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Parlamento Europeo - 16 marzo 1995
Situazione in Burundi

B4-0392, 0398, 0399, 0401, 0402, 0410 e 0425/95

Risoluzione sulla situazione in Burundi

Il Parlamento europeo,

-vista la comunicazione del Consiglio del 28 febbraio 1995 sulla situazione in Burundi,

-vista la relazione presentata dall'Assemblea paritetica ACP-UE sulla missione effettuata in Burundi, Zaire e Ruanda,

-viste le sue precedenti risoluzioni sul Burundi,

A.preoccupato per il protrarsi delle tensioni nel Burundi e per la situazione critica registrata in alcune parti del paese,

B.profondamente preoccupato per il continuo degradarsi delle condizioni di sicurezza, come dimostra l'incremento in tutto il paese degli atti terroristici, degli assassinii, dei massacri e degli atti di vandalismo,

C.riconoscendo la legittimità democratica delle Istituzioni politiche del paese e delle procedure definite conformemente alla "Convenzione di governo" cui hanno aderito 12 dei 13 partiti politici riconosciuti a livello nazionale,

D.considerando che le tensioni politiche ed etniche si sono ulteriormente aggravate a seguito delle dimissioni del primo ministro Anatole Kanyenkkiko, proveniente dalle file dell'opposizione ma da questa sconfessato, e della sua sostituzione con Antoine Nduwayo,

E.particolarmente preoccupato per l'assassinio del ministro dell'energia e delle miniere, Ernest Kabushemege, che si iscrive in una nuova spirale di violenza con fini destabilizzanti,

F.allarmato per il numero elevatissimo di persone sfollate e disperse nel paese, costrette ad abbandonare le proprie case a causa del conflitto, segnatamente dopo il tentativo di colpo di stato dell'ottobre 1993, e ricordando gli effetti fortemente destabilizzanti che hanno avuto il genocidio in Ruanda e la presenza in Burundi di decine di migliaia di profughi ruandesi,

G.considerando la minaccia rappresentata dai soldati dell'ex esercito governativo del Ruanda, ancora attivo nelle zone di frontiera intorno al Burundi, che ha rifornito di armi e munizioni le forze estremiste operanti all'interno del paese,

H.consapevole del contribuito significativo fornito dall'Unione europea in termini di aiuti umanitari, pur deplorando il fatto che la Comunità internazionale, e in particolare l'Unione europea, si sia limitata a raccomandare il varo di misure per prevenire un nuovo conflitto interno nel Burundi,

1.prende atto della summenzionata comunicazione del Consiglio e sollecita il Consiglio perché si adoperi più attivamente per promuovere il sostegno alle istituzioni democratiche del Burundi e alla riconciliazione nazionale;

2.ribadisce il suo sostegno alle istituzioni legittime e alle forze democratiche che, malgrado le provocazioni degli estremisti, continuano a portare avanti gli sforzi di riconciliazione nazionale e di ricostruzione economica del paese;

3.chiede al Consiglio dell'Unione europea di predisporre con urgenza un piano d'azione per isolare gli estremisti Tutsi e Hutu, consolidare le istituzioni democratiche e consentire all'apparato giudiziario di funzionare e invita l'Unione europea a fornire l'aiuto tecnico necessario qualora le autorità del Burundi dovessero presentare una richiesta in tal senso;

4.invita il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ad accogliere la richiesta avanzata dal governo del Burundi di affidare con urgenza a una commissione giudiziaria internazionale d'inchiesta il compito di aiutare il paese a individuare e perseguire in giustizia gli autori del colpo di stato dell'ottobre 1993 e delle violenze che sono seguite;

5.invita la Commissione ad accelerare il finanziamento dei programmi di rimpatrio e reinserimento delle persone sfollate, mentre resta inteso che le condizioni politiche per il loro rimpatrio devono essere soddisfatte e la loro sicurezza garantita;

6.condanna gli atti di violenza provocatori intrapresi da gruppi estremisti, i cui capi sono stati spesso identificati, e invita la Comunità internazionale a rifiutare il visto a quanti notoriamente sono coinvolti in attività estremistiche;

7.invita il governo e le autorità militari del Burundi a riformare, nel quadro di un dibattito nazionale, la struttura delle forze armate, onde far sì che l'autorità militare risponda meglio alle direttive dell'autorità civile e alle pressioni risultanti dalle attività terroristiche intraprese dai gruppi estremisti nel paese, incluso il contrabbando di armi;

8.ribadisce la propria totale fiducia nella missione del rappresentante del Segretario generale delle Nazioni Unite e sostiene pienamente gli sforzi compiuti dalla missione di osservazione dell'OUA nel Burundi per prevenire i conflitti e chiede al Consiglio di partecipare alla creazione di un'emittente radiofonica dell'ONU;

9.ribadisce la sua richiesta affinchè gli Stati membri dell'Unione europea rappresentati in seno al Consiglio di Sicurezza dell'ONU sostengano al suo interno la necessità di un embargo internazionale sulle esportazioni di armi e munizioni verso il Burundi e il Ruanda" e invita altresì gli Stati membri a cessare tutte le loro esportazioni di armi e munizioni verso questi due paesi;

10.si congratula con il Comitato internazionale della Croce Rossa per l'impegno dimostrato, a fianco di altre ONG, nell'attuare a livello locale, il programma inteso a prevenire i conflitti;

11.incarica il suo presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Segretario generale dell'Organizzazione per l'Unità africana, al Presidente della repubblica del Burundi e al Comitato della Croce Rossa internazionale.

 
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