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Parlamento Europeo - 13 luglio 1995
Occupazione

A4-0166/95

Risoluzione su una strategia coerente in materia di occupazione per l'Unione europea

Il Parlamento europeo,

-visto il trattato che istituisce la Comunità europea, in particolare gli articoli 2, 3 A, 103, paragrafo 2, e 118,

-visto l'articolo 135 del proprio regolamento,

-vista la sua decisione del 20 luglio 1994 sulla costituzione, la composizione numerica, il compito e le attribuzioni di una commissione temporanea per l'occupazione , in particolare il paragrafo 2, terzo comma,

-viste le decisioni del Consiglio europeo alle riunioni di Edimburgo, Copenaghen, Bruxelles, Corfù, Essen e Cannes,

-visto il Libro Bianco "Crescita, competitività, occupazione" (COM(93)O700),

-vista la relazione della Commissione "L'occupazione in Europa - 1994" (COM(94)0381 def.),

-vista la Comunicazione della Commissione al Consiglio sul seguito dato al Consiglio europeo di Essen sull'occupazione (COM(95)0074 def.),

-viste le sue risoluzioni del 9 marzo 1994 sul Libro Bianco della Commissione "Crescita, competitività, occupazione" , del 10 marzo 1994 sull'occupazione in Europa , del 1· dicembre 1994 su un piano d'azione relativo alla politica occupazionale da adottare alla riunione del Consiglio europeo di Essen e del 7 aprile 1995 sulla relazione economica annuale della Commissione per il 1995 e sulla relazione del Consiglio concernente l'attuazione degli indirizzi di massima di politica economica ,

-visto il rapporto 1995 dell'Organizzazione internazionale del lavoro sull'occupazione nel mondo, per il quale gli alti livelli di disoccupazione suscitano una miriade di problemi, ivi compresi una crescente ineguaglianza ed esclusione sociale, insicurezza economica e sofferenza umana e secondo cui un rinnovato impegno di tutti i paesi nei confronti dell'obiettivo della piena occupazione comporterebbe ampi vantaggi,

-visto il parere comune elaborato dal Gruppo macroeconomico del dialogo sociale e intitolato "Gli orientamenti delle parti sociali per trasformare la ripresa in un processo di crescita duratura e creatrice di posti di lavoro", del 16 maggio 1995, firmato dalla Confederazione europea dei sindacati (CES), dall'Unione delle industrie della Comunità europea (UNICE) e dal Centro delle imprese a partecipazione pubblica (CIPP),

-visti la relazione della propria commissione temporanea per l'occupazione e i pareri della commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale, della commissione per gli affari sociale e l'occupazione e della commissione per la politica regionale (A4-0166/95),

A.considerando che nel Libro bianco "Crescita, competitività, occupazione" si presentano proposte volte a creare 15 milioni di nuovi posti di lavoro nell'Unione europea entro la fine del secolo,

B.considerando che l'Unione europea deve restare fedele a tale obiettivo se non vuole perdere la fiducia dei suoi cittadini; considerando che un'eventuale fallimento pregiudicherebbe il sostegno popolare allo stesso obiettivo dell'integrazione europea,

C.considerando che la lotta contro l'esclusione sociale che tiene conto dei disoccupati e dei disoccupati a lungo termine deve essere affrontata in via prioritaria attraverso strumenti nazionali e azioni comunitarie, ivi compresi i Fondi strutturali, le nuove Iniziative comunitarie e il Quarto programma contro la povertà,

D.considerando che a lungo termine l'Unione economica e monetaria creerà un ambiente economico più stabile e agevolerà le azioni volte a cercare posti di lavoro, ma che i progressi a tal fine richiederanno un'azione complementare per agevolare la creazione di posti di lavoro e garantire la coesione sociale,

E.considerando che il ripristino di un elevato livello di occupazione rappresenta uno dei modi per ridurre il debito e i deficit annui grazie al contenimento dei sussidi di disoccupazione e al gettito fiscale diretto o indiretto prodotto dai nuovi occupati,

F.considerando che il conseguimento dell'obiettivo dei 15 milioni netti di posti di lavoro previsto nel Libro bianco "Crescita, competitività e occupazione" presuppone che l'Unione europea adotti una strategia coerente dell'occupazione che deve essere, prima di tutto, basata sul riconoscimento della necessità che gli sforzi dell'Unione europea, degli Stati membri, delle autorità regionali e locali e delle parti sociali mirino a una combinazione di misure efficaci da attuare ai vari livelli; che un mezzo importante per raggiungere detto obiettivo sarà indubbiamente un coordinamento delle politiche finanziarie,

G.considerando che le strategie occupazionali devono non solo esser volte alla realizzazione di riforme strutturali intese a potenziare la creazione di posti di lavoro come conseguenza diretta della crescita economica ma garantire altresì che tale crescita sia sostenibile, compatibile con le esigenze ambientali e in grado di incrementare la competitività dell'economia europea,

H.considerando l'aumento del numero di decisioni di ristrutturazione, trasferimento e chiusura di imprese transnazionali, a seguito delle quali non solo l'occupazione in generale diminuisce ma si instaura anche un clima di crescente insicurezza sia tra i lavoratori che nell'insieme della popolazione,

I.sottolinea l'importanza dell'istruzione e della formazione in quanto parti integranti della politica dell'occupazione e accoglie con favore le recenti decisioni del Consiglio a tale riguardo,

J.considerando che, pur rispettando i diversi livelli di competenza esistenti in materia, le strategie occupazionali devono essere accompagnate da una procedura di monitoraggio, coordinamento e cooperazione che consenta di valutare i risultati ottenuti in funzione di criteri prestabiliti, ferma restando l'esigenza che tale procedura sia condotta nel modo più trasparente possibile,

K.considerando che, sebbene le decisioni adottate dal Consiglio europeo di Essen siano incentrate su determinati aspetti della riforma strutturale, esse sono comunque troppo timide e lungi dall'attuare la strategia occupazionale già concordata per l'Unione europea, strategia che non deve limitarsi alle reti transeuropee ma dovrebbe anche destinare aiuti europei agli investimenti nelle piccole e medie imprese nel quadro di un'equilibrata politica regionale,

L.considerando inoltre che tali decisioni antecedenti devono essere completate, così come le decisioni di Essen, segnatamente per quanto concerne il ruolo dell'Unione europea e delle sue istituzioni nell'ambito della politica degli investimenti e dell'occupazione, gli aspetti di crescita legati alla creazione di posti di lavoro e l'adozione di una procedura di monitoraggio mediante la quale valutare le azioni intraprese dagli Stati membri,

I.POLITICHE

1.ritiene che l'obiettivo del Libro bianco sulla crescita, la competitività e l'occupazione di creare 15 milioni di nuovi posti di lavoro di lunga durata per dimezzare il tasso di disoccupazione debba rappresentare una delle principali priorità per l'Unione, gli Stati membri, le autorità locali e regionali e le parti sociali e che la disoccupazione massiccia e persistente costituisca un pericolo per la coesione socioeconomica, il consenso e il progresso verso una maggiore integrazione europea nonché per il futuro del sistema democratico;

2.invita il Consiglio europeo e la Commissione a inserire il diritto al lavoro nel trattato riveduto in occasione della Conferenza intergovernativa del 1996;

3.ritiene che una strategia coerente dell'occupazione comporti che tutte le azioni aventi un impatto occupazionale, segnatamente quelle economiche, finanziarie, strutturali, ambientali, industriali, commerciali e sociali vengano integrate in una politica globale rivolta alla creazione di posti di lavoro; esorta l'Unione europea e gli Stati membri ad attuare tale approccio integrato e a far sì che le rispettive strategie siano complementari; cionondimeno, pur ponendo l'enfasi su tale approccio integrato, definisce in appresso, i settori di intervento che considera prioritari;

4.rileva che la Comunità fornisce un consistente aiuto finanziario allo sviluppo socioeconomico tramite i Fondi strutturali, il Fondo di coesione e le Iniziative comunitarie e sottolinea la necessità che gli Stati membri e la Comunità incorporino tali fondi in modo efficace e coordinato nelle loro strategie occupazionali, attribuendo particolare attenzione a categorie che incontrano particolari difficoltà nella ricerca o nello sviluppo di opportunità occupazionali nonché alle PMI e ai soggetti economici locali;

5.chiede alla Commissione e al Consiglio di fare tutto il possibile per realizzare la politica di grandi lavori, che costituirà una nuova tappa della costruzione europea e della lotta contro la disoccupazione; deplora i consecutivi fallimenti in materia a Essen così come a Cannes;

6.reputa che nell'ambito di detta coerente strategia occupazionale occorra sottolineare l'uguaglianza tra i sessi; che le difficoltà delle donne di trovare lavoro costituiscono attualmente un enorme problema, al quale si dovrà portare particolare attenzione; la parità tra tempo di lavoro retribuito e non retribuito deve essere considerata come parte integrante di tale strategia;

7.chiede alla Commissione di fare tutto il possibile per introdurre in seno all'Organizzazione mondiale del commercio norme sociali conformi al memorandum della Presidenza francese; chiede inoltre alla Commissione di applicare il regime sospensivo del sistema comunitario delle preferenze generalizzate per la pratica di qualsiasi forma di lavoro forzato e l'esportazione di prodotti fabbricati nelle carceri;

8.chiede alla Commissione e agli Stati membri di sollecitare le imprese di dimensioni europee a rinunciare a decisioni che presentino ripercussioni negative per l'occupazione in merito alle quali i lavoratori non siano stati preventivamente informati e consultati e che non siano accompagnate da un piano credibile di riconversione professionale, conformemente allo spirito della direttiva 94/45/CE ;

a)Politica macroeconomica

9.riconosce che l'applicazione dei criteri di convergenza previsti nel trattato sull'Unione europea richiede rigorose politiche nazionali monetarie e di bilancio; auspica che ciò favorisca un clima economico più stabile e contribuisca a promuovere il rilancio degli investimenti e l'occupazione; ritiene tuttavia che i progressi verso l'Unione economica e monetaria debbano essere compensati da un'attiva strategia in materia di occupazione e che a tal fine saranno necessari ulteriori strumenti finanziari a livello dell'Unione atti a far fronte agli obiettivi relativi agli investimenti e alla creazione di posti di lavoro; si congratula pertanto con il Consiglio europeo per la lungimiranza dimostrata nell'approvare la creazione del Fondo europeo per gli investimenti (FEI) e delle obbligazioni dell'Unione e invita a utilizzare tali strumenti nel modo più efficace possibile e, ove necessario, ad ampliarli al fine di mantenere gli investimenti pubblici e privati, promuovere lo sviluppo delle PMI, creare posti di lav

oro e porre rimedio agli eventuali effetti deflazionistici dei piani di convergenza;

10.chiede alla Commissione di effettuare una valutazione continua per chiarire la correlazione tra politica occupazionale e altre politiche economiche, in particolare quelle monetarie e in materia di tassi d'interesse, e di determinare in quale modo tali politiche possano contribuire a mantenere un elevato livello di attività e, di conseguenza, un basso livello di disoccupazione;

11.ritiene che le politiche elaborate per mantenere e incrementare sia la crescita che gli investimenti nei settori del capitale umano e fisico debbano fra l'altro prevedere il raddoppio della spesa per R&S, allineando così l'Unione alle aree economiche in competizione diretta con essa; che tali politiche debbano tendere a un obiettivo di spesa per R&S pari al 3% del PIL dell'Unione, da conseguire non oltre l'anno 2000;

12.prende atto delle risultanze della Relazione economica annuale della Commissione per il 1995 e delle sue conclusioni secondo cui, nell'ambito dell'economia europea, è possibile sostenere la crescita fino all'anno 2000; chiede tuttavia alla Commissione di pubblicare stime proprie relative sia ai potenziali effetti deflazionistici del soddisfacimento di tali criteri di convergenza finanziaria che alla possibilità di compensare detti effetti mediante un'espansione delle operazioni di assunzione e di erogazione di prestiti effettuate mediante obbligazioni dell'Unione e il FEI;

b) Riduzione dell'orario di lavoro e nuovi metodi di organizzazione del lavoro

13.ritiene che l'obiettivo di 15 milioni di nuovi posti di lavoro non possa essere raggiunto solo grazie agli investimenti e alla crescita economica ma che richieda, accanto ad altri interventi, l'attuazione in tempi brevi di una migliore ripartizione del lavoro disponibile;

14.ritiene che sistemi di congedo per motivi familiari, personali o di formazione, la promozione del lavoro a tempo parziale e la riduzione del tempo di lavoro, siano esse introdotte su base giornaliera, settimanale, annuale o nell'arco dell'intera vita, pur non costituendo l'unica soluzione, rappresentino tuttavia una possibilità per far coincidere in modo migliore l'offerta e la domanda sul mercato del lavoro e rispondere alle esigenze di una migliore qualità della vita e di maggiore libertà di organizzare il proprio tempo;

15.ritiene che l'esempio delle imprese che conducono trattative interne per una riduzione del tempo di lavoro, confermi l'efficacia di tale orientamento in termini di assunzioni e di creazione di posti di lavoro, ma osserva che tale prassi non si diffonde ancora abbastanza rapidamente per contribuire alla soluzione globale del problema; ritiene che tale blocco sia dovuto anche alla combinazione di due fattori - a prescindere dagli ostacoli qualitativi - e precisamente da un lato l'impossibilità per i datori di lavoro di accettare un aumento dei costi per unità prodotta a scapito della competitività, dall'altro l'impossibilità per i salariati, in particolare quelli dei gruppi a reddito modesto, di accettare di perdere una parte significativa del proprio reddito senza un adeguamento salariale compensativo;

16.ritiene pertanto che il progetto di riduzione dell'orario di lavoro verrebbe agevolato dall'istituzione di un sistema di aiuti diretti o indiretti destinato sia a finanziare le nuove assunzioni sia a compensare le diminuzioni di salario dando priorità al personale con reddito modesto; ritiene altresì che nella maggior parte degli Stati membri tali aiuti possano essere finanziati grazie alle economie realizzate sulle spese di aiuto alla disoccupazione quando un disoccupato che beneficia di indennità viene assunto; ritiene infine che gli Stati membri possano permettere la ridistribuzione di tali aiuti ma non debbano in alcun caso fissare le modalità precise per la riduzione dell'orario di lavoro o per le compensazioni salariali parziali o totali, le quali dovranno essere invece fissate su base contrattuale mediante negoziati tra le parti sociali;

17.chiede alla Commissione di invitare le parti sociali e di riferire sull'impatto della direttiva concernente taluni aspetti dell'orario di lavoro, che dovrà essere attuata in tutti gli Stati membri entro il 23 novembre 1996; chiede inoltre alla Commissione di proseguire le discussioni con le parti sociali e/o gli studi sulle attività o sui campi finora esclusi dalla direttiva;

18.è convinto che l'introduzione di formule di congedo diverse, per motivi familiari, personali o di formazione, risponda all'esigenza di conciliare in modo migliore vita professionale, sociale e familiare; è altresì persuaso che tali sistemi incrementino la flessibilità della gestione del lavoro e che tali formule di interruzione di carriera creino posti di lavoro a beneficio dei disoccupati che provvedono alle sostituzioni; chiede pertanto alle parti sociali di concludere un accordo in materia a livello europeo;

19.ritiene che non sia possibile migliorare la flessibilità interna delle imprese e l'organizzazione del lavoro senza tener conto della situazione specifica dei singoli settori produttivi e delle singole imprese; ritiene altresì che tale processo di cambiamento debba riflettere le esigenze di miglioramento della qualità della vita e che le parti sociali debbano pertanto svolgervi un ruolo cruciale, dando la preferenza al negoziato e al consenso anziché alle soluzioni imposte;

20.chiede alle parti sociali, agli Stati membri e all'Unione di adottare misure per la promozione del lavoro a tempo parziale, della riduzione del tempo di lavoro annuale e nell'arco dell'intera vita, dell'interruzione dell'attività professionale, del congedo retribuito per formazione professionale e di altre forme di riduzione del tempo di lavoro, facendo in modo da non danneggiare la posizione concorrenziale delle imprese e la tutela sociale e garantendo la disponibilità di servizi essenziali per i lavoratori;

21.mette in guardia da eccessive aspettative riguardo alla possibilità che la riduzione dell'orario di lavoro si traduca in abbattimento della disoccupazione in misura esattamente eguale, anche perché l'offerta di lavoro che ne risulta non incontra di fatto una domanda corrispondente; chiede pertanto sforzi supplementari specificatamente diretti a trasformare in modo ottimale le riduzioni dell'orario di lavoro in creazione e copertura di nuovi posti di lavoro;

22.invita la Commissione a presentare in via prioritaria una relazione sulle possibilità di compensazione tra pensionamento anticipato e assunzione dei disoccupati a lungo termine;

23.raccomanda che l'adozione di prassi lavorative nuove e più flessibili e l'adeguamento a nuovi metodi di organizzazione del lavoro siano promossi nel quadro del nuovo obiettivo 4 dei Fondi strutturali e dell'iniziativa ADAPT, al fine di migliorare l'efficienza e sviluppare le risorse umane; ritiene tuttavia che una flessibilizzazione dell'organizzazione del lavoro vada accompagnata da una corrispondente nuova regolamentazione del mercato lavorativo, fissata se necessario a livello europeo, al fine di evitare i rischi di dumping sociale e che l'introduzione di prassi lavorative flessibili debba essere oggetto di accordo fra le parti sociali;

24.ribadisce che la deregolamentazione del mercato del lavoro non è di per sé uno strumento di creazione di nuovi posti di lavoro e non deve in nessun caso determinare un incremento di impieghi "di serie B" caratterizzati da retribuzioni molto basse, condizioni lavorative sfavorevoli, mancanza di sicurezza e prestazioni ridotte;

25.ritiene che la flessibilità del mercato del lavoro definita in termini di adattabilità e apertura all'adozione di nuove formule o metodi di organizzazione del lavoro possa arrecare vantaggi sia ai lavoratori che ai datori di lavoro e costituisca un fattore importante per assicurare che le imprese europee restino competitive e le risorse umane forniscano il massimo dell'efficacia;

26.ribadisce la propria richiesta di interventi a livello dell'Unione per agevolare la mobilità professionale transfrontaliera, soprattutto nelle zone di confine, sopprimendo i numerosi ostacoli ancora esistenti, soprattutto nel campo della fiscalità, della sicurezza sociale e dell'accesso ai servizi sociali e all'assistenza sanitaria; raccomanda altresì che vengano condotte analisi a livello europeo per stabilire l'incidenza degli interventi previsti a livello nazionale sulla migrazione dei lavoratori fra uno Stato e l'altro dell'Unione;

c)Nuovi bacini di occupazione e incremento del contenuto occupazionale dei posti di lavoro

27.condivide la raccomandazione rivolta dal Consiglio europeo di Essen agli Stati membri di promuovere iniziative volte a creare posti di lavoro che tengano conto delle nuove esigenze; ritiene che esista un grande potenziale di nuova occupazione nei servizi professionali dei settori personale, familiare, sociale, culturale, del turismo, del tempo libero e, in particolare, dell'ambiente, ma che per realizzare tale potenziale gli Stati membri debbano, con l'incoraggiamento dell'Unione europea, elaborare politiche innovatrici; sottolinea in particolare l'esigenza che gli Stati membri pongano in atto politiche, soprattutto fiscali, dirette da una parte a incentivare lo spostamento della domanda privata verso i beni sociali, culturali e ambientali, dall'altra a incentivare l'offerta, promuovendo operazioni di partnership tra il settore pubblico e il settore privato e incoraggiando le iniziative delle cooperative e delle associazioni del volontariato; ciò consentirebbe di perseguire contemporaneamente l'obiettivo

di migliorare l'efficacia e la qualità dei servizi sociali, culturali e ambientali e di promuovere l'occupazione;

28.invita a tal proposito la Commissione, sulla scorta delle ricerche e delle indagini già intraprese, a presentare un rapporto organico sulle esperienze svolte in questo campo nei diversi Stati, formulando altresì proposte e suggerimenti sui modi e sui mezzi che possono essere utilmente applicati, a livello dell'Unione e degli Stati membri, per lo sviluppo di questi nuovi spazi di iniziativa economica e sociale;

29.sottolinea che la produttività o la redditività economica in settori quali l'istruzione, la sanità o i servizi sociali non si possono misurare con gli stessi criteri applicati alla produttività o alla redditività di altri settori produttivi, pur potendo tali settori essere gestiti con efficacia in modo da sviluppare il loro potenziale di creazione di posti di lavoro e nel contempo migliorare la qualità del servizio;

30.sottolinea che, nonostante il basso livello dei finanziamenti forniti per i tre programmi di lotta contro la povertà, alcuni risultati sono stati conseguiti nella creazione di posti di lavoro e quindi ribadisce il suo invito al Consiglio ad approvare definitivamente il quarto programma di lotta alla povertà, al fine di rafforzare la solidarietà verso le categorie più svantaggiate della società;

31.ritiene che lo sviluppo di un terzo settore orientato secondo le necessità regionali e sociali, che si situi tra l'economia privata di carattere commerciale e i servizi pubblici e sia organizzato soprattutto sulla base di organismi e cooperative di pubblica utilità, rappresenti un compito di portata fondamentale per il futuro;

32.sostiene che esiste anche un potenziale di occupazione e di mantenimento dell'occupazione sfruttabile mediante l'applicazione delle nuove tecnologie dell'informazione, nella misura in cui tali tecnologie vengano impiegate con discernimento in tutte le applicazioni - private, pubbliche e non lucrative - in modo da aumentare le opportunità e le scelte offerte a tutti i cittadini e non solo a una minoranza privilegiata;

33.sollecita la Commissione a organizzare con i competenti Consigli dei Ministri - quale contributo allo sviluppo della politica degli Stati membri - incontri in cui possano aver luogo scambi di idee, di iniziative e di buone prassi relativamente ai nuovi settori di occupazione e propone al Consiglio di prevedere adeguati finanziamenti destinati a progetti degli Stati membri in questo settore;

d)Piccole e medie imprese

34.è convinto che le PMI, in particolare quelle di piccole e piccolissime dimensioni presentino il potenziale di creazione di occupazione più elevato tra tutti i tipi di impresa; rileva che le raccomandazioni del Consiglio europeo di Essen hanno importanza generale per le PMI; raccomanda agli Stati membri di prestare particolare attenzione ai bisogni e agli interessi delle PMI quando daranno attuazione ai loro programmi pluriennali nei settori interessati dalle decisioni di Essen;

35.sollecita la promozione dello sviluppo economico delle PMI in generale, in particolare delle PMI innovative, che esportano, investono, assumono e formano il personale e le cui attività rispettano le esigenze ambientali; sottolinea che ciò può avvenire creando un valido quadro fiscale, sociale, amministrativo e legale che favorisca decisioni positive di assunzione di personale; sottolinea al riguardo l'importanza particolare del completamento del mercato interno, fra l'altro nel campo degli standard tecnici, della normalizzazione e certificazione, così come della creazione di migliori opportunità di finanziamento, della cooperazione transfrontaliera tra imprese, dell'accesso agli appalti pubblici e alle politiche comunitarie in settori quali la ricerca e lo sviluppo, i Fondi strutturali e le iniziative comunitarie, sia per la creazione che per l'ulteriore sviluppo delle PMI, nonché di un quadro giuridico stabile, trasparente e vincolante e di una semplificazione delle procedure burocratiche; invita la Comm

issione a elaborare un programma speciale destinato alla formazione nella gestione delle PMI e sottolinea inoltre la necessità che gli Stati membri pongano maggiore enfasi sulle capacità imprenditoriali;

36.rileva che gli elevati costi del lavoro soprattutto nel settore dei servizi pesano in modo particolare su determinate PMI; ritiene che un'aliquota IVA ridotta sui servizi ad alto impiego di manodopera possa contribuire in qualche misura ad alleviare questo onere;

37.insiste su una politica più attiva da parte dell'Unione e dei suoi intermediari finanziari, quali la BEI e il FEI, per potenziare le istituzioni creditizie regionali in associazione con gli organismi di sviluppo regionale, al fine di promuovere e rafforzare l'imprenditoria locale; tale impostazione può essere utilizzata anche per la promozione dei mercati per i capitali di rischio (borse valori) locali e la loro messa in rete anche su base nazionale e europea;

e)Costi indiretti del lavoro

38.si dichiara favorevole a sovvenzioni temporanee ai costi salariali per la reintegrazione di disoccupati di lunga durata nel mercato del lavoro e favorevole anche a un miglioramento dell'efficienza degli uffici pubblici di collocamento per renderli più attraenti per i datori di lavoro e consentire che la domanda di manodopera raggiunga quanti cercano lavoro;

39.riconosce che anche le agenzie private di collocamento possono svolgere un ruolo nel reclutamento di lavoratori per i posti disponibili;

40.invita gli Stati membri e le parti sociali a impiegare gli incrementi di produttività soprattutto per la creazione di nuovi posti di lavoro;

41.ritiene che il finanziamento dei sistemi di sicurezza sociale debba gravare sul costo del lavoro in misura minore dell'attuale;

42.ritiene utile un'azione di coordinamento dell'Unione nei confronti degli Stati membri, affinché si proceda a una graduale omogeneizzazione della struttura del salario ai fini fiscali nonché degli oneri contributivi, i quali vanno ridotti in maniera selettiva, in modo da rappresentare un reale incentivo all'assunzione, individuando tasse compensative, quali, per esempio, quella ambientale;

43.ritiene che oltre a realizzare risparmi con interventi sul lato delle spese occorra, per il finanziamento dei regimi di sicurezza sociale, reperire fonti di finanziamento alternative; comprese misure compensative per evitare effetti inopportuni sulla distribuzione del reddito, in particolare per quanto riguarda le famiglie e le persone più bisognose, il che tuttavia non deve comportare una privatizzazione dei rischi sociali; è dell'avviso che il finanziamento dei regimi di sicurezza sociale debba rimanere un compito della collettività;

44.rileva che esiste un consenso sulla necessità di contenere i costi del lavoro di natura non salariale e che alcuni Stati membri hanno già adottato misure in tal senso compensando le perdite per l'erario con il trasferimento di oneri e contributi verso altre fonti; ritiene che gli effetti di tali azioni debbano essere attentamente studiati e che ai risultati di tali analisi debba essere data ampia pubblicità e distribuzione;

45.ritiene che, stante lo sviluppo del mercato interno, sia opportuno trovare un accordo su fonti alternative di finanziamento in sede UE e indica al momento come possibili le seguenti opzioni: tassa sul CO2, tassazione dei movimenti speculativi di capitale, ritenuta alla fonte sui redditi da investimento, applicazione di determinate aliquote IVA;

f)Addestramento e sviluppo delle risorse umane

46.fa notare che la formazione professionale risulta allettante solo nei casi in cui l'apprendimento professionale fornisce le basi per l'istruzione lungo tutto l'arco della vita e accresce le possibilità di sviluppare le prospettive di lavoro di un individuo e che essa risulta ricca di prospettive future soltanto qualora nel suo ambito si rinunci a forme troppo precoci di specializzazione e si evitino percorsi professionali a senso unico che possono rivelarsi privi di sbocchi;

47.chiede pertanto di

-assicurare e potenziare la qualità della formazione professionale attraverso una continua modernizzazione dei suoi contenuti e requisiti e di risvegliare la forza creativa e l'impegno personale nonché aumentare la creatività;

-rendere attrattiva l'offerta di formazione professionale favorendo sistemi di avvicendamento;

-contribuire a una migliore integrazione fra vita professionale e familiare per le donne e gli uomini, grazie a idonee qualifiche,

-migliorare in generale le opportunità delle donne di partecipare attivamente alla vita sociale ed economica,

-sviluppare nuovi iter di formazione professionale che siano interrelati dal punto di vista dei tempi e dei contenuti e trasparenti, grazie al collegamento tra formazione professionale, qualifiche supplementari di accompagnamento alla formazione e perfezionamento;

-creare migliori possibilità di carriera per i lavoratori introducendo sistemi di formazione e addestramento permanenti;

-aumentare la trasparenza dell'offerta di formazione permanente;

-migliorare il sostegno finanziario della formazione permanente e le informazioni sulle opportunità di istruzione, carriera e formazione continua;

-ampliare le prospettive di formazione per tutti i giovani;

-garantire possibilità di formazione ai giovani che, nonostante gli aiuti prestati, non intraprendono una formazione professionale e agli adulti non in possesso di un titolo di studio;

-offrire corsi speciali di formazione o di aggiornamento a lavoratori anziani, con problemi di salute e/o meno qualificati;

-nel quadro della riforma delle attività professionali legate a un iter formativo, garantire l'accesso a un'ampia gamma di professioni sulla base del principio della riqualificazione permanente;

g)Democrazia economica

48.sottolinea che il miglioramento della produttività è strettamente legato all'informazione, alla consultazione e alla partecipazione dei lavoratori al processo decisionale nelle loro imprese, soprattutto laddove sia in atto una transizione a metodi di lavoro più flessibili; ritiene che il coinvolgimento dei lavoratori nell'impresa e a livello locale, regionale, nazionale e di Unione debba formare parte integrante dei nuovi modelli di sviluppo economico e sociale che devono essere elaborati per assicurare uno sviluppo sostenibile e aumentare la competitività delle imprese dell'Unione; sottolinea a questo proposito l'importanza, dal punto di vista del metodo e dei contenuti, del documento del 16 maggio 1995 sugli orientamenti delle parti sociali per trasformare la ripresa in un processo di crescita durevole e creatrice di impiego;

49.rileva l'importanza del dialogo sociale a tutti i livelli e sottolinea che la credibilità della politica europea per le PMI verrà seriamente compromessa se la Commissione non si adopererà urgentemente per la partecipazione a pieno titolo di una rappresentanza specifica delle piccole e medie imprese al dialogo sociale europeo in tutte le sue componenti;

h)settore pubblico

50.è del parere che la ridefinizione e il consolidamento di un settore pubblico proiettato verso il futuro rappresenti, soprattutto in considerazione delle sfide poste dalle ristrutturazioni ecologiche e dalle nuove tecnologie, uno dei compiti politici fondamentali per la società relativamente alla politica occupazionale, alla parità fra uomo e donna e alla sicurezza sociale;

II.PROCEDURE

51.ritiene che sia necessario evitare l'adozione di impostazioni separate per la politica del lavoro e per quella economica, incentivare la cooperazione tra gli Stati membri e le istituzioni dell'Unione e fare dell'occupazione la preoccupazione centrale delle politiche comunitarie;

52.prende atto della comunicazione della Commissione al Consiglio concernente il seguito dato al Consiglio europeo di Essen nel settore dell'occupazione, che costituisce la base per definire una procedura di sorveglianza mediante la quale controllare la politica dell'occupazione e rappresenta altresì una risposta significativa alle idee enunciate ai paragrafi 30 e 39 della succitata risoluzione del 1· dicembre 1994; ritiene tuttavia che ciò costituisca soltanto un primo passo nell'elaborazione di una procedura che valuti gli adempimenti degli Stati membri e dell'Unione verso l'occupazione e la coesione sociale;

53.raccomanda, anche in considerazione della complessità della sfida rappresentata sia dal soddisfacimento dei criteri di convergenza finanziaria per realizzare la moneta unica che dal conseguimento degli obiettivi in materia di occupazione definiti nel Libro bianco "Crescita, competitività, occupazione" (ovvero, riprendendo il testo del trattato sull'Unione, l'obiettivo "di un elevato livello di occupazione e di protezione sociale, il miglioramento del tenore della qualità della vita, la coesione economica e sociale e la solidarietà tra gli Stati membri"), che la relazione economica annuale e la relazione sull'occupazione vengano trasmesse per conoscenza e per ogni utile fine anche ai parlamenti e alle assemblee regionali degli Stati membri;

54.relativamente alle procedure di sorveglianza, presentate dalla Commissione nella sua comunicazione, per il primo semestre dell'anno propone quanto segue:

-la Commissione pubblica la sua relazione economica annuale quanto prima nel corso dell'anno; quest'ultima contiene un'analisi valutativa dell'attuazione degli indirizzi economici di massima adottati l'anno precedente;

-il parere iniziale del Parlamento europeo viene comunicato ai parlamenti degli Stati membri perché ne tengano conto nei rispettivi dibattiti sulla relazione economica annuale;

-i ministri degli affari sociali sono associati alla formulazione degli indirizzi economici, visto che questi ultimi comprenderanno un capitolo più ampio e articolato sull'occupazione;

-la Commissione riferisce e discute le sue priorità in materia di indirizzi economici in occasione di una riunione congiunta della commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale e della commissione per gli affari sociali e l'occupazione;

-la Commissione non adotta la sua raccomandazione sugli indirizzi economici prima che il Parlamento abbia approvato la sua relazione sull'argomento,

-il Consiglio trasmette al più presto al Parlamento il testo finale degli indirizzi in questione;

-viene assicurata la partecipazione delle parti sociali;

55.quanto alla procedura di sorveglianza nel secondo semestre dell'anno

-sollecita la Commissione a pubblicare la sua relazione sull'occupazione nel mese di luglio e la sua relazione di sintesi in settembre;

-si attende che la Commissione riferisca e discuta le sue priorità, in vista dell'elaborazione della relazione di sintesi, in occasione di una riunione congiunta della commissione per gli affari sociali e l'occupazione e della commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale;

-si attende che la relazione di sintesi comprenda una valutazione delle politiche occupazionali degli Stati membri, sia sotto il profilo generale che sotto quello dell'attuazione dei programmi pluriennali degli Stati membri;

-ritiene che le attività dei Consigli affari sociali e Ecofin sarebbero più coerenti se essi tenessero sessioni congiunte durante tale periodo;

-ritiene che la relazione della Commissione al Consiglio europeo e le conclusioni del Consiglio stesso dovrebbero assumere la forma di "indirizzi in materia di occupazione" (in analogia con gli indirizzi in materia di economia) che indichino agli Stati membri i miglioramenti da apportare alle rispettive politiche occupazionali in generale e ai loro programmi pluriennali in particolare;

-ritiene che debba essere assicurata la partecipazione delle parti sociali;

56.sottolinea che il Comitato permanente per l'occupazione (CPO) dovrebbe svolgere un ruolo preminente nella nuova procedura di sorveglianza e auspica che tale riconoscimento costituisca il punto centrale della nuova proposta sul potenziamento dello status del CPO previsto dalla Commissione nel suo programma di azione sociale a medio termine; esprime il suo auspicio a essere rappresentato in seno al CPO quale parte della proposta volta al rafforzamento del suo ruolo;

57.ritiene che la procedura di sorveglianza debba prevedere criteri di quantificazione per valutare i risultati conseguiti e, se del caso, gli obiettivi fissati e che sarebbe opportuno che tali criteri venissero collegati sia alla politica occupazionale in genere che ai cinque settori definiti dal Consiglio europeo di Essen;

58.propone che, nel quadro dei cinque settori di Essen, le misure adottate dagli Stati membri per dare seguito alle raccomandazioni e agli impegni del Consiglio europeo vengano controllate e verificate efficacemente; ritiene che gli Stati membri debbano valutare le misure adottate dimostrando altresì come i vari interventi contribuiscano al conseguimento degli obiettivi programmatici;

59.ritiene di dover partecipare appieno alle nuove procedure di sorveglianza per poter assicurare il perseguimento dei suoi obiettivi programmatici; incarica pertanto le sue due commissioni permanenti aventi specifica competenza in materia di politica dell'occupazione, ossia la commissione per gli affari sociali e l'occupazione e la commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale, unitamente alle altre commissioni interessate, di

-elaborare ogni anno per la tornata di maggio una relazione congiunta sulla relazione economica annuale della Commissione e gli indirizzi economici ivi raccomandati;

-elaborare ogni anno per la tornata di novembre una relazione comune sulla relazione di sintesi;

-definire in collaborazione con tutte le altre commissioni competenti le modalità di organizzazione delle attività di cui sopra;

60.dichiara che l'eliminazione definitiva della disoccupazione e il conseguimento della piena occupazione richiedono un grado di ristrutturazione sociale che va ben al di là delle raccomandazioni in questa sede formulate, in quanto tali obiettivi presuppongono mutamenti radicali in tutto il sistema di valori che ispira oggi la vita economica dell'Europa; invita pertanto tutti coloro che hanno fede nei valori umani a unire le loro forze al fine di realizzare i necessari cambiamenti;

61.incarica il proprio Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Comitato economico e sociale, al Comitato delle Regioni e ai governi e ai parlamenti degli Stati membri.

 
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