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- 12 gennaio 1995
CECENIA

Khramov ed io partiamo oggi per Mineralny Vody (Caucaso settentrionale), dopo avere girato - come capita di solito - tre uffici dell'Aeroflot prima di riuscire ad ottenere i biglietti.

E' stato quasi più facile procurarci due giubbotti antiproiettile: a me ne è stato prestato uno dai familiari di Natasha, attraverso conoscenze, mentre per Khramov lo abbiamo acquistato in un negozio appartenente ad una strana catena che dispone anche di un ristorante e di un locale notturno. Tipiche cose russe. Questa mattina, prima della partenza, dovremmo rimediare anche un paio di elmetti e forse un telefono cellulare utilizzabile da laggiù, del quale naturalmente vi comunicheremmo subito il numero. Abbiamo invece cortesemente rifiutato un campionario di armi di vario genere.

Non è ben chiaro quanto le forze armate russe gradiscano gli osservatori, ma d'altra parte l'unico modo per saperlo è verificarlo sul posto.

La rete televisiva Ostankino - che in realtà non è di Stato, ma da questo è controllata - continua la sua particolare presentazione degli avvenimenti, soffermandosi a lungo sulle ragioni dell'intervento e sottolineando la crudeltà dei ceceni. Le altre emittenti televisive sembrano peraltro liberamente critiche, al punto che il deputato fascista dell'Unione Nazionale Russa - tutt'altro che eltsiniano, quindi - Alexandr Nevzorov ha chiesto ieri in un intervento alla Duma che venga completamente bloccata qualsiasi informazione indipendente sulla guerra.

Da notare in ogni caso che Ostankino ha trasmesso l'altra sera un'inchiesta su chi abbia consentito che Dudaev entrasse in possesso di una parte consistente degli armamenti che si trovavano in Cecenia al momento dell'estinzione dell'Unione Sovietica, e che il principale colpevole è risultato essere l'attuale ministro della Difesa, Graciov. Parrebbe, dunque, che questo personaggio - che certamente ha non poche responsabilità personali per il massacro, soprattutto di soldati russi - stia per venire rimosso dall'incarico.

 
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