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Parlamento Europeo - 18 maggio 1995
Diritti dell'uomo in Ruanda

B4-0753, 0773, 0789, 0794, 0804, 0810 e 0825/95

Risoluzione sulla situazione in Ruanda

Il Parlamento europeo,

A.profondamente colpito dall'orribile massacro perpetrato il 22 aprile 1995 dall'esercito patriottico ruandese nel campo profughi di Kibeho, che ha causato la morte di migliaia di persone,

B.considerando che questi episodi di violenza rendono più difficile il ritorno dei profughi e degli sfollati, ritorno che è condizione indispensabile per la riconciliazione nazionale e per una soluzione pacifica e duratura del problema ruandese,

C.ricordando le proprie risoluzioni e iniziative precedenti sulla situazione in Ruanda, specialmente quelle approvate il 15 settembre , 27 ottobre 1994 , la riunione d'urgenza della Conferenza dei presidenti del 26 luglio 1994, le raccomandazioni della missione del Parlamento inviata in Ruanda dal 27 al 31 luglio 1994 e la risoluzione sui risultati di detta missione approvata nel quadro dell'Assemblea paritetica ACP-UE a Dakar nel gennaio 1995,

D.considerando che, malgrado gli sforzi del governo del Ruanda e delle organizzazioni internazionali e non governative, le azioni internazionali finora intraprese non hanno dato i risultati previsti, e cioè la pacificazione del paese e il ritorno, in condizioni di sicurezza, dei profughi e degli sfollati ai propri luoghi di origine,

E.considerando che la comunità internazionale si era impegnata a fornire un contributo di circa 600 milioni di dollari per la ricostruzione del paese, ma che sinora non ha mantenuto le sue promesse,

F.considerando che gli stanziamenti previsti per il reinserimento dei profughi e degli sfollati coprono appena il 15% delle richieste del governo ruandese, sebbene rappresentino un elemento di fondamentale importanza ai fini della riconciliazione indispensabile alla stabilità del paese,

G.ricordando che la situazione umanitaria della popolazione rifugiata e sfollata si è sempre più degradata negli ultimi mesi,

H.allarmato per la debole reazione del governo di Kigali dinanzi al massacro compiuto a Kibeho,

I.preoccupato per le condizioni di detenzione nelle prigioni ruandesi, sovraffollate di persone sospettate di atti di genocidio,

J.preoccupato per il clima di insicurezza che regna tra la popolazione e per la paura crescente provocata dagli arresti, dai massacri, dagli assassinii, dagli stupri, dalla confisca di beni e da episodi di inaudita violenza,

K.preoccupato altresì per il persistere della crisi in Burundi che mette in pericolo la stabilità del paese e minaccia di trasformarsi in una nuova ondata di gravi violenze,

1.condanna l'eccidio dei rifugiati hutu del campo di Kibeho;

2.chiede al governo di cooperare pienamente con la commissione d'inchiesta internazionale indipendente istituita per individuare i responsabili del massacro e consegnarli quanto prima alla giustizia;

3.chiede all'Unione europea e ai suoi Stati membri di contribuire alla rapida attuazione della decisione adottata dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU intesa a istituire un tribunale internazionale che giudichi i responsabili del genocidio, in quanto requisito essenziale ai fini della riconciliazione nazionale;

4.chiede ai paesi che attualmente danno asilo ai criminali di guerra ruandesi di consegnarli affinché siano giudicati dal Tribunale internazionale appositamente creato; si compiace dell'arresto in Belgio di Alphonse Higanivo e Vincent Ntezimana, entrambi presunti colpevoli di atti di genocidio, e chiede agli altri Stati membri di procedere all'arresto delle persone sospettate di genocidio che si trovano nel loro territorio;

5.sottolinea che è estremamente urgente che le Nazioni Unite garantiscano la sicurezza nei campi riservati agli sfollati e ai profughi in Zaire, Burundi, Tanzania e Uganda, dal momento che sono spesso teatro della ricostituzione delle milizie armate responsabili del genocidio del 1994;

6.chiede alle autorità ruandesi di rispettare i diritti dell'uomo e garantire la sicurezza della popolazione civile in tutto il paese nonché di astenersi dall'intraprendere iniziative che potrebbero mettere a repentaglio il ritorno dei profughi e il processo di riconciliazione nazionale;

7.chiede ai membri dell'Unione europea che sono altresì membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di promuovere in codesta sede l'approvazione delle misure necessarie per far cessare i massacri nel Ruanda;

8.chiede al Consiglio di sicurezza di proteggere i profughi che ritornano ai propri luoghi di origine;

9.chiede all'ECHO di assumersi, d'intesa con le ONG e le organizzazioni internazionali, un ruolo strategico relativamente agli aiuti umanitari destinati ai paesi della regione e specialmente ai campi profughi situati nello Zaire, in Ruanda e in Burundi;

10.chiede alla Commissione europea di offrire quanto prima la sua assistenza per il ripristino del sistema giudiziario e il miglioramento delle condizioni di detenzione;

11.chiede alla Commissione di accordare gli aiuti promessi al governo ruandese; chiede che l'aiuto umanitario non venga ridotto o sospeso;

12.sostiene fermamente l'organizzazione, nello spirito degli accordi di Arusha e con la partecipazione di tutte le forze democratiche della società ruandese, di una "Conferenza regionale per la pace, la sicurezza e la stabilità", come auspicato dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e come previsto dal Consiglio e dalla Commissione europea; invita quindi il governo del Ruanda e degli altri paesi della regione dei Grandi Laghi a cogliere tale opportunità;

13.chiede al Consiglio di onorare i suoi impegni nei confronti di tutti i paesi della regione e di riferirgli sul seguito dato alle risoluzioni del Parlamento;

14.incarica il suo Presidente di trasmettere con urgenza la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo del Ruanda, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Presidente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, al Segretario generale dell'OUA e ai copresidenti dell'Assemblea ACP-UE.

 
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