzo significativo compiuto dalla Comunità europea per quanto riguarda l'aumento delle quote di esportazione di tessili dalla Turchia verso la Comunità europea:
35. si congratula per la recente firma dell'accordo di cooperazione tra la Comunità e la Turchia nel settore medico e sanitario nonché dell'accordo sui progetti di formazione professionale nei settori del turismo e minerario e di numerosi altri accordi settoriali;
Per quanto riguarda il rilancio dell'associazione
36. è convinto che l'effettivo rilancio dell'associazione risponda ai reciproci interessi dei due partner;
37. ricorda che il problema della Repubblica cipriota, la cui soluzione è uno dei presupposti politici indispensabile per l'adesione, si ripercuote sulle relazioni fra la Comunità e la Turchia e rammenta la costante posizione comunitaria espressa tanto nell'ambito dei vari Consigli europei, in particolare quello di Dublino dell'aprile 1990, che nelle risoluzioni del Parlamento europeo, in favore dell'unità, dell'indipendenza, della sovranità, dell'integrità territoriale e del ritiro dell'esercito turco di occupazione dalla Repubblica di Cipro, in conformità con le risoluzioni approvate al riguardo dalle Nazioni Unite;
38. fa riferimento alle dichiarazioni del Consiglio del 24 giugno 1975 e del 26 giugno 1990 in cui si afferma:
nella prima
"L'interesse della Comunità è quello di mantenere e sviluppare strette relazioni d'associazione con la Turchia e la domanda di adesione della Grecia alla Comunità non deve influire sulle relazioni tra la Comunità e la Turchia né i suoi diritti derivanti dall'accordo già concluso fra la Comunità e la Turchia";
e nella seconda
"Il Consiglio europeo ha discusso della questione di Cipro alla luce della situazione di stallo in cui si trova il dialogo internazionale. Il Consiglio europeo, profondamente preoccupato da questa situazione, conferma pienamente le sue precedenti dichiarazioni e il suo sostegno per l'unità, l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale di Cipro, in conformità con le pertinenti risoluzioni delle Nazioni Unite. Ribadendo che il problema di Cipro influisce sui rapporti tra la Comunità e la Turchia e tenendo presente l'importanza di tali rapporti, sottolinea la necessità di una rapida eliminazione degli ostacoli che si frappongono al proseguimento di efficaci colloqui intercomunitari destinati a trovare una soluzione giusta e fattiva al problema di Cipro sulla base della missione di buoni uffici del Segretario generale delle Nazioni Unite, come è stato di recente confermato dalla risoluzione 649/90 del Consiglio di sicurezza";
39. prende atto della dichiarazione congiunta dei Primi ministri della Grecia e della Turchia, riuniti a Davos nel febbraio 1992, relativa ad un trattato di amicizia tra i due paesi e del loro sostegno agli sforzi del Segretario generale delle Nazioni Unite in vista dell'organizzazione di un vertice internazionale teso a ripristinare l'unità cipriota;
40. è convinto che la democratizzazione della Turchia sia direttamente connessa alla soluzione della questione cipriota;
41. ricorda che il parere della Commissione circa la domanda di adesione della Turchia alla Comunità contiene un progetto di proposte - denominato "pacchetto Matutes" (giugno 1990) - che dovrebbe favorire il rilancio e l'approfondimento dell'associazione e dichiara il proprio sostegno alla cooperazione in generale e al rafforzamento del dialogo politico;
42. ricorda la filosofia alla base del nuovo progetto comunitario di politica mediterranea che prevede un incremento degli aiuti a favore dei partner mediterranei nel rispetto degli obiettivi e delle priorità di sviluppo che essi stessi si sono fissati e tenendo conto dei problemi specifici di ciascuno di questi partner;
43. ricorda la summenzionata risoluzione del 12 luglio 1991, in particolare i paragrafi 1, 2 e 11;
44. constata che tutti i paesi del bacino mediterraneo sia a nord che a sud beneficiano attualmente di un aiuto finanziario della Comunità siano essi legati alla Comunità mediante accordi di associazione (Cipro, Malta) o accordi di cooperazione (Siria, Algeria, ecc.);
45. auspica che le cause della disparità di trattamento tra questi paesi associati alla CE e la Turchia siano eliminate al più presto possibile;
46. chiede al Consiglio di adottare lo stesso atteggiamento nei confronti della Turchia e dei paesi mediterranei, sempreché siano attuate le riforme annunciate per il processo di democratizzazione e le forze di occupazione turche si ritirino dalla repubblica di Cipro nel quadro di una soluzione giusta e durevole del problema cipriota, in conformità delle risoluzioni dell'ONU;
47. raccomanda che vengano adottate immediate puntuali misure per migliorare le relazioni;
* nel settore economico e commerciale:
48. auspica che le autorità turche vigilino e si impegnino a risolvere il problema delle contraffazioni che pesa in modo non trascurabile sugli scambi commerciali con la Comunità, pongano fine a un certo numero di prassi di dumping, ottemperino ai loro obblighi derivanti dal Trattato di Ankara in particolare per quanto riguarda le esportazioni agricole comunitarie in Turchia e rispettino gli impegni di smantellare il sistema di tariffe doganali e sopprimere le tasse di effetto equivalente;
49. propone inoltre che vengano incoraggiate le "joint ventures" tra le imprese comunitarie e le imprese turche e dà il proprio sostegno, a tal fine, all'organizzazione di settimane commerciali tra la Comunità e la Turchia;
50. auspica che la Turchia adotti le misure necessarie per creare un clima propizio agli investimenti delle imrpese comunitarie;
* nel settore culturale, dell'informazione e dell'ambiente:
51. auspica che gli studenti e i funzionari turchi possano fruire di borse di studio - borse Schuman o programmi comunitari visitatori - che consentano loro di acquisire conoscenze sulla Comunità europea, ed esprime il proprio apprezzamento per le recenti proposte formulate in tal senso dalla Commissione;
52. ritiene opportuno che la Turchia possa fruire del programma Erasmus in materia di mobilità degli studenti e di maggiore cooperazione tra le università, la qual cosa contribuirebbe in modo positivo al ravvicinamento tra le culture, le religioni e le mentalità;
53. ritiene che, stante l'immensità del paese, l'apertura di due nuovi uffici della delegazione della Comunità europea, il primo a Istanbul e l'altro a Diyarbakir, costituirebbe uno strumento importante per l'informazione e la cooperazione con la Comunità;
54. ritiene necessario che la Turchia sottoscriva e ratifichi tutte le convenzioni internazionali sull'ambiente alle quali la Comunità europea già partecipa, come, per esempio, la Convenzione sulle specie migranti e gli animali selvatici del 1979 e la Convenzione sulla prevenzione dell'inquinamento marino di origine tellurica del 1974;
55. ritiene che le grandi opere e il loro impatto sull'ambiente debbano formare oggetto di particolare esame in sede di negoziati tra la Comunità europea e la Turchia;
* quanto ai lavoratori e ai loro familiari
56. invita la Commissione e il Consiglio a rivalutare la problematica della libera circolazione dei lavoratori contestualmente alla nuova congiuntura economica nella Comunità e in Turchia e ad adoperarsi perché i lavoratori turchi che soggiornano già nella Comunità e/o lavorano in Turchia possano usufruire della libera circolazione a norma dell'articolo 48 del trattato CEE;
* quanto al dialogo politico:
57. insiste, in particolare, sul valore e sull'importanza del dialogo politico tra la Comunità europea e la Turchia; incoraggia vivamente i contatti tra le commissioni parlamentari omologhe, gli scambi di informazioni tra la sottocommissione per i diritti dell'uomo del Parlamento europeo e la commissione per i diritti dell'uomo della Grande Assemblea Nazionale Turca nonché il proseguimento dei lavori costruttivi in seno alla commissione parlamentare mista;
58. chiede che il Consiglio d'associazione discuta anche su problemi politici d'interesse comune per ambo le parti, e su tutte le questione che possano interessare la Turchia, in particolare quelle riguardanti attualmente l'Irak, la situazione nel Medio Oriente, i problemi del Caucaso e della sicurezza nel Mediterraneo, ovvero il problema cipriota, senza che ciò intacchi, per quest'ultimo punto, le competenze delle Nazioni Unite; dà il proprio sostegno, nell'ottica della politica estera e di sicurezza comune (PESC), alla presenza della Turchia in veste di osservatore, nell'ambito dell'Unione dell'Europa occidentale;
59. prende atto della creazione, il 3 febbraio 1992, a Istanbul, della Cooperazione economica del Mar Nero che riunisce, sotto l'egida della Turchia, l'Armenia, l'Azerbaigian, la Bulgaria, la Georgia, la Moldavia, la Romania, la Russia e l'Ucraina; esprime la speranza che questo Foro di cooperazione favorirà la stabilità della regione e consentirà lo sviluppo di relazioni, su una base di parità, fra le parti firmatarie dell'Accordo;
60. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, alla Cooperazione politica europea, al governo turco e alla Grande Assemblea Nazionale Turca.