A4-0147/95
Risoluzione sul documento della Commissione "Europa 2000+ - Cooperazione in materia di assetto territoriale europeo" [COM(94)0354 - C4-0216/95]
Il Parlamento europeo,
-visto il documento "Europa 2000+ - Cooperazione in materia di assetto territoriale europeo",
-visto il trattato sull'Unione europea, in particolare l'articolo B, e visti gli articoli 129 A, 130 A e B del trattato CE,
-viste le sue risoluzioni del 15 gennaio 1983 sulla settima relazione annuale (1981) della Commissione delle Comunità europee al Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) del 26 ottobre 1990 su una politica concertata di assetto territoriale e del 16 settembre 1992 su una politica comunitaria in materia di assetto territoriale: Europa 2000 ,
-vista la Quinta relazione periodica sulla situazione e sull'evoluzione socio-economica delle regioni della Comunità presentata dalla Commissione,
-vista la sua risoluzione del 28 maggio 1993 sulle regioni a bassa densità di popolazione ,
-viste le risoluzioni del Consiglio d'Europa e del comitato delle regioni,
-vista la relazione delle commissione per la politica regionale (A4-0147/95),
A.considerando che il trattato sull'Unione europea ha accolto fra i suoi obiettivi fondamentali il rafforzamento della coesione economica e sociale intesa soprattutto come la riduzione delle differenze fra i livelli di sviluppo delle varie regioni; considerando inoltre il dettato del trattato CE secondo cui sia le politiche economiche degli Stati membri sia tutte le politiche comunitarie devono partecipare all'ottenimento dello scopo di rafforzare la coesione economica e sociale,
B.considerando che, secondo i dati forniti dalla Quinta relazione periodica sulla situazione e sull'evoluzione socio-economica delle regioni della Comunità, malgrado gli sforzi compiuti le disparità fra le varie zone dell'Unione continuano a essere notevoli; considerando inoltre le nuove difficoltà che dovranno ancora affrontare le regioni più sfavorite nel cammino verso l'Unione monetaria,
C.considerando i profondi mutamenti socio-economici e politici degli ultimi anni, cui sono venuti ad aggiungersi una modifica sostanziale dell'ambito geografico dell'Unione, con la riunificazione della Germania e l'adesione di Finlandia, Svezia e Austria, e un nuovo contesto delle relazioni con i paesi dell'Europa orientale e del Mediterraneo, con il risultato di un territorio più complesso e diversificato,
D.considerando che in uno spazio senza frontiere vari problemi travalicano gli ambiti nazionali, quali l'urbanizzazione nei bacini dei grandi fiumi, di modo che le decisioni dei singoli Stati membri hanno ripercussioni al di là dei rispettivi territori e che le politiche comunitarie, soprattutto la politica strutturale, agricola, ambientale, dei trasporti e delle reti transeuropee, hanno notevoli conseguenze sulla dinamica evolutiva del territorio europeo, senza che la loro applicazione risponda ad una strategia globale,
E.considerando che il trattato sull'Unione europea ha stabilito la necessità di inserire la dimensione ambientale in tutte le politiche dell'Unione e constatando che il Programma di azione per l'ambiente ha definito un nuovo quadro destinato a garantire lo sviluppo sostenibile, confermato dalla strategia di recupero abbozzata nel Libro bianco "Crescita, competitività, occupazione", e che l'attrattiva esercitata da una zona e le motivazioni all'origine dell'insediamento di imprese e di gruppi di popolazione dipendono in misura sempre maggiore dall'ambiente,
F.considerando che in uno spazio comune europeo non può essere in nessun caso tollerata la disoccupazione di milioni di persone e che la politica di assetto territoriale deve sostenere le misure in materia di creazione di posti di lavoro delineate nel Libro bianco "Crescita, competitività e occupazione",
G.considerando i lavori del Consiglio d'Europa in materia di assetto territoriale e soprattutto lo Schema e la Carta europea dell'assetto del territorio,
H.considerando l'attività svolta dal 1989 in poi dai Consigli informali dei ministri competenti in materia territoriale, i quali hanno portato alla messa a punto da parte della Commissione dei documenti strategici "Europa 2000" ed "Europa 2000+" nonché all'istituzione del Comitato di sviluppo spaziale, che consente agli Stati membri consultazioni e cooperazione a carattere permanente,
I.considerando che il Comitato di sviluppo spaziale e la Commissione hanno ricevuto l'incarico di mettere a punto un piano di riassetto dello spazio comunitario, chiamato a costituire il prolungamento politico e operativo delle analisi contenute nel documento "Europa 2000+",
J.considerando i propri documenti in cui si è ripetutamente espresso a favore della messa a punto di una politica comunitaria di assetto territoriale,
K.considerando che il miglioramento della competitività europea necessita sforzi maggiori in materia di ricerca e di trasferimento di tecnologia; che le regioni meno sviluppate presentano gravi ritardi anche in questi settori; che il "sapere", la cultura tecnico-scientifica, si è trasformato in un fattore decisivo di produzione che impone l'instaurarsi su scala europea di una "società del sapere",
L.considerando la qualità eccellente del lavoro effettuato nel documento "Europa 2000+ - Cooperazione in materia di assetto territoriale europeo", il quale dimostra che lo spazio europeo si sta muovendo verso una crescente diversificazione delle disparità e ribadisce che lo sviluppo equilibrato e duraturo dell'Unione rende necessaria una politica territoriale al servizio della coesione economica e sociale,
M.considerando che risulterà molto più difficile conseguire gli obiettivi della coesione economica e sociale stabiliti dal trattato sull'Unione europea in talune zone del territorio dell'Unione europea dati i notevoli vincoli geografici e umani che incombono su esse, come per esempio le regioni isolate o periferiche di montagna o lungo le coste, le regioni rurali a bassa densità demografica nei territori del grande Nord europeo o l'insieme delle regioni insulari in cui le conseguenze permanenti dovute all'insularità si assommano talvolta a quelle di uno o più dei fattori sopra citati,
N.considerando che restano valide le richieste espresse nel proprio parere sul documento "Europa 2000",
O.considerando che dopo l'elaborazione del documento "Europa 2000+" - Cooperazione in materia di assetto territoriale europeo - l'Unione si è estesa a nuovi Stati membri, fatto che rende necessario aggiornare il documento su questo punto,
1.ritiene indifferibile l'inserimento nel trattato, in occasione della riforma prevista per il 1996, degli elementi necessari a mettere a punto una politica di assetto territoriale su scala europea, che in particolare
a)renda possibile l'adozione comune di orientamenti tali da garantire la coerenza e la complementarità delle varie politiche comunitarie, mirando a ottenere uno sviluppo equilibrato e durevole del territorio dell'Unione rafforzandone la coesione economica e sociale,
b)rafforzi la politica di reti transeuropee, estendendole all'istruzione e alla formazione professionale, alla ricerca e all'ambiente,
c)ricomprenda un quadro giuridico volto ad agevolare la cooperazione transfrontaliera e interregionale;
d)contribuisca all'ampliamento progressivo dell'Unione europea;
e sollecita la Commissione e il Consiglio a informarlo sui contenuti concreti di un eventuale inserimento nel trattato della politica europea di assetto territoriale, in tempo sufficiente a consentire alla competente commissione parlamentare di sottoporre le proposte a un esame approfondito;
L'assetto territoriale, strumento privilegiato della coesione
2.ritiene che l'assetto del territorio debba configurarsi in primo luogo come uno strumento privilegiato della lotta alle disparità fra i vari territori dell'Unione, finalità implicita nel trattato CE, il quale all'articolo 130B dispone che gli Stati membri conducano la loro politica economica e la coordinino per rafforzare la coesione e prevede che tutte le politiche comunitarie tengano conto di detto obiettivo e concorrano alla sua realizzazione;
3.è del parere che l'assetto territoriale a livello europeo dovrà contare, quale elemento primario, sulla funzione di strutturazione del territorio svolta dagli strumenti finanziari comunitari e dovrà orientarsi verso un miglioramento e un più attento impiego dell'azione dei Fondi Strutturali e del Fondo di coesione nonché dei programmi per la promozione dei cosiddetti fattori immateriali (cultura, istruzione, ecc.);
4.ritiene che uno spazio europeo vitale implichi una strategia a lungo termine di difesa del patrimonio naturale e culturale, inseparabile dal concetto di sviluppo sostenibile;
5.chiede altresì che la strategia di difesa del patrimonio naturale rivolga una particolare attenzione e impegno alla riforestazione di molte aree dell'Unione, consentendo così un'indissolubile combinazione tra politica occupazionale e sviluppo sostenibile;
6.riconosce il ruolo determinante svolto dalle risorse idriche, dalle infrastrutture, dall'agricoltura, dalle foreste e dal turismo ai fini dell'assetto territoriale;
7.concorda con la Commissione sull'affermazione che l'assetto territoriale è condizione necessaria per il recupero e il mantenimento della competitività globale dell'Unione ma insiste soprattutto sull'imprescindibilità di assicurare anche la competitività delle varie zone, se si vuole mantenere la parità di opportunità, il che significa garantire un accesso equo delle varie regioni alle attrezzature e alle infrastrutture;
8.invita la Commissione a tenere in considerazione nei futuri progetti di assetto territoriale europeo i nuovi sviluppi e le modifiche nel quadro della programmazione delle infrastrutture di trasporto transeuropee (reti transeuropee di trasporto), in particolare ad analizzare in modo approfondito le relative ripercussioni sulle regioni marittime periferiche, spesso contraddistinte da carenze strutturali;
9.plaude all'analisi avviata nel documento "Europa 2000+" sul ruolo della finanza pubblica e chiede alla Commissione di approfondire questo aspetto per quantificare le politiche orizzontali che servono all'assetto territoriale, mettendo a punto in particolare un indicatore che sintetizzi il contributo del capitale pubblico al reddito pro capite di ciascuna regione, in ordine agli indicatori specifici, quali la concentrazione demografica, economica, infrastrutturale e del grado di protezione ambientale, tenendo conto contemporaneamente della sua popolazione e delle sue dimensioni, estrapolando la parte destinata alle politiche orizzontali proprie dell'assetto territoriale; deplora che nel capitolo relativo all'impatto territoriale delle finanze pubbliche manchi un'analisi sul ruolo dei servizi pubblici, dato che il venir meno degli effetti redistributivi dei servizi di utilità pubblica può indebolire ulteriormente le regioni periferiche e le zone meno favorite; vale la pena di sostenere l'opportunità di crear
e un procedimento di verifica che consenta un esame specifico di ciascuno degli obiettivi della politica territoriale dell'Unione a seconda degli ambiti amministrativi reali, il che consentirebbe di seguire, in particolare, l'effetto sull'occupazione della politica territoriale e economica praticata dall'Unione e dai suoi Stati membri, in particolare nelle regioni meno sviluppate;
10.sottolinea inoltre che il territorio dell'Unione europea comprende regioni cosiddette "ultraperiferiche" le quali, a causa delle loro caratteristiche specifiche e in particolare dell'estrema lontananza dal continente europeo, non possono concepire la politica europea di assetto territoriale che in termini molto diversi da quelli accettati nel resto dell'Unione;
11.sottolinea la necessità di una programmazione sovraregionale per la protezione e la salvaguardia delle scarse risorse idriche; riafferma la necessità di creare una rete transfrontaliera di zone di protezione delle risorse idriche e di conservare e potenziare i cicli idrologici regionali; invita a conseguire con misure adeguate la riduzione dei consumi idrici e il miglioramento della qualità dell'acqua;
Principio di sussidiarietà. Metodi di attuazione
12.constata che le competenze politiche e amministrative aventi ripercussione sull'assetto e sulla pianificazione territoriale rientrano tanto nella sfera dell'Unione quanto in quella degli Stati membri e degli enti regionali e locali; raccomanda il rispetto scrupoloso del principio di sussidiarietà e sostiene la necessità che l'elaborazione di orientamenti comunitari per una politica europea di assetto territoriale avvenga nella più stretta intesa fra tutti gli operatori istituzionali interessati;
13.ritiene che la cooperazione e lo scambio di informazioni sulla base di indici comuni definiti in modo uniforme su scala europea debbano costituire i metodi privilegiati per operare in materia di assetto territoriale;
14.esprime soddisfazione per i progressi istituzionali constatati negli ultimi anni, ma ritiene indifferibile
a)ufficializzare i Consigli dei ministri incaricati dell'assetto territoriale,
b)dare carattere permanente al Comitato di sviluppo spaziale,
c)accelerare la creazione dell'Osservatorio europeo;
d)adeguare costantemente il programma quadro di assetto territoriale europeo ai cambiamenti intervenuti nella situazione;
e)assicurare che nel corso dell'approfondimento istituzionale della politica europea di assetto territoriale sia assicurato un coinvolgimento adeguato degli operatori regionali e locali, cui spettano competenze in materia di programmazione dello sviluppo e di valorizzazione delle superfici, sotto forma di possibilità di informazioni e eventualmente di partecipazione diretta;
15.chiede insistentemente alla Commissione e al Comitato di sviluppo spaziale di terminare con sollecitudine i lavori riguardanti il Piano di assetto dello spazio comunitario e di integrarli in futuro con una relazione annuale sull'assetto territoriale; li invita a tener conto della presente risoluzione, riservandosi di elaborare una relazione su detti documenti;
16.sostiene la continuità delle iniziative della Commissione in materia di assetto territoriale, soprattutto nel quadro dell'articolo 10 del regolamento del FESR, e giudica anche molto interessante l'attività svolta dalla Commissione per la messa a punto di sistemi di informazione, in particolare del Sistema di informazione geografica (GIS) coordinato da Eurostat;
17.sollecita la Commissione e il Consiglio a informarlo quanto prima sulle nuove possibilità di manovra finanziaria previste per una politica europea di assetto territoriale (azioni pilota di cui all'articolo 10 del regolamento FESR, ampliamento e potenziamento dell'iniziativa comunitaria INTERREG), affinché il Parlamento, nello svolgere la sua funzione di ramo di pari rango dell'autorità di bilancio, disponga di tempo sufficiente per maturare una posizione in merito alle misure previste;
18.ritiene essenziale, soprattutto in vista degli avvenimenti che hanno modificato la composizione dell'Unione e la sua situazione geopolitica, proseguire e approfondire la collaborazione con il Consiglio d'Europa in materia di assetto territoriale;
19.sollecita la Commissione e il Comitato di sviluppo spaziale, data la prevista adesione all'Unione europea di Cipro e Malta nonché degli Stati associati dell'Europa centrale e orientale e visto il carattere a lungo termine di ogni politica di assetto territoriale, a porre fin da oggi alla base dell'elaborazione di un piano di assetto territoriale della Comunità i parametri di un'Unione ampliata per far fronte in tempo ai problemi che si prevedono relativamente all'integrazione di detti paesi; ritiene pertanto auspicabile nel settore dell'assetto territoriale una cooperazione tra l'Unione europea e i candidati all'adesione basata su procedure di consultazione e concertazione;
Ambiti applicativi
20.ribadisce la sua convinzione circa la necessità di una strategia a lungo termine mirante a riequilibrare la geografia europea e ritiene necessario mantenere un'ottica integrata nella ricerca di soluzioni a problemi profondamente interdipendenti; non possono infatti esservi soluzioni per i problemi delle concentrazioni urbane che ignorino la funzione delle zone rurali, come non può essere affrontato in maniera privilegiata il fenomeno della congestione a scapito di quello dell'isolamento nella prospettiva di adeguati collegamenti di trasporto; per risolvere questi problemi si deve puntare all'interconnessione tra zone di lavoro e zone residenziali, strutture commerciali e centri di servizi, nonché alla creazione di zone di compensazione e di miglioramento ambientale tenendo in considerazione le conseguenze sociali dei processi di distribuzione e ridistribuzione;
21.considera fondamentale il ruolo delle reti transeuropee nel contesto dell'assetto territoriale e ritiene quindi che gli orientamenti per i trasporti e l'energia vadano completati con urgenza e che si debba dare l'avvio alla società dell'informazione mantenendo il criterio di universalità del servizio; concorda con la Commissione sulla necessità di completare le grandi reti con reti secondarie e rammenta il ruolo che deve svolgere in materia il finanziamento col sostegno dei Fondi strutturali e del Fondo di coesione, ciò che implica un adeguato coordinamento;
22.esprime la propria preoccupazione per il rischio che le reti contribuiscano, nell'ottica della redditività immediata, ad accentuare gli squilibri privilegiando le zone centrali afflitte da problemi di congestione, invece di rispondere alla necessità di collegare le zone periferiche, e rammenta in tale contesto le priorità fissate dall'articolo 129 B del trattato CE;
23.considera necessario articolare e potenziare le reti transeuropee dell'informazione affinché consentano quanto prima di creare nuove possibilità di lavoro nelle zone rurali nei settori trainanti dell'informazione, dei servizi e delle tecnologie;
24.sottolinea nuovamente la necessità di privilegiare i trasporti pubblici, in particolare i modi di trasporto più rispettosi dell'ambiente, rispetto al trasporto individuale;
25.ritiene tuttavia che i progetti di reti transeuropee non debbano in alcun caso penalizzare l'ambiente;
26.ritiene che la conservazione, la stabilizzazione e lo sviluppo delle zone rurali, minacciati soprattutto in talune regioni dal rischio concreto di desertificazione e spopolamento, siano fondamentali tanto per l'equilibrio territoriale e industriale dell'Unione quanto ai fini della conservazione del patrimonio naturale e culturale europeo nonché dell'assetto sociale; considera pertanto necessario approfondire lo studio dell'impatto che l'evoluzione della PAC può avere in tali zone;
27.ritiene che le problematiche urbana e rurale non possano essere affrontate separatamente e a tale fine approva la strategia proposta della Commissione intesa a privilegiare lo sviluppo di piccoli e medi agglomerati capaci al contempo di trasmettere dinamismo alle zone rurali circostanti e di favorire il decentramento delle attività economiche, contribuendo in tal modo a ridurre i problemi di congestionamento delle grandi città;
28.è conscio che le grandi concentrazioni urbane presentano gravi problemi in termini di congestionamento, deterioramento ambientale ed emarginazione sociale; esprime la propria preoccupazione per la crescente concorrenza tra i grandi agglomerati per attirare attività economiche, il che non può non concorrere all'aggravarsi dei problemi; si dichiara favorevole a un approccio che privilegi la cooperazione tra città e la loro integrazione nel territorio e appoggia la strategia messa a punto dalla Commissione per favorire un sistema urbanistico policentrico, rispettando in ogni caso la diversità fra i modelli di urbanizzazione dei vari Stati membri;
29.fa rilevare che l'integrazione delle zone periferiche nel tessuto economico dell'Unione costituisce la sfida più ardua per l'assetto del territorio; in tale contesto ribadisce che è necessario garantire in ogni caso l'accesso equo alle infrastrutture onde salvaguardare la parità di opportunità e rammenta che una delle priorità indicate dal trattato in relazione allo sviluppo delle reti europee è quella di far uscire dall'isolamento le zone periferiche;
30.rileva che le regioni ultraperiferiche definite nella Dichiarazione n. 26 allegata all'Atto finale del Trattato sull'Unione europea presentano caratteristiche di lontananza e insularità che giustificano un trattamento particolare più accentuato, che dovrebbe trovar espressione in uno status giuridico specifico all'interno dell'Unione;
31.invita la Commissione a inserire nei suoi prossimi documenti le regioni ultraperiferiche al centro delle proprie riflessioni sugli spazi specifici (sezione B), allo stesso titolo degli spazi urbani, degli spazi rurali e delle regioni frontaliere, senza relegarle in un allegato;
32.giudica del massimo interesse le esperienze di cooperazione transfrontaliera e invita gli Stati membri a potenziare questo tipo di cooperazione; a tal fine occorre rafforzare al massimo l'efficacia del programma INTERREG II garantendo, dal punto di vista politico e giuridico, le strutture permanenti di cooperazione sia alle frontiere interne che a quelle esterne dell'Unione;
33.ritiene opportuno dare impulso all'inserimento di aspetti transfrontalieri quale elemento necessario alla cooperazione fra l'Unione e i paesi della Comunità di Stati indipendenti nonché al loro inserimento in un futuro programma TACIS;
34.chiede alla Commissione di presentare al più presto possibile una proposta volta a estendere il campo di applicazione dell'iniziativa INTERREG II ad azioni in materia di assetto territoriale; l'estensione di tale iniziativa dovrà essere accompagnata dal corrispondente aumento della dotazione di bilancio;
35.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al Consiglio d'Europa.