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Parlamento Europeo - 14 dicembre 1995
Ex Jugoslavia

B4-1512, 1521, 1532, 1533, 1535 e 1558/95/9

Risoluzione sulla ex Jugoslavia

Il Parlamento europeo,

-visto l'accordo di pace di Dayton,

A.accogliendo con favore l'accordo raggiunto nella Bosnia-Erzegovina, in quanto piattaforma iniziale per la ricostruzione e lo sviluppo in questo paese devastato dalla guerra, e sottolineando che detto accordo va considerato un primo passo per ripristinare una Bosnia-Erzegovina unita,

B.considerando che per attuare e rendere efficace il piano di pace, in ordine alla stabilità, sono ora necessari un fermo impegno a lungo termine e un programma concreto di assistenza da parte dell'Unione europea, dell'ONU e di altre istituzioni internazionali,

C.accogliendo con favore gli sforzi dei partecipanti alla Conferenza di Londra per il ripristino della pace per garantire la realizzazione dell'accordo di pace,

D.considerando che la priorità assoluta va data alla realizzazione e all'attuazione di un programma di risanamento economico e di ricostruzione civile, elementi essenziali per ripristinare una pace duratura e un ordinamento internazionale equo nella regione, e mettendo in rilievo le esperienze acquisite dalla Commissione europea con il sostegno fornito ai PECO,

E.sottolineando che il processo di ricostruzione delle Repubbliche dell'ex Jugoslavia non può essere limitato a massicci aiuti umanitari, economici e infrastrutturali, bensì esige anche la creazione e il rafforzamento di strutture democratiche e il ripristino delle premesse per la partecipazione di tutti i cittadini in seno alle istituzioni politiche, indipendentemente dal gruppo etnico di appartenenza, nonché per la piena espressione della società civile,

F.rendendo onore ai sacrifici compiuti e al coraggio dimostrato dalle forze dell'UNPROFOR, dagli osservatori dell'Unione, dai funzionari delle organizzazioni umanitarie dell'ONU e, in particolare, da numerosi e valorosi volontari delle ONG,

1.si compiace per l'accordo firmato recentemente sulla Bosnia-Erzegovina e chiede al Consiglio e alla Commissione di adoperarsi in ogni modo per favorire l'attuazione pratica degli impegni presi dalle parti interessate;

2.sottolinea che tutti gli sforzi per garantire la pace e la ricostruzione della Bosnia-Erzegovina devono essere finalizzati alla costruzione di una società plurietnica, plurireligiosa e pluriculturale, nella prospettiva di porre rimedio alle conseguenze della pulizia etnica e con l'obiettivo particolare del mantenimento dell'unità della Bosnia-Erzegovina;

3.ammonisce che se non si insiste, prima della revoca delle sanzioni, sul rispetto dei diritti umani in Serbia, specialmente nel Kosovo, vi saranno in futuro ampie opportunità per nuovi conflitti;

4.ammonisce inoltre che, se si vuole evitare che la Bosnia sia nuovamente esposta all'aggressione quando fra un anno sarà ritirata la forza NATO per l'applicazione dell'accordo di pace, è necessario dotare la Bosnia stessa degli strumenti militari di autodifesa;

5.ribadisce la sua richiesta che il piano di ricostruzione sia attuato in modo tale che vengano rispettati lo Stato di diritto e i diritti umani, che i rifugiati possano tornare alle loro case, che il ripristino della plurietnicità abbia buone possibilità di successo, che la collaborazione con il Tribunale internazionale per l'ex Jugoslavia sia garantita, che l'integrità della Bosnia-Erzegovina e l'autorità delle istituzioni di questa Repubblica vengano rafforzate;

6.ritiene che l'adozione di una nuova Costituzione per la Bosnia-Erzegovina rappresenti un elemento essenziale, che detta Costituzione debba interpretare i valori di una società plurietnica, plurireligiosa e pluriculturale, i quali coincidono con quelli su cui è basata l'Unione, e che tali valori vadano enunciati e garantiti chiaramente;

7.sollecita tutte le Istituzioni dell'Unione europea e gli Stati membri a mettere a disposizione gli indispensabili strumenti finanziari per la rapida attuazione di un simile programma di ricostruzione e sviluppo; invita gli altri paesi sviluppati a compiere uno sforzo finanziario analogo al fine di contribuire al programma;

8.ritiene che l'accordo di Dayton offra all'UE e i suoi Stati membri l'opportunità e imponga loro il dovere di fare un nuovo tentativo per garantire i seguenti elementi:

a)promozione dei diritti umani e dei diritti costituzionali nel Kosovo e nella Vojvodina;

b)tutela dei diritti umani e collettivi nella Slavonia orientale;

c)ricerca delle persone scomparse;

d)ritorno dei profughi alle loro case ogni volta che ciò sia possibile;

e)liberazione dei prigionieri politici e dei prigionieri di guerra;

f)estradizione dei criminali di guerra affinché siano processati dal Tribunale internazionale dell'Aia;

g)tutela e sostegno delle persone più vulnerabili, come le vittime di stupri, gli orfani e i bambini feriti, nonché le vittime di torture;

9.protesta fermamente contro la pulizia etnica in corso e il blocco delle strade di accesso a Gorazde da parte dei separatisti serbi, la distruzione di case e le brutalità commesse contro cittadini da parte delle Forze paramilitari croate (HVO) in Bosnia e invita il corpo di pace a porre termine con tutti i possibili mezzi a queste violazioni dell'accordo di Dayton;

10.si compiace della creazione di un gruppo di lavoro sui diritti dell'uomo, di una forza di polizia internazionale e della nomina di un ombudsman da parte dell'OSCE;

11.ritiene che il processo elettorale possa essere avviato non appena sia stato risolto il problema del rimpatrio dei profughi, che detto processo debba essere strettamente controllato e assistito dall'Unione, dall'OSCE e da altre organizzazioni internazionali e che debba essere garantita l'indipendenza dei mezzi di informazione;

12.ritiene che la piena partecipazione delle organizzazioni non governative sia fondamentale ai fini di un esito positivo del piano di pace e che alle ONG dovrebbe essere attribuito uno statuto consultivo nel quadro del piano di ricostruzione;

13.sollecita i governi di tutti i paesi dell'ex Jugoslavia a definire le necessarie strutture amministrative e gestionali onde garantire che detto programma di ricostruzione economica e civile benefici le popolazioni più colpite;

14.incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla Commissione, al Consiglio e ai parlamenti degli Stati membri, nonché ai governi e ai parlamenti degli altri Stati che partecipano all'accordo di Dayton.

 
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