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Parlamento Europeo - 1 dicembre 1994
Politica occupazionale

A4-0056/94

Risoluzione sul piano d'azione relativo alla politica occupazionale da adottarsi alla riunione del Consiglio europeo di Essen del 9 e 10 dicembre 1994

Il Parlamento europeo,

-visto il trattato che istituisce la Comunità europea, segnatamente gli articoli 2, 3 A, 103 (paragrafo 2) e 118,

-visto l'articolo 135 del proprio regolamento,

-vista la sua decisione del 20 luglio 1994 sulla costituzione, la composizione numerica, il compito e le attribuzioni di una commissione temporanea per l'occupazione , in particolare il paragrafo 2, terzo comma,

-viste le decisioni del Consiglio europeo nelle riunioni di Edimburgo, Copenaghen, Bruxelles e Corfù,

-visto il Libro bianco "Crescita, competitività, occupazione" (COM(93)0700) e la relazione della Commissione "Occupazione in Europa 1994" (COM(94)0381),

-viste le proprie risoluzioni del 2 dicembre 1993 sugli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità, del 9 marzo 1994 sul Libro bianco della Commissione delle Comunità europee: crescita, competitività e occupazione e del 10 marzo 1994 sull'occupazione in Europa,

-visti la relazione della commissione temporanea per l'occupazione e il parere della commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale (A4-0056/94),

A.constatando che i problemi della disoccupazione elevata, dei bassi tassi di occupazione e delle disparità regionali riguardano tutti gli Stati membri e che per far fronte a tali problemi si devono concordare a livello dell'Unione politiche comuni e congiunte che tengano pienamente conto delle esigenze della coesione economica e sociale, e si devono altresì coordinare le iniziative degli Stati membri nel settore,

B.considerando che per ogni cittadino europeo il lavoro è un diritto inalienabile, che deve essere iscritto nella futura costituzione dell'Unione,

C.ritenendo che la problematica occupazionale debba essere esaminata anche nel quadro della mondializzazione dell'economia e che sia auspicabile un dialogo costruttivo a livello mondiale,

D.considerando che gli attuali livelli di disoccupazione nell'Unione europea comportano un enorme e inaccettabile costo in termini economici e umani, il quale scalza la struttura sociale dell'Unione,

E.considerando che, malgrado il livello economico relativamente elevato dell'Unione, il numero di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà è ancora in aumento,

F.considerando che il Libro bianco sulla crescita, la competitività e l'occupazione ha delineato una strategia a medio termine per l'Unione e i suoi Stati membri intesa a creare quindici milioni di posti di lavoro duraturi, che detto Libro bianco è stato sottoscritto dalla riunione del Consiglio europeo di Bruxelles del dicembre 1993 e che è su tali basi che il Consiglio europeo ha adottato un piano d'azione,

G.considerando che i posti di lavoro creati dalla crescita economica sono accessibili a lavoratori aventi un buon livello di qualificazione e che i posti di lavoro eliminati dall'aumento della competitività sono destinati a manodopera poco o inadeguatamente qualificata, di modo che questa situazione si traduce necessariamente in un aumento sempre crescente della disoccupazione di lunga durata, che determina un'esclusione sociale delle categorie più vulnerabili (donne, lavoratori di oltre cinquant'anni, disabili e giovani senza formazione),

H.considerando che il Consiglio europeo di Corfù ha deciso di adottare un nuovo piano d'azione durante la riunione a Essen del dicembre 1994 e che la sua legittimità istituzionale e accettazione pubblica saranno garantite unicamente mediante la partecipazione del Parlamento europeo all'elaborazione dello stesso,

I.PRINCIPI GENERALI

1.ribadisce la propria opinione secondo cui il problema della disoccupazione nell'Unione europea costituisce la sfida principale e che l'obiettivo di creare almeno quindici milioni di posti di lavoro sostenibili entro la fine del secolo dovrebbe rappresentare una priorità assoluta;

2.ritiene che, per quanto una crescita economica sostenibile in seno all'Unione sia una condizione necessaria per creare nuovi posti di lavoro, essa non sia sufficiente, e condivide inoltre la tesi secondo cui l'Unione deve continuare le riforme strutturali di seguito indicate al fine di trasformare la crescita economica in creazione di un maggior numero di posti di lavoro;

3.ritiene che tale questione sia tanto più urgente in quanto le nuove tecnologie e i nuovi metodi di organizzazione del lavoro non solo rafforzeranno la competitività di svariate imprese e determineranno il delinearsi di nuove prospettive di lavoro, ma comporteranno anche una riduzione dell'occupazione a breve termine in altre imprese; afferma, perciò, che i posti di lavoro creati dalla crescita non sono della stessa natura di quelli distrutti unicamente dall'aumento della produttività; ritiene che la crescita possa favorire il riassorbimento di un certo tipo di disoccupazione ma che essa non avrà alcun effetto sulla disoccupazione di lunga durata che genera l'esclusione; ribadisce che ciò non deve essere un pretesto per rallentare la lotta contro l'esclusione sociale, ma un mezzo per rafforzarla;

4.riconosce che il successo economico dell'Unione europea è legato al commercio mondiale e che la povertà e l'indebitamento dei paesi in via di sviluppo hanno gravi ripercussioni sulla capacità dell'UE di esportare beni e di creare occupazione negli Stati membri; reputa che, per conseguire tale obiettivo, sia necessario elaborare politiche di sostegno ai paesi in via di sviluppo e che sia parimenti opportuno inserire negli accordi commerciali internazionali e far approvare alla nuova Organizzazione mondiale del commercio (OMC) una clausola sociale ispirata al rispetto delle convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) e comprendente, quanto meno, norme in materia di lavoro dei bambini, di diritto di associazione e di divieto di lavoro obbligatorio;

5.sostiene la necessità di politiche strutturali più efficaci per la creazione di posti di lavoro e afferma che queste azioni debbono essere accompagnate da un attivo concorso delle parti sociali e sostenute da un adeguato apporto finanziario, basato in particolare sulle partnership tra settore privato e pubblico; ribadisce la necessità di sviluppare il dialogo sociale, come è enunciato nel protocollo di Maastricht, poiché esso è essenziale per attuare con successo le misure necessarie alla creazione di posti di lavoro;

6.reputa importante, anche ai fini della politica occupazionale, il coordinamento delle politiche monetarie, valutarie e finanziarie a livello di Unione europea; sottolinea che l'aumento insolitamente elevato dei tassi di interesse a lungo termine all'inizio di una fase di ripresa congiunturale influenza negativamente le decisioni di investimento e chiede una netta riduzione dei tassi di interesse guida per contenere la spinta al rialzo dei tassi sui mercati dei capitali; ritiene a tal fine auspicabile una politica coordinata tra le Banche centrali; deplora la mancanza di trasparenza e di legittimazione sociale delle istituzioni monetarie le cui decisioni si ripercuotono sulla politica finanziaria e salariale;

7.condivide l'opinione del Consiglio europeo di Edimburgo, secondo il quale la Comunità e gli Stati membri devono sostenere gli sforzi volti a promuovere le tecnologie pulite e i prodotti e processi di produzione industriale non inquinanti nonché l'ottica dello "sviluppo ecologicamente sostenibile" proposta dal Parlamento europeo nella sua risoluzione del 7 aprile 1992 sui risultati delle Conferenze intergovernative ; ritiene che l'Europa potrà garantire la propria competitività futura soltanto se i governi e le istituzioni europee raccoglieranno assieme la sfida dello sviluppo sostenibile sotto il profilo ambientale, sociale ed economico, e auspica lo sviluppo di un programma d'azione basato sul capitolo 10 del Libro bianco;

8.si attende che il Consiglio non cerchi la soluzione del problema occupazionale in uno smantellamento sistematico della previdenza sociale o della tutela del lavoro ed esorta invece il Consiglio stesso, la Commissione e gli Stati membri, nell'ambito delle rispettive competenze, ad attuare un programma di rinnovamento economico basato sui seguenti elementi: rafforzamento della cooperazione economica e monetaria tra gli Stati membri, la quale garantisca la realizzazione del mercato unico ridando credibilità all'Unione monetaria; abolizione degli ostacoli tuttora esistenti al completamento del mercato interno, al fine di rendere più competitiva l'economia europea; maggiore equilibrio tra l'imposizione sul lavoro, sul capitale e in correlazione all'ambiente; più congruo sostegno alle piccole e medie imprese (PMI) mediante atti legislativi e agevolazioni fiscali a beneficio soprattutto delle imprese in fase di avvio e incoraggiamento alla creazione di nuovi impieghi; stanziamenti per la ricerca e lo sviluppo di

un'entità pari a quella degli altri paesi industrializzati; maggior numero di investimenti produttivi e politica degli scambi commerciali più dinamica;

9.ribadisce il suo attaccamento al modello sociale europeo, che contempla non soltanto l'efficacia del mercato, tenuto conto delle esigenze di uno sviluppo duraturo, ma anche un livello elevato di occupazione e protezione sociale efficace, e ritiene che, fissando obiettivi politici e sociali intesi a giungere a un nuovo modello di sviluppo fondato su tali criteri, gli Stati membri aiuteranno i cittadini europei a ritrovare la fiducia necessaria per superare la crisi;

II.ATTUAZIONE DEL LIBRO BIANCO

10.ribadisce il suo sostegno alla strategia a medio termine delineata nel Libro bianco sulla crescita, la competitività e l'occupazione, che indica gli elementi essenziali per consentire all'Unione europea di liberarsi dal malessere provocato dalla disoccupazione, e si impegna a combattere qualsiasi tentativo di indebolire tale strategia; ritiene opportuno analizzare tutte le politiche in funzione della loro incidenza reale o probabile sulla competitività, sullo sviluppo economico e sull'occupazione; crede che, nonostante i segnali di ripresa economica, la domanda e le risorse disponibili siano ancora insufficienti per raggiungere l'obiettivo del Libro bianco di creare quindici milioni di nuovi posti di lavoro entro la fine del secolo;

11.ritiene che i progetti di reti infrastrutturali debbano essere sempre attentamente valutati e controllati in relazione al loro impatto ambientale, secondo quanto previsto nella Convenzione ESPOO, di cui la Comunità europea è parte integrante;

12.richiama l'attenzione sui Fondi strutturali, sul Fondo di coesione e sullo strumento creditizio del Fondo europeo per gli investimenti (FEI) e auspica che gli Stati membri utilizzino efficacemente tutte le risorse finanziarie a loro disposizione per creare nuovi posti di lavoro e nuove attività e per coordinare efficacemente le misure così finanziate; comprende le difficoltà in cui si è imbattuto il Consiglio nel delimitare i massimali dei prestiti del FEI; è nondimeno preoccupato che il limite di otto miliardi di ecu sia inferiore a quanto necessario per conseguire gli obiettivi in materia d'occupazione fissati dal Libro bianco; ritiene che il FEI debba essere dotato di maggiori risorse senza mettere a repentaglio le politiche volte a raggiungere i criteri di convergenza fissati a Maastricht;

13.teme altresì che tale decisione vanifichi lo strumento attraverso il quale gli investimenti infrastrutturali e di altra natura che sono necessari per la coesione economica e sociale potrebbero coesistere con l'osservanza dei criteri di convergenza di Maastricht; ricorda che, per evitare evoluzioni negative per l'occupazione sul mercato internazionale dei capitali, è necessario attuare una coerente politica di stabilità ed una sana politica di bilancio; sollecita un'iniziativa diplomatica da parte dell'UE per un nuovo accordo monetario internazionale;

III. UN NUOVO PIANO D'AZIONE SULL'OCCUPAZIONE PER ESSEN

a)Azioni degli Stati membri

14.dichiara che i sette settori della politica del mercato del lavoro concordati a Bruxelles debbono continuare a costituire il quadro generale per le azioni degli Stati membri; ritiene prioritari a breve termine, nell'ambito dei sette settori concordati a Bruxelles, la qualificazione professionale dei lavoratori per superare l'adeguamento ai cambiamenti economici e tecnologici e ridurre il rischio di disoccupazione; ritiene altresì che, oltre a questi sette settori, altri aspetti debbano essere messi ugualmente in risalto, segnatamente le politiche volte a migliorare il contesto commerciale in cui operano le PMI e le misure concernenti l'organizzazione dell'orario di lavoro, la disoccupazione di lunga durata e gli investimenti in risorse umane: istruzione, formazione, formazione permanente e acquisizione delle qualifiche professionali; sottolinea altresì il ruolo chiave dell'istruzione, della formazione professionale, della formazione permanente e dell'aggiornamento professionale ai fini del miglioramento d

elle opportunità occupazionali;

15.ritiene che gli Stati membri debbano impegnarsi ancora di più per ridurre i costi del lavoro, soprattutto quelli non salariali, specie all'estremità non qualificata del mercato del lavoro in cui i costi sono sproporzionatamente alti, trasformando l'onere fiscale e i contributi dei datori di lavoro in modo da non ridurre gli attuali livelli di protezione sociale; sollecita un piano europeo per un finanziamento alternativo dei costi del lavoro non salariali, differenziato in base al settore, per quanto riguarda i posti di lavoro meno qualificati; ritiene che in tale contesto possa essere eventualmente concordata tra le parti sociali una differenziazione per settore;

16.ritiene peraltro, al tempo stesso, che la protezione sociale e i sistemi impositivi debbano funzionare in modo da continuare a incentivare il lavoro e a disincentivare l'economia sommersa; ritiene inoltre che la spesa pubblica debba essere impiegata razionalmente e che pertanto sia necessario combattere in modo efficace gli abusi nella fornitura di servizi pubblici, il lavoro clandestino e l'occupazione illegale;

17.ritiene che tali trasformazioni debbano essere perseguite mediante una politica fiscale - giustamente ricordata nel Libro bianco "Crescita, competitività, occupazione" - che sposti l'onere fiscale dal lavoro ai fattori quali l'ambiente, le risorse naturali e l'energia; ritiene che debbano essere reperite nuove fonti di finanziamento della sicurezza sociale in modo da alleggerire i costi del lavoro non salariali;

18.è convinto che negli Stati membri esista una grande possibilità di creazione di posti di lavoro in tutta una serie di settori lavorativi emergenti, segnatamente in quello della sanità pubblica e di altri servizi di assistenza, dell'ambiente, del tempo libero e del turismo, dell'agricoltura ecologica, dell'artigianato e della cultura, dei servizi commerciali, audiovisivi e di supporto alle attività economiche, così come attraverso la promozione di nuove iniziative, inclusa l'istituzione di "buoni per servizi" come descritto nel Libro bianco; ritiene che attribuire maggior priorità a questi settori lavorativi crei a sua volta nuovi posti di lavoro sia nel settore pubblico che in quello privato, anche in aree tradizionalmente inerenti al settore pubblico;

19.sottolinea l'importanza di garantire che le nuove iniziative comunitarie siano attuate senza indugio e richiama l'attenzione in particolare sul potenziale, in ordine alla creazione di posti di lavoro, delle iniziative a favore delle PMI, LEADER e URBAN;

20.riconosce che molti nuovi posti di lavoro di cui l'Unione ha bisogno, compresi quelli summenzionati, possono essere creati dalle PMI; ritiene comunque che gli Stati membri debbano migliorare il contesto commerciale delle PMI, semplificando le norme, garantendo un trattamento fiscale più favorevole e facilitando il loro accesso ai mercati degli appalti pubblici e alle nuove tecnologie; ritiene che un'aliquota IVA ridotta sui servizi a intensità di lavoro, per esempio ampliando l'Allegato H della direttiva 92/77/CEE , costituirebbe una misura particolarmente opportuna;

21.ribadisce la propria opinione secondo cui una concreta flessibilità nel mercato del lavoro, segnatamente per quanto concerne l'organizzazione del lavoro e l'orario lavorativo, può soddisfare le esigenze tanto dei datori di lavoro quanto dei dipendenti; sottolinea che modelli lavorativi più flessibili debbono essere accompagnati da misure di sostegno, per esempio in ordine all'assistenza all'infanzia e ad analoghi livelli di tutela; chiede con particolare urgenza che le direttive in materia di trasferimenti di dipendenti, di congedo parentale e di lavoro a tempo parziale, temporaneo e interinale, siano adottate prioritariamente;

22.rileva che, secondo la nuova relazione sull'occupazione in Europa, nell'Unione esistono quasi nove milioni di persone che lavorano in media più di 48 ore settimanali e ritiene che, riducendo mediamente l'orario di lavoro, si potrebbero creare nuovi posti; è convinto che, distribuendo il lavoro esistente tra più persone, si contribuirebbe notevolmente a creare nuovi posti di lavoro e a ridurre l'eccedenza di manodopera; invita le parti sociali, gli Stati membri e l'Unione a intraprendere iniziative per promuovere il lavoro a orario ridotto, le interruzioni della carriera, il congedo per motivi di formazione, il congedo sabbatico e altre forme di riduzione dell'orario di lavoro, senza tuttavia compromettere in questo processo la competitività delle imprese e la protezione sociale dei lavoratori;

23.nota con preoccupazione lo squilibrio che esiste tra la domanda e l'offerta in materia di lavoro qualificato; sollecita gli Stati membri a sviluppare i propri sistemi di formazione iniziale e permanente e a fare in modo che questi sistemi possano adattarsi ai cambiamenti sul mercato del lavoro;

24.reputa che gli enti locali svolgano un ruolo decisivo per quanto riguarda la creazione di nuovi posti di lavoro e che pertanto debbano essere giudicati in base alla loro capacità di creare posti di lavoro nelle rispettive circoscrizioni; ritiene d'altra parte opportuno che nel promuovere uno sviluppo locale le istituzioni competenti consultino in modo permanente le parti sociali, allo scopo di favorire una migliore collaborazione e partecipazione nella presa di decisioni;

25.ritiene che l'Unione europea e gli Stati membri debbano creare le condizioni per garantire ai giovani l'accesso al posto di lavoro ovvero ad adeguati, efficienti e riconosciuti programmi di formazione professionale e sottolinea la necessità di una vasta gamma di corsi di formazione e di misure diversificate, in modo che tutti i giovani che lo desiderino possano avere l'opportunità di arricchire le loro qualifiche professionali e di adeguarsi ai mutamenti dovuti al progresso tecnologico; confida pertanto che il Consiglio attui il prima possibile i programmi Leonardo e Socrates, così come sono stati approvati dal Parlamento europeo, e invita gli Stati membri a dare priorità alle azioni destinate ai giovani, categoria particolarmente sensibile alla disoccupazione; esorta inoltre la Commissione ad agire in base alle proposte di programma avanzate nel Libro bianco;

26.invita gli Stati membri a sviluppare attivamente le infrastrutture sociali e del mercato del lavoro allo scopo di reagire positivamente alla trasformazione dei ruoli dell'uomo e della donna nella società, agendo in particolare sulle barriere legate al sesso nel campo della cura dei figli, della fiscalità, della sicurezza sociale e della normativa sul lavoro, per esempio intraprendendo azioni volte a elaborare disposizioni differenziate in materia di fiscalità e di sicurezza sociale;

27.rileva che non si può derogare in alcun caso al principio della parità di accesso al mercato del lavoro e della parità di trattamento tra uomini e donne o alla politica in materia di pari opportunità;

28.sollecita ulteriori azioni positive per l'inserimento dei disabili nel mercato del lavoro;

b)Azioni che devono essere avviate dall'Unione

29.è persuaso che le imposte sul lavoro debbano essere ridotte, soprattutto con riferimento ai redditi più bassi; a tale proposito, fa presente che una riduzione significativa dei costi non salariali negli Stati membri dipende dall'approvazione, a livello europeo, di misure compensative, in particolare a livello di imposte sull'ambiente, sui consumi e sui capitali; sollecita il Consiglio ad assumersi le proprie responsabilità in materia;

30.ritiene che gli Stati membri debbano sviluppare chiare strategie, tanto all'interno quanto tra loro, per attuare gli obiettivi di questo come di altri settori convenuti della politica del mercato del lavoro e delle strategie di sviluppo locale; ritiene che debbano essere stabiliti criteri sociali ed economici, che riflettano i diversi approcci e i vari problemi, al fine di misurare, con adeguati strumenti statistici, i progressi compiuti dagli Stati membri, secondo una regolare procedura di informazione; le azioni degli Stati membri dovrebbero essere completate da azioni di sostegno intraprese dalla Commissione, quando queste possono accrescere l'incisività delle politiche nazionali;

31.chiede al Consiglio europeo di adottare iniziative, in attuazione del capitolo 10 del Libro bianco e in analogia con quelle già prese in materia di reti transeuropee e di società dell'informazione, volte alla creazione di nuovi posti di lavoro nel quadro di un modello di società basato su uno sviluppo durevole e tali da poter migliorare la qualità della vita e le prospettive di lavoro di tutte le persone, ma soprattutto delle donne; gli chiede inoltre di incaricare la Commissione dell'elaborazione di un programma d'azione in questo contesto, comprensivo degli aspetti finanziari e ambientali;

32.rileva altresì che l'articolo 103, paragrafo 2, del trattato CE dispone che "il Consiglio, deliberando a maggioranza qualificata su raccomandazione della Commissione, elabora un progetto di indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità"; esorta la Commissione a dare la priorità alla formulazione di nuovi indirizzi di massima incentrati sulla creazione di posti di lavoro nel contesto della ripresa economica;

33.sollecita misure finalizzate al rafforzamento della coesione economica e sociale nell'Unione europea e al sostegno allo sforzo di convergenza reale dei suoi Stati membri meno sviluppati; chiede al Consiglio, a tale proposito, di convincere gli Stati membri che le risorse dei Fondi strutturali devono essere pienamente e debitamente utilizzate;

34.chiede al Consiglio e alla Commissione di elaborare una contabilità europea che permetta di disporre di un quadro complessivo dell'economia europea e di aggregati economici comuni che consentano di coordinare efficacemente le politiche economiche degli Stati membri;

35.sollecita aumenti appropriati dei massimali di assunzione di prestiti dell'Unione europea e/o del Fondo europeo per gli investimenti al fine di consentire un finanziamento adeguato dei progetti infrastrutturali transeuropei e sollecita la formazione di partnership tra il settore pubblico e quello privato al fine di finanziare detti progetti; ritiene che il Fondo europeo d'investimento debba essere messo in condizione di poter intervenire nei confronti delle PMI onde permettere la creazione di consorzi di garanzia per l'accesso al credito, allo scopo di promuovere e sostenere lo sviluppo dei servizi reali alle PMI e di favorire il decentramento degli strumenti di accesso al mercato borsistico; sollecita il Consiglio europeo di Essen a ritenere queste proposte componenti essenziali delle attività del FEI ampliato;

36.sottolinea l'importanza di EURES e delle altre iniziative europee volte a realizzare un mercato del lavoro transfrontaliero, in particolare nelle regioni frontaliere connotate da un'elevata mobilità (potenziale) dei lavoratori; a tale proposito, richiama l'attenzione sui molti ostacoli che ancora impediscono la mobilità lavorativa transfrontaliera, con particolare riferimento alla penalizzazione fiscale del lavoro transfrontaliero;

37.sollecita un maggior coordinamento delle politiche economiche in seno all'Unione nonché una revisione della cooperazione nei settori della ricerca e dello sviluppo affinché la politica industriale possa effettivamente acquisire una dimensione europea; sollecita una rapida decisione in materia di politica industriale nonché un'iniziativa a livello di Unione europea, onde creare un quadro atto a favorire l'innovazione industriale, soprattutto nel contesto della società dell'informazione;

c)Procedure di controllo e verifica successiva

38.chiede con urgenza al Consiglio di assistere la Commissione affinché includa nel prossimo e nei successivi programmi annuali di lavoro una dichiarazione particolareggiata in merito agli incrementi previsti dell'occupazione complessiva, nonché un resoconto delle disposizioni finanziarie volte ad assicurarne la copertura;

39.suggerisce che la sorveglianza generale del piano d'azione rientri tra le competenze della Commissione, in collegamento con il Consiglio "Affari sociali" e il Consiglio ECOFIN, e che la Commissione presenti al Consiglio europeo, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale e alle parti sociali una relazione intermedia sull'attuazione del piano d'azione;

40.incarica il suo Presidente di presentare la seguente dichiarazione del Parlamento europeo al Consiglio europeo che si riunirà a Essen:

"L'attuazione del Libro bianco costituisce la più importante delle priorità.

Sarà possibile creare quindici milioni di posti di lavoro, come hanno stabilito il Consiglio, la Commissione e il Parlamento, solo se l'Unione europea e gli Stati membri si impegnano a

-valersi dell'attuale ripresa ai fini di una crescita sostenibile e dell'occupazione e per ribadire e attuare le strategie indicate nel Libro bianco;

-potenziare e sviluppare il FEI o altri strumenti adeguati per mobilitare gli investimenti pubblici e privati in modo da incrementare la capacità produttiva e rafforzare le infrastrutture economiche e sociali; invita il Consiglio a presentare un piano concreto per finanziare gli investimenti concordati nel Libro bianco;

-creare una concreta flessibilità nella realizzazione di un'attiva politica dell'occupazione, completata da una politica volontaria di inserimento per coloro che si trovano in maggiore difficoltà e basata su consistenti investimenti in risorse umane per una società altamente qualificata e adattabile; invita il Consiglio a definire gli obiettivi degli sforzi comuni negli Stati membri;

-rafforzare le politiche e i programmi per combattere la disoccupazione giovanile e di lunga durata e inserire nel mercato del lavoro i disabili e le categorie socialmente escluse; confida che il Consiglio gli presenti proposte adeguate;

-trasformare l'attuale economia in un'economia più sostenibile, delineando riforme in materia di fiscalità volte a raggiungere un maggiore equilibrio, tenendo conto della protezione dell'ambiente; confida che il Consiglio dia mandato alla Commissione di negoziare proposte per sostanziali miglioramenti prima del termine di questo decennio;

-sostenere un'iniziativa per nuove politiche volte a stabilizzare i mercati finanziari e chiedere un miglior coordinamento delle diverse politiche.

Non possiamo permetterci di deludere le speranze dei nostri popoli.

Gli Stati e le istituzioni della nostra Europa saranno giudicati in base al successo che avranno riportato in questa sfida.";

41.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Commissione, al Comitato economico e sociale e ai governi degli Stati membri.

 
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