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Parlamento Europeo - 13 luglio 1995
Trasferimenti di imprese

B4-0966, 0977, 0999, 1005 e 1038/95

Risoluzione sui trasferimenti di imprese e le perdite di posti di lavoro nell'Unione europea, con particolare riferimento al caso della "Lee Europe" di Ypres

Il Parlamento europeo,

-visti la Carta dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori del 1989 e il relativo programma d'azione,

-vista la comunicazione della Commissione sul secondo programma d'azione sociale per il medio e lungo termine (1995-1997) (COM(95) 0134 def.),

-visti il combinato disposto degli articoli 2 e 118 del trattato CE e il protocollo e l'accordo sulla politica sociale allegati al trattato sull'Unione finalizzati all'attuazione della Carta sociale e alla promozione del dialogo sociale,

-viste le numerose risoluzioni in campo sociale che sollevano problemi relativi agli arbitrari trasferimenti di imprese sia all'interno che all'esterno dell'Unione, corredate da un'analisi dei motivi della delocalizzazione oltreché da una valutazione delle incidenze socio-economiche per le regioni interessate,

-vista la direttiva 75/129/CEE, successivamente modificata dalla direttiva 92/56/CEE sull'adattamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai licenziamenti collettivi ,

-vista la direttiva 94/45/CE relativa all'istituzione di comitati d'impresa europei o di una procedura per l'informazione e la consultazione dei lavoratori nelle imprese e nei gruppi d'imprese di dimensioni europee,

-vista la dichiarazione sugli investimenti internazionali e sulle imprese multinazionali dei governi degli Stati membri dell'OCSE, nonché il codice di comportamento dell'OIL,

A.considerando che i diritti dei lavoratori sono vieppiù minacciati in seno all'Unione europea, specie quando si tratta del diritto fondamentale al lavoro o della tutela dei diritti sindacali,

B.vivamente preoccupato per l'annuncio di piani sociali accompagnati da licenziamenti da parte di numerose imprese dell'Unione europea e dal moltiplicarsi dei trasferimenti di imprese che comportano perdite di posti di lavoro,

C.considerando che fa parte dei diritti fondamentali dei lavoratori essere informati e consultati sulla politica aziendale della loro impresa,

D.considerate le sempre più numerose decisioni di trasferimento e chiusura di filiali di imprese multinazionali, un motivo alla base delle quali può essere la massimizzazione dei profitti a scapito dell'occupazione locale, una situazione questa cui contribuiscono le ampie differenze esistenti in materia di aiuti agli investimenti e altre sovvenzioni a livello sia regionale che nazionale;

E.considerando che sono numerose le decisioni di questo tipo adottate a livello di impresa madre senza consultare i consigli di amministrazione, i consigli di fabbrica e i sindacati, violando in tal modo la Carta sociale, il Protocollo sociale e la precitata direttiva 94/45/CE nonché i codici di condotta dell'OCSE e dell'OIL,

F.preoccupato, più particolarmente, per la chiusura di imprese, quali la sede di Ypres della "Lee Europe", filiale di un produttore statunitense di jeans con sede in Pennsylvania, che dall'oggi al domani metterà sul lastrico 480 lavoratori,

G.considerando che decisioni come quella di trasferire la produzione in altri paesi adottate da numerose industrie hanno comportato licenziamenti su vasta scala soprattutto nei settori tessile e dell'abbigliamento, elettronico, delle calzature e automobilistico, oltreché nel settore dei servizi,

H.considerando che la "Lee Europe" di Ypres non era in perdita ma aveva registrato nell'ultimo biennio profitti per ben 200 milioni di franchi belgi e che la decisione di chiusura è stata dettata da motivazioni economiche esterne ("delocalizzazione"),

1.manifesta la sua piena solidarietà ai 480 lavoratori licenziati a seguito della chiusura dell'azienda;

2.manifesta la sua preoccupazione per le massicce perdite di posti di lavoro nell'industria tessile europea: solo in Belgio, per esempio, sono andati perduti nell'ultimo ventennio ben 50.000 posti di lavoro;

3.reputa inaccettabile che un'impresa multinazionale possa mettere sul lastrico 480 lavoratori senza una preliminare consultazione;

4.ribadisce il suo auspicio di vedere inserite clausole sociali nelle convenzioni internazionali e nell'ambito dell'Organizzazione mondiale del commercio;

5.rileva che la decisione della "Lee" viola i codici internazionali di comportamento dell'OIL e dell'OCSE;

6.sollecita la Commissione a ottemperare finalmente alla richiesta formulata da questo Parlamento nella sua risoluzione del 27 ottobre 1994 sull'occupazione e i diritti sociali nell'Unione europea di fornire una rassegna di tutti i trasferimenti di imprese dal 1· gennaio 1993, corredata da un'analisi dei motivi del trasferimento e da una valutazione delle incidenze socioeconomiche per le regioni interessate;

7.invita le imprese a informare i propri lavoratori prima di procedere ad una ristrutturazione;

8.invita la Commissione e gli Stati membri a fare pressioni sulle imprese di dimensioni comunitarie perché si astengano dal prendere decisioni nefaste per l'occupazione senza aver prima informato e consultato i lavoratori e aver varato un credibile programma di riconversione professionale ai sensi della succitata direttiva 94/45/CE;

9.invita la Commissione a negare alle imprese che non si siano attenute agli obblighi enunciati al precedente paragrafo 8 o che facciano un uso poco ortodosso dei contributi agli investimenti ogni tipo di aiuto nell'ambito di programmi comunitari;

10.invita la Commissione a informare le organizzazioni sindacali e i comitati d'impresa sugli aiuti ricevuti dalle imprese a titolo dei Fondi strutturali;

11.invita la Commissione a dar vita a una base istituzionale per il dialogo sociale sulle mutazioni strutturali e relative conseguenze nell'industria tessile europea e nelle altre industrie interessate, oltre che a presentare proposte di soluzione;

12.invita la Commissione a presentare una proposta di direttiva sui diritti di informazione, consultazione e codecisione dei lavoratori in aziende con più di 50 dipendenti onde consentire una migliore tutela dei diritti dei lavoratori e di evitare loro, come nel caso della "Lee Europe", di essere sorpresi da una subitanea chiusura dell'azienda;

13.invita la Commissione ad accertare di quali forme di aiuto, sia nazionale che comunitario, abbiano beneficiato le imprese summenzionate e a elaborare a termine proposte che vietino ogni forma di shopping di sovvenzioni all'interno dell'Unione;

14.invita le autorità dell'Unione europea e i governi degli Stati membri a lottare con più efficacia contro il dumping sociale, che rappresenta una vera e propria distorsione della concorrenza;

15.si compiace delle iniziative di boicottaggio lanciate nei confronti della "Lee Europe";

16.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio, ai parlamenti degli Stati membri e alle parti sociali.

 
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