Caro Maurizio,
sulla lunga questione dell'obiezione di coscienza in Russia, sono convinto che i nostri amici dell'ARA che hanno assunto la posizione di cui a lungo si è parlato in Agorà abbiano agito molto bene. Credo che stiano conducendo un'eccellente campagna complessiva, in parte stabilita come partito ed in parte non prevista. Ho la netta sensazione che se il partito in quanto tale se l'assumesse per intero ne verrebbero ottimi risultati in termini di adesioni, di mobilitazione, di presenza sui mezzi di informazione russi e non solo (non è un caso che qualche mese fa il settimanale italiano "L'Europeo" abbia dedicato un ampio servizio al militarismo ed all'antimilitarismo in Russia, citando le iniziative radicali ed in particolare Nikolay Khramov).
Sui diversi Paesi come "altra cosa": non c'è dubbio che il partito transnazionale deve cercare di applicare metodologie e proposte comuni a Paesi diversi, ma non automaticamente.
Occorre capire quali sono le analogie reali, e quali quelle apparenti. Ad esempio, è mio parere che rispetto all'adesione all'Unione Europea l'analogia fra Turchia e Bosnia sia solo apparente, e quella fra Turchia e Serbia (o per altri aspetti Russia e Cina) sia reale. Dunque, credo che il principio dello "stesso metodo" vada applicato tenendo conto di questo; tant'è che ho chiesto - senza finora ottenere risposta - per quale motivo si debba volere per la Turchia di oggi ciò che non si vuole per le odierne Serbia e Russia.
Così, per l'obiezione di coscienza in Russia possiamo, se preferisci, partire dalla constatazione di uniformità piuttosto che da quella di diversità rispetto alla situazione italiana. Se qualcuno propone di alterare la situazione legale esistente (disciplinata in Russia dalla Costituzione ed in Italia dalla legge ordinaria) in modo tale da prevedere per legge un trattamento vistosamente punitivo per chi obietta, credo che sia in Italia sia in Russia dovremmo opporci ad una legge siffatta; e così infatti stanno facendo in Russia molti dei nostri compagni, ed in Italia (vedi il settore "Conferenza Movimento") il Movimento dei Club Pannella-Riformatori.
Se poi ci riferiamo alla diversità non possiamo che rafforzare la tesi che quel tipo di proposta di legge respinta dalla Duma non dovesse passare: perché lì non soltanto di comminare qualche mese in più di servizio civile rispetto a quello militare si trattava, ma di condannare in pratica a tre anni di lavori forzati chi rifiuti il servizio militare armato, magari in Cecenia. Quindi, a mio avviso vi sono motivi per essere contrari per analogia, e fortemente contrari per diversità.
I criteri di diversità e di uniformità sono, insomma, due facce della stessa medaglia. Si può arrivare alla medesima conclusione facendo leva sull'una o sull'altra, a condizione di disporre di sufficienti elementi di analisi e di adoperarli attentamente.