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Parlamento Europeo - 15 giugno 1995
Diritti dell'uomo in Birmania

B4-0859, 0887, 0916, 0919 e 0935/95

Risoluzione sulla situazione dei diritti dell'uomo in Birmania (Myanmar) e sul rilascio della signora Aung San Suu Kyi

Il Parlamento europeo,

A.ricordando che Aung San Suu Kyi, principale leader dell'opposizione birmana che ha vinto le elezioni del 1990 a schiacciante maggioranza, vincitrice del Premio Nobel per la pace e vincitrice del Premio Sacharov 1991, si trova agli arresti domiciliari, senza processo, dal luglio 1989,

B.considerando che, in base alla legge imposta dal Consiglio di Stato per il ripristino della legge e dell'ordine (SLORC), che limita la detenzione senza processo a 5 anni, Aung San Suu Kyi avrebbe dovuto essere rilasciata nel luglio 1994,

C.preoccupato per il fatto che il suo periodo di detenzione sia già stato portato da tre a cinque anni grazie a una "modifica retroattiva" della legge,

D.gravemente preoccupato per il fatto che, dall'aprile 1995, tutte le visite a lei dirette e tutti i suoi contatti con la famiglia sono stati rifiutati, così come le visite di carattere umanitario,

E.scandalizzato per le ultime dichiarazioni del generale Khin Nyunt, membro dello SLORC, secondo le quali la detenzione della sig.ra Suu Kyi è una condizione per la pace nel Myanmar e che essa sarà liberata solo qualora accetti di abbandonare il paese,

F.atterrito dal rapporto dell'inviato speciale delle Nazioni Unite del febbraio di quest'anno che condanna il regime militare della Birmania per il suo costante ricorso alla tortura, alla schiavitù, all'espulsione e alla soppressione politica, come risulta da numerosi rapporti di associazioni di difesa dei diritti dell'uomo, in particolare di Amnesty International,

G.scandalizzato da rapporti in cui si forniscono le prove delle affermazioni in base alle quali centinaia di migliaia di cittadini birmani sono costretti dal governo a effettuare lavori forzati in condizioni inumane, confermato dal rapporto della commissione dell'OIL presentato alla Conferenza mondiale sul lavoro svoltasi a Ginevra il 7 giugno 1995,

1.condanna fermamente la detenzione prolungata di Aung San Suu Kyi, cui è stata inflitta una pena per motivi politici, e insiste affinché sia liberata immediatamente e senza condizioni,

2.condanna espressamente il perdurare delle flagranti violazioni dei diritti dell'uomo da parte del regime birmano;

3.chiede al Consiglio e ai governi degli Stati membri di compiere un'indagine su un'eventuale cooperazione da parte di società dell'Unione europea a progetti birmani in cui si ricorre al lavoro forzato e chiede che sia valutata l'opportunità di imporre sanzioni economiche;

4.invita il Consiglio e la Commissione a esercitare pressioni sul governo militare birmano al fine di ottenere garanzie per il rispetto dei diritti dell'uomo e insiste affinché l'Unione europea non presti alcuna assistenza ai progetti destinati alla Birmania fino a quando Aung San Suu Kyi non sarà stata rilasciata e i diritti civili pienamente ripristinati;

5.si appella ai governi dell'ASEAN affinché adottino una politica analoga nei confronti dello SLORC;

6.esige da parte della giunta militare di Rangoon il rispetto dei risultati elettorali del 27 maggio 1990, con l'insediamento di un governo civile diretto dalla "Lega Nazionale per la Democrazia" della sig.ra Aung San Suu Kyi;

7.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri, al governo del Myanmar/SLORC, al Segretario generale dell'ONU, al Segretariato dell'OIL e al Segretariato generale dell'ASEAN.

 
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