B4-1225, 1230, 1251, 1269, 1281 e 1289/95
Risoluzione sulla Nigeria
Il Parlamento europeo,
-visti il deterioramento della situazione politica, sociale ed economica in Nigeria, confermato dalle informazioni sulla situazione in quel paese fornite da Amnesty International, dalla recente missione dell'Istituto del Commonwealth e dall'Associazione nigeriana per le libertà civili,
-vista la dichiarazione dell'Unione europea del 4 ottobre 1995 sulla Nigeria,
-viste le sue precedenti risoluzioni sulla Nigeria,
A.considerando che nel suo discorso del 1· ottobre 1995 il generale Sani Abacha ha parlato di una restaurazione del potere civile non prima del 1· ottobre 1998,
B.ricordando che il generale Sani Abacha ha preso il potere in Nigeria il 17 novembre 1994 con un colpo di stato militare,
C.rilevando che dopo tale colpo di stato il generale Abacha ha abolito tutte le istituzioni democratiche del paese, compresi il potere legislativo, i partiti politici e le cariche elettive nazionali e locali,
D.deplorando soprattutto il ricorso sempre più sistematico alla pena di morte, comprese le esecuzioni pubbliche di massa,
E.ricordando che 40 dirigenti delle forze politiche di opposizione, i quali avevano cercato di garantire l'insediamento del vincitore delle elezioni presidenziali tenute nel giugno 1993 e annullate, sono stati giudicati colpevoli di alto tradimento nel luglio 1995 durante un processo segreto e che 13 di loro sono stati poi condannati a morte,
F.gravemente preoccupato per il fatto che Ken Saro-Wiwa, leader pacifista della comunità Ogoni, che ha condotto una campagna contro i danni ambientali e la distruzione di terre e raccolti da parte delle grandi compagnie petrolifere che operano in territorio Ogoni, è stato condannato a morte,
G.considerando inaccettabile che la Commissione e il Consiglio impongano sanzioni a paesi meno prosperi della Nigeria, imputando loro la sistematica violazione dei diritti umani e dei principi democratici elementari, mentre non sospendono l'applicazione della Convenzione di Lomé alla Nigeria,
1.insiste affinché vengano rilasciati tutti i prigionieri di coscienza e tutti i prigionieri politici, tra cui il capo Abiola, vincitore delle elezioni presidenziali del 1993, poi annullate, Ken Saro-Wiwa, il generale Obasanjo e Yar'Adua;
2.prende atto della decisione presa dal generale Abacha il 1· ottobre 1995 di commutare le pene di morte di 13 dei 40 uomini politici dell'opposizione condannati per presunto "tradimento" e deplora che costoro e gli altri 27 membri dell'opposizione non siano stati rimessi in libertà e che tutti e 40 i prigionieri risultino ora condannati all'ergastolo;
3.chiede l'istituzione di un organismo investigativo internazionale indipendente e imparziale, che indaghi sugli omicidi e sulle esecuzioni extragiudiziarie in modo che i responsabili siano consegnati alla giustizia in conformità delle norme internazionali;
4.chiede che nell'ambito del sistema giudiziario nigeriano si riconoscano a tutti pieni diritti di difesa, tra cui il ricorso ad avvocati civili di propria scelta, tutto il tempo necessario per preparare la difesa e il diritto di appello a un'istanza superiore ed indipendente;
5.considera con profondo disappunto l'annuncio del 1· ottobre relativo a possibili elezioni presidenziali e legislative nel settembre 1998, in quanto lo ritiene un chiaro disegno volto a disinnescare le critiche internazionali senza offrire alcuna reale o convincente garanzia di progresso;
6.si attende che il governo nigeriano proceda immediatamente a
a)ripristinare il processo democratico, rispettando l'esito dell'elezione presidenziale del 1993;
b)reintrodurre un sistema di governo che rispetti la chiara distinzione tra potere esecutivo, legislativo e giudiziario;
c)assicurare la libertà dei mezzi di informazione e la libertà di associazione, compresi i partiti politici;
d)ritirare le forze militari dalla regione di Ogoni;
7.chiede la creazione, in consultazione con rappresentanti di tutte le regioni della Nigeria, di un programma ecologicamente sostenibile per la ricostruzione del paese, segnatamente della regione di Ogoni, cui debbono contribuire le compagnie petrolifere straniere;
8.invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a rafforzare le restrizioni esistenti in materia di rilascio di visti a funzionari nigeriani e a fare in modo che vengano sospese le vendite di armi alla Nigeria, onde aumentare la pressione sul regime nigeriano ai fini del ripristino del processo democratico;
9.chiede alla Commissione e al Consiglio di sospendere senza indugi l'applicazione della Convenzione di Lomé alla Nigeria, rispettando finalmente l'articolo 5 della Convenzione stessa e ristabilendo così la propria credibilità;
10.invita l'Unione a prevedere la possibilità di imporre sanzioni economiche se la repressione dovesse continuare;
11.invita i paesi del Commonwealth a non invitare i rappresentanti dell'attuale regime nigeriano, in segno di protesta, alla riunione dei capi di governo del Commonwealth che si terrà nel novembre 1995;
12.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, all'OUA, al governo della Nigeria, ai copresidenti dell'Assemblea paritetica ACP-UE e al Segretario generale del Commonwealth.