B4-0110, 0119, 0137, 0153 e 0161/94
Risoluzione sulla situazione in Bosnia-Erzegovina
Il Parlamento europeo,
A.ricordando le sue risoluzioni precedenti sulla situazione in Bosnia-Erzegovina,
B.inorridito per la situazione in Bosnia-Erzegovina, che si è gravemente deteriorata nel corso delle ultime settimane a causa dell'isolamento di Sarajevo e di altre zone protette, che ha comportato fra l'altro l'interruzione dell'erogazione dell'acqua e dell'elettricità, e a causa degli attacchi contro la popolazione civile di Sarajevo, Bihac e altre zone, nonché dell'intensificazione dell'epurazione etnica nei territori occupati dai serbo-bosniaci,
C.considerando il rischio di una nuova progressione delle attività militari in Bosnia-Erzegovina,
D.ricordando il piano di pace presentato dal gruppo di contatto per la Bosnia-Erzegovina (comprendente tre Stati membri dell'Unione europea) e la sua reiezione da parte dei serbo-bosniaci e rilevando l'incapacità della comunità internazionale di autorizzare misure efficaci per contrastare la ripresa delle aggressioni a seguito della reiezione del piano di pace da parte dei serbo-bosniaci,
E.ricordando che il governo della repubblica federale di Jugoslavia ha manifestato l'intenzione di attuare un embargo totale nei confronti dei serbo-bosniaci e di accettare la presenza di 130-150 osservatori umanitari al confine tra la Serbia e la Bosnia,
F.considerando che l'Unione europea si occupa ora dell'amministrazione della città di Mostar, cercando di ricrearvi una società multiculturale, e che tali sforzi sono seriamente minacciati dagli attacchi dei croati bosniaci,
G.ricordando che la Bosnia-Erzegovina sta per entrare nel terzo inverno di guerra, durante il quale la sopravvivenza della popolazione dipenderà interamente dagli aiuti umanitari; che, secondo quanto viene riferito, l'UNHCR sta considerando una forte riduzione del suo impegno finanziario per gli aiuti,
H.considerando che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso di revocare parzialmente l'embargo contro Belgrado,
1.preso atto dei tentativi del gruppo di contatto di giungere a una composizione pacifica del conflitto in Bosnia-Erzegovina presentando un piano di pace, denuncia con vigore la reiezione dello stesso da parte dei serbi-bosniaci, la ripresa degli attacchi nei confronti della popolazione civile di Sarajevo, Bihac e altre zone protette, l'isolamento di Sarajevo e l'intensificazione del processo di epurazione etnica, che ha portato all'espulsione forzata di migliaia di persone dalle proprie case;
2.prende atto dell'impegno assunto dal governo della repubblica federale di Jugoslavia di attuare un embargo totale nei confronti dei serbo-bosniaci e si compiace della sua disponibilità ad accettare lo schieramento di osservatori per garantire il rispetto dello stesso, insistendo affinché il governo di Belgrado li metta in condizione di svolgere appieno i loro compiti; è tuttavia del parere che il numero complessivo degli osservatori, nonché il loro mandato e i loro metodi (inclusa una frequente sorveglianza aerea), debbano essere adeguati a garantire il controllo effettivo dei confini tra la Bosnia-Erzegovina e la repubblica federale di Jugoslavia;
3.ritiene che si possa consentire una revoca progressiva dell'embargo nei confronti della repubblica federale di Jugoslavia, a condizione che le autorità jugoslave rispettino pienamente l'embargo nei confronti dei serbo-bosniaci e cooperino alla sua attuazione; ritiene che la graduale eliminazione delle sanzioni contro il governo di Belgrado debba tener conto anche dell'effettivo riconoscimento della sovranità e del rispetto delle frontiere di tutti gli Stati vicini;
4.chiede al gruppo di contatto, alla NATO e al Consiglio di sicurezza dell'ONU di rendere la loro politica di zone protette e di esclusione pienamente compatibile con le proposte contenute nel piano di pace; chiede inoltre al gruppo di contatto, alla NATO e al Consiglio di sicurezza dell'ONU di prendere in esame le possibilità e i mezzi per consentire alla Repubblica della Bosnia-Erzegovina di esercitare il diritto di autodifesa previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite;
5.rende omaggio al coraggio della popolazione della Repubblica della Bosnia-Erzegovina per aver salvaguardato una società plurietnica e multiculturale nonostante attacchi particolarmente gravi; chiede all'Unione europea di sostenere tutti gli sforzi futuri volti a ripristinare, ove possibile, il pluralismo etnico, incluso il diritto di ritorno per i profughi e i rifugiati;
6.chiede che l'Unione europea assista la Repubblica di Bosnia Erzegovina
-aiutando le sue legittime autorità a stabilire e mantenere contatti con la comunità internazionale,
-assolvendo i propri compiti di Amministrazione nel modo migliore, come nel caso di Mostar,
-consentendole di beneficiare dei programmi PHARE e TEMPUS;
-promuovendo la cooperazione fra croati e bosniaci con mezzi politici e diplomatici;
7.avverte, ancora una volta, della possibilità che la riuscita dell'attacco in Bosnia-Erzegovina incoraggi azioni analoghe in altri luoghi e renda più difficile il ristabilimento della pace e della sicurezza ai confini dell'UE;
8.invita l'Unione europea a prendere tutti i provvedimenti necessari per intensificare e incrementare gli aiuti umanitari a favore della popolazione che soffre della Bosnia-Erzegovina nel corso del prossimo inverno e insiste sull'opportunità di prendere tutte le misure affinché i suoi sforzi siano coronati dal successo;
9.decide di inviare una delegazione all'inaugurazione del parlamento della repubblica della Bosnia-Erzegovina il 15 ottobre 1994, delegazione che si recherà anche a Mostar e Tuzla;
10.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al gruppo di contatto, nonché ai governi della Bosnia-Erzegovina e della repubblica federale di Jugoslavia.