B4-1298, 1301/riv., 1306, 1307, 1308, 1309 e 1310/95
Risoluzione sull'ex Jugoslavia
Il Parlamento europeo,
-viste le sue precedenti risoluzioni sulla situazione nell'ex Jugoslavia, in particolare la sua risoluzione del 21 settembre 1995,
-vista la comunicazione della Commissione sul piano di ricostruzione a favore delle zone che risentono degli effetti della guerra nell'ex Jugoslavia,
A.salutando con soddisfazione la tregua militare raggiunta in Bosnia Erzegovina, una svolta che può condurre a una soluzione pacifica del barbaro conflitto nel paese,
B.considerando che un programma di ripresa economica e di ricostruzione civile potrebbe costituire un incentivo essenziale per instaurare una pace durevole e un ordine internazionale giusto nell'area,
C.considerando la politica dell'Unione europea nei confronti dell'Europa centrale e orientale; rilevando che l'Unione ha una responsabilità particolare nei riguardi di questa zona e che pertanto il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri dovrebbero esplicare ogni sforzo per garantire il successo dei processi di pace e concorrere all'applicazione delle decisioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU,
D.considerando che le istituzioni dell'Unione, in virtù del trattato CE e alla luce delle perizie dei servizi preposti al programma PHARE e della missione di monitoraggio dell'Unione, sono in possesso dei necessari strumenti giuridici, politici e tecnici per assumere un ruolo di spicco nella formulazione e nell'esecuzione del piano di ricostruzione,
E.considerando che il successo del piano di ricostruzione dipende da condizioni preliminari di ordine giuridico, costituzionale, politico, sociale ed economico che debbono essere soddisfatte dai beneficiari,
F.preso atto con profonda preoccupazione del rapporto della missione di monitoraggio dell'Unione, che riferisce di uccisioni e vessazioni a danno dei civili, di saccheggi e incendi di abitazioni nella Craina, di pulizia etnica nella regione di Banja Luka, di violazioni dei diritti umani contro profughi e civili serbi nonché delle repressioni di carattere etnico in numerose regioni, per esempio nel Kossovo,
G.sottolineando che il processo di ricostruzione nelle Repubbliche della ex-Jugoslavia non può limitarsi a massicci aiuti umanitari, economici e infrastrutturali ma deve includere l'instaurazione e il rafforzamento delle strutture democratiche e il ripristino delle condizioni per la partecipazione di tutti i cittadini alla vita politica indipendentemente dal gruppo etnico di appartenenza, nonché la piena affermazione della società civile,
1.invita la Commissione a proseguire l'aiuto umanitario di ECHO, in funzione delle necessità dei cittadini;
2.insiste a che, se necessario, il rispetto del piano di pace sia assicurato militarmente dalle forze ONU con un idoneo mandato,
3.invita il Consiglio e la Commissione a cooperare con l'ONU e con altre organizzazioni internazionali in vista dell'immediata convocazione di una conferenza internazionale di sponsorizzazione di un programma di ripresa economica e civica nelle aree colpite dalla guerra dell'ex Jugoslavia; invita altresì la Commissione a presentare quanto prima le linee direttrici di un tale programma al Consiglio e al Parlamento e propone di designare uno dei commissari quale coordinatore speciale del programma;
4.ritiene che tale conferenza dovrebbe garantire il proseguimento degli aiuti umanitari, lo sviluppo di un programma destinato alla ricostruzione delle infrastrutture e alla ristrutturazione economica nonché alla costruzione di una società multietnica, multireligiosa e multiculturale in tutti i paesi dell'ex Jugoslavia, con particolare riferimento al mantenimento dell'unità della Bosnia Erzegovina;
5.è convinto che la formulazione e l'esecuzione del piano di ricostruzione debba servire da pietra angolare per l'edificazione di una pace giusta e durevole e che i beneficiari debbano pertanto soddisfare le seguenti condizioni preliminari:
-rispetto della legge, dei diritti dell'uomo e anche dei diritti delle minoranze;
-riconoscimento e cooperazione con il Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia;
-garanzie per quanto riguarda il diritto di ritorno e la protezione di tutti i profughi e sfollati e il diritto a un indennizzo per tutte le proprietà distrutte;
-creazione di relazioni costruttive con gli altri Stati dell'ex Jugoslavia, a cominciare dal reciproco riconoscimento;
-sostegno alla cooperazione interregionale e interetnica e ai progetti di ricostruzione transfrontaliera;
6.invita con urgenza i governi di tutti i paesi dell'ex Jugoslavia a istituire le necessarie strutture amministrative e di gestione onde garantire che questo programma di ricostruzione economica e civica vada a vantaggio di tutte le popolazioni che vivono in questa area;
7.ritiene che l'attuazione del piano di ricostruzione debba essere portata avanti, per quanto possibile, tramite le strutture locali; che occorra sfruttare l'esperienza positiva dell'amministrazione di Mostar per stimolare la cooperazione fra le comunità locali e utilizzare le positive esperienze delle ONG nel contesto di tale piano;
8.invita la Commissione, il Consiglio e gli Stati membri a
-spalleggiare il Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia con tutti i mezzi necesari onde consentirgli di operare in modo adeguato;
-assistere nella ricerca delle persone scomparse;
-prestare sostegno a quelle organizzazioni che si prodigano per ristabilire le relazioni interetniche nell'ex Jugoslavia;
9.ritiene che l'embargo imposto contro la Repubblica federale di Jugoslavia dovrebbe essere revocato non appena tale paese soddisferà le condizioni di cui alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell'ONU;
10.chiede che siano indette elezioni libere e democratiche, in base a procedure che non sanciscano la pulizia etnica e da tenersi sotto il controllo della comunità internazionale, in particolare dell'Unione europea, e insiste affinché sia attribuito un sostegno finanziario e tecnico ai vari mezzi d'informazione, allo scopo di garantire la loro indipendenza e quindi l'informazione obiettiva dei cittadini;
11.incarica i presidenti delle sue commissioni competenti di organizzare un'audizione in materia con la partecipazione del mediatore dell'Unione europea, dell'osservatore speciale dell'ONU per i diritti umani nell'ex Jugoslavia, della Commissione e del Consiglio;
12.invita il Consiglio e la Commissione a tener conto del particolare significato che hanno avuto i problemi politici dei cittadini del Kossovo, i quali hanno svolto un ruolo di grande importanza nell'inizio del dramma dell'ex Jugoslavia;
13.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, ai governi e ai parlamenti di tutte le Repubbliche dell'ex Jugoslavia, al Consiglio di sicurezza dell'ONU e al Gruppo di contatto.