B4-0522/94
Risoluzione sulla situazione in Ruanda
Il Parlamento europeo,
-viste le sue risoluzioni del 15 settembre 1994 e del 27 ottobre 1994 ,
-viste le varie relazioni presentate al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite da René Degni-Segui, relatore speciale sui diritti dell'uomo in Ruanda,
A.considerando che le richieste formulate nelle summenzionate risoluzioni non sono state interamente seguite da effetti,
B.ricordando che il genocidio ha fatto varie centinaia di migliaia di vittime e ha provocato un imponente afflusso di profughi nei paesi limitrofi,
C.ricordando che, secondo il rapporto presentato il 2 dicembre 1994 al Segretario generale delle Nazioni Unite da una commissione ad hoc di giuristi africani, il genocidio perpetrato contro la minoranza etnica tutsi era stato pianificato da tempo dal vecchio regime del presidente Juvénal Habyarimana,
D.considerando il costante degrado della situazione economica e delle condizioni di vita in Ruanda,
E.profondamente preoccupato per la ricostituzione, nei campi profughi, delle milizie responsabili dei massacri, che controllano abusivamente gli aiuti alimentari, impediscono il rientro dei profughi e non nascondono più l'intenzione di riprendere la guerra civile,
F.prendendo atto della decisione del Consiglio del 25 novembre 1994 che attribuisce un primo aiuto di 67.000.000 ECU, considerato come una fase di un processo condizionato definito dalla decisione del Consiglio del 24 ottobre 1994 ,
G.considerando che gli obiettivi da promuovere in Ruanda, quali il rientro dei profughi, il ripristino dell'amministrazione e della giustizia, il rispetto dei diritti dell'uomo e lo Stato di diritto, un processo di riconciliazione nazionale, il ripristino delle infrastrutture e il risanamento economico del paese sono subordinati a un'assistenza fornita al nuovo governo del Ruanda dalla comunità internazionale e in particolare dall'Unione europea;
1.invita i governi degli Stati membri a riprendere le relazioni e la cooperazione con il governo ruandese, che cerca di ricostruire il paese e creare le condizioni di una reale riconciliazione nazionale;
2.chiede che siano rapidamente sbloccati, ed aventualmente aumentati, tutti gli aiuti previsti per consentire al governo ruandese di far fronte alle esigenze di ricostruzione e di riavviare una vita normale nel paese, senza subordinare tale assistenza ad alcuna altra condizione politica che non sia il rispetto dei diritti dell'uomo da parte del governo e il ripristino dello Stato di diritto, consentendo di garantire le condizioni di sicurezza necessarie per il rimpatrio dei profughi;
3.chiede all'Unione di superare gli attuali ostacoli burocratici e di procedere senza ulteriore indugio al reclutamento e allo spiegamento di osservatori che vigilino sul rispetto dei diritti del'uomo;
4.chiede al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di dotare la forza di mantenimento della pace presente in Ruanda dell'organico proposto dal Segretario generale, allo scopo di contribuire a ripristinare un clima di sicurezza e di fiducia e a facilitare il rimpatrio dei profughi;
5.ritiene che la situazione in Ruanda rimanga assai fragile e chiede al governo di garantire il rispetto dei diritti dell'uomo e di proseguire il dialogo con tutte le forze democratiche;
6.ritiene che il rimpatrio dei profughi rappresenti un'importante operazione umanitaria e politica e si appella al governo ruandese e alla comunità internazionale affinché siano create le condizioni pratiche e istituzionali per un ritorno volontario dei profughi sotto l'egida dell'ONU e dell'OUA, in coordinamento con il governo ruandese e le autorità dei paesi di accoglienza;
7.chiede alla comunità internazionale, e segnatamente ai paesi limitrofi del Ruanda, di impedire qualsiasi riorganizzazione armata delle milizie responsabili dei massacri e di allontanare tutti i campi profughi dalle frontiere del Ruanda;
8.invita il Consiglio di sicurezza a garantire l'attuazione della risoluzione n. 955 attraverso la nomina di un pubblico ministero aggiunto e di giudici;
9.invita inoltre il Consiglio di sicurezza a garantire l'impegno politico e finanziario per indagare sui crimini contro l'umanità e a istruire per tali crimini processi presso il tribunale internazionale;
10.invita gli Stati membri dell'Unione europea a contribuire con urgenza al fondo fiduciario creato dal Consiglio di sicurezza dell'ONU;
11.chiede agli Stati membri di impegnarsi a prendere parte ai procedimenti giudiziari internazionali consegnando al tribunale internazionale coloro che sono sospettati di aver commesso crimini contro l'umanità;
12.invita l'Unione europea a fornire sostegno finanziario e tecnico al governo del Ruanda per aiutarlo a ricostituire il proprio sistema giudiziario e la propria amministrazione civile;
13.accoglie con favore l'estensione della competenza del Tribunale internazionale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite al genocidio perpetrato in Ruanda e invita l'Unione e i suoi Stati membri a cooperare pienamente, segnatamente rifiutandosi di proteggere persone implicate nel genocidio residenti nel loro territorio;
14.chiede all'Unione europea di sostenere l'immediato invio di un contingente di 5000 uomini per il mantenimento della pace nei campi profughi dello Zaire e di creare condizioni tali da rendere possibile un soccorso umanitario costante e il rimpatrio dei profughi su base volontaria;
15.invita la Commissione a informarlo sui seguiti dati alle sue risoluzioni e sulle azioni intraprese nel Ruanda;
16.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, ai Segretari generali delle Nazioni Unite e dell'OUA, ai governi del Ruanda, dello Zaire, del Burundi, della Tanzania, dell'Uganda nonché ai Co-presidenti dell'Assemblea paritetica ACP-UE.