B4-0968/95
Risoluzione sul trattamento discriminatorio, sulla base della cittadinanza, nei confronti dei lettori di lingua straniera dell'Università degli studi di Verona, in violazione dell'articolo 48 del trattato CE
Il Parlamento europeo,
-vista la lettera inviata dal Presidente del Parlamento europeo alla Camera dei deputati e al Senato italiani, in cui si raccomanda al parlamento italiano di accelerare l'approvazione degli accordi inerenti alla parità di trattamento dei lettori di lingua straniera operanti in Italia conformemente al diritto comunitario,
-vista la sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee sulla questione dei lettori di lingua straniera, secondo la quale l'articolo 28, paragrafo 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 332/1980, il quale stabilisce che i contratti debbono essere rinnovati ogni anno con un massimo di 6 anni, viola l'articolo 48, paragrafo 2, del trattato CE, in quanto limitazioni analoghe non sono previste per gli insegnanti aventi la cittadinanza italiana,
-viste le sentenze della Corte di giustizia in base alle quali i posti di insegnante presso gli Istituti pubblici d'insegnamento rientrano, senza alcuna distinzione di ordine o livello, nell'ambito di applicazione dell'articolo 48, paragrafi 1-3, del trattato CE e sono pertanto esclusi dalla deroga alla libertà di circolazione di cui all'articolo 48, paragrafo 4,
-vista la decisione del novembre 1992 con la quale la Commissione ha avviato un procedimento ex articolo 169 contro le autorità italiane, allo scopo di adeguare la situazione al diritto comunitario, così come interpretato dalla Corte di giustizia,
A.considerando che fin dal 1988 i lettori di lingua straniera sono in conflitto con l'Università di Verona in merito al loro diritto alla parità di trattamento nell'occupazione,
B.considerando che i cittadini non italiani sono assunti con contratti di diritto privato, laddove gli insegnanti italiani beneficiano di un contratto di diritto pubblico, che contempla condizioni occupazionali preferenziali per quanto riguarda le pensioni e la previdenza sociale,
C.considerando che i diritti umani e libertà democratiche fondamentali di 14 lettori di lingua straniera sono stati violati a seguito del trasferimento di tali insegnanti dai loro uffici a un seminterrato misurante 6 m x 4 e attraverso altre forme di intimidazione e di vessazione legale,
D.considerando che tutti e 32 gli insegnanti hanno subito una decurtazione illegale della retribuzione in occasione dei negoziati dal marzo 1995, nonostante la loro disponibilità a raggiungere un compromesso con il Rettore allo scopo di porre fine alla controversia,
1.chiede alla Commissione di provvedere a che l'azione ex articolo 169 passi immediatamente alla fase del giudizio;
2.chiede alla Commissione di intervenire presso il governo italiano affinché quest'ultimo garantisca che rispetterà i diritti acquisiti dai lettori di lingua straniera a partire dalla data in cui ciascuno di essi è stato assunto per la prima volta, salvaguardando così i diritti pensionistici e gli scatti di classe su base paritetica con gli insegnanti universitari italiani;
3.chiede alla Commissione di provvedere a che ai lettori universitari di lingua straniera colpiti da discriminazioni analoghe all'interno dell'UE siano concessi gli stessi diritti degli insegnanti universitari dello Stato membro in cui lavorano;
4.chiede alla Commissione di far presente al governo italiano la preoccupazione di questo Parlamento per il trattamento dei lettori di lingua straniera;
5.chiede alla Commissione di assicurare che le autorità dell'Università di Verona non adottino misure di ritorsione e ingiustificate contro gli insegnanti quale reazione alla loro azione sindacale;
6.incarica la sua commissione per le petizioni di esaminare con la massima priorità la petizione n. 124/93 presentata da David Petrie e altri allo scopo di porre fine immediatamente agli abusi e alle discriminazioni nei confronti dei lettori di lingua straniera in Italia;
7.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio e al governo della Repubblica italiana.