B4-0038, 0052, 0060, 0075, 0094, 0110 e 0113/95
Risoluzione sull'impiego delle lingue ufficiali nelle istituzioni dell'Unione europea
Il Parlamento europeo,
A.considerando la dichiarazione del dicembre scorso del sig. Lamassoure, ministro francese degli affari europei, Alain Lamassoure, sulla limitazione del numero delle lingue di lavoro a cinque sulle undici lingue ufficiali dell'Unione europea,
B.considerando che il regime linguistico delle istituzioni dell'Unione, secondo le disposizioni del trattato, è di competenza del Consiglio che decide all'unanimità,
C.considerando che il regolamento 1/58/CE e le sue successive modifiche collocano le lingue ufficiali di lavoro delle Comunità europee su un piede di parità,
D.considerati i trattati istitutivi delle Comunità europee, l'Atto unico e il trattato sull'Unione europea,
E.considerando i regolamenti del Consiglio, della Commissione e del Parlamento europeo,
F.considerando che gli appartenenti a un gruppo linguistico riconosciuto non debbono essere degradati a cittadini di seconda classe e considerando altresì che qualsiasi proposta volta a limitare le lingue aumenta la distanza tra i cittadini e le istituzioni europee, distanza che peraltro ha già raggiunto un livello inquietante,
G.rammentando che argomentazioni di ordine tecnico o di bilancio non possono in alcun caso giustificare una limitazione delle lingue,
H.rammentando la sua risoluzione dell'11 dicembre 1990 sulla situazione delle lingue nella Comunità e della lingua catalana ,
I.considerando la dichiarazione del Presidente della Repubblica francese dinanzi al Parlamento europeo, secondo la quale
"l'Europa deve affermare la sua identità culturale nella sua diversità",
1.riafferma la propria adesione al principio della parità delle lingue ufficiali e di lavoro di tutti gli Stati dell'Unione, principio che è un elemento fondamentale della nozione stessa di Unione europea, della sua filosofia e dell'uguaglianza politica dei suoi Stati membri, e conferma che il plurilinguismo costituisce uno dei tratti caratteristici della cultura e della civiltà europea nonché un elemento importante della pluralità e della ricchezza culturale dell'Europa;
2.dichiara la propria determinazione a combattere ogni tentativo tendente a instaurare una discriminazione fra lingue ufficiali e lingue di lavoro dell'Unione europea;
3.insiste perché sia rispettato il principio secondo cui i cittadini dell'Unione possono servirsi della loro lingua, sia per iscritto che oralmente, nei loro contatti con tutte le istituzioni europee;
4.reputa che il diritto di un eletto a esprimersi e a lavorare nella propria lingua sia parte indissociabile tanto del diritto democratico quanto del suo mandato;
5.ribadisce la sovranità del Parlamento europeo e la sua competenza a determinare il proprio funzionamento anche in materia linguistica e rammenta il contenuto della sua risoluzione del 6 maggio 1994 , riaffermando con fermezza l'utilizzazione senza discriminazione di tutte le lingue ufficiali come lingue di lavoro in seno al Parlamento;
6.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri e ai presidenti delle altre istituzioni dell'Unione.