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Parlamento Europeo - 14 luglio 1995
Occupazione

A4-0122/95

Risoluzione sulla relazione annuale della Commissione su "L'occupazione in Europa - 1994"

Il Parlamento europeo,

-vista la relazione annuale della Commissione su "L'occupazione in Europa - 1994" (COM(94)0381 - C4-0200/94),

-visto il Libro bianco della Commissione sulla crescita, la competitività e l'occupazione (COM(93)0700),

-visto il trattato che istituisce la Comunità economica europea,

-viste le decisioni del Consiglio europeo nelle sue riunioni di Edimburgo, Copenaghen, Bruxelles e Corfù,

-viste le conclusioni del Consiglio europeo di Essen del 9 e 10 dicembre 1994,

-vista la sua risoluzione del 10 marzo 1994 sull'occupazione in Europa ,

-viste le sue risoluzioni del 1· dicembre 1994 su un piano d'azione sulla politica dell'occupazione da adottare alla riunione del Consiglio europeo di Essen il 9 e 10 dicembre 1994 ,

-vista la sua risoluzione del 19 gennaio 1995 sul Libro bianco "La politica sociale europea - Uno strumento di progresso per l'Unione" ,

-visti la relazione della commissione per gli affari sociali e l'occupazione e i pareri della commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale e della commissione temporanea per l'occupazione (A4-0000/95),

A.considerando che la Comunità si è impegnata alla coesione economica e sociale,

B.considerando che nel 1994 circa 18 milioni di disoccupati ufficialmente registrati nella Comunità hanno cercato un nuovo posto, mentre in taluni Stati membri un gran numero di disoccupati non vengono fatti figurare nelle statistiche ufficiali della disoccupazione,

C.considerando che l'integrazione delle nostre economie non permette di considerare la disoccupazione nei quindici Stati membri come un problema esclusivamente nazionale,

D.considerando che il dibattito sull'occupazione in Europa non può essere disgiunto dalla crescente "mondializzazione" dell'economia,

E.considerando che quasi tutti gli Stati membri registrano elevati tassi di disoccupazione, bassi tassi di occupazione e disparità regionali, per cui occorre definire misure uniformi e comuni a livello dell'Unione per far fronte a questi problemi, comprendendovi altresì la creazione di un maggior numero di posti per coloro che soffrono di uno stato di esclusione e tenendo pienamente conto delle esigenze della coesione economica e sociale,

F.considerando che la perdita di competitività dell'economia europea è dovuta tra l'altro a costrizioni connesse all'occupazione, con l'aumento del costo del lavoro, il declino del risparmio a lungo termine a danno degli investimenti produttivi, l'inefficienza che contraddistingue l'amministrazione di molti servizi pubblici e la produzione di beni comunitari, la disparità qualitativa tra offerta e domanda di posti di lavoro nonché l'invecchiamento della popolazione, che grava sull'equilibrio finanziario della previdenza sociale,

G.considerando che il Libro bianco sulla crescita, la competitività e l'occupazione illustra una strategia a medio termine per l'Unione e i suoi Stati membri intesa a creare 15 milioni di nuovi posti di lavoro permanenti e che il Consiglio europeo, nella sua riunione del dicembre 1993 a Bruxelles, ha accolto favorevolmente il Libro bianco e adottato su questa base un piano d'azione,

H.considerando che la coesione sociale deve costituire un elemento essenziale dell'economia sociale e di mercato e che l'efficienza dell'economia di mercato si fonda sull'accettazione di una struttura socio-economica che deve comprendere la giustizia sociale nella distribuzione e la condivisione della responsabilità sociale e che tenga conto della difesa dell'ambiente,

I.considerando che il problema della disoccupazione costituisce un'importante sfida per l'Unione europea e che una crescita economica nell'Unione rappresenta una condizione necessaria ma non sufficiente per la creazione di nuovi posti di lavoro,

J.considerando che la competitività internazionale dipende essenzialmente dalla capacità di innovazione dell'economia, da un elevato livello di formazione, da un'infrastruttura di ricerca efficiente nonché da una stretta cooperazione transfrontaliera tra imprese, università e istituti di ricerca,

K.considerando che occorre tener in maggior conto la partecipazione dell'elemento lavoro al processo di sviluppo e di produzione, allo scopo di aumentare il numero complessivo dei lavoratori, che rimane particolarmente basso in relazione agli altri paesi sviluppati,

L.considerando che negli Stati membri vi è ancora un ampio potenziale di creazione di posti di lavoro in una serie di settori in fase di sviluppo, in particolare nei settori della sanità e dell'assistenza, nel campo dell'ambiente, del turismo, della cultura e della prestazione di servizi, in campo commerciale e nell'economia sociale,

1.esorta nuovamente la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri ad adempiere al proprio importante ruolo nello sviluppo economico mediante

-il rafforzamento della politica della concorrenza,

-la creazione di un ambiente favorevole al risparmio, agli investimenti e alla creazione di imprese nonché la creazione di condizioni quadro che facilitino la partecipazione dei lavoratori ai profitti e agli investimenti (capitale produttivo), sorti solo a seguito di una politica salariale esitante (orientata sulla produttività),

-la creazione di un clima favorevole che stimoli gli investimenti generatori di posti di lavoro,

-l'aumento degli stanziamenti destinati alla ricerca tecnologica,

-la promozione della produzione industriale nei settori delle tecnologie di punta,

-la realizzazione delle reti transeuropee (trasporti, telecomunicazioni),

-il sostegno alle tecniche produttive che tutelano l'ambiente, che riducono sensibilmente l'impiego di materie prime, l'emissione di sostanze nocive, come pure la produzione di rifiuti e che si integrano nel ciclo naturale,

-l'attenta presa in considerazione delle piccole e medie imprese attraverso la definizione di normative e programmi d'azione comunitari che tengano conto delle loro caratteristiche specifiche e, in modo più particolare, attraverso una semplificazione delle norme amministrative e/o tecniche applicabili alle PMI,

-il miglioramento delle misure a favore della creazione di imprese con un approccio globale in materia di consulenza e finanziamento finalizzato

-particolare attenzione al coinvolgimento e alla partecipazione di entrambi gli interlocutori sociali nel processo economico e a tutti i livello, tramite, tra l'altro, il dialogo sociale,

2.si attende che gli Stati membri facciano in modo che le imprese dispongano del margine di manovra necessario per poter reagire in modo flessibile ai mutamenti del mercato e li invita pertanto a razionalizzare e semplificare le norme burocratiche per la creazione e la fondazione di imprese;

3.considera essenziale per una crescita creatrice di occupazione che siano presi provvedimenti in modo che la manodopera europea possa autonomamente dispiegare, nel corso di una vita, capacità di apprendimento e reputa importante, di fronte alle future innovazioni, un atteggiamento individuale positivo e improntato a flessibilità nella scelta della professione;

4.ritiene che per promuovere l'occupazione siano necessarie misure di politica strutturale più efficaci anche a livello comunitario e che tali misure debbano essere attuate con la partecipazione attiva delle parti sociali e un sostegno finanziario adeguato, soprattutto sulla base di una cooperazione tra il ramo pubblico e quello privato;

5.si attende dalle parti sociali che, in un'ottica di flessibilità positiva, nella negoziazione sui contratti collettivi indichino vie che permettano di definire contratti di lavoro conformi alle esigenze del ramo specifico cui si riferiscono e che i lavoratori possano conseguire migliori qualifiche professionali al fine di adeguarsi ai mutamenti strutturali dovuti al progresso tecnologico;

6.fa appello alle imprese e alle parti sociali, così come, in vista della creazione delle necessarie condizioni quadro, agli Stati membri nonché alle autorità regionali competenti in merito e all'Unione affinché siano adottate misure per favorire la volontaria prestazione di lavoro a tempo parziale, soggetto all'obbligo di assicurazione sociale, l'interruzione dell'attività professionale, la dispensa, retribuita, dal lavoro per promuovere l'aggiornamento professionale e altre forme di riduzione dell'orario di lavoro, alla condizione tassativa di non pregiudicare la posizione concorrenziale delle imprese e la protezione sociale dei lavoratori;

7.si pronuncia a favore di una reimpostazione, ovvero di una riduzione, del tempo di lavoro, affinché chi è in cerca di occupazione possa trovare più facilmente un posto; giunge in ogni caso alla conclusione che una riduzione del tempo di lavoro, benché in grado di aumentare l'occupazione in alcuni settori, non può da sola ingenerare l'auspicato incremento dell'occupazione e non deve essere pertanto considerata una panacea contro la disoccupazione nell'UE e rinvia al riguardo ai lavori preliminari della sua commissione per gli affari sociali e l'occupazione per una relazione sulla riduzione del tempo di lavoro (PE 211.370);

8.è dell'avviso che una maggiore flessibilità nel tempo di lavoro sia nell'interesse tanto dei lavoratori che dei datori di lavoro e riconosce che vi si potrà arrivare soltanto con la cooperazione delle due parti e dei responsabili di entrambe in seno alle aziende; rileva che, secondo la relazione sull'occupazione in Europa nel 1994, se si tiene conto dei travasi di occupazione tra comparti, e cioè dall'agricoltura e l'industria verso i servizi, e se si prende in considerazione anche il relativo incremento dell'occupazione femminile, tra il 1983 e il 1992 soltanto 5 dei 12 Stati membri hanno fatto registrare un calo superiore a un'ora settimanale nel tempo medio di lavoro, mentre in due Stati membri le ore di lavoro medio settimanali hanno addirittura fatto registrare un lieve aumento;

9.ritiene che gli Stati membri debbano compiere ulteriori passi per eliminare la tassazione del lavoro e dei costi salariali accessori, soprattutto per quanto riguarda la manodopera meno qualificata, per la quale questi costi sono smisuratamente elevati, e procedere alla tassazione a carico dello sfruttamento delle risorse; chiede pertanto che le assicurazioni sociali siano gradualmente sgravate da spese estranee all'assicurazione e che i compiti concernenti l'intera collettività siano finanziati con il bilancio dello Stato;

10.ritiene inoltre che i regimi di previdenza sociale e fiscali debbano funzionare in modo da mantenere una motivazione al lavoro e fa appello agli Stati membri affinché utilizzino l'imposta sul reddito a favore dei disoccupati in modo più flessibile, per non condannarli a una rassegnata accettazione della propria situazione (per esempio, vietando loro di seguire una formazione di propria iniziativa) e in modo da evitare di preferire redditi provenienti da indennità o dal circuito non ufficiale;

11.si attende un aumento delle risorse finanziarie destinate alle misure di politica occupazionale, da impiegare per promuovere i mutamenti strutturali e non per mantenere strutture obsolete;

12.è del parere che, in caso di disoccupazione incombente e in atto, si debba incentivare la creazione di proprie imprese (per esempio, continuando a corrispondere indennità di disoccupazione, capitalizzando i diritti alle prestazioni, riscattando i diritti nel caso in cui venga meno il minimo vitale entro un periodo di transizione);

13.favorisce la creazione di sussidi dei costi salariali a tempo limitato per i datori di lavoro i quali si impegnino effettivamente per la reintegrazione dei disoccupati di lunga durata nel mercato del lavoro e sostiene la necessità di migliorare l'efficienza degli uffici di collocamento pubblici, affinché la domanda di lavoro possa essere identificata anche da chi cerca lavoro;

14.osserva con preoccupazione lo squilibrio tra offerta e domanda di forza lavoro qualificata; esorta gli Stati membri a perfezionare il proprio sistema di istruzione e formazione e l'Unione a promuovere e completare tali sforzi (programma "Leonardo"), affinché tali sistemi possano essere adeguati - soprattutto in una società di informazione in rapido movimento - ai mutamenti sul mercato del lavoro; chiede la promozione della formazione professionale e dell'istruzione ad alto livello, nella ricerca e sviluppo, nei settori delle tecnologie e dei prodotti meno inquinanti e che consumano meno energia e materie prime, nonché una cooperazione tra Stato, economia e parti sociali volta a definire e attuare un approccio proiettato al futuro della formazione permanente, in grado di concretizzare il principio dell'apprendimento ininterrotto (Libro bianco); ritiene inoltre importante sensibilizzare i lavoratori e i datori di lavoro sull'importanza della formazione professionale e della formazione permanente quale fatto

re costante della vita professionale;

15.invita gli Stati membri a estendere attivamente l'infrastruttura sociale e del mercato del lavoro, per reagire positivamente ai mutamenti dei ruoli sessuali nella società e raccomanda a questo riguardo una rapida approvazione, da parte del Consiglio, della direttiva sul congedo parentale;

16.sottolinea l'urgente necessità di elaborare una politica europea dell'immigrazione che lotti efficacemente contro l'immigrazione clandestina e il suo sfruttamento sul mercato del lavoro e invoca una politica comunitaria, sulla base di regole convenute con i paesi di emigrazione, per influire sulla pressione migratoria, tenendo conto della domanda e dell'offerta nel mercato del lavoro e concludendo accordi in ordine alla formazione professionale dei migranti e al loro inserimento nel mercato del lavoro europeo;

17.rileva che il successo economico dell'Unione europea è correlato al commercio mondiale e che la povertà e l'indebitamento dei paesi in via di sviluppo pregiudicano gravemente la possibilità di esportare merci e di creare posti di lavoro negli Stati membri;

18.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri e al Comitato economico e sociale.

 
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