Non si tratta di parlare a deputati russi, ogni volta che li si vede, della Cecenia; anche perché su questo le rispettive posizioni sono ben note, e con diversi di loro abbiamo già fatto più di un'iniziativa comune per la fine del massacro in quella repubblica. In Russia abbiamo da anni sedi, attività, iscritti, compagni ed amici con cui si lavora insieme, che partecipano ai nostri Congressi. Rispetto alla Turchia, si è trattato di una "missione di una delegazione radicale", di cui si è stati informati a cosa fatta e solo parzialmente; è dunque semplicemente legittimo sul piano del metodo chiedere di saperne di più.Sul piano poi del merito, chiunque non voglia per puro partito preso incaponirsi a non guardare la realtà non può negare che la questione dei diritti umani in Turchia sia essenziale nel momento in cui si parla - come si fa nel rapportino inserito da Lensi in "Conferenza Partito" - di avviare un serio dibattito sull'adesione della Turchia all'Unione Europea. E' un parametro pregiudiziale: lo è stato giustamente per numerosi atti del Parlamento Europeo e deve ad ancor maggior ragione esserlo per noi, che semmai dovremmo spingere le istituzioni comunitarie ed essere ancora più intransigenti in materia.
C'è un durissimo comunicato di Marco Pannella, oggi, sulla Serbia di Milosevic. Anche se gli occhi di gran parte del mondo sono puntati assai più (e pur mai abbastanza) sulla Bosnia che sul Kurdistan, come lo sono assai più su Mururoa che su Srebrenica, ciò non vuol dire che noi si debba bendare i nostri. E le parole di Marco si attagliano quasi perfettamente alla Turchia.
Sull'uso poi dei diversi settori di Agorà, continuo a ritenere che un intervento va collocato in linea di massima nello stesso settore di quello a cui si riferisce; salve esigenze di riservatezza - peraltro raramente invocabili - che portino a preferire una conferenza chiusa come questa.