A4-0111/95
Risoluzione sul "Libro Verde sulla liberalizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione e delle reti televisive via cavo" (parte II) (COM(94)0682 - C4-0030/95)
Il Parlamento europeo,
-visto il Libro verde della Commissione sulla liberalizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione e delle reti televisive via cavo - parte II (COM(94) 0682 - C4-0030/95),
-vista la sua risoluzione del 30 novembre 1994 sulla Comunicazione della Commissione "Verso la società dell'informazione - un programma di azione" (COM(94) 0347) ,
-visti il Libro verde della Commissione sulla liberalizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione e delle reti televisive via cavo - parte I e la relativa risoluzione del Parlamento del 7 aprile 1995 ,
-visti la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale e i pareri della commissione per gli affari sociali e l'occupazione, della commissione per la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l'energia, della commissione per la cultura, la gioventù, l'istruzione e i mezzi di informazione e della commissione giuridica e per i diritti dei cittadini (A4-0111/95),
Un servizio universale
1.richiama l'attenzione della Commissione e del Consiglio sulla necessità di assicurare un servizio universale economicamente accessibile con un alto livello di qualità a tutti i cittadini dell'Unione con tempi di collegamento accettabili e chiede la definizione di disposizioni che disciplinino tale servizio universale, disposizioni che dovranno essere presentate dalla Commissione come questione di urgenza;
2.chiede l'istituzione a livello dell'Unione di un insieme minimo di servizi e infrastrutture che costituisca il contenuto specifico della fornitura del servizio universale, a seconda dei vari tipi di utenti, vale a dire utenti di basso reddito con esigenze limitate, utenti singoli con esigenze medie, piccole imprese, organismi o servizi in comune come scuole, ospedali, ecc. aggiornando i servizi periodicamente per mantenere il passo con l'ampliamento dei circuiti a raggio più ampio e altri sviluppi tecnologici, in particolare la digitalizzazione;
3.chiede l'istituzione di fondi nazionali a favore di questo servizio universale per finanziare, sulla base dei costi reali, la spesa relativa all'utilizzazione del servizio universale con il contributo di tutti gli operatori delle infrastrutture e dei servizi, proporzionalmente alla rispettiva quota di mercato e alla redditività lorda dei loro introiti; ritiene che in ogni caso, entro il 1· gennaio 1998, si dovrà procedere a un adeguamento progressivo delle tariffe;
4.ricorda che l'effettivo funzionamento di un mercato liberalizzato europeo delle telecomunicazioni non basterà per fornire agli utenti una reale libertà di scelta se non verranno rispettate le seguenti condizioni:
-mantenimento del numero personale di chiamata;
-servizi universali di centralino gratuiti o a un costo nominale;
-fissazione dei prezzi e fatturazione trasparenti;
5.insiste sul parallelismo tra liberalizzazione delle telecomunicazioni e definizione e realizzazione del servizio universale nell'ambito delle proposte legislative; invita il Consiglio a esaminare tale questione nella sua riunione del 13 giugno 1995 e sollecita la Commissione a presentare quanto prima proposte dettegliate, che tra l'altro dovranno riguardare i problemi seguenti:
-chi ha diritto ai servizi di base,
-chi è tenuto a fornire servizi di base,
-quali sono i requisiti per garantire un servizio universale,
-chi è tenuto a fornire l'interconnessione,
-che cosa significa modulazione adeguata delle tariffe;
6.ritiene che le forze di mercato da sole non basteranno per fornire la necessaria copertura di tutta l'Unione e neppure per promuovere i servizi più socialmente utili e chiede pertanto che vengano effettuati investimenti pubblici per raggiungere la massa critica in materia di nuove tecnologie e di applicazioni;
Concorrenza, interconnessione, interoperabilità e diritto di accesso
7.sostiene l'impostazione della Commissione che i diritti e gli obblighi dei fornitori di infrastrutture di assicurare le interconnessioni devono essere precisati in una direttiva ONP sull'interconnessione lasciando tuttavia la realizzazione dell'interconnessione e dell'interoperabilità a una impostazione su base contrattuale tra operatori;
8.ritiene che sia essenziale il mantenimento delle norme tecniche per l'interconnessione e l'interoperabilità e che si debba dare il giusto risalto alle norme tecniche relative alle infrastrutture materiali e alla fabbricazione delle attrezzature, unitamente al software di livello inferiore; chiede alla Commissione di prendere in esame la creazione di un Forum dell'industria che operi unitamente ai produttori europei nel settore delle telecomunicazioni e dell'elettronica, al fine di discutere tali questioni e di fornire consulenze alle organizzazioni esistenti;
9.auspica fiducioso che la principale preoccupazione di tutte le parti - Commissione, Consiglio, operatori, fornitori di servizi e di applicazioni - sarà di evitare standard incompatibili e di basarsi su organismi esistenti tanto a livello europeo quanto a livello internazionale;
10.esprime tuttavia la sua preoccupazione per il rischio che comportano le modalità con cui sono formulati alcuni accordi in materia di interconnessione, che potrebbe portare a situazioni oligopolistiche o a patti volti a dividere il mercato tra i principali operatori, e chiede pertanto che venga creata un'autorità di controllo europea con forti poteri regolamentari e d'intervento da esercitare in coordinamento con quelli delle autorità regolamentari nazionali e che avrebbe la facoltà di risolvere le dispute sotto il controllo delle autorità giudiziarie dell'Unione;
11.chiede che l'autorità europea di regolamentazione assicuri che la concessione di licenze sia soggetta a misure di salvaguardia contro lo sfruttamento delle reti a fini criminali o antisociali, per esempio pornografia, e che siano applicate normative rigorose per proteggere i diritti dei consumatori e tutelarli in materia di teleacquisti e nuovi servizi;
12.chiede che non ci sia alcun tentativo di limitare il numero di licenze concesse nel settore delle infrastrutture e dei servizi; le licenze andrebbero rifiutate soltanto qualora le società non potessero dimostrare di essere in grado di soddisfare criteri obiettivi per quanto riguarda tra l'altro le norme tecniche, gli standard qualitativi e gli obblighi inerenti al servizio universale;
13.chiede che venga attribuita una particolare attenzione al libero accesso di concorrenti a qualsiasi infrastruttura e chiede che gli operatori di reti che desiderino fornire servizi tengano tali funzioni separate grazie all'adozione di un sistema contabile trasparente e non usufruiscano o concedano a partner specifici accesso, stipule o condizioni privilegiate;
14.chiede che gli istituti scolastici abbiano accesso a pari condizioni finanziarie, indipendentemente dalla loro localizzazione;
15.chiede che siano istituite reti pubbliche d'informazione con impianti tecnici completi e aggiornati nelle 11 lingue ufficiali, a tariffe preferenziali, e che sia creato uno "spazio pubblico", affinché detti servizi siano di accesso universale; inoltre occorre rendere accessibili tali reti informative alle lingue meno diffuse dell'UE grazie all'integrazione tra fondi europei e nazionali;
16.chiede che sia garantita la piena reciprocità in tutto il settore, per esempio consentendo alle società via cavo di competere per servizi telefonici e agli operatori nel settore delle telecomunicazioni di competere per la trasmissione via cavo di film e programmi televisivi;
17.ricorda che il libero accesso deve essere garantito non soltanto per linee a lunga distanza ma anche a livello locale, il che comporta la ripartizione delle linee e la ripartizione obbligatoria delle attrezzature in generale, senza dimenticare la necessaria integrità delle rete;
18.sottolinea che attualmente diverse regioni isolate sono escluse da una serie di possibilità di comunicazioni mobili e chiede che siano messi a disposizione mezzi specifici per gli investimenti e la ricerca, onde far sì che dette reti siano estese anche alle regioni isolate;
Aspetti sociali e ambientali
19.deplora che sia stata attribuita scarsa attenzione agli aspetti sociali della liberalizzazione e chiede un'analisi particolareggiata dei costi e dei benefici in termini di occupazione che ne deriveranno;
20.ritiene che la regolamentazione sulla protezione dei dati debba essere articolata in modo tale che
a)le informazioni personali sensibili restino all'interno della sfera giuridica individuale,
b)il singolo abbia il diritto di verificare i dati relativi alla sua persona,
c)non venga ostacolato lo sviluppo dei mercati elettronici e delle innovazioni di rete,
d)sia garantita la protezione dei dati e delle informazioni personali sensibili,
e)i problemi connessi ai diritti d'autore vengano affrontati con soluzioni tecniche laddove possibile e con soluzioni normative laddove si profila la possibilità di abusi;
21.chiede alla Commissione di presentare proposte specifiche concernenti la nuova formazione del personale delle imprese di telecomunicazioni, le cui mansioni dovranno per forza di cose cambiare con il nuovo regime;
22.chiede che la Commissione presenti proposte volte a promuovere lo sviluppo di nuovi servizi in tale campo, al fine di creare occupazione nei settori interessati;
23.chiede una riforma dei sistemi di istruzione affinché risulti possibile non solo realizzare una libera ricerca di base, la quale può essere attuata in reti a livello internazionale, bensì anche creare opportunità per una formazione permanente continua tale da consentire di tenere il passo con i mutamenti tecnologici;
24.invita pertanto la Commissione a elaborare direttive volte a regolamentare i diritti e i doveri dei lavoratori che svolgono le loro attività a domicilio (posti di lavoro a domicilio) e a equipararli giuridicamente a quelli all'interno delle imprese;
25.chiede che, nonostante il suo carattere strategico, la realizzazione di nuove reti alternative di infrastrutture di telecomunicazioni venga sottoposta alle stesse norme ambientali di altre costruzioni analoghe;
Questioni culturali e mezzi di comunicazione
26.chiede che la Commissione tenga pienamente conto delle questioni culturali, economiche e sociali e che sia introdotta una certa forma di regolamentazione volta a garantire la tutela della diversità culturale, della pluralità e dell'identità europea; chiede che la Commissione realizzi studi sugli effetti in campo culturale e linguistico, nonché sulle ripercussioni per l'occupazione della liberalizzazione delle telecomunicazioni e delle reti televisive via cavo;
27.sottolinea che il settore radiotelevisivo richiede un quadro legislativo distinto, con basi giuridiche e procedure di autorizzazione specifiche, a causa delle sue caratteristiche precipue e del suo impatto sulla società dell'informazione e a livello culturale;
28.respinge l'ipotesi che ai gestori di rete sia concessa la libera facoltà di decidere quali emittenti (televisive o radiofoniche) vengono diffuse tramite le reti via cavo e chiede che per i programmi trasmessi si adotti la regola della diffusione obbligatoria;
29.sottolinea che, in caso di limitate capacità o scarsità di frequenze, le emissioni radiotelevisive devono avere la priorità rispetto ai servizi di telecomunicazione e agli altri servizi polivalenti nel quadro delle decisioni sull'accesso e che le reti e le frequenze in passato utilizzate per le trasmissioni televisive e radiofoniche anche in futuro dovranno essere utilizzate principalmente per la diffusione di programmi radiotelevisivi;
Aspetti internazionali
30.auspica che lo sviluppo di impostazioni comuni sugli standard, l'interconnessione e l'interoperabilità, nonché in materia di software, venga organizzato in modo da assicurare la compatibilità in materia di comunicazioni e di servizi con i paesi terzi;
31.rileva che il mercato dell'Unione europea nel 1998 dovrà essere per forza di cose molto più libero di quello di qualsiasi altro paese del mondo e ricorda le sue precedenti risoluzioni in cui insisteva sull'esigenza di una rigorosa reciprocità da parte dei paesi terzi che desidirino offrire servizi o fornire infrastrutture in Europa;
32.chiede una particolare attenzione per i paesi dell'Europa orientale e che sia loro fornito aiuto per sviluppare infrastrutture di telecomunicazione sul modello di quelle esistenti nell'UE;
33.chiede alla Commissione di presentare proposte regolamentari specifiche con i suddetti prerequisiti;
34.incarica il suo Presidente di trasmettere il presente parere al Consiglio e alla Commissione.