A4-0073/94
Risoluzione sulla raccomandazione al Consiglio europeo: "L'Europa e la società dell'informazione planetaria" e su una comunicazione della Commissione delle Comunità europee "Verso la società dell'informazione in Europa: un piano di azione" (COM(94)0347 - C4-0093/94)
Il Parlamento europeo,
-visto il Libro bianco della Commissione "Crescita, competitività, occupazione",
-vista la raccomandazione al Consiglio europeo "L'Europa e la società dell'informazione planetaria",
-vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo nonché al Comitato economico e sociale e al Comitato delle regioni: "La via europea verso la società dell'informazione: piano d'azione" (COM(94) 0347 - C4-0093/94),
-visto l'articolo 148 del proprio regolamento,
-visti la relazione interlocutoria della commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale e il parere della commissione per la politica regionale (A4-0073/94),
A.consapevole che gli attuali rivolgimenti sociali nei paesi industrializzati sono in gran parte, anche se non in maniera esclusiva, il segno di una trasformazione verso una società postindustriale, eminentemente caratterizzata dalla posizione centrale che vi occuperà l'informazione sotto tutte le sue forme, la sua produzione, la sua diffusione e il suo controllo, e considerando che si dovrebbe ridurre al minimo l'opposizione al cambiamento da parte degli interessi costituiti,
B.considerando che l'informazione non è un mercato qualsiasi, dal momento che coinvolge la democrazia, e che il pluralismo va garantito dai poteri pubblici,
C.considerando che le prospettive per l'Unione europea di confermare il suo ruolo socioeconomico e la legittimità democratica nei prossimi decenni dipende in larga misura dal modo in cui riuscirà a instaurare reti di formazione e sviluppare le applicazioni multimediali che maggiormente possono giovarsene,
D.considerando che l'emergere della società dell'informazione riposa sull'evoluzione delle tecnologie informatiche e di telecomunicazione ma che il successo della loro introduzione dipende dallo sforzo collettivo per ottimizzarne le condizioni di sviluppo e di accesso, per effettuare le applicazioni più adatte a rispondere ai bisogni delle nostre economie e delle nostre società e per preparare il contesto giuridico e culturale che permetterà alla popolazione europea di integrare nel suo modo di vivere le nuove opportunità che si manifesteranno,
E.considerando che con le nuove tecnologie la differenza fra radiodiffusione e telecomunicazione deve essere ridefinita e che la maggior parte della normativa relativa alla radiodiffusione prevede criteri più rigorosi di quelli in vigore per la telecomunicazione, ed essendo persuaso che vi sia in tal modo il pericolo che talune nuove forme di comunicazione, come per esempio il "teleshopping", i programmi a pagamento, i video offerti su richiesta o addirittura le emittenti di tipo tematico, si sottraggano in modo ingiustificato alla legislazione sui mezzi di comunicazione,
F.considerando che l'intensità della concorrenza mondiale e le poste in gioco economiche e sociali impongono decisioni rapide onde permettere di creare quanto prima la dinamica necessaria per dotare l'Unione europea dei mezzi tecnici necessari e delle applicazioni conformi ai bisogni specifici delle nostre società e per integrarne le prospettive nei nostri sistemi di formazione e nei vari settori politici che saranno interessati (urbanismo e trasporti, salute, mezzi d'informazione ecc.),
G.considerando che le industrie europee sono oggi assolutamente all'altezza delle loro concorrenti internazionali ma che un eventuale ritardo nel prendere le necessarie decisioni in materia regolamentare e negli investimenti impedirebbe loro di acquisire le referenze di cui necessitano per imporsi sui mercati mondiali,
H.considerando che servizi e applicazioni interessanti e poco costosi saranno presto disponibili solo alla duplice condizione che le tariffe di telecomunicazione siano considerevolmente ribassate e che numerosi investitori privati si impegnino per realizzarli,
I.considerando a tal fine che è necessario introdurre i meccanismi della concorrenza nel settore delle infrastrutture di telecomunicazione, unificare gli obblighi regolamentari applicabili ai servizi di telecomunicazione e alle produzioni audiovisive e inserire tutti gli operatori in un quadro regolamentare stabile, incentrato fondamentalmente sulla costante salvaguardia degli interessi economici, giuridici, culturali e sociali dei cittadini dell'Unione, onde garantire pari accesso all'informazione e alla comunicazione,
J.considerando che il piano d'azione presentato dalla Commissione non contiene indicazioni in merito al problema della tutela dell'infanzia e della gioventù,
K.considerando che la portata degli sviluppi attesi può essere individuata soltanto in modo approssimativo, non essendo possibile determinare per ora i settori e gli orientamenti che verranno privilegiati dagli investitori e dal pubblico, il che pone la necessità che tale quadro regolamentare unificato sia concepito fin dall'inizio come un modello evolutivo aperto e prevedibile, al cui sviluppo siano associate tutte le categorie sociali di rilievo e il cui impatto sociale sia oggetto di una valutazione in modo da renderlo accettabile per la società,
L.considerando che la società dell'informazione funzionerà su scala planetaria e che è dunque indispensabile coordinare gli sforzi intrapresi da tutti i paesi coinvolti nel medesimo processo, senza trascurare le condizioni e i bisogni specifici dei paesi del terzo mondo, della Russia, dell'Europa orientale e del bacino mediterraneo,
1.ammette che i mutamenti provocati dalla transizione alla società dell'informazione produrranno a lungo termine effetti di entità comparabile a quelli della prima rivoluzione industriale, grazie al loro impatto sui processi economici, alla trasformazione del ruolo e delle aspettative degli operatori sociali, alla loro influenza su tutte le attività della società per quanto aliene possano sembrare alle applicazioni tecnologiche e, indubbiamente, sui nostri stessi sistemi di valori; desidera pertanto partecipare a tutte le decisioni sull'ulteriore sviluppo della società dell'informazione;
2.reputa che, se non sufficientemente inquadrato, lo sviluppo delle "autostrade dell'informazione" potrebbe comportare eccessi esecrabili determinando una frattura, in sede di democrazia, fra coloro che controlleranno il mezzo tecnologico e coloro che non potranno farlo;
3.richiama l'attenzione sul fatto che le grandi opportunità offerte dalla società dell'informazione sono messe in pericolo dai rischi di esclusione delle persone non specializzate o scarsamente qualificate, dallo sviluppo di una società divisa in due, dall'aumento delle disparità fra le regioni, tra le zone urbane e rurali, nonché tra quelle centrali e periferiche, dall'isolamento crescente dei singoli, dalle intrusioni nella vita privata e da vari altri problemi etici;
4.sottolinea che, in presenza di una disoccupazione come quella che si registra attualmente nell'Unione, la rivoluzione dell'informazione potrà dimostrare il suo valore alla società e, in ultima analisi, potrà consolidarsi soltanto nella misura in cui il suo impatto sulla situazione occupazionale presenterà, a conti fatti, un saldo positivo;
5.ritiene che i datori di lavoro, i lavoratori dipendenti e i poteri pubblici abbiano il dovere di identificare assieme in modo chiaro e di gestire in modo efficace i problemi di questo tipo, prestando un'attenzione particolare all'esigenza di rendere disponibili a tutti la formazione e la riqualificazione necessarie per portare la manodopera al livello di competenza richiesto dalle nuove tecnologie;
6.chiede che, a tutela dei valori europei, culturali e democratici, venga annessa tanta importanza agli aspetti culturali, della società e sociali quanta agli interessi economici e che si tenga conto dei principi della parità, dell'accessibilità, della convenienza dei costi e, in parte, della gratuità per taluni servizi basilari, come quelli offerti in particolare dalle emittenti radiofoniche di diritto pubblico, oltre che della libertà di scelta;
7.approva l'obiettivo enunciato nel Libro bianco e confermato dal Consiglio europeo di dotare quanto prima l'Unione europea di un'infrastruttura di telecomunicazioni di grande capacità, che le permetta di giovarsi appieno, e a minor costo per l'utente, delle nuove applicazioni multimedia e dei servizi tradizionali;
8.ritiene che la realizzazione, specie nel contesto delle reti transeuropee, di un'infrastruttura di telecomunicazioni di grande capacità non debba limitarsi agli investimenti concreti e ai sistemi di utilizzazione ma comprendere altresì la simultanea realizzazione di un nucleo di funzionalità e di servizi di base a disposizione degli utenti e dei prestatori di applicazioni;
9.considera impossibile incentivare gli investimenti diminuendo i costi di accesso senza lo sprone della concorrenza nell'accesso alle infrastrutture di telecomunicazioni, il che comporta a breve termine la necessità di una liberalizzazione controllata di tali infrastrutture di telecomunicazioni che tenga in debito conto l'utilizzazione adeguata della grande capacità eccedentaria delle reti esistenti;
10.chiede che si tenga particolarmente conto delle PMI in sede di accesso alle nuove strutture di telecomunicazione e che tali infrastrutture e i principali servizi commerciali siano in particolare accessibili per gli organismi senza fini di lucro;
11.ritiene che la definizione di servizio universale nel contesto di un'offerta diversificata di servizi multimediali sia suscettibile di evoluzione e debba comunque andare oltre i principi e settori di applicazione riconosciuti nella risoluzione del Consiglio del 7 febbraio 1994 ; si richiama in proposito alla propria risoluzione del 6 maggio 1994 sulla comunicazione della Commissione accompagnata dal progetto di risoluzione del Consiglio sui principi del servizio universale nel settore delle telecomunicazioni e invita la Commissione ad anticipare la pubblicazione della relazione prevista nella precitata risoluzione del Consiglio, includendovi le reti a integrazione dei servizi; sottolinea la sua opinione secondo cui la sanità, l'istruzione e la formazione debbono restare in mano ai poteri pubblici e che pertanto va reperita un'ampia risposta grazie a una garanzia di accesso alle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione;
12.ritiene che, oltre agli ostacoli normativi, gli investimenti possano essere intralciati anche da un atteggiamento attendistico da parte degli investitori riconducibile all'incertezza relativa allo stato futuro della domanda, nel qual caso le autorità pubbliche hanno il compito di guidare, incoraggiare e coordinare le iniziative di investimento, riorientando in maniera adeguata i programmi di spesa pubblica sui nuovi obiettivi in questione;
13.insiste affinché le regolamentazioni comunitarie già adottate in materia di telecomunicazioni siano effettivamente trasposte e applicate ed esige che la Commissione assicuri la piena assunzione delle sue responsabilità di custode dei trattati, ricorrendo a tutti i mezzi che questi le conferiscono;
14.ritiene che tale quadro dovrebbe definire i principi relativi alla protezione della gioventù, alla tutela dei diritti sociali nel settore della sicurezza sociale e delle cure sanitarie e alla parità di opportunità che si applicano alle nuove condizioni del telelavoro, della telemedicina e dell'apprendimento a distanza e che l'attuazione di detti principi dovrà essere realizzata a livello di decisioni più appropriate;
15.invita l'insieme delle istituzioni comunitarie ad adottare quanto prima un quadro regolamentare che coniughi la stabilità dei propri principi e l'evoluzione programmata del suo contenuto, quadro necessario per creare un ambiente prevedibile che favorisca per tutti gli operatori interessati la presa di decisioni relative agli investimenti;
16.ritiene invece opportuno definire su scala comunitaria regole in materia di
-concessione di licenze,
-interconnessione,
-accesso degli utenti e dei prestatori di servizi alle reti,
-garanzia dei servizi universali,
-tariffazione, specie per l'introduzione di tariffe differenziate sul piano sociale e regionale,
-sicurezza di sfruttamento e protezione delle reti contro le intrusioni volontarie o accidentali (network integrity),
-protezione e remunerazione della proprietà intellettuale,
-criptografia e firma elettronica,
-salvaguardia delle informazioni private e tutela della personalità,
-protezione del consumatore;
17.si preoccupa dei maggiori rischi per il pluralismo costituiti dall'abolizione delle frontiere tra prestatari d'infrastrutture, di servizi, o di applicazione e di contenuto a livello multinazionale e chiede che vengano elaborate su scala comunitaria regole uniformi in materia di controllo delle concentrazioni sia nel campo delle infrastrutture che in quello dei servizi di base e delle applicazioni, specie per garantire la separazione delle attività audiovisive o multimediali dalle attività di utilizzazione di infrastrutture e di servizi di base;
18.mette in guardia le istituzioni comunitarie e gli Stati membri contro i considerevoli rischi di incoerenza, ritardo, costo eccessivo e inefficacia che comporterebbe una gestione di tali aspetti a livello nazionale o la duplicazione a livello nazionale da parte degli Stati membri delle misure comunitarie e si pronuncia di conseguenza a favore della costituzione di un'autorità europea di regolamentazione, dotata della competenza esclusiva di far rispettare le regole comunitarie summenzionate, in analogia con il "Federal Communication Committee";
19.considera che rientri nella responsabilità dei pubblici poteri promuovere attivamente, sia con l'esempio che con incentivi finanziari, la rapida introduzione di norme dapprima europee, quindi mondiali che consentano l'interconnessione delle reti e delle applicazioni, in condizioni ottimali e senza pregiudicarne il funzionamento o la facilità di accesso, e favorisca la diffusione delle produzioni multimediali a livello europeo, tenendo conto delle particolarità linguistiche e culturali dei suoi popoli;
20.fa appello alle autorità nazionali e comunitarie affinché svolgano un ruolo volontario onde dotare l'Unione europea delle applicazioni corrispondenti laddove esistano bisogni sociali reali che non possono essere soddisfatti dalle forze del mercato senza una stimolazione iniziale o nei casi in cui le forze del mercato si dimostrano eccessivamente lente nel trasformare i nuovi risultati delle ricerche in applicazioni commerciali; le invita a reperire a tal fine i mezzi necessari, tanto con il finanziamento diretto e soprattutto con l'intervento dei Fondi strutturali e di coesione, quanto con l'introduzione a medio termine di un contributo dei prestatori di servizi commerciali;
21.plaude al nuovo sviluppo tecnologico quale opportunità per dar vita a moderni posti di lavoro rispettosi dell'ambiente e per agevolare il lavoro umano; sollecita tuttavia l'esatta analisi delle sfide e dei pericoli di una nuova cultura lavorativa che pone l'accento non già sul posto di lavoro bensì sul prodotto del lavoro, essendo inteso che il "telelavoro" è un'attività che comporta una distanza geografica dai colleghi e/o dall'impresa;
22.chiede che con le parti sociali venga avviato un dialogo sociale per l'elaborazione di una regolamentazione socialmente accettabile che tenga conto delle sfide e dei rischi della nuova cultura del lavoro generata dallo sviluppo delle reti di comunicazione, che modifica i rapporti di lavoro da essi generati, rischia di svuotare la libertà di associazione e la relativa rappresentanza sindacale svuotati della loro sostanza a causa del decentramento e dell'individualizzazione dei rapporti di lavoro e dell'allontamento geografico rispetto ai colleghi e all'impresa risultanti dal telelavoro;
23.chiede alle istituzioni comunitarie e agli Stati membri di incoraggiare lo sviluppo di applicazioni di interesse generale specie al servizio degli obiettivi di istruzione e di formazione, di assetto del territorio, nell'interesse delle zone europee svantaggiate sotto il profilo geografico o caratterizzate dal declino industriale, di assistenza sanitaria, di democrazia e di lotta contro l'emarginazione sociale per mettere alla prova le possibilità che offre la società dell'informazione nel campo dell'occupazione e per contribuire ad una percezione positiva della società dell'informazione da parte dell'opinione pubblica;
24.chiede alla Commissione di esaminare attentamente gli effetti di centralizzazione e decentramento delle tecnologie dell'informazione sulla coesione regionale, economica e sociale;
25.ritiene che la disponibilità di mezzi praticamente illimitati di trasmissione dell'informazione costituisca un mezzo per accrescere la trasparenza della vita pubblica e che sulle istituzioni comunitarie come sugli Stati membri ricada la responsabilità di permettere sistematicamente ai cittadini di accedere a prezzi ragionevoli, per via elettronica, a tutti i documenti di cui la legge prescrive la pubblicità;
26.invita il Consiglio e la Commissione a istituire un servizio di informazione pubblica cui si possa accedere dalle biblioteche pubbliche e da altri edifici pubblici;
27.si impegna, per quanto lo riguarda, a sviluppare quanto prima questo tipo di accesso e invita il suo Segretario generale a sottoporgli proposte in tal senso entro il 30 giugno 1995;
28.ricorda che né le regole applicabili ai diritti d'autore e al settore audiovisivo né le questioni connesse con il settore delle telecomunicazioni hanno finora trovato una soluzione soddisfacente nel quadro del GATT e insiste affinché l'apertura ai paesi terzi dei mercati europei di infrastrutture, di servizi e di applicazioni avvenga soltanto a condizione che essa comporti per detti paesi effettive contropartite, economicamente interessanti, e una rigorosa reciprocità nelle condizioni di accesso ai mercati;
29.reputa di dover essere ufficialmente rappresentanto alla prossima conferenza del G7 sulla società dell'informazione;
30.sottolinea la necessità che un adeguato e tempestivo quadro regolamentare e giuridico accompagni con efficace contestualità la prospettiva di una società dell'informazione, che per risultare positiva ha bisogno di essere orientata e governata anche a livello sovranazionale;
31.ritiene che non siano da ostacolare i tempi rapidi di una straordinaria innovazione tecnologica e l'obiettivo di dotare l'Unione europea di suoi strumenti normativi e programmi operativi per assicurarle una presenza nel quadro di un'economia sempre più globale;
32.deplora che ancora non sia stata avanzata una proposta di direttiva tesa a favorire, come da esso richiesto, il pluralismo dell'informazione, a contrastare il formarsi di scorrette concentrazioni e a concorrere insieme alle legislazioni degli Stati membri all'esplicitarsi di una sana e corretta concorrenza tra le imprese che operano nel settore, nonché alla trasparenza degli assetti proprietari;
33.esprime il suo pieno consenso all'istituzione di un'Autorità a livello europeo che, nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà, garantisca un'effettiva convergenza di decisioni e programmi, nonché una continua sorveglianza sullo svolgersi di una leale concorrenza e l'espandersi di un autentico pluralismo;
34.condivide l'obiettivo della liberalizzazione delle infrastrutture ma sottolinea che esso deve essere perseguito basandosi su un ampio accordo e tenendo conto degli interessi generali, della funzione di servizio pubblico svolta dalle telecomunicazioni e dei tempi delle trasformazioni opportune;
35.sottolinea con allarme il ritardo con il quale si è proceduto all'attuazione del programma relativo alla protezione della proprietà intellettuale, del diritto d'autore e dei diritti affini e sollecita l'adozione delle normative in calendario, richiamando particolarmente l'urgenza della direttiva circa l'impiego delle copie a uso privato della produzione audiovisiva;
36.attende con interesse il Libro verde della Commissione sui diritti di proprietà intellettuale nella società dell'informazione e sottolinea la necessità di adottare in materia misure legislative volte a garantire un'efficace protezione dei diritti dei creatori - diritti d'autore e diritti affini - nel processo di realizzazione dei "nuovi media", quali tra l'altro servizi "on-line", reti tematiche, pay-TV, pay-per-view, che rischiano di sfuggire alle ipotesi previste dalle norme esistenti;
37.ritiene che lo sviluppo della trasmissione digitale debba essere accompagnato da un potenziamento della protezione delle opere coperte dal diritto d'autore e della lotta contro la pirateria, tenuto conto delle possibilità di manipolazione e utilizzazione delle opere, e ricorda a tal fine l'importanza che attribuisce ai principi fondamentali del diritto d'autore, quali sanciti dalla Convenzione di Berna;
38.chiede che sia presentata con la massima rapidità la proposta di revisione della direttiva 89/552, al fine di renderla più precisa e incisiva - soprattutto negli articoli 4 e 5 - e aggiornarla rispetto a un panorama dei sistemi radiotelevisivi in via di profonda trasformazione;
39.ribadisce che per l'audiovisivo occorre consolidare i parziali positivi risultati ottenuti a conclusione del GATT e la libertà d'intervento sancita per l'Unione europea, rivendicando la specificità e l'eccezionalità con le quali tale settore deve essere considerato;
40.è dell'opinione che sarebbe profondamente erroneo ricomprendere entro una generica categoria di informazione ogni prodotto o opera e mette pertanto in risalto l'urgenza di assicurare con efficacia e modernità la tutela delle basi di dati, nonché delle libertà della persona, attraverso una direttiva quadro sulla protezione dei dati personali e della vita privata;
41.condivide la preoccupazione di quanti credono che, senza aver riguardo per gli aspetti sociali, culturali e linguistici discendenti dai caratteri oggi appena percettibili di una società dell'informazione su scala planetaria, in mancanza di un rigoroso coordinamento nella ricerca scientifica e dello sviluppo delle tecnologie e in assenza, nella politica audiovisiva, di una "strategia dei contenuti" all'altezza delle sfide in atto, le prospettive messe a fuoco rischieranno di rivelarsi frutto di un eccesso di euforia più che di un severo calcolo di possibilità;
42.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.