Marco nella sua dichiarazione all'Agi, riportata da Sergio, dice che quella di ieri è stata una "vittoria". Come non dargli ragione, considerando che per la prima volta alle Nazioni Unite è stato discusso un progetto di risoluzione - che ha vinto per sei volte - che aveva come suo fondamento l'ultimo paragrafo del dispositivo: la non disponibilità per lo stato della vita dei suoi cittadini. Lo scontro di ieri è stato politico e il testo della risoluzione, tutto il testo, rispecchiava il taglio che questa campagna aveva ed ha: "non e' uno scontro tra civili e incivili".Per Angiolo: i giornali americani non riportano un rigo (ho visto Heral Tribune, New York Times, New York Post, Washington Post). Sono convinto anch'io che se si vince, si vince in America. Bisogna capire con quante persone che vi lavorano, con quanto denaro, in quanto tempo, con quali obiettivi intermedi. La conferenza internazionale evocata nella pagina pubblicata sul New York Times potrebbe essere uno di questi obiettivi intermedi. Sono migliaia le organizzazioni che nel mondo si occupano di diritti umani, decine le organizzazioni americane abolizioniste: contattarle subito per coinvolgere nel lavoro preparatorio sarebbe, a mio parere, la cosa prioritaria da fare.