A4-0168/95
Risoluzione sulla Raccomandazione della Commissione relativa agli indirizzi di massima per le politiche economiche degli Stati membri e della Comunità (COM(95)0228 - C4-0210/95)
Il Parlamento europeo,
-visto il progetto quadro della Commissione per gli indirizzi di massima di politica economica, previsto all'articolo 103, paragrafo 2, del trattato CE,
-visti anche gli articoli 102 A e 103, paragrafo 1, che dispongono che gli Stati membri coordinino le rispettive politiche economiche e le attuino allo scopo di contribuire alla realizzazione degli obiettivi definiti all'articolo 2 del trattato CE,
-vista la raccomandazione della Commissione (COM(95)0228 - C4-0210/95),
-visti la relazione della commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale e il parere della commissione per gli affari sociali e l'occupazione (A4-0168/95),
1.ritiene che il compito principale della politica economica degli Stati membri e della Comunità sia di tradurre l'attuale ripresa economica in un significativo aumento dei posti di lavoro e in uno sviluppo sostenibile non inflazionistico;
2.sottolinea che il livello attuale e quello delle proiezioni relative alla disoccupazione continuano a essere causa di grandi preoccupazioni (11,2% nel 1994, 10,7% nel 1995, 10,1% nel 1996) e deplora pertanto che la sezione degli indirizzi di massima che si riferisce all'occupazione, in contrasto con quelle dedicate all'inflazione e ai deficit, non stabilisca obiettivi e non offra orientamenti politici;
3.si dichiara preoccupato che, secondo le previsioni della Commissione la crescita nell'Unione nel periodo 1994-1996 assorbirà meno della metà della sovraccapacità generata in un solo anno, il 1993, del periodo di recente recessione e che nel 1995-1996 verranno creati 3 milioni di nuovi posti di lavoro che ridurranno la disoccupazione di soli 1,6 milioni di unità di fronte alla perdita di posti di lavoro di 5,8 milioni registrata nel periodo 1992-1994;
4.conclude che anche nel contesto delle previsioni di crescita della Commissione relativamente ottimistiche rispetto a quelle dell'OCSE e dell'FMI, esiste il rischio che la crescita prevista possa non bastare per eliminare la disoccupazione generata dall'ultima recessione, con il pericolo che i tassi di disoccupazione comunitari possano essere spinti al rialzo da una ripresa insufficiente per cui non è possibile riposare sugli allori per quanto riguarda le prospettive di crescita;
5.ritiene che l'omissione di accennare al rischio di una ripresa inadeguata introduca un elemento di squilibrio e chiede pertanto che gli indirizzi di massima vengano potenziati e si sollecitino gli Stati membri a impedire una ripresa dell'inflazione facendo però attenzione che la domanda cresca a un tasso tale da consentire una crescita superiore ai tassi tendenziali per un periodo di diversi anni, che, per definizione, rappresenta lo stretto necessario per uscire dalla recessione;
6.ritiene che le politiche delineate negli indirizzi di massima siano insufficienti a raggiungere una crescita sostenibile e ad affrontare il problema di una disoccupazione massiccia e che quindi occorra formulare con molta più chiarezza il contributo delle politiche sia monetarie sia strutturali;
7.è preoccupato in quanto le proiezioni della disoccupazione strutturale per il 1997 sono addirittura pari al 9%;
8.preme pertanto affinché il contenuto occupazionale della crescita economica venga drasticamente aumentato mediante l'attuazione delle raccomandazioni contenute nel Libro bianco sulla crescita e la competitività e l'occupazione, in particolare mediante
-aumento dell'incentivo all'occupazione mediante riduzione della fiscalità e dei costi di lavoro non salariali nel contesto di una stabilità macroeconomica globale,
-un trasferimento graduale dell'onere fiscale dalle imposte che gravano sul lavoro alle imposte sull'impiego delle risorse naturali che scarseggiano e sull'inquinamento ambientale
-l'esame urgente, insieme alle parti sociali, di nuove strutture dell'orario di lavoro in modo da aumentare l'occupazione senza ridurre la competitività delle aziende,
-potenziamento dei sistemi di formazione che aumentino la flessibilità del mercato del lavoro e le possibilità dei singoli;
-riconoscimento dell'importanza del ruolo delle PMI nella creazione di nuovi posti di lavoro e nello sviluppo economico e necessità di promuovere sforzi a livello comunitario per il sostegno e la dinamizzazione delle PMI;
-rafforzamento dei fattori competitivi delle imprese dell'Unione e aumento in modo sostenuto degli investimenti, allo scopo di promuovere la crescita economica e l'aumento della disoccupazione mediante stimoli continui alla qualità e all'innovazione, il rafforzamento della ricerca e lo sviluppo tecnologico;
9.consapevole che circa il 50% della disoccupazione strutturale è rappresentato dalla disoccupazione a lungo termine, chiede un'intensificazione dei programmi di formazione rivolti in particolare ai gruppi sfavoriti, al fine di migliorarne le possibilità occupazionali e di promuovere la coesione sociale combattendo il rischio dell'emarginazione sociale;
10.sostiene la proposta della Commissione nel contesto dell'articolo 103 del trattato riguardante la definizione di una procedura volta a controllare l'evoluzione dell'occupazione e le politiche del settore ma chiede discussioni interistituzionali su come sia possibile rafforzare questa proposta e rendere più democratiche le procedure;
11.nota con soddisfazione che fra tutti i settori di convergenza della Comunità si è registrato il massimo progresso nei confronti dell'inflazione, che è scesa da un massimo del 5,6% nel 1991 al 3,2% nel 1994, ma si dichiara preoccupato per l'incertezza del futuro soprattutto negli Stati membri con problemi di svalutazione e sollecita ulteriori progressi in tale settore;
12.si compiace che si registri una tendenza globale alla diminuzione dei disavanzi nazionali ma si rammarica che le proiezioni su un periodo triennale 1994-1996 di forte crescita economica indichino che soltanto la metà della prevista riduzione di 1,6 punti dell'indebitamento comunitario netto in termini di PIL sarà il risultato di una riduzione discrezionale dei disavanzi; in tale contesto raccomanda di fare attenzione a non trascurare i "necessari adeguamenti" che possono indebolire l'impegno di sanare disavanzi strutturali sottesi via via che i miglioramenti ciclici hanno un'influenza positiva sull'indebitamento nazionale;
13.si rammarica dell'evoluzione dell'indebitamento lordo nazionale generale (rispetto al PIL), che nelle proiezioni dovrebbe allontanarsi ancora dall'obiettivo del 60% (66,2% nel 1993 fino al 70,4% nel 1996), mettendo in evidenza quanto sia necessario da parte di numerosi Stati membri attuare piani fiscali notevolmente più ambiziosi;
14.si compiace dell'enfasi posta dagli indirizzi di massima sul consolidamento fiscale ma ritiene che venga dimostrata un'insufficiente consapevolezza della natura relativamente chiusa dell'economia europea e della necessità che le autorità europee garantiscano che le rispettive politiche non conducano a una diminuzione indebita della domanda interna;
15.ritiene pertanto che l'invito contenuto negli indirizzi di massima per una riduzione rapida e sostanziale dei disavanzi verrà a creare le condizioni per una riduzione dei tassi d'interesse, promuovendo in tal modo gli investimenti e la crescita economica sostenuta;
16.sottolinea che se gli Stati procedono al ritmo prescelto al consolidamento della propria posizione fiscale, l'onere di garantire un'adeguata crescita della domanda ricade sulle autorità monetarie, le quali dovrebbero essere sollecitate a prendere coscienza delle proprie responsabilità;
17.preoccupato per l'effetto nocivo su tutti gli Stati membri dall'instabilità dei tassi di cambio e della possibilità di politiche di cambio reciprocamente dannose, ricorda i rischi per il corretto funzionamento del mercato interno derivanti da distorsioni della concorrenza e dagli oneri aggiuntivi imposti agli Stati con problemi di svalutazione ai fini del raggiungimento degli obiettivi di medio termine di stabilità;
18.ritiene che per riuscire nel processo di aggiustamento occorra che la Commissione definisca una strategia di medio termine tenendo conto di quanto segue:
i)il raggiungimento dei criteri di convergenza e una miscela adeguata di politica fiscale e monetaria, in quanto problemi comuni, richiedono lo sviluppo di nuovi strumenti di politica e di nuove strutture istituzionali per garantire un maggiore coordinamento e per minimizzare gli effetti nocivi;
ii)l'esigenza di prendere in esame la possibilità di un'iniziativa comunitaria in merito ai sistemi monetari internazionali data l'instabilità provocata dal deprezzamento del dollaro visto il ruolo che tale valuta svolge nelle transazioni e nei pagamenti internazionali;
iii)la riforma a medio termine dei regimi di sicurezza sociale nel contesto delle tendenze demografiche e dei vincoli fiscali;
iv)occorre dare la priorità al completamento del mercato interno attuando pienamente le direttive esistenti nella legislazione degli Stati membri, in particolare nei settori delle assicurazioni, del diritto delle società, della proprietà intellettuale e industriale, degli appalti pubblici, della nuova tecnologia dei servizi, dei servizi finanziari e della libertà di circolazione ed inoltre occorre completare il mercato interno nei settori dell'energia, delle telecomunicazioni e dei trasporti;
v)il rafforzamento della formazione professionale delle risorse umane, nonché un impegno per la formazione continua, promuovendo un approfondimento tra i centri della creazione del sapere e lo sviluppo tecnologico con il mondo imprenditoriale;
vi)occorre tradurre in norme comunitarie le raccomandazioni del Consiglio europeo di Essen sulla società dell'informazione, sullo snellimento legislativo e amministrativo e sulla competitività della Comunità;
vii)la transizione al nuovo modello di sviluppo applicando le raccomandazioni di cui al capitolo 10 del Libro bianco sulla crescita, la competitività e l'occupazione, che mira all'integrazione delle politiche ambientale ed economica, allo scopo di ottenere uno sviluppo ecologicamente sostenibile;
19.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai parlamenti degli Stati membri.