quanto ha scritto sandro nella sua lettera non puo' essere ignorato, e vorrei comincire a commentarla dalla fine, dove lui avanza addirittura l'ipotesi che, per necessita', debba presto abbandonare la militanza a tempo pieno.
e' un'ipotesi allucinante, specialmente se si considera che la principale iniziativa e mobilitazione del partito e' sulla bosnia ed ex-yugo, cioe' come e' noto proprio l'area sandresca.
ma ve lo immaginate ottoni militante part-time che va al parlamento croato nel tempo libero, magari il sabato e la domenica, cioe' quando non deve occuparsi, per sopravvivere, del commercio del pesce dalmata che ha avviato in societa' con lensi, essendo il suo miglior cliente il ristorante di pesce che massimo ha aperto a budapest (ma ogni tanto continua a occuparsi di albania e romania).
in una ipotesi del genere mi pare che il segretario del partito sarebbe candidato ad autista del furgoncino del pesce da split a bp, naturalmente passando quotidianamente da saraevo per incontri politici (olivier possiede un furgoncino frigorifero blindato, l'ha fregato a dei caschi blu belgi). mentre a me, notoriamente il piu' sfigato, toccherebbe il ruolo del pesce (cosi' nel tempo libero potrei fare iscritti nel danubio).
scherzi a parte, e' ovvio che e' praticamente impossibile fare i militanti part-time vivendo all'estero. significherebbe rinunciarvi del tutto, se si sceglie di stare qui, oppure tornarsene in italia dove trovare un qualche lavoro e cosi' poter ricominciare a raccogliere firme la domenica coi compagni di treviso, ma lasciandosi alle spalle anni di lavoro politico buttato via.
perche' e' anche questo che scrive sandro, o no? non pensano anche altri che le le osservazioni di sandro, per esempio quelle sulla sede romana, meritino di essere prese in considerazione e discusse qui?
io condivido il suo disagio. ma ripeto volevo aggiungere che non penso sia possibile fare il part-time all'estero.