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Parlamento Europeo - 6 aprile 1995
(b) Croazia/Bosnia-Erzegovina

B4-0671, 0683, 0693, 0698, 0701 e 0710/95

Risoluzione sui pericolosi sviluppi in Croazia, Bosnia e Kosovo

Il Parlamento europeo,

A.considerando le crescenti tensioni in Bosnia e gli scontri nella regione di Bihac e Tuzla,

B.richiamando l'attenzione sulla dichiarazione del 27 marzo 1995 di Radovan Karadic, leader dei serbi bosniaci, secondo cui le sue forze armate continuerebbero a combattere fino alla "totale distruzione" del nemico e da parte sua non considererebbe più Tuzla "una zona di sicurezza delle Nazioni Unite",

C.considerando che il mandato ONU in Croazia non è stato completamente rispettato,

D.osservando che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è pervenuto a una decisione su una presenza continuativa delle truppe ONU sul territorio dell'ex Jugoslavia e che tuttavia devono ancora essere definiti i termini pratici del mandato dell'"Operazione ONU per la ricostituzione della fiducia" (UNCRO),

E.convinto che la presenza di truppe dell'ONU nella regione non possa comportare la legittimazione dell'espulsione e dell'occupazione ma debba al contrario creare le premesse per il ripristino del diritto internazionale, dei diritti dell'uomo e della democrazia,

1.accoglie favorevolmente la decisione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul mandato con cui vengono mantenute truppe ONU sul territorio dell'ex Jugoslavia, onde contribuire a ridurre le tensioni nella regione, e sollecita il governo della Croazia e il mediatore ONU, Thorvald Stoltenberg, a giungere quanto prima a un accordo in merito a un'attuazione precisa dell'UNCRO;

2.invita il Consiglio a sollecitare l'ONU affinché prenda finalmente una posizione energica contro gli attacchi ai danni della popolazione civile e appoggia in questo senso le proposte del Segretario generale delle Nazioni Unite;

3.invita gli Stati membri dell'Unione a esigere dal Consiglio di sicurezza dell'ONU una protezione più efficace per la città di Tuzla, che rappresenta finora in Bosnia una comunità pacifica di musulmani, croati e serbi;

4.è convinto in linea di massima che l'abolizione dell'attuale embargo contro la Serbia-Montenegro sarà possibile solo allorché la Serbia-Montenegro avrà riconosciuto le repubbliche di Croazia, Bosnia e Fyrom;

5.condanna la continua persecuzione della maggioranza di lingua albanese nel Kosovo come una scandalosa violazione dei diritti dell'uomo, foriera di instabilità in una zona già esplosiva dei Balcani;

6.sollecita il Consiglio affinché faccia tutto quanto è in suo potere per far cessare i recenti combattimenti in Bosnia-Erzegovina e invita tutte le parti coinvolte ad astenersi dall'intraprendere azioni suscettibili di inasprire ulteriormente il conflitto nel paese;

7.chiede che l'aiuto e il sostegno dell'Unione vada soprattutto a quelle associazioni, quei gruppi e quelle iniziative che garantiscono il ritorno di profughi e il pari trattamento di esponenti di tutte le confessioni e popolazioni;

8.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Consiglio di sicurezza dell'ONU, nonché ai governi di Croazia, Bosnia-Erzegovina e Serbia-Montenegro.

 
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