Riverso qui un po'di valutazioni dopo la visita a Sarajevo.INCONTRI & STAMPA
Gli incontri politici non sono stati particolarmente utili per i nostri obiettivi immediati, per ragioni anche esterne. (Siamo stati ricevuti in nove, 5 membri della Gioventù federalista europea -tra i quali Antonio Russo, federalista e radicale con il quale abbiamo organizzato la visita-, 2 radicali, con me Adnan Kemura, 1 giovane inviato di Cuore, infine la organizzatrice bosniaca degli incontri, che lavora al consolato di Milano, pure iscritta.)
Il vice-presidente Mirko Pejanic ha comunque assicurato un appoggio, generico, alle nostre iniziative all'ONU. Il Presidente del parlamento si è limitato a ricevere i documenti, mentre non è stato possibile incontrare nè il vice-presidente Ganic, il più autorevole membro della presidenza collettiva, nè il Ministro degli esteri Silaidzic. Infatti siamo capitati in piena situazione di crisi: era in corso l'assemblea parlamentare sulla federazione, ovvero la proposta di nuovo stato, Ganic era impegnato nella cessione all'Unprofor del monte Igman, e Silaidzic era in partenza per Zagabria per proporre un intervento diretto della Croazia in guerra.
CRISI
Su quest'ultimo punto, molto grave, devo dire che si prospetta il rischio di una riapertura di tutto il fronte.
I serbi delle Krajne croate sono intervenuti in soccorso dei serbi di Bosnia, lanciando la controffensiva contro l'esercito bosniaco unificato (mussulmani e croati di Bosnia-Herzegovina). Sempre dalle Kraijne da una settimana bombardano sistematicamente Zupanja in Croazia, dando così il destro ai croati per entrare ufficialmente in guerra.
Silaidzic è venuto a Zagabria, per altro sullo stesso avio-cargo dove eravamo noi, portando una lettera di Izetbegovic per Tudjman, con la proposta di una comune richiesta di convocazione immediata del Consiglio di sicurezza, nonché di intervento della Croazia per far cessare gli attacchi ed i bombardamenti che provengono dalle Kraijne, in quanto ufficialmente zona croata.
La Croazia ha aderito alla prima proposta e vi è dunque una richiesta comune di convocazione del Consiglio: si domanda all'Unprofor di porre la sua protezione sull'area dei conflitti, con relativa smilitarizzazione e opzione di intervento aereo.
In caso contrario è nell'aria il possibile diretto intervento in guerra
della Croazia, con uno scenario possibile di attacchi contro di essa su tutto il fronte delle Krajne (che arriva ricordo fino a 30 Km da Zagabria) e anche al peggio di un nuovo, diretto, intervento della Serbia.
Caldeggio una rapida azione dell'Onu...
SARAJEVO
Per tornare alla visita, in queste complicazioni appunto, non siamo stati particolarmente considerati dai politici mentre sui mas media abbiamo avuto un discreto spazio. Devo anche aggiungere che credo che l'operazione "sindaco di Sarajevo" non ci abbia giovato molto da queste parti, dacché gira la voce che avremmo sfruttato il Sindaco per fare iscrizioni in Italia... cosa verissima, come pure è vero che il Sindaco ha sfruttato noi e un po' di utile ne è venuto anche alla Bosnia, rimane comunque difficile da spiegare la vicenda in tale contesto di acuta sensibilità.
A Radio 99 ho potuto lasciare il loro recapito per iscrizioni e informazioni sul partito.
Penso comunque che i tempi siano maturi per tentare un insediamento più significativo. Da Sarajevo non si può ancora telefonare fuori, ma chi chiama dall'esterno ottiene la linea seppure con fatica.
Avendo le risorse finanziarie e comunque con poca spesa si potrebbe attivare almeno una persona, dotata di fax, per funzionare da distributore di posta e da centro minimamente organizzativo.
Per il resto la città ha preso un aspetto meno tetro: vi sono vari negozi aperti e illuminati, si trovano, per quanto carissimi molti generi alimentari. Purtroppo cecchini e granate continuano.
Il tema della pena di morte, in una città condannata a morte, potrebbe, evocando grandi contrasti di opinione, suscitare un consistente schieramento abolizionista. Ciao.