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Parlamento Europeo - 29 giugno 1995
Mine anti-uomo

A4-0149/95

Risoluzione sulle mine anti-uomo: un ostacolo micidiale allo sviluppo

Il Parlamento europeo,

-vista la propria risoluzione del 17 dicembre 1992 sulle devastazioni cagionate dalle mine terrestri ,

-vista la risoluzione dell'Assemblea paritetica ACP-UE del 2 febbraio 1995 sulle mine ,

-vista la risoluzione dell'Assemblea paritetica ACP-UE del 2 febbraio 1995 sulle mine terrestri in Angola ,

-vista la risoluzione sulla convenzione delle Nazioni Unite del 1980 relativa ad alcuni tipi di armi convenzionali e ai problemi posti dalla proliferazione di mine anti-uomo in Africa, approvata dal Consiglio dei ministri dell'Organizzazione dell'Unità africana il 23 giugno 1995,

-vista la propria risoluzione del 29 giugno 1995 sulle mine terrestri e le armi laser accecanti ,

-visto l'esito dell'audizione sulle mine anti-uomo (21 e 22 marzo 1995) organizzata dalla commissione per lo sviluppo e la cooperazione e dalla commissione per gli affari esteri, la sicurezza e la politica di difesa,

-visto l'articolo 148 del suo regolamento,

-vista la relazione della commissione per lo sviluppo e la cooperazione (A4-0149/95),

A.considerando che nel dicembre 1992 questo Parlamento ha invitato gli Stati membri a ratificare la Convenzione ONU sull'uso di talune armi convenzionali particolarmente micidiali e con effetti indiscriminati; considerando che tale convenzione (incluso il protocollo 2 sulle mine terrestri) sarà oggetto di una conferenza di revisione nell'autunno 1995,

B.considerando che il 12 maggio 1995 il Consiglio ha adottato un'azione comune relativa alle mine anti-uomo, allo scopo di applicare una moratoria comune sull'esportazione di queste mine, preparare la Conferenza di revisione della summenzionata Convenzione del 1980 e intensificare il contributo dell'Unione allo sforzo internazionale di sminamento;

C.considerando che 80-110 milioni di mine sono disseminate in circa 65 paesi del mondo, molti dei quali poveri e in via di sviluppo,

D.considerando che le mine costituiscono un motivo legittimo di preoccupazione per tutti coloro che hanno responsabilità nella formulazione o applicazione di politiche di sviluppo,

E.considerando che le mine anti-uomo costituiscono un serio ostacolo allo sviluppo socioeconomico di molti tra i paesi più poveri del mondo e che tale problema deve essere affrontato con la massima urgenza; rilevando altresì che le difficoltà socioeconomiche sono spesso una delle cause di ripresa dei conflitti e che occorre pertanto prestarvi una particolare attenzione,

F.considerando che il numero di mine che vengono attualmente collocate è superiore al numero delle mine rimosse,

G.considerando che la presenza di un gran numero di mine in vasti territori dei paesi in via di sviluppo colpisce la produzione agricola, l'ambiente, le riserve energetiche, le comunicazioni e l'istruzione, ponendo ostacoli formidabili alle strutture di assistenza sanitaria,

H.considerando che vittima principale delle mine è la popolazione civile e che continuano a verificarsi incidenti per vari anni dopo la fine delle ostilità, dato che molte mine restano attive per decenni,

I.considerando che tale situazione può anche impedire ai rifugiati di far ritorno alle loro case,

J.prendendo atto che 175 nazioni hanno ratificato la Convenzione ONU sui diritti del bambino e che l'uso di mine anti-uomo di fatto contravviene a molte delle disposizioni centrali di detta convenzione,

K.considerando gli sforzi già compiuti da organizzazioni non governative specializzate, da agenzie internazionali e dalle comunità locali allo scopo di rimediare alle sofferenze individuali e collettive causate dalle mine anti-uomo e salutando l'impegno delle ONG e delle associazioni di solidarietà internazionale, che in questi anni hanno informato con tenacia l'opinione pubblica mondiale sui devastanti effetti delle mine e hanno promosso campagne di sensibilizzazione sulle istituzioni politiche nazionali e internazionali,

L.considerando che la comunità internazionale ha il dovere di intraprendere tutte le iniziative possibili per alleviare le difficoltà derivanti dall'esistenza di mine anti-uomo,

M.considerando che sotto il profilo economico è una follia che società europee continuino a produrre e a vendere mine anti-uomo che costano appena 5 dollari ma la cui eliminazione costa ben 1.000 dollari, e che sia il contribuente a dover pagare per lo sminamento,

1.chiede agli Stati membri di elaborare e approvare al più presto legislazioni nazionali che comportino il divieto totale di produzione, stoccaggio, trasferimento, vendita, importazione, esportazione ed uso delle mine anti-uomo e/o di loro componenti nonché delle armi accecanti e chiede che le scorte esistenti, di qualsivoglia tipo e qualsiasi siano le loro caratteristiche tecniche, vengano distrutte, ovunque si trovino;

2.chiede altresì agli Stati membri di far interrompere la ricerca tecnologica per la produzione e/o il perfezionamento delle mine terrestri e di procedere alla riconversione delle industrie produttrici di mine;

3.plaude all'azione comune anti-mine decisa dal Consiglio il 10 maggio 1995 ma deplora che la moratoria proposta riguardi soltanto le mine di impossibile rilevazione e quelle non autoesplosive, non investa la produzione e lo stoccaggio e fornisca un contributo di solo 3.000.000 ECU per l'opera internazionale di sminamento;

4.ricorda che finché esisteranno queste mine la comunità internazionale e l'Unione europea non dovranno cessare di adoperarsi per quanto riguarda la prevenzione, l'informazione, lo sminamento e l'aiuto per il reinserimento delle vittime; chiede pertanto al Consiglio e alla Commissione di adoperarsi maggiormente per impedire la disseminazione delle mine anti-uomo e di concentrare maggiori risorse sui programmi di reinserimento delle vittime nelle zone colpite;

5.invita fermamente il Consiglio ad avviare un'azione comune, conformemente all'articolo J3 del Trattato sull'Unione europea, che preveda l'impegno a vietare produzione e commercializzazione di mine anti-uomo su tutto il territorio comunitario;

6.accoglie favorevolmente la decisione dell'Unione di potenziare il suo contributo a favore dell'opera internazionale di sminamento partecipando con 3.000.000 ECU al Fondo volontario per l'assistenza all'opera di sminamento delle Nazioni Unite e definendo un quadro stabile per l'aiuto finanziario e tecnico destinato dall'Unione alle azioni di sminamento o di formazione tecnica in questo settore;

7.invita l'Unione europea e i suoi Stati membri ad ampliare i programmi di sminamento e ad avvalersi della propria influenza all'interno dell'ONU al fine di estendere i programmi, nonché a considerare la possibilità di un ruolo dell'Unione europea occidentale nello sminamento;

8.chiede che risorse sufficienti siano canalizzate nella ricerca per la messa a punto di tecniche di individuazione delle mine e di sminamento più sicure e più efficaci sul piano dei costi, in particolare attraverso il Centro comune di ricerca, e che tali fondi di ricerca non vadano a produttori di armi;

9.sollecita la Commissione a prevedere, di concerto con i suoi partner nel quadro di progetti di riabilitazione e di sminamento, varie modalità per migliorare la gestione e il coordinamento delle loro attività, in particolare attraverso l'impiego e l'addestramento, ove possibile, di esperti locali e la consultazione di gruppi e organizzazioni delle comunità locali;

10.chiede che sia creata una linea di bilancio distinta per le operazioni di sminamento;

11.propone che risorse supplementari siano destinate alle ONG e alle comunità locali che si battono per realizzare campagne d'informazione, programmi di educazione, progetti di assistenza e manutenzione e progetti ambientali e di sviluppo rurale nelle zone infestate dalle mine;

12.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'Unione europea, al Segretario generale delle Nazioni Unite, al Comitato internazionale della Croce Rossa, al Comitato direttivo della campagna internazionale per il divieto delle mine terrrestri, all'Assemblea paritetica ACP-UE e al governo federale degli Stati Uniti d'America.

 
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