No, Michele: non mi pare che i risultati siano particolarmente sorprendenti. L'Amministrazione Clinton ha ricevuto una sonora mazzata, come si conveniva. Non di più meritavano l'atteggiamento andreottesco in politica estera, la debolezza su ogni fronte, l'incapacità di rilanciare sui grandi princìpi di democrazia e sui diritti umani e civili evocati in campagna elettorale e poi traditi, la propensione al pasticcio sul Criminal Bill, il fallimento totale sulla proclamata riforma sanitaria.I repubblicani, quando fra due anni torneranno alla Casa Bianca, non faranno meglio di Clinton in politica interna. Probabilmente, però, avranno maggiore dignità in politica estera; il che significa una tendenziale migliore gestione delle crisi - decennali od apparentemente improvvise - a livello planetario. Forse gli Stati Uniti, e con loro giocoforza buona parte della comunità internazionale, si impantaneranno un po' meno in Somalia od in Bosnia, faranno meno concessioni ai dittatori cubani o coreani, seguiranno con più attenzione ed efficacia l'Europa centro-orientale; sperando che, nel frattempo - in particolare rispetto alla Russia, dove nel 1996 si terranno delle pericolosissime elezioni presidenziali - L'Amministrazione attuale non abbia compiuto ulteriori danni.