Quello degli stipendi dei deputati radicali di cui parla Antonio è, a mio modesto avviso, un qualcosa di cui sarebbe utile parlare con gli interessati ma che, in assenza di un vero e proprio accordo precedente, è difficile trovi una co-integrazione economica.Questa però dovrebbe trovare posto (ormai mi pare chiaro) in eventuali accordi di marca elettorale della famiglia radicale (gestiti dal nostro "nume tutelare" Pannella). Qualcosa che, se non ricordo male, è stata fatta altre volte (non ultima quella dei consiglieri regionali & C. del CORA), solo che, questa volta, si dovrebbero prevedere delle soglie di gravità economica oltre le quali scatta un ulteriore contributo di chi più ha (grazie non solo alle proprie capacità personali, che nessuno pone in discussione, ma al fatto che una intera squadra ha lavorato per lui): alias i parlamentari.
Io però credo che al di là di accordi futuri se i parlamentari radicali avessero una occasione politica precisa e un'altrettanta precisa richiesta, magari determinatissima nel tempo, non si tirerebbero indietro o quantomeno non troppo indietro. Può darsi che in queto mio ultimo pensiero sia eccessivamente ottimista, ma ho pensato che se al Partito c'è interesse...