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Parlamento Europeo - 27 ottobre 1994
Ruanda

B4-0273, 0297 e 0311/94

Risoluzione sulla situazione in Ruanda

Il Parlamento europeo,

A.ricordando la propria risoluzione del 15 settembre 1994 e la risoluzione dell'Assemblea ACP-CEE del 5 ottobre 1994 e considerando che di tutte le richieste di dette risoluzioni talune non hanno ancora avuto seguito mentre altre l'hanno avuto molto poco o insufficientemente; altre ancora registrano un ritardo considerevole;

B.profondamente preoccupato per le continue sofferenze dei profughi sfuggiti al genocidio perpetrato in Rwanda in aprile e maggio 1994,

C.turbato dalle notizie secondo cui l'esercito patriota ruandese (RPA) avrebbe anche perpetrato uccisioni arbitrarie ed esecuzioni sommarie,

1.sottolinea l'importanza che attribuisce al ruolo della MINUAR, la cui presenza neutrale e indipendente è indispensabile per creare le condizioni di sicurezza necessarie al ritorno dei rifugiati, e invita pertanto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a provvedere immediatamente al completamento dell'intera forza di pace di 5.500 unità;

2.invita insistentemente il Consiglio e i governi degli Stati membri a esercitare le pressioni necessarie onde impedire il raggruppamento e il mantenimento sul piede di guerra delle ex forze governative nonché delle milizie anterrahmwe e per evitare in tal modo che i loro membri commettano altri massacri e riaccendano la guerra civile, che potrebbe degenerare in un conflitto regionale;

3.ricorda che la normalizzazione della situazione nel Ruanda a la stabilizzazione della sottoregione passano per il ritorno in patria dei rifugiati e dei profughi e sottolinea che tale ritorno sarà reso possibile se si porrà fine agli atti di violenza e di intimidazione commessi dai partigiani dell'ex governo ai danni delle popolazioni rifugiate nei campi che desiderano ritornare nelle loro case;

4.sottolinea che il ritorno in patria dei rifugiati dipende anche in larga misura dalla situazione all'interno stesso del Ruanda; il ripristino di misure di sicurezza contribuirà alla riuscita dell'operazione;

5.chiede al governo ruandese di avviare un dialogo costruttivo con tutte le forze democratiche e i rappresentanti della società civile;

6.chiede all'Unione europea e agli Stati membri di riconoscere il nuovo governo, che si mostra determinato a organizzare la riconciliazione nazionale nello spirito degli accordi di Arusha, con la collaborazione delle forze democratiche del paese, e che ha manifestato la sua volontà di facilitare il ritorno dei rifugiati;

7.invita il governo del Ruanda a esaminare le notizie di uccisioni arbitrarie e di esecuzioni sommarie effettuate dal RPA e a garantire i diritti dell'uomo per tutti i cittadini;

8.insiste presso i paesi donatori sulla necessità di intraprendere senza indugi il ripristino dell'agricoltura ruandese e della rete di distribuzione alimentare onde impedire l'apparizione della carestia;

9.esige che siano prese immediatamente decisioni nel senso indicato dalla propria summenzionata risoluzione del 15 settembre 1994 e chiede in particolare alla Commissione di fornire urgentemente al nuovo governo l'assistenza tecnica indispensabile per restaurare l'amministrazione in tutte le sue componenti, in particolare nel campo della giustizia;

10.considera che l'applicazione del programma indicativo nazionale per il Ruanda è connessa a condizioni che il governo ruandese non può soddisfare attualmente per mancanza di aiuti sufficienti della comunità internazionale;

11.esige quindi che vengano sbloccati gli stanziamenti iscritti in detto programma indicativo nazionale per il Ruanda, eliminando tutti i requisiti indebitamente imposti;

12.chiede che sia adottata rapidamente una decisione quanto all'invio di osservatori dell'Unione europea nel Ruanda;

13.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, ai governi di Ruanda, Burundi, Tanzania, Uganda e Zaire, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale dell'OUA e ai Copresidenti dell'Assemblea paritetica ACP-UE.

 
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