Archivio segreteria PR |
- 21 marzo 1995
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Non sono nelle condizioni di spirito per partecipare alla riunione di domattina. Sento forte il senso di un'offesa ingiusta, che non mi consente dialogo, confronto; forse, ho paura di un confronto che, per eccessivo rigore, precipiti in rotture anche sul piano personale con compagni a cui voglio bene. Per una sorta di pudore, credo, ho sentito oggi addirittura il pericolo di parlare, incontrare lo sguardo di Luca. Luca ha avuto l'umiltà di intervenire, a freddo, oggi: per dire alcune cose vere, comprensibili, altre ancora gravi, incomprensibili: come dire "è una questione di metodo" mentre, poi, comunque, si apprezza il lavoro dei compagni. In ogni impostazione, nostra, non in assoluto, il metodo sta nel merito e viceversa. Perchè apprezzare, per poi massacrare? Per poi continuare a considerare l'iniziativa di alcuni di noi come "anti-partito", "anti-congresso". E poi, sempre, questo atteggiamento per cui si toglie, si azzera l'altro o l'altra cosa per far emergere la prima. Sempre negativi, sempre eliminato |
ri, mai ad aggiungere, ad arricchire, a fare, invece di negare. Mi considerei dimesso da qualsiasi incarico, se la cosa non mi facesse ridere: quale incarico? quale segreteria (non so neanche se c'è formalmente)?; e poi io chi sono? A Sandro chiedo scusa, se ho lasciato intendere che fosse impegnato su una iniziativa specifica sua o comune a qualcun altro. Era solo una citazione, a sproposito. |
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