B4-0050, 0066, 0071, 0081, 0111 e 0115/95
Risoluzione sulla necessità di introdurre controlli europei sull'esportazione e il trasferimento di armi
Il Parlamento europeo,
-vista la sua richiesta di instaurare un codice di condotta sulle esportazioni di armi espressa nella sua risoluzione del 24 marzo 1994 sul disarmo, i controlli sulle esportazioni di armi e la non proliferazione di armi di distruzione di massa ,
-visti il Trattato sull'Unione europea e soprattutto le disposizioni relative alla politica estera e di sicurezza comune,
-viste le politiche talvolta contraddittorie perseguite degli Stati membri dell'Unione in materia di esportazioni di armi,
A.considerando la dichiarazione del Consiglio europeo del luglio 1991 che manifestava preoccupazione per l'accumulo di armi convenzionali in alcune regioni del mondo e ha condotto all'adozione di otto criteri sui quali basare le politiche in materia di controllo dell'esportazione di armi,
B.considerando le discussioni della Comunità europea, in occasione del Consiglio europeo di Edimburgo del dicembre 1992, sulla relazione britannica "sull'azione comune e sullo sviluppo della politica estera e di sicurezza comune nel settore della sicurezza" e l'opportunità di ulteriori sviluppi di una politica comune sui controlli delle esportazioni di armi nel quadro del trattato sull'Unione europea e tramite l'adozione di principi che disciplinino i trasferimenti di armi convenzionali,
C.considerando che alcuni Stati membri esportano massicciamente armamenti fornendoli a regimi repressivi che li utilizzano contro i loro propri popoli,
D.considerando che la Gran Bretagna ha deciso recentemente la vendita di caccia a reazione del tipo Hawk all'Indonesia, che la Francia sta aumentando le forniture di armi all'Algeria e che la Germania continua a fornire armamenti alla Turchia,
E.considerando il gran numero di conflitti armati in corso in varie regioni del mondo, che non solo violano i diritti dell'uomo ma hanno un impatto negativo sullo sviluppo socioeconomico,
F.considerando che, in occasione di quattro recenti interventi di truppe dell'Unione europea - in Ruanda, Bosnia, Somalia e Irak - le forze armate si sono trovate di fronte ad armi convenzionali fornite da Stati membri dell'Unione europea,
G.considerando che circa 40 milioni di persone, più del 75% delle quali civili, sono decedute a causa di guerre civili e internazionali combattute con armi convenzionali nei 45 anni della guerra fredda e che un numero molto più numeroso di persone è rimasto menomato,
H.profondamente turbato per la mancanza di coerenza fra le politiche degli Stati europei in materia di controllo degli armamenti,
I.preoccupato per l'effetto destabilizzante del conflitto sullo sviluppo umano ed economico dei paesi del Terzo Mondo,
J.riconoscendo i gravi ostacoli che situazioni di conflitto comportano per l'esecuzione dei programmi comunitari di cooperazione allo sviluppo,
1.invita i governi di tutti gli Stati membri, in particolare quello del Regno Unito, a cessare la vendita di armi all'Indonesia;
2.chiede all'Unione europea di attuare immediatamente una politica coerente e globale in materia di controllo degli armamenti e di esaminare come inserirla nell'ambito della politica estera e di sicurezza comune in vista della Conferenza intergovernativa del 1996, in particolare al fine di abolire l'art. 223 del trattato CE;
3.sollecita gli Stati membri e l'Unione a dare attuazione alle dichiarazioni del Consiglio europeo del giugno 1991 e 1992 con le quali erano stati adottati otto criteri per controllare le esportazioni di armi e di tecnologie suscettibili di duplice impiego;
4.auspica che venga studiata l'eventuale costituzione di un'Agenzia europea per il controllo delle esportazioni di armi;
5.raccomanda agli Stati membri e all'Unione di operare congiuntamente con le autorità internazionali competenti onde definire un codice di condotta internazionale sul controllo dei trasferimenti e delle esportazioni di armi;
6.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio e all'Assemblea generale dell'ONU.