Vedi, Marina, può anche capitare che le polemiche - quando sono condotte con uno spirito costruttivo come negli ultimi interventi di questa conferenza - siano utili; tanto più dove affrontano un argomento che ci riguarda tutti, quale l'approccio ad una delle campagne del partito. E può anche capitare che in un momento dato non tutti debbano sbobinare, faxare, citofonare eccetera. Io, ad esempio, sarei felice se qualcuno di noi si astenesse dal fare tutto questo, si ritirasse per una settimana a meditare in privato e tornasse al partito con un'idea geniale sull'autofinanziamento. Sarei entusiasta se la prima fra noi - Emma - dimenticasse per qualche giorno l'indirizzo della nostra sede, riuscisse a mettere intorno ad un tavolo i parlamentari riformatori ed i consiglieri regionali antiproibizionisti e giungesse poi a via di Torre Argentina, 76 con un assegno, da parte di ciascuno di essi, di importo pari a due indennità mensili.So, certamente, che si tratta di un sogno, e che non possiamo assolutamente pretendere che chi è stato eletto a varie cariche anche grazie al partito lo ammetta e in qualche modo ripaghi il debito; come è probabile che neanche con settimane di ritiro spirituale venga a qualcuno di noi l'idea geniale di cui sopra. Dunque, faxiamo, sbobiniamo, scampanelliamo; però, vi prego, evitiamo qualsiasi tendenza a stigmatizzare chi non ostenti di agitarsi.
Alcuni di noi hanno dedicato a questo partito dieci o quindici anni: un tempo sufficiente non dico a troncare, ma senz'altro a rendere estremamente difficile qualsiasi ipotesi professionale. Vi sono certo nell'ambito della segreteria carriere giornalistiche, accademiche o diplomatiche interrotte o non iniziate per puro amore del Partito Radicale, delle sue e nostre idee, delle sue e nostre lotte. A volte - senza alcun riferimento a Marina, che anzi ringrazio per il suo intervento e per il suo lavoro - sembra che noi stessi non siamo disposti a riconoscerlo l'uno all'altro; e quasi ci forziamo a stare insieme malgrado tutto, piuttosto che per molto.
Personalmente, apprezzo l'attitudine, l'indole, il metodo di collaborazione che ciascuno apporta. Credo sia bene, soprattutto in politica, non mai mortificare la diversità anche operativa di alcuno, non mai tendere ad appiattire i comportamenti, ma garantire al massimo libera iniziativa e creatività secondo i ritmi di ciascuno propri.
Poi, sbobiniamo, calatafiamo e quant'altro; anche a Natale, a Santo Stefano. Come sempre.