A4-0098/95
Raccomandazione del Parlamento europeo al Consiglio concernente i risultati del Patto di stabilità in Europa e il seguito da darvi
Il Parlamento europeo,
-visto l'articolo 92 del proprio regolamento,
-visto l'articolo J.7, secondo comma, del trattato sull'Unione europea,
-vista la decisione 97/728/PESC del Consiglio, del 20 dicembre 1993, relativa all'azione comune adottata dal Consiglio in base all'articolo J.3 del trattato sull'Unione europea concernente la conferenza di avvio del Patto di stabilità ,
-vista la propria raccomandazione del 22 aprile 1994 sull'azione comune relativa al Patto di stabilità in Europa ,
-visti i documenti adottati dagli Stati partecipanti al termine della conferenza inaugurale per un Patto di stabilità in Europa (26 e 27 maggio 1994),
-vista la decisione 94/367/PESC del Consiglio, del 14 giugno 1994, relativa alla prosecuzione della succitata azione comune ,
-vista la dichiarazione della presidenza del Consiglio in data 14 marzo 1995 sul Patto di stabilità,
-visto il Patto di stabilità stesso, adottato in occasione della conferenza finale del 20 e 21 marzo 1995 a Parigi,
-vista la proposta di raccomandazione della commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa (A4-0098/95),
A.ricordando l'iniziativa francese dell'aprile 1993, che ha dato origine al Patto di stabilità in Europa;
B.ricordando che il Patto di stabilità ha per obiettivo il consolidamento delle frontiere e il rispetto dei diritti delle minoranze in Europa, in primo luogo negli Stati dell'Europa centrale e orientale e negli Stati baltici che hanno vocazione a far parte, a più o meno breve termine, dell'Unione europea;
C.sottolineando che il Patto di stabilità in Europa è stato concepito come un esercizio di diplomazia preventiva tale da consentire di risolvere i problemi delle frontiere e delle minoranze in Europa centrale e orientale nonché nella regione baltica e che ciò costituisce una condizione preliminare per l'adesione dei paesi interessati all'Unione europea;
D.considerando che, sotto questo profilo, l'obiettivo perseguito è stato parzialmente raggiunto e che occorre pertanto che gli Stati che non sono ancora pervenuti a concludere accordi e intese di buon vicinato e di cooperazione proseguano gli sforzi in tal senso, come nel caso dell'Ungheria e della Romania, e che gli Stati che vi sono già pervenuti superino le divergenze di interpretazione, come nel caso dell'accordo ungaro-slovacco, onde garantire pienamente la stabilità in Europa,
E.sottolineando la responsabilità che incombe ormai all'OSCE, in quanto quest'ultima è custode del Patto di stabilità in Europa ed è incaricata di seguirne l'attuazione,
F.ricordando infine che il Patto di stabilità è stato concepito come un processo aperto sul piano geografico ed evolutivo, come ricordato dalla presidenza del Consiglio dell'Unione europea in occasione della Conferenza finale del Patto di stabilità in Europa,
1.riconosce che il processo del Patto di stabilità in Europa ha avviato una dinamica di dialogo che ha consentito l'instaurazione di un dialogo positivo tra gli Stati interessati e tra questi ultimi e i paesi vicini, nonché lo sblocco di taluni problemi in tempi relativamente brevi;
2.esprime pertanto un giudizio alquanto positivo su questo esercizio di diplomazia preventiva, pur ravvisandone i limiti, e sottolinea il ruolo essenziale svolto dalle tavole rotonde regionali, un meccanismo già previsto nell'ambito della CSCE/OSCE, ma mai applicato;
3.rende omaggio all'importante ruolo svolto dalla Commissione nel processo del Patto di stabilità in Europa - quindi al di fuori del quadro intergovernativo - consentendo di individuare i progetti atti a contribuire alla realizzazione degli obiettivi del Patto e ammissibili al finanziamento del programma PHARE;
4.invita il Consiglio a esercitare la sua influenza perché vengano eliminate le ultime divergenze che hanno impedito al Patto di stabilità in Europa di conseguire pienamente tutti i suoi obiettivi; esprime nel contempo apprezzamento per la volontà espressa dai primi ministri di Ungheria e Romania in una dichiarazione comune di proseguire i negoziati in vista di un accordo bilaterale che consenta di risolvere i problemi tra i due paesi e di inserire tale accordo, una volta concluso, nel Patto di stabilità;
5.raccomanda al Consiglio di
a)impegnarsi a seguire l'attuazione del Patto di stabilità in Europa, tenuto conto delle insufficienze intrinseche dell'OSCE, e di utilizzare a tal fine il dialogo politico previsto sia negli accordi europei già conclusi o da concludere sia negli accordi di partenariato e di cooperazione, fermo restando che il dialogo strutturato con i paesi dell'Europa centrale e orientale nonché con gli Stati baltici e la Slovenia consentirà anche di trattare su base multilaterale problemi di interesse comune,
b)adoperarsi comunque in seno all'OSCE per garantire il proseguimento delle tavole rotonde regionali, che hanno dato prova della loro validità e consentono il dialogo tra gli Stati interessati e i paesi vicini,
c)proseguire l'azione di verifica del Patto di stabilità in Europa anche in seno al Consiglio d'Europa, tenuto conto delle convenzioni elaborate da tale organizzazione in materia di diritti dell'uomo e di diritti delle minoranze,
d)considerare la possibilità di estendere il metodo del Patto di stabilità, adattandolo, a zone che svolgono un ruolo essenziale per la sicurezza e la stabilità del continente europeo, e quindi per la sicurezza dell'Unione europea, come i Balcani e il Caucaso, regioni che si situano nella zona coperta dall'OSCE,
e)valutare se tale metodo, in quanto azione comune dell'Unione europea, non possa essere applicato anche nel Mediterraneo, in modo che, dopo la Conferenza euromediterranea che si terrà nel novembre 1995 a Barcellona, si possano aprire negoziati con l'insieme dei paesi rivieraschi e con altri paesi terzi interessati per giungere alla conclusione di un Patto di stabilità e di sicurezza nel Mediterraneo;
6.ringrazia le diverse presidenze del Consiglio per aver invitato, nel contesto del diritto di informazione del Parlamento europeo previsto all'articolo J.7 del trattato sull'Unione europea, una delegazione "ad hoc" a seguire i lavori delle Conferenze relative al Patto di stabilità in Europa, come richiesto da questo Parlamento nella raccomandazione del 22 aprile 1994;
7.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio e, per conoscenza, alla Commissione.