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Parlamento Europeo - 17 novembre 1994
Situazione in Bosnia-Erzegovina

A4-0048/94

Raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio sulla situazione in Bosnia-Erzegovina

Il Parlamento europeo,

-visto l'articolo 92 del proprio regolamento,

-visto l'articolo J7, secondo comma, del trattato sull'Unione europea,

-richiamandosi alle sue precedenti risoluzioni sulla situazione in Bosnia-Erzegovina e segnatamente alla risoluzione approvata il 29 settembre 1994 ,

-vista la proposta di raccomandazione della commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa (A4-0048/94),

A.ribadendo il proprio sostegno e la profonda importanza attribuita all'esistenza in Bosnia-Erzegovina di una società multietnica e multiculturale in cui i croati, i musulmani bosniaci e i serbi bosniaci godano degli stessi diritti ed esprimendo nel contempo il timore che la sopravvivenza di una tale società sia oggi seriamente minacciata dall'intensificarsi delle operazioni militari in Bosnia-Erzegovina,

B.considerando che il mancato riconoscimento da parte del governo di Belgrado delle repubbliche di Bosnia-Erzegovina e di Croazia, che hanno accettato il piano di pace proposto dal gruppo di contatto, è causa di una tensione permanente nella regione,

C.considerando che gli sforzi intrapresi e le concessioni accordate dalla Bosnia-Erzegovina allo scopo di garantire una composizione pacifica del conflitto hanno solo portato a una situazione politica in cui si chiedono maggiori sforzi e ulteriori concessioni a un paese che sta per entrare nel terzo inverno di guerra, durante il quale la sopravvivenza di una popolazione già umiliata dipenderà ancora una volta interamente dagli aiuti umanitari,

D.considerando che l'impegno assunto sia dalla Bosnia-Erzegovina che dalla Croazia di far funzionare pacificamente la federazione a tutti i livelli merita di essere sottolineato e dovrebbe essere incoraggiato dall'Unione europea,

E.considerando che occorre definire con maggior precisione l'estensione delle zone protette e delle zone di esclusione, onde garantire la sicurezza e la protezione umanitaria delle popolazioni delle zone ("enclavi") interessate,

1.raccomanda al Consiglio dell'Unione europea di esercitare la propria influenza presso il Consiglio di sicurezza dell'ONU e il gruppo di contatto per ottenere quanto segue:

a)il piano di pace del "gruppo di contatto" dovrebbe essere accettato dalle autorità di Pale e attuato da tutte le parti interessate;

b)ogni ulteriore revoca dell'embargo contro la Serbia e il Montenegro dovrebbe essere subordinata al riconoscimento da parte del governo di Belgrado della repubblica di Bosnia-Erzegovina;

c)l'assedio di Sarajevo dovrebbe essere tolto garantendo nel contempo la libertà di entrare e uscire dalla città mediante l'apertura di almeno un "corridoio" che dovrebbe essere posto sotto il controllo dell'UNPROFOR e beneficiare del sostegno NATO;

d)la politica delle zone protette e delle zone di esclusione dovrebbe essere pienamente coerente non solo con le proposte definite nel piano di pace ma anche con la sicurezza delle popolazioni interessate e prevedere il libero accesso a tali zone per le operazioni umanitarie, nonché una prevenzione attiva e/o una reazione contro ogni nuovo atto di aggressione nei confronti delle "enclavi" interessate;

e)la comunità internazionale dovrebbe riconoscere che la repubblica di Bosnia-Erzegovina, come ogni Stato sovrano, deve poter esercitare il diritto di autotutela previsto all'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite;

2.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione, ai governi degli Stati membri e al governo della Bosnia-Erzegovina.

 
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