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- 14 novembre 1994
CALCOLO DELLA QUOTA DI ISCRIZIONE AL PARTITO RADICALE
Per l'apertura delle iscrizione per il 1994 preparai un piccolo (si fa per dire...) testo che scrissi piu' per me, come promemoria, che per altro e non so' quindi se gia' lo conoscete, comunque ve lo (ri)propongo prima di proseguire con gli aggiornamenti.

************************** ATTENZIONE **************************

IL TESTO E' MOLTO LUNGO QUINDI SE AVETE VOGLIA DI LEGGERLO E DOVETE TENER CONTO DEI COSTI DI COLLEGAMENTO VI CONSIGLIO DI TRASFERIRLO SUL VOSTRO PC.

Per chi invece non ha problemi di collegamento ma tema di annoiarsi puo' sempre "schipparlo" col tasto TAB... pero' sarei moooolto dispiaciuto di questo e potrei mettervi nella lista degli... antipatici!

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CALCOLO DELLA QUOTA DI ISCRIZIONE AL PARTITO RADICALE

Luigi Cimino, 17 Novembre 1993

PREMESSA

Dal 1989 e fino al 1993 la quota di iscrizione al Partito Radicale è stata calcolata secondo il dettato della norma statutaria adottata dal XXXV Congresso.

" (2.1.1) La quota minima di iscrizione al Partito radicale è pari all'1% del prodotto interno lordo pro-capite del paese di residenza. Nei paesi in cui l'iscrizione possa essere perseguita dai pubblici poteri, la quota è volontaria."

In applicazione della norma sopra citata le quote di iscrizione per la maggior parte dei Paesi sono state calcolate dal 1989 al 1993 nel modo seguente:

1) rilevazione dell'ultimo dato disponibile sul prodotto interno lordo (PIL) pro-capite nei singoli Paesi:

2) conversione del PIL procapite da dollari USA in valuta locale utilizzando il tasso medio di cambio del dollaro dell'anno cui si riferisce il PIL;

3) calcolo dell'1% del PIL in valuta locale;

4) correzione del PIL secondo il coefficiente di crescita annuale dall'anno di riferimento all'anno precedente il quale si devono calcolare le quote di iscrizione;

5) correzione del PIL secondo i coefficienti di inflazione annuali dall'anno di riferimento all'anno precedente il quale si devono calcolare le quote di iscrizione;

6) fissazione delle quote di iscrizione nelle diverse valute dei singoli Paesi.

I coefficienti di crescita e di inflazione venivano applicati anno per anno secondo la media rilevata negli ultimi 10 anni quando non fosse stato disponibile il dato annuale.

Questi dati così come l'ultimo dato disponibile sul prodotto interno lordo (PIL) pro-capite nei singoli Paesi, è quello rilevato da pubblicazioni specializzate nel settore che utilizzano per le loro tabelle e statistiche i dati forniti dalla World Bank o, in mancanza, i dati del "The Economist" e, per i Paesi dell'area comunista dell'Asia l'"Asia Year Book" del Far Eastern Economic Review.

In particolare e per maggior precisione, i testi consultati per la rilevazione dei dati statistici sull'economia dei singoli Paesi sono i seguenti:

- L'ETAT DU MONDE, Annuaire économique et géopolitique mondial (Editions La Découverte - Paris), nelle varie edizioni annuali;

- ATLASECO, Atlas economique mondial (Les editions du Sérail - Paris), nelle diverse edizioni annuali;

- WORLD DEVELOPMENT REPORT (The World Bank), nelle diverse edizioni annuali;

- MONTHLY BULLETIN OF STATISTICS (United Nations - Statistical Division), nell'ultima edizione disponibile al momento del calcolo delle quote di iscrizione, utilizzato principalmente per un'ulteriore verifica dei cambi delle diverse valute con il dollaro USA.

Nella metodologia applicata per il calcolo delle quote di iscrizione al Partito Radicale, hanno fatto eccezione alcuni Paesi quali l'ex Unione Sovietica, l'ex Yugoslavia, i cosiddetti Paesi dell'Est (Ungheria, Romania, Albania, Polonia, Bulgaria, Cecoslovacchia), per i quali, essendo state rilevate sostanziali discrepanze tra i dati statistici ufficiali e la situazione socio-economica reale del singolo Paese, il calcolo non è stato effettuato sulla base del PIL: considerando anche che la differenziazione adottata rispetto ai paesi ad economia di mercato, non avrebbe sostanzialemente influito sul finanziamento dell'attività del Partito nei Paesi in questione, sono stati utilizzati parametri economici diversi dal PIL ufficiale, quali le retribuzioni medie per categorie di lavoratori e i prezzi al consumo di particolari prodotti (giornali, biglietti di trasporto urbano, ecc.), che sicuramente garantivano una maggior corrispondenza tra la quota di iscrizione e l'economia interna nei singoli Paesi in questione ri

spetto alla quota di iscrizione calcolata per gli altri Paesi ad economia di mercato.

Il versamento della quota minima di iscrizione, pur calcolata, era facoltativo per quei Paesi nei quali l'iscrizione poteva essere perseguita dai pubblici poteri.

Nel nuovo Statuto del Partito radicale approvato dal XXXVI Congresso viene mantenuta la relazione tra la quota di iscrizione ed il prodotto interno lordo pro-capite mentre viene persa la definizione della percentuale di relazione tra le due cifre.

Non viene invece toccata quella norma che introduceva la cosiddetta "quota volontaria" per quei Paesi nei quali l'iscrizione al Partito radicale (o ad altre formazioni politiche) potesse essere perseguita dai pubblici poteri.

"(1.2.2) La quota minima di iscrizione al Partito radicale è stabilita dal Congresso in relazione al prodotto interno lordo (PIL) pro-capite del paese di residenza di ciascun iscritto. Nei paesi in cui l'iscrizione possa essere perseguita dai pubblici poteri, la quota è volontaria."

CALCOLO DELLE QUOTE DI ISCRIZIONE AL PARTITO RADICALE PER L'ANNO 1994

Il calcolo delle quote di iscrizione per l'anno 1994 è stato fatto a partire dall'ultimo valore del PIL procapite per ciascun Paese disponibile secondo i dati ufficiali rilevati sulle pubblicazioni sopra elencate.

Si possono prefigurare, come per gli anni passati, due diversi metodi per la definizione delle quote di iscrizione ed una variazione riguardante la valuta da adottare nei diversi Paesi

Il primo metodo riguarda i Paesi ad economia più o meno stabile per i quali ci si può basare sui dati ufficiali riguardanti l'economia interna e, per i quali, si è quindi tenuto conto dell'ultimo valore disponibile del PIL ufficiale che, per la maggioranza di essi è quello del 1992;

Il secondo metodo prevede una valutazione dell'economia interna sulla base di criteri specifici così come si è fatto negli anni passati e riguarda quei Paesi che si trovano ancora in una fase di "transizione economica".

In quest'ultimo vengono inserite le Repubbliche dell'ex Unione Sovietica, dell'ex Yugoslavia ed i Paesi del cosiddetto "blocco dell'Est", nel primo gruppo tutti gli altri Paesi.

Per quanto riguarda le valute, si è deciso di fissare la quota di iscrizione nella valuta locale solo per quei Paesi che offrono garanzie economiche di stabilità del cambio e di convertibilità della valuta stessa: per questi Paesi il cambio utilizzato è quello pubblicato su "Il sole 24 ore" del 29 Ottobre 1993.

Per tutti gli altri Paesi, la quota sarà fissata in una valuta "forte" quale il Dollaro USA, il Marco Tedesco o il Franco Francese in ragione della maggiore influenza di una di queste tre valute nell'area economica del singolo Paese.

In tutti gli altri casi la quota verrà comunque fissata in Dollari Usa.

Per le quote fissate in valuta diversa da quella del Paese di residenza dell'iscritto, il versamento può essere accettato anche in valuta locale al cambio di mercato del momento.

QUOTE DI ISCRIZIONE AL PARTITO RADICALE PER L'ANNO 1994

Vi risparmio le tabelle delle quote del 1994 e vi ripropongo solo alcune note:

le quote dei Paesi di "competenza" dei diversi Centri di Coordinamento sono state calcolate sulla base delle proposte formulate a suo tempo dai responsabili di detti Centri:

Andrea Tamburi per l'ex URSS

Antonio Stango per le Repubbliche Baltiche

Sandro Ottoni per l'ex Iugoslavia

Michele Boselli per la Bulgaria

Massimo Lensi per gli altri Paesi dell'Europa orientale

QUOTA VOLONTARIA

Vi ripropongo anche alcune riflessioni fatte a suo tempo sulla cosiddetta "quota volontaria".

QUOTA VOLONTARIA PER GUERRA IN ATTO

Per i Paesi di seguito elencati il Tesoriere ha proposto l'adozione della "quota volontaria per guerra in atto":

Secondo questa proposta i Parlamentari sarebbero comunque tenuti al pagamento della quota minima che in ogni caso dovrà quindi essere individuata.

Andrea Tamburi ci ricorda che lo Statuto non prevede l'adozione della quota volontaria per i Paesi in guerra, ma solo per quelli dove l'iscrizione potrebbe essere perseguita dai pubblici poteri. In base a ciò e per quanto riguarda i Paesi di sua competenza esclude che sussistano le condizioni, a norma di Statuto, per l'adozione della quota volontaria.

Il Tesoriere accetta le valutazioni di Andrea Tamburi per i Paesi di sua competenza che rimangono quindi tra quelli tenuti al pagamento di una quota minima.

Per gli altri Paesi nell'elenco seguente si ritiene opportuna l'introduzione di questa eccezione (come già avvenuto per l'anno 1993 per la Bosnia) in quanto casi eccezionali che prevedono una valutazione politica piuttosto che meramente formalistica.

Afghanistan, Angola, Haiti, Iraq, Liberia, Mozambico, Somalia, Bosnia Erzegovina

QUOTA VOLONTARIA (norma 1.2.2 dello Statuto)

Paesi che rientrano nel caso previsto dalla norma 1.2.2) dello Statuto:

"... Nei paesi in cui l'iscrizione possa essere perseguita dai pubblici poteri, la quota è volontaria."

Cuba, Iran

Per tutti gli altri Paesi le quote furono calcolate sulla base dell'ultimo valore del PIL disponibile.

Non so se possono esservi utili, vi allego alcune delle risposte o proposte che vennero fatte allora.

AGORA': MESSAGGI

23, 14-Nov-93, 20:35, A.Tamburi, L.Cimino, , 2598

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cari tesorieri, vicetesorieri, collaboratori di tesoreria ed affini.

La prima obiezione che mi viene in mente e' che la quota volontaria non era stata individuata per paesi in guerra ma per i paesi dove l'iscrizione puo' rappresentare un rischio per la propria incolumita' e quindi si riteneva di considerare significativa per l'iscrizione la "decisione di iscriversi" e non il versamento della quota. Alla luce di questa vecchia decisione non ritengo che ci siano nelle repubbliche ex-urss zone in cui l'iscrizione sia pericolosa e quindi tutti devono pagare qualcosa.

E veniamo a quanto.

la decisione dell'uno per cento del PIL fu presa in un momento in cui il partito operava sostalzialmente ad ovest. in un mondo un poco diverso .... dal resto del mondo.

Per l'"unione sovietiva" e altre zone simili abbiamo all'inizio applicato lo stesso meccanismo con delle correzzioni, diciamo al ribasso, perche' l'1% dello stipendio di un cittadino di un paese ricco e' sicuramente meno dell'1% di un cittadino di un paese povero. Ma soprattutto prevalse la filosofia che essendo diffcilissimo individuare una quota, e che comunque questa quota era insignificante per il bilancio del partito, tanto valeva tenerla bassa per cercare, anche per questa via, di entrare in contatto con quanti piu' cittadini era possibile, in attesa di "tempi migliori". Fatte queste premesse mi pare che la quota possa oscillare dai 2 ai 5 dollari a secondo della "ricchezza" del paese. Se facessimo infatti un calcolo dell'1% potrebbe essere giusto 10 $ per la russia. Il problema e' che i 1000 dollari di PIL individuati da luigi sono probabilmente veri. Ma ancora di piu' che nei paesi ricchi sono il risultato di un 98% che guadagna 200 dollari l'hanno ed un 2% che comincia ad avere stipendi "occidentali

". Possiamo fare una quota che taglia fuori il 98% dei cittadini??

Insomma farei 5 dollari per Russia e bielorussia

e per tutte le altre repubbliche, comprese quelle in guerra, 2 dollari.

per le repubbliche baltiche sentite stango.

Per il fatto di esprimere la quota in dollari con preghiera di mandare poi la valuta nazionale, anche lo staff di Mosca è d'accordo.

per la quota differenziata dei deputati l'idea non e' male, ma almeno per quanto riguarda i deputati ex-urss vuole dire un abbassamento della quota. I parlamentari sovietici avevano uno stipendio da autista dell'autobus. in primavera il presidente del parlamento kasbulatov aveva 25000 rubli di stipendio. ovvero 35 dollari. un normale deputato 20 dollari.

forse dopo le elezioni nei vari paesi la cosa cambiera' ma per ora cosi e'!!

AGORA': MESSAGGI

2, 21-Ott-93, 17:08, M.Boselli, L.Cimino, *, 477

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quote d'iscrizione 1994

(per l.cimino, m.lensi)

sollecitato da luigi a indicare una quota di iscrizione 1994, propongo per la bulgaria un aumento a BGL 125 contro i 91 attuali.

poiche' il mio principale parametro e' la svalutazione delle divise locali contro il dollaro, allora per quanto riguarda la macedonia (dove il cambio varia dalla mattina alla sera) proporrei un aumento ancora piu' consistente, oppure l'aggancio al marco tedesco e buonanotte.

3, 22-Ott-93, 13:26, M.Lensi, L.Cimino, *, 1370

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QUOTE 94

ti mando le mie proposte sulle quote 94 per i paesi coordinati da Budapest:

Una premessa. I calcoli che ho effettuato e le decisioni per esempio di lasciare inalterata la quota 93 per alcuni paesi si basa su 1) raffronto del cambio del dollaro 93 e 94, 2) andamento dei prezzi dei generi di primo consumo, 3) inflazione, 4) svalutazione delle divise locali.

- Ungheria

93: 1460 HUF

94: 1460 HUF circa 15 USD al cambio ufficiale (Luigi)

- Polonia

93: 219000 PLZ

94: 219000 PLZ circa 11 USD al cambio ufficiale (Luigi)

- Romania

93: 1095 ROL

94: 5500 ROL circa 5 USD al cambio ufficiale (Luigi)

- Bulgaria

OK proposta di Boselli circa 5 USD al cambio ufficiale (Luigi)

- Macedonia

Allinerla con il Marco tedesco. La proposta e' comunque di fissare una quota iscrizione in DEM e poi cambiarla di volta in volta nell'equivalente in MAD. Questo comporterebbe che il file paesi.dbf sia settato per questo paese con la quota DEM e non MAD.

- Serbia, Voivodina, Montenegro, Kossovo

Sentirsi con Sandro Ottoni. Comunque l'attuale di 9144 YUD e' irrisoria, corrisponderebbe a circa mezza lira.

Andrebbe comunque segnalata una differenzazione delle quote:

Per Serbia, Voivodina, Montenegro uguale e piu' alta, mentre per il Kossovo leggermente minore.

- Albania

(ci devo ancora riflettere)

- Austria

93: 2640 AUS

94: indicizzata con il PIL (come per l'adeguamento italiano, francese, ecc.)

- Slovacchia

93: 547 SKR

94: 547 SKR circa 16 USD al cambio ufficiale (Luigi)

AGORA': MESSAGGI

38, 22-Nov-93, 12:00, S.Ottoni, L.Cimino, *, 1673

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PER CIMINO, FRASSINETI, LAVAGGI

DA OTTONI

QUOTE DI ISCRIZIONE

Pur non contestando la validità formale delle quote da voi proposte (1% del Pil) vi invito comunque a riflettere sulle seguenti considerazioni di ordine politico ed economico.

Intanto va detto che i prezzi al dettaglio, praticamente per tutti i generi, in Serbia ed in Croazia, sono più alti che in qualsiasi altro paese confinante (incluse Austria ed Italia). In secondo luogo lo stipendio medio di uno statale in Croazia (dove la maggior parte dei lavoratori sono pur sempre statali) è di 150.000 lire: dunque totalemente inadeguato al costo reale della vita. In Serbia gli stipendi non hanno alcun valore reale, molta gente semplicemente non va più a lavorare.

Ma, al dilà delle considerazioni economiche, le tessere dei due maggiori partiti croati, HDZ e liberali, costano rispettivamente 100 lire e 0 lire. La nostra era già la più cara in assoluto, abbiamo avuto in merito varie proteste, compresa quella di Tomac, che sostiene di avere all'università vari studenti disposti ad iscriversi ma impossibilitati economicamente.

Dunque il raddoppio della tessera, come proponete, comporterà un crollo del pur poche iscrizioni avute in quest'anno.

Mi chiedo se, in considerazione delle "economie di guerra" in cui si trovano questi paesi non sia meglio lasciare semplicemente le cose come stavano. Ovvero Croazia 10 dem, Serbia e annessi 3 dem, Slovenia 20 dem.

In merito alla Macedonia mi risulta che gli stipendi siano maggiori di quelli croati, mi pare poco 5 dem. Forse 10 sarebbero più opportuni (sentire Boselli).

La quota minima volontaria per la Bosnia potrebbe essere di 10 dem.

AGORA': MESSAGGI

49, 23-Nov-93, 11:58, S.Ottoni, L.Cimino, *, 2000

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per CIMINO, LAVAGGI, FRASSINETI

da OTTONI

Mi dispiace che Luigi se la sia presa, non intendevo mettere in dubbio il suo lavoro, come per altro dicevo in premessa. Evidentemente non sono riuscito a spiegarmi bene. Comunque accetto le vostre conclusioni che risolvono, almeno in parte, il problema.

Ma, per rispondere a Luigi, la questione non è formale, il PIL sarà quello che risulta a voi, ma in dette situazioni di caos economico e politico, nessun parametro accertabile consente una determinazione esatta, poiché i dati non sono assimilabili, ovvero merci e stipendi, e merci le une in relazione alle altre, non sono in rapporto lineare, o comunque confrontabile ai rapporti a cui siamo abituati nel West.

27, o 50 lire non bastano in Croazia nè per comprarsi un caffè, nè un quotidiano. Il primo costa 300 £ ed il secondo 350 £. ma per altri consumi, tipo la carne, o l'olio di semi si va sulle 20.000 e 3300 al kg. ecc., mentre lavatrici, frigo, ecc. hanno prezzi tali che neanche sei mesi di stipendio ne consentono l'acquisto. I quotidiani, per quanto costino nulla in proporzione ad altri costi, sono in crisi perché non riescono più a vendere.

Il punto è che non si può astrattamente comparare un tenore di vita equilibrato alla occidentale con le forsennate economie dell'est con, in aggiunta una guerra in corso. L'iscrizione ad un partito, come l'acquisto di un giornale, risultano qui un lusso, al quale si privilegiano dati più triviali, come l'acquisto del pane o delle scarpe (un paio delle quali costa quanto uno stipendio medio).

Sarà che noi siamo "tutta n'altra cosa" ma se i partiti croati hanno adottato quelle quote, forse qualche ragione ce l'hanno.

In tutti i modi la vostra proposta va sicuramente incontro alle fasce più deboli, specialmente se sarà opportunamente pubblicizzata nei giornali e depliant che appronteremo.

Ciao

PS. Sulla Bosnia: si tratta evidentemente della quota minima volontaria per i parlamentari.

AGORA': MESSAGGI

51, 23-Nov-93, 13:01, L.Cimino, S.Ottoni, *, 2230

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Giuro, stragiuro, arigiuro...

che non me la sono presa affatto...

Probabilmente, anzi sicuramente, se ne avessimo parlato a voce l'effetto sarebbe stato diverso. Purtroppo non sempre scrivendo si trasmettono anche gli stati d'animo...

Ho sempre pensato, e l'ho anche detto qualche volta, che i dati statistici ufficiali, almeno per quanto riguarda i cosiddetti paesi sfigati, sono poco attendibili. Chi come te, o Tamburi, o Boselli, Lensi, Olivier e chiunque opera in questi paesi, può fornire informazioni certamente più vicine alla realtà di chi invece compila tabelle dietro ad una scrivania come i cosiddetti "esperti" del FMI o della Banca Mondiale. Anche se probabilmente lo fanno in perfetta buonafede.

Per quanto mi riguarda, faccio quello che posso e le informazioni che mi vengono da tutti voi, insieme alle vostre valutazioni, sono un elemento indispensabile, non solo a me credo.

Per quanto riguarda il confronto del costo della Tessera PR rispetto a quella di altri Partiti, pur non mettendo in dubbio il fatto che i partito croati abbiano stabilito le loro quote sulla base di ragionamenti e non a caso, rimango comunque della mia idea e cioè che il costo della Tessera PR non può essere individuato per confronto con quello delle Tessere di altri partiti. E' vero che in Croazia la situazione non è paragonabile a quella italiana (infatti si cercano appunto altri parametri che non il PIL ufficiale per individuare una quota), ma il principio di fondo resta comunque valido, almeno per me.

Che ne pensi?

Ciao, Luigi.

PS: è anche una questione di "conoscenza" delle cose e dei fatti. Ad esempio, io so' che in Italia un quotidiano costa 1200 lire e che lo stipendio medio è di 1000 volte superiore, ma non sapevo nulla circa lo stipendio medio in croazia ne' del costo di un giornale, di un caffè o altro. Potevo immaginare che il rapporto fosse diverso, che acquistare una qualsiasi cosa incidesse in maniera diversa che non in Italia sullo stipendio, ma certo non potevo "quantificare" questa differenza. E purtroppo, dovendo fissare una quota, devo necessariamente basarmi su dei numeri. Per quanto inumano possa essere...

E' una questione interessante e ci sarebbe da parlarne parecchio, ma per ora... ariciao.

AGORA': MESSAGGI

63, 26-Nov-93, 20:29, A.Tamburi, L.Cimino, *, 910

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caro luigi, nel tuo messaggio precedente mancavano molte repubbliche ex-urss. che vuol dire?? che quota proponete??

io insito per due dollari per tutte escluso la russia che va bene quella da voi proposta. il motivo e' evidente: per noi un dollaro non e' niente, su mille iscritti sono mille dollari in piu', mentre per loro rappresenta il 50 percento di aumento, come per noi decidere 270000 o 400000 lire !!!! occorre molta attenzione quindi e meglio rinunciare a pochi dollari e fare piu' iscritti che magari possono essere un patrimonio di nomi che quando fra 3 o 4 anni potranno pagare di piu' possono ritornarci il misero dollaro a cui rinunciamo oggi. peraltro la proposta del tesoriere era di iscrizione gratis dove c'e' la guerra, io ho proposto due dollari, e non vorrei che voi ora decidete 3 dollari minimi per tutti!! della serie ad essere troppo boni poi te lo mettono pure in culo!!

ciao amore.

AGORA': MESSAGGI

74, 29-Nov-93, 19:07, A.Tamburi, L.Cimino, *, 821

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ho letto l'ultima proposta delle quote e rimango della mia opinione che per le repubbliche ex-urss in cui abbiamo deciso per 3 dollari era meglio decidere per due dollari. questo alla luce di quanto guadagnano in quei paesi. Visto anche la impossibilita' di sapere quanto guadagnano realmente non nelle varie capitali ma anche a qualche fuso orario da Mosca.

un dollaro in meno non ci sposta niente in termine di bilancio ma ci consente magari di raggiungere un maggior numero di persone che magari potranno contribuire piu' sostanziosamente negli anni a venire. D'altro canto nella metropolitana di Mosca e' appeso un bando di assunzione della societa' che gestisce la metro a 40.000 rubli al mese pari a poco piu' di 30 dollari. Quanto guadagneranno a 8 fusi orari da Mosca se questa e' la situazione nella capitale???

 
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